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Autore: verolax    06/04/2010    2 recensioni
Per fare un favore a Hermione, Ron si introduce nella Sezione Proibita della Biblioteca di Hogwarts e lì cominciano i suoi guai! Goffo com'è, riesce a farsi cadere in testa un libro, sul quale legge una profezia che lo mette minacciosamente in guardia dal colore rosso. Ron liquida l'avvertimento con un sorrisetto, ma sarà subito costretto a ricredersi... SESTA classificata al contest "Don't open this cookie!" indetto da Kukiness sul forum di EFP
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fiction si è classificata sesta al contest “Don’t open this cookie!” indetto da Kukiness sul forum di EFP. Ringrazio per il lusinghiero giudizio e per gli ottimi consigli, che riporto in fondo al testo.

 

Nick (su EFP): verolax
Titolo: Accidenti a me!
Raiting: verde
Genere: commedia, generale
Personaggi: Ron Weasley, Harry, Hermione
Avvertimenti: one-shot
Profezia scelta: numero 3 (“La fortuna/sfortuna per te oggi veste di rosso.”)

 

 

Accidenti a me, ma cosa ci faccio qui?

Percorro il corridoio buio a larghi passi, nascondendomi dietro le ombre delle armature, minacciose come non mai nel silenzio surreale della notte deserta di Hogwarts.

Un breve sospiro ed entro.

La sezione Proibita della Biblioteca.

Stramaledico Hermione e la sua curiosità: perché proprio a me, accidenti?

Eppure, non avevo avuto alcuna possibilità di scelta: “Harry no, domani ha la partita di Quidditch e deve riposare,”  aveva detto Hermione in un tono che non ammetteva repliche, aggiungendo subito dopo: “Nemmeno io posso andarci, perché ti sto facendo i compiti”. E con questo aveva segnato il destino della mia serata.

Un rumore mi fa rizzare i capelli in testa.

Mi appiattisco contro uno scaffale, ma il mio movimento è troppo brusco e fa barcollare la struttura.

BONK! Un pesante libro colpisce la mia testa.

Meno male che l’hai vuota, Ron, altrimenti sai che disastro?

Il volume è ricaduto a terra aprendosi a metà. Leggo il titolo in cima alla pagina: Il Grande Libro Magico delle Profezie.

Una sola, grande frase campeggia sulla pagina ingiallita dal tempo.

 

Chi questa frase leggerà

Per ventiquattr’ore guardarsi dovrà

Dal Rosso colore dell’amistà”

 

Faccio spallucce e ripongo il libro al suo posto: robaccia per creduloni.

Trovo il dannato volume per il quale Hermione ha rovinato la mia serata e ripercorro a ritroso i corridoi deserti, dove l’eco dei miei passi rimbomba come se stessi percorrendo l’immenso stomaco in subbuglio di una bestia affamata. Questo è ciò che diventano i corridoi di Hogwarts nella notte nera: l’intestino tremendo di un mostro spaventoso che digerisce ed ingoia chiunque osi avventurarvisi da solo.

Rabbrividisco e allungo il passo. Giunto ad un bivio scarsamente illuminato, svolto a sinistra e mi ritrovo in un corridoio mai visto: devo aver sbagliato strada. Sulla parete di fondo spicca un immenso ritratto di dama. La giovane e bella signora bionda che si muove al suo interno è vestita interamente di rosso. È bellissima; provo un’irresistibile voglia di avvicinarmi a lei.

Appena muovo un passo finisco a terra a faccia in giù. Accidenti, ma come… mi è sembrato che l’armatura alla mia sinistra mi facesse lo sgambetto! Impossibile.

Pix?

Provo a chiamarlo con voce incerta: nessuna risposta. Mi duole il labbro. Mi alzo e detergo una goccia di sangue rosso rubino con il dorso della mano. Appena i miei occhi incrociano il colore acceso della minuscola gocciolina, mi gira la testa e cado nuovamente a terra.

Possibile che… temo che la Profezia del libro abbia un fondo di verità, dopotutto…

Corro a più non posso senza badare al rumore dei miei passi. Mi precipito nella Sala Comune di Grifondoro, ormai deserta: nemmeno Hermione mi ha aspettato sveglia! Meglio così. In capo a dieci secondi sono nel mio letto. Mi addormento di botto; domani andrà meglio.

---

Mi sveglio che il sole già penetra attraverso le pesanti tende di stoffa della camera. Il loro colore è rosso! Appena i miei occhi assonnati registrano questo dato di fatto rotolo giù dal letto; il lato destro del mio corpo incontra il suolo ad una velocità sufficiente per strapparmi un sordo gemito.

