A Sora89, sempre
Finché un figlio non ci separi
10 mese-Epilogo
#Oh, Mimi! È a dir poco fantastico! Quindi, nascerà all'incirca ad aprile...#
Sora allontana il cellulare dall'orecchio destro, per evitare di essere travolta dalla gioia prorompente della sua migliore amica. Che è in ospedale e ha appena scoperto di essere...incinta.
È orribile dover fingere così tanto appassionamento alla vicenda, ma poi pensa all'attesa patita da Mimi e Koushiro per avere questo bambino e si congratula sinceramente con entrambi.
Tanto sono tutt'e due così felici che nemmeno si accorgono della stanchezza nella sua voce.
Da un certo punto di vista, è un po' invidiosa.
È stata la prima, nel vecchio gruppo, ad avere un figlio. Tutte, Mimi, Miyako, Hikari pendevano dalle sue labbra e credevano, come fossero oro colato, a tutte le sue parole, magari anche quelle utilizzate per descrivere semplici nausee mattutine.
Haruhiko dorme, inconsapevole e perciò felice.
Sora sorride guardandolo. Purtroppo...o per fortuna, gli occhi azzurri ereditati dal padre sono chiusi, ora.
“Ma
dove sarà quella maledetta maglietta?!”
Scompaginando
completamente l'assetto della valigia, già precario di per sé, Sora
si arrende all'evidenza.
“Devo
averla lasciata...”
Dire le parole “ a casa” è troppo.
Per fortuna che Taichi la porta fuori ad un bar, quella mattinata estiva. Così allegra per gli altri.
Deve esser depressione post partum.
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#Dormivi?#
#Non ci riesco, Taichi, ho caldo. Tu perché mi chiami a quest'ora?#
#Hai caldo, eh?#
È evidente che il suo migliore amico non gli crede.
Yamato nasconde il viso segnato dall'insonnia sotto il cuscino, per proteggersi anche dal sole che prepotentemente entra dalla finestra.
#Comunque, Yamato, non è questo il punto. È pur sempre agosto, vorrei vedere se non facesse caldo!A fine mese sono...bé...18 anni che ci conosciamo.#
#Che cosa romantica...#sbuffa ironico il biondino, ricordando i festeggiamenti fatti con Sora ogni anno, quella data del 31 agosto.
#Idiota. Ti ho sempre amato ma tu hai preferito una donna!#strepita Taichi, ridendo.
#Se l'intento era di risollevarmi un po', te lo concedo, ci stai riuscendo.#
#Modestamente. Ti chiamavo proprio per questo, ti va un caffè?#
Yamato si alza, stordito.
La voce dirompente di Taichi non è esattamente un ottimo risveglio. Non quando si è abituati a svegliarsi con i piedi freddi di Sora contro...
Sora.
È un pensiero fisso, un pugnale nel cuore, un crudele promemoria. Come tutta la casa, troppo silenziosa e simile a lui. Anche in una piena giornata d'estate.
********************
“Sssh, piccolino...Lo zio Taichi arriva presto. O almeno lo spero per lui”
Sora culla il piccolo nel passeggino. È seduta ad un vecchio bar, uno di quelli che frequentava con Taichi e Yamato quand'era prima una liceale e poi un'universitaria piena di ideali.
Ovviamente, Taichi è in ritardo.
Haruhiko sembra non trovar pace, stamattina.
********************
Yamato accelera il passo, scrutando l'orologio. Non è da lui essere così in ritardo. Non è da lui essere così trasandato...Non è da lui questa vita.
Al bar in cui si sono dati appuntamento, Yamato vede di tutto, fuorché Taichi.
Due adolescenti con un maxigelato davanti-uno dei due è l'ex emo!-, un gruppo di vecchietti arzilli che discutono del tempo e...
Yamato chiude gli occhi, per poi riaprirli di colpo.
“Questa è la volta buona che ammazzo Taichi!”digrigna, dirigendosi immusonito verso sua moglie.
La riconoscerebbe tra mille, naturalmente, ma le arriva di spalle.
È seduta lì, più bella che mai.
Tutto il finto rancore dipinto sul volto di Yamato sparisce non appena vede la culla accanto a lei.
Il bambino piange, ma Sora si tiene le tempie con la punta delle dita. Dev'essere stanca.
Yamato non ci pensa due volte; con tutta la dolcezza e la delicatezza che sa usare, prende in braccio il bimbo, cullandolo e baciandolo sulla fronte.