Forse oggi non sarà una giornata migliore di ieri, dopotutto…

Mi vesto in tutta fretta e scendo nella Sala Comune già stracolma. Hermione è in mezzo ad un gruppetto di amiche; accidenti a me, indossa un vestito interamente rosso! Non è possibile, ce l’hanno tutti con me!? Lei mi vede e muove qualche passo nella mia direzione: nel suo sguardo leggo la curiosità di sapere com’è andata la gitarella proibita cui mi ha costretto la passata notte.

Sì, ma è vestita di rosso, e… mi basta osservarla un secondo di troppo perché accada. Un ragazzino del primo anno lancia in aria una Pasticca Vomitosa, ultima stramberia di Fred e George, con l’intenzione di farla ricadere nella propria bocca; nello stesso istante, però, Neville inciampa trascinandomi con sé nella sua caduta. La mia bocca è semiaperta per la sorpresa mentre precipito verso il basso. La Pasticca di Fred e George mi finisce dritta dritta nel gargarozzo.

Tredici secondi dopo – cronometrati tra le risate dai miei fratelli che non credono ai loro occhi – incomincio a riversare il contenuto del mio stomaco sugli splendidi e preziosi tappeti della Sala Comune.

Per fortuna qualcuno mi porta in infermeria, anche se non so né chi sia stato né quando l’abbia fatto; soprattutto, non oso immaginare la quantità di vomito che gli ho generosamente sparpagliato sull’uniforme durante il tragitto.

Madama Poppy Chips è diventata ai miei occhi la donna più attraente del mondo, dal momento che è stata in grado di fermare il mio spaventoso e continuo vomitare. Nel giro di mezz’ora vengo dimesso dall’Infermeria e torno mestamente verso la Torre di Grifondoro: ho il permesso di non frequentare le lezioni, questa mattina.

Cammino lentamente, evitando con cura di puntare gli occhi su qualsivoglia oggetto che non sia il pavimento – meraviglioso, liscio, rassicurante pavimento grigio. Nessuna traccia di rosso, se i miei occhi rimangono costantemente piantati su questo meraviglioso, liscio, rassicurante pavimento. Grigio.

Quando giungo davanti alla Signora Grassa, sono stremato. Non credevo che fosse così faticoso evitare tutto ciò che è rosso

Prima che io possa pronunciare la parola d’ordine, una voce –ahimè – ben nota, e –ahimè – generalmente da me gradita mi gela il sangue nelle vene.

“Ron, sono venuta a vedere come stai, ero preoccupata…

Accidenti. È Hermione! Hermione ed il suo stramaledettissimo vestito rosso! Chissà che cosa mi succederà questa volta… no! No, no, no e no! Per oggi ho avuto sfortuna a sufficienza.

Senza neppure voltarmi prendo a correre nei corridoi; Hermione prova per un po’ ad inseguirmi, poi desiste, lanciandomi dietro ogni genere d’improperi.

Nota a me stesso: chiedere mille e mille volte scusa ad Hermione, non appena le 24 ore della Profezia saranno trascorse…

Guardo l’orologio. Sono appena le undici del mattino: povero me! Non so esattamente che ora fosse quando… quando ho letto quella frase sul libro delle Profezie, ma sicuramente è stato dopo la mezzanotte: non sono trascorse nemmeno dodici ore.

Povero, povero, povero me…

Vago senza meta per i corridoi di Hogwarts, lasciandomi trasportare dalle scale che cambiano direzione seguendo la propria perversa volontà; sono deciso a non incontrare nessuno  ed ancor più a non puntare lo sguardo su alcuna cosa che abbia anche solamente una vaga possibilità di contenere al suo interno la più piccola traccia di rosso.

Solo che… è mezzogiorno e la fame inizia a farsi sentire. Provo a resistere, ma il mio stomaco minaccia di auto digerirsi ed i suoi terribili brontolii di protesta mi inducono a venire a più miti consigli.

Entro titubante nella Sala Grande. Tutti gli studenti siedono già ai loro posti e qualcuno si volta per guardarmi. Dal tavolo dei Serpeverde si alza qualche schiamazzo divertito: sicuramente mi prendono in giro per il mio ritardo.

Con gli occhi semichiusi scruto cautamente la folla: individuo Hermione, che per fortuna si è cambiata e non indossa più il vestito rosso. Quando mi siedo al suo fianco, lei fa scivolare il corpo il più lontano possibile evitando accuratamente di guardarmi in faccia. È offesa; del resto, come darle torto?

Apro la bocca per darle le dovute spiegazioni, ma le parole non fuoriescono mai dalle mie labbra: improvvisamente, sono troppo occupato a disperarmi per il contenuto delle ciotole da zuppa che vedo campeggiare tristemente sul tavolo.

Non è possibile: la minestra di oggi è rossa! Assurdo! Non posso essere così sfortunato, non è statisticamente possibile… non mangio. Non mangerò questa porcheria. Le mie gambe si muovono meccanicamente tentando di portarmi via dalla Sala Comune, lontano da quel piatto spaventoso, ma il braccio di Hermione artiglia il mio bloccandomi nella posizione seduta. Non so come abbia potuto capire che stavo per alzarmi, dato che continua a non guardarmi.

“Stai seduto, Ronald Weasley,” ringhia; “mi devi più di una spiegazione”.

---

Ho raccontato tutto a Harry ed Hermione: appena ho terminato il racconto entrambi sono scoppiati in una fragorosa risata che deve estinguersi ancora adesso. Mi chiamano credulone, ridono, mi prendono in giro, ridono, si zittiscono un momento cercando di rimanere seri, poi si scambiano uno sguardo d’intesa e ridono di nuovo. Alla fine mi convincono di aver immaginato tutto. Mi fanno perfino mangiare l’orrida zuppa rossa! Ha un sapore disgustoso, ma io ho fame e la mia esenzione alle lezioni è terminata. Oggi pomeriggio abbiamo Pozioni e sarebbe impossibile sopportare Piton a stomaco vuoto…

Ci alziamo per prepararci alla lezione, ma… qualcosa non va. Non appena assumo la posizione eretta e le mie budella si distendono, capisco che avrò un incontro ravvicinato con il gabinetto.

Faccio appena in tempo a mormorare un “ragazzi, vi raggiungo,” in direzione di Harry ed Hermione prima di fiondarmi alla toilette. Vi rimango incollato per un bel po’. Mentre siedo sull’ovale freddo e mi contorco per il mal di pancia, penso a quella terribile zuppa rossa. Visto? Avevo ragione io. Il rosso non fa per me, oggi. Hermione e Harry mi dovranno credere, adesso; e si dovranno scusare per avermi preso in giro. Per aver dubitato di me. Di me! Non sono mica un credulone, io: ma quel che è troppo è troppo!

---

L’aula di Pozioni è stranamente rassicurante, oggi. Avvolta com’è nella perenne penombra, rende difficile per l’occhio identificare i colori e io sento che non incontrerò nulla di rosso quaggiù. Mi preparo per godermi finalmente un’ora di tranquillità.

“Bene, ragazzi,” sta dicendo Piton, “quest’oggi prepareremo una Pozione d’Amore molto potente; si chiama Rossofuoco, e…

La voce atona di Piton prende a elencare gli ingredienti da utilizzare nella preparazione, ma io non l’ascolto più. Se tanto mi dà tanto, temo di sapere di che colore sarà questa  pozione…

D’accordo, Ron, calma. Te ne starai semplicemente  seduto al tuo banco e farai finta di essere molto impegnato a preparare gli ingredienti, ma non li metterai mai tutti insieme nel calderone; la pozione non verrà bene, prenderai un votaccio, ma almeno eviterai la Sfortuna del Rosso!

Pia illusione, la mia. Dopo alcuni minuti che mi vedono armeggiare senza alcun profitto con l’essenza di gelsomino, Piton subodora qualcosa e mi piomba addosso come un falco farebbe con la sua preda.

Weasley, non crederà forse di essere così bravo nella mia materia da poter evitare di preparare la Pozione, vero?” dice, calcando la voce sulle parole “bravo” e “vero”.

Sono costretto a fare sul serio, adesso: Piton non mi scolla gli occhi di dosso per tutta la durata della lezione. Fortunatamente,  grazie alla mia arcinota abilità in questa materia, non mi sarà comunque troppo difficile sbagliare la pozione… e invece no, chiaramente oggi no! Ecco come, magicamente, il liquido incolore che gira nel mio calderone si trasforma in una soluzione rosa…. Sempre più rosa… rossa.