Si specchia nei suoi occhi, che in fondo sono marchio Ishida-Takaishi, per poi incrociare uno sguardo stupito.
“Yamato...”
“E
adesso siamo qua
è finita l'estate dei nostri peccati
seduti
in questo bar
a invidiare le coccole dei fidanzati
cosa
succederà?
Finiremo in un gioco di amore incrociati
o ci si
perderà
e sarebbe da idioti
accidenti alla libertà
sì
sarebbe da idioti se tutto finisse qua”
Anche Sora capisce al volo lo scherzo di Taichi e non può fare a meno di sorridere.
“Credo che abbia fame”
Yamato fa scivolare il piccolo nelle braccia della madre, sedendosi a sua volta.
Sorride come ipnotizzato dall'allattamento.
“Ssh...Amore, dormi adesso...”
Sora rimbocca il lenzuolino del bambino, nella culla-passeggino ipertecnologica acquistata dopo tanta bagarre.
“Ci
voleva lui per farci incontrare, vero?”
“Suppongo di sì,
Yamato. Né io né te brilliamo per capacità di riconoscimento dei
propri errori.”
“E abbiamo orgoglio da vendere.”
“Già.”
Una lieve brezza estiva s'interpone tra le laconiche frasi, che suonano di circostanza.
“Perché non sei rimasto?”
Yamato capisce subito a cosa alluda Sora.
“Se
io fossi rimasto, non mi avresti odiato?”
Sora lo fissa per
pochi secondi. Ma fa male quello sguardo color ghiaccio, e abbassa
gli occhi, confusa.
“Non
ti capisco...Perché ti avrei odiato, sentiamo?”
“Perché...Sarebbe
sembrato dovuto, non credi? Quello che voglio dire è...Sora...Io non
sono Takeru, non sono bravo con le parole e non ho la verve di
Taichi. Ma, a modo mio, ti amo più di quanto riesca davvero ad
esprimere e dimostrare. Lo so, sono un disastro e te lo dico
raramente. Però...Sai che è così.”
Sora sorride, gustando quelle parole tutte per sé.
Yamato continua, in uno sforzo indicibile per uno come lui.
“Non
posso sapere se anche per te è stato così, ma per me questi giorni
sono stati un autentico inferno. Per tua gioia, se la cosa può
ancora interessarti...Non riesco più a fumare. E ho smesso di
dormire, in pratica. Avresti potuto partorire da un momento
all'altro, e non concepivo l'idea di dormire mentre succedeva una
delle cose più belle della mia vita.”
Sora si sporge
leggermente in avanti, accarezzandogli una guancia ispida.
“Si
vede, hai una cera orribile.”
“Grazie, amore. È sempre bello
ricevere dei complimenti.”
Sora si lascia sfuggire una lacrima, che Yamato asciuga in fretta con un bacio.
“Non ce la faccio più a starti lontana. E se per te sono stati un inferno...oh, non riesco a trovare una metafora adatta per descriverti i miei giorni lontani da casa.”
“Sora” Yamato le stringe entrambe le mani “Io non sono rimasto quella notte, il 31 luglio, perché non voglio che...che tu pensi che io sia tornato esclusivamente per salvare le apparenze! Io sono qui perché ti amo disperatamente, senza più via di uscita. E non la voglio trovare nemmeno questa via d'uscita...Voglio avere te in questa vita, finché vivrò...E lui. So che ti sembrerà assurdo...Ma solo ora che ho potuto cullarlo, ho realizzato quanto sono maledettamente felice di essere...padre.”
Sora scoppia in lacrime.
“Credevo che gli ormoni fossero tornati a posto...”ironizza Yamato.
“Stupido! Come fai a...a farmi sciogliere così! Yamato Ishida, io ti odio! E ti amo...”
Sora si asciuga il viso, tirando su col naso.
“Quando fai così, sembri l'adolescente delle nostre primi liti, lo sai?”
Sora sorride tra le lacrime.
“Si
chiama Haruhiko. Avrei voluto dargli come secondo nome Hiroaki, ma
non trovi sarebbe stato abbastanza cacofonico? Ho seguito il
consiglio alla lettera, è il caso di dirlo.”
“Mmm...Haruhiko
Hiroaki. No, magari Hiroaki ce lo riserviamo per il prossimo figlio.