L’istante stesso in cui la pozione Rossofuoco assume il suo colore definitivo, ecco mettersi nuovamente in moto il meccanismo profetico della Sfortuna: Hermione – proprio lei, che non sbaglia mai una virgola! – aggiunge una goccia di Blunotte di troppo al liquido rosato che sobbolle nel suo calderone, scatenando una piccola ma potente esplosione. Lo spostamento d’aria mi fa perdere l’equilibrio e finisco di testa dentro la mia Pozione.

---

Non è possibile: non ci credo. Osservo il bianco candore delle lenzuola sul lettino dell’Infermeria – per la seconda volta da stamani – e ascolto controvoglia il racconto di Hermione: dopo essere finito nel calderone, mi sono rialzato, e… la prima persona che ho visto è stata Draco! Ma perché, di tutti, proprio lui?!??! Credo che non smetterà mai di prendermi in giro per la spietata quanto infruttuosa corte che gli ho fatto!

E guai a chi mi dice ancora che la Profezia non funziona! Non mi muoverò dall’Infermeria fino a domattina, non ne voglio più sapere…

 ---

Anche questa volta i miei piani sono stati modificati dal Destino a suo piacimento.

Ho chiuso gli occhi appena cinque minuti, giù in infermeria… ma non ho fatto in tempo a rilassarmi che subito è entrato Harry per avvertirmi che Silente mi aveva fatto chiamare.

Ho percorso i corridoi con gli occhi chiusi, districandomi a tentoni e a memoria nei meandri grigi dell’intestino della Bestia di nome Hogwarts, ed ora eccomi qui a bussare alla porta dell’ufficio del Professor Silente.

“Avanti,” risponde lui dall’interno, riscaldandomi il cuore con la sua voce possente e rassicurante.

All’interno, un piacevole tepore mi accoglie, avvolgendomi.

“Dunque, Ronald; mi dicono che hai avuto un incontro ravvicinato con questo libro”.

Così dicendo poggia il volume dei miei incubi sulla scrivania costellata di fogli e strani oggetti magici; è proprio lui! Non oso nemmeno guardarlo: naturalmente la sua copertina è rossa, un rosso antico e sbiadito dal tempo, ma pur sempre perfettamente riconoscibile.

Silente non riesce a trattenere un sorriso divertito.

“Sorvolerò sui motivi che ti hanno spinto ad entrare nella Sezione Proibita della Biblioteca, per questa volta: mi sembra che tu sia stato punito abbastanza,” dice con un tono indecifrabile.

In verità, non so cosa aspettarmi da lui: una sgridata? Una spiegazione? Oppure un incantesimo che sollevi da me questo sortilegio della Sfortuna del Rosso?

Nessuna delle tre: una improvvisa, fragorosa, e genuina risata. Se dicessi che sono allibito utilizzerei un eufemismo.

“Non so per quale strano errore questo libro sia finito nella Sezione Proibita,” esordisce Silente non appena riesce a tornare serio; “questo è un libro per bambini! Non vi è nulla di reale al suo interno!”

Lo osservo attentamente. Non Silente: il libro. È vero, accidenti: sotto al titolo, scritto in piccole lettere dorate, si legge: Fiabe di ordinaria magia per i più piccoli, di Morfeus C. Collodary, il famosissimo scrittore di novelle per bambini.

“Ma Professore, non è possibile: da ieri sera, ogni volta che incontro il colore rosso, io…

Il volto bonario di Silente si illumina di un ennesimo sorriso.

“Coincidenze, Ronald, soltanto coincidenze…

“Non è possibile! Ieri sera, la Dama vestita di Rosso…

“Intendi forse la Signora Inganno?”

“…”

“Una giovane bionda, interamente vestita di rosso?”

“Si, proprio lei! L’armatura mi ha fatto lo sgambetto, e…

“Certamente. È ciò che succede a chiunque si avvicini a lei: ammalia gli osservatori con la sua incredibile bellezza, ma non lascia avvicinare nessuno: è la sua personale vendetta per non poter stare accanto all’uomo che ama, il Cavaliere del secondo piano. Lui è innamorato di un’altra: molto tempo fa, i tre ritratti erano vicini l’uno all’altro, compreso quello della Signora Foe amata dal Cavaliere, ma abbiamo dovuto spostare la Signora Inganno dopo che aveva ripetutamente tirato i capelli alla rivale”.

“Sì, ma… mi sono rotto il labbro e non appena ho visto il sangue sono crollato a terra…

“Semplice avversione al sangue, Ronald”.

“E poi, stamattina, le tende rosse del baldacchino mi hanno fatto rotolare a terra…

“Non dirmi che è la prima volta che svegliandoti  cadi dal letto!”

In effetti, no… quando sono particolarmente assonnato, n e combino di tutti i colori… caspita, la spiegazione di Silente fila! Ogni cosa sta tornando al suo posto, ma io mi sento tanto stupido…!

Faccio un rapido calcolo mentale e decido di stendere un pietoso velo sulla Pasticca Vomitosa: non voglio mettere nei guai Fred e George.

 “Della zuppa rossa allora che mi dice?”

“Barbabietola, Ronald. Ho saputo da tua madre che sei intollerante alla barbabietola. Mi scuso per l’incidente: non ti verrà più servita, stanne pur certo”.

“E la pozione Rossofuoco?”

“Ah, si, mi è stato raccontato. Beh, nemmeno Hermione è perfetta, non ti pare? Il suo sbaglio è stato assolutamente normale. Certo, è stato un momento particolarmente sfortunato per te, ma nulla di più, te l’assicuro”.

Oh, accidenti, accidenti a me. Come ho potuto essere così sciocco? Harry ed Hermione mi prenderanno in giro a vita!

Silente nota subito la mia aria afflitta. “Coraggio: può capitare a tutti di ingannarsi!” Mi fa cenno di accomodarmi sulla sua poltrona: “riposati un po’, adesso, e non pensare più alle disavventure di oggi”.

Ubbidisco volentieri: tutte queste emozioni mi hanno distrutto. Sprofondo con gratitudine nella morbidezza vellutata della poltrona. Prima di socchiudere gli occhi un momento, noto il colore del tessuto: è rosso damascato. Rosso damascato.

Eppure, questa volta, non m’importa.

 

SESTO POSTO - Accidenti a me!, di verolax

 

Punti totalizzati – 42/50

 

Trama: originalità e struttura – 4/5

Stile narrativo – 8/10

Sfruttamento del tema proposto – 5/5

Caratterizzazione dei personaggi – 9/10

Grammatica e sintassi – 8/10

Giudizio personale – 8/10

 

Trama: originalità e struttura

 

Per fare un favore a Hermione, Ron si introduce nella Sezione Proibita della Biblioteca di Hogwarts e lì cominciano i suoi guai! Goffo com'è, riesce a farsi cadere in testa un libro, sul quale legge una profezia che lo mette minacciosamente in guardia dal colore rosso. Ron liquida l'avvertimento con un sorrisetto, ma sarà subito costretto a ricredersi...

 

Accidenti a me! è senz'altro un racconto molto piacevole da leggere. La trama è semplice, lineare, ma presentata in maniera fresca e frizzante, come una buona bibita gasata durante una calda giornata estiva. È senz'altro da premiare il modo in cui verolax è stata in grado di gestire lo spunto dal quale è partita. Il personaggio di Ron, simpatico e decisamente ben caratterizzato, ci racconta delle sue disavventure in un tono tra l'esasperazione e il panico che mi ha divertita molto.

 

C'è solo una cosa che non mi torna, ovvero che Hermione sia vestita di rosso all'inizio di una giornata scolastica, durante la quale dovrebbe invece indossare la divisa di Hogwarts. Consiglierei una cravatta – del resto, i colori Grifondoro sono rosso e oro! – o un accessorio, come il cerchietto per capelli, o una spilla per lo S.P.E.W. o cose del genere. ;-)

 

Il finale mette tutti i tasselli al loro posto, dando una spiegazione logica e razionale a tutti i guai che sono successi a Ron durante la giornata. Forse è una spiegazione fin troppo logica e razionale e lascia un po' l'amaro in bocca, perché conclude in maniera troppo brusca la rocambolesca giornata di Ron. Suggerirei un ribaltone finale, magari legato proprio al sofà di stoffa rossa, che renda meno netta la distinzione tra le parti del racconto!

 

Stile narrativo

 

Il racconto è scritto in prima persona, al presente indicativo, scelta azzeccata che rende più facile e naturale l'immedesimazione del lettore nello sfortunato protagonista. Il periodare è fluido e la narrazione viene gestita con un ritmo davvero gradevole: il lettore è curioso e divertito e desidera sapere quale sarà la prossima disavventura del povero Ron!

 

Ho tolto due punti per due motivi:

·         lessico inappropriato per il protagonista. Benché il periodare sia fluido e la struttura della narrazione molto briosa, è stato scelto un registro lessicale che decisamente non è da Ron. E in un testo scritto in prima persona e al presente si sente moltissimo questo scollamento tra voce-dell'autore e voce-del-protagonista.