È meglio che lui si chiami come tuo padre, Sora.”
“Il prossimo figlio?” ripete Sora, incredula.
“Sì, bé, mi sono abituato e l'idea mi piace...”
“Nella prossima vita nasci donna e partorisci...Poi ne riparliamo!”
Yamato le si inginocchia davanti.
“Torna a casa, ti prego...Mi manchi da morire. E la lavatrice, quella credo mi odi.”
“Yamato...Non hai sbagliato solo tu. Anzi, forse ho esagerato solo io. Ti ho chiesto di rinunciare a cose per cui prima mi lamentavo poco o niente. Mi dispiace...Mi dispiace averti ammorbato per nove mesi con le mie paturnie, con l'architetto, con la macchina, con il fumo...”
“Ehi...”Yamato
le solletica la punta del naso con un dito. “Indovina, ho scoperto
che non m'importano assolutamente queste cose, non di fronte alla
voragine lasciata dalla tua assenza. Sei...Siete
parte di me. E, da grande egoista quale sono, non posso vivere
incompleto.”
“Non sei egoista, tendi a mettere sempre gli
altri davanti.”
“Come nella missione. A quest'ora saranno anni
luce lontano da qui. A proposito...Ieri ho scoperto una nuova
stella.”
Yamato estrae dalla tasca un certificato ruvido.
“L'ho
portato in giro con me nell'irrazionale speranza di incontrarti.
Naturalmente...l'ho chiamata Sora.”
Lei non tenta nemmeno più
di frenare le lacrime.
“Bè...Pensavi
fosse impossibile incontrarmi per caso? O credi impossibile il fatto
che possa tornare a casa?”
“Da buon astronauta, so che non
esiste l'impossibile, ma l'estremamente improbabile.”
“Suppongo, allora, di dover dar voce a quello 0,01 % di volte in cui accade l'estremamente improbabile. Ti amo tanto, Yamato...”
Yamato le accarezza il viso, finalmente baciandola, sotto uno scroscio d'applausi da parte degli altri consumatori.
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“Amore, ti prego...Vai tu?”
Yamato si alza per la quarta volta, quella notte.
Certo che suo figlio promette di diventare un ottimo cantante, altroché!
Sfilandolo con dolcezza dalla culla, Yamato lo stringe a sé, canticchiando una ninnananna.
Sora, pur stanca, si alza per osservare la tenerissima scena.
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“Proprio un peccato che sia ancora così piccolo. Avrebbe potuto fare il paggetto!”
“Fratello, lascia perdere mio figlio e pensa a sposarti, per oggi!”
Takeru gongola di gioia, lì, all'altare, osservando con gioia ed orgoglio tutti gli invitati. Daisuke dagli Stati Uniti...Mimi col pancione...Suo fratello e sua moglie finalmente in pace, con la loro piccola peste.
E un Taichi trafelato che percorre tutta la navata.
“Cos'è
successo, Taichi? E Hikari?!”
“Oh, la tua dolcissima quasi
sposa sta arrivando. Yamato, Sora, non crederete mai a...”
Taichi
prende fiato, cercando di ricomporsi.
“Cosa?”esclamano i due all'unisono.
“Jun... È INCINTA!”
“Perché due innamorati
ce l'hanno la libertà”
Sì,
è finita <3 Ora, lasciate che mi lanci almeno un pochino nelle
lacrime e nell'esaurimento da “Oh! Ho appena finito una
fanfiction!”; questa storia oggi compie 31 mesi ed era giusto
finirla =P Più che altro, era tempo perché s'è protratta anche
troppo! Ma è stata anche lei una parte fondamentale del mio percorso
da ficwriter ;) Mi mancherà per un po' scrivere di solo e sano
Sorato...Ma non temete, ho nuove idee per voi! E credo non tarderanno
ad arrivare!!
Un ringraziamento doveroso va naturalmente a chi ha
letto questa fanfic, a chi vi s'è affezionato, a chi l'ha aggiunta
tra i preferiti, a chi mi ha commentato, a chi mi segue sempre con
affetto, alla mia beta che sta subendo ogni tipo di vessazioni, ma
soprattutto a Sora89,
senza la quale non avrei scritto questa e molte altre delle mie
fanfiction...I love you, Tomo-chan! <3
HikariKanna
Ps:Qui ho citato la seconda parte della canzone di Marco Masini, “Viva la libertà”