Provo a resistere, ma il mio stomaco minaccia di auto digerirsi ed i suoi terribili brontolii di protesta mi inducono a venire a più miti consigli.

Decisamente non mi vedo Ron esprimersi in questo modo, per quanto indubbiamente corretto.

·         irruzione del narratore onnisciente. Alcune scene particolarmente concitate vedono intervenire il PDV del narratore onnisciente al posto di quello di Ron! E dato che si sta raccontando in prima persona al presente indicativo – praticamente una radiocronaca – la differenza si sente tantissimo.

Giunto ad un bivio scarsamente illuminato prendo la svolta sbagliata e mi ritrovo in un corridoio mai visto

Ron non può sapere di aver preso la svolta sbagliata finché non si rende conto di trovarsi in un corridoio mai visto! Scritta così sembra che Ron sappia di star sbagliando strada: il narratore onnisciente lo sa perché è distaccato dal punto di vista del protagonista, ma Ron non può rendersene conto. Mantenendo il PDV di Ron, si dovrebbe scrivere:

Giunto ad un bivio scarsamente illuminato giro a sinistra, ma mi ritrovo in un corridoio mai visto prima. Devo aver sbagliato strada.

 

Consiglio inoltre di fare attenzione al distacco della narrazione “raccontata” rispetto a quella “mostrata”. In alcune scene gli avvenimenti, per quanto rocamboleschi e vivaci, vengono raccontati, non mostrati: non si mostrano Hermione, Harry e Ron che parlano, ma Ron che racconta che lui, Hermione e Harry hanno parlato. La narrazione mostrata è molto più vivace di quella raccontata, perciò preferibile.

 

Sfruttamento del tema proposto

 

Il tema proposto è stato colto e sfruttato pienamente, forse nella maniera più classica ma senz'altro in modo azzeccato. Ron legge una profezia che non è andato certo a cercare e, benché all'inizio sia scettico, ecco che si ritrova risucchiato in un gorgo di piccoli grandi disastri che lo costringeranno a cercare di sfuggire, per tutto il giorno, al colore rosso.

 

Ho trovato l'idea davvero deliziosa. La scelta del protagonista è proprio azzeccata: Ron, così goffo e un po' pauroso, si trova a fare i conti con la superstizione e con un sacco di guai. Credo che il massimo del punteggio sia d'obbligo.

 

Caratterizzazione dei personaggi

 

La caratterizzazione dei personaggi è molto buona: Ron è gestito in maniera che personalmente ho trovato proprio da lui, con tutti i viaggi mentali che si fa, il disagio che prova a girare da solo per i corridoi bui e la vena superstiziosa che lo obbliga a scappare a gambe levati per sfuggire al colore rosso. Non posso dare un punteggio pieno perché, come ho già detto, secondo me il lessico non va bene, non in bocca a Ron, ma per il resto anche i personaggi secondari sono gestiti molto bene, anche con una sola battuta: Hermione è Hermione, Piton è Piton, Silente è Silente ;-)

 

Grammatica e sintassi

 

Ho poco da dire, dato che questo è un punto senz'altro felice.

 

Ogni tanto i numeri vengono scritti in cifre e non in lettere (come “24 ore” che dovrebbe essere invece “ventiquattr'ore/ventiquattro ore”), ma credo che sia una svista perché non è molto frequente. Ogni tanto il “sì” affermativo viene scritto senza accento, quindi come il “si” particella riflessiva, ma anche in questo caso si tratta di un'eccezione e non della regola. La sintassi è molto buona, diretta e semplice: quella che preferisco. Ogni tanto non mi sono trovata d'accordo con l'aggettivazione all'inglese: per me suonano meglio i corridoi bui che i bui corridoi. Un ultimo appunto è il nome Peeves, all'inglese, invece che Pix all'italiana, quando per tutti i nomi di persona e delle Case sono state usate le traduzioni italiane.

 

Giudizio personale

 

La fanfiction mi è piaciuta molto. A parte quelle due o tre imprecisioni che ho già segnalato, si tratta senz'altro di un racconto semplice ma molto divertente, che raggiunge perfettamente il proprio scopo, ovvero far sorridere il lettore. Ottima caratterizzazione dei personaggi e buona scelta delle disavventure, rocambolesche e divertente.

 

La scelta del protagonista e dello stile narrativo in prima persona è senz'altro una scelta felice: correggendo un po' il registro lessicale, secondo me verrà fuori proprio un gioiellino.

 

  
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