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Autore: rekichan    08/04/2010    9 recensioni
«Mamma cos’è quello?»
«Una tazza di latte e zucchero.»
«Posso assaggiare?»
«No, piccola. Tu devi bere il latte e zucchero che ti porterà il ragazzo con cui passerai il resto della tua vita.»
«E come farò a riconoscerlo?»
«Se è la persona giusta, ti porterà una tazza di latte e zucchero.»
Una settimana dopo, Hitomi Hyuuga morì. [Come non detto, inserite coppie shounen ai]
Genere: Romantico, Commedia, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Da quando Sasuke Uchiha aveva cominciato il liceo, mai nessuno l’aveva visto arrivare a scuola in compagnia di una persona che non fosse Sakura Haruno o, più recentemente, Hinata Hyuuga.

Alle volte, lo si poteva vedere andar via con Neji, o seguito dalla presenza assillante di Karin Shirakawa che gli rammentava gli allenamenti pomeridiani. O, ancora, da Aiko e Akane, sempre alle sue calcagna per qualche articolo a sfondo yaoi.

Ma nessun membro dello Shitou poteva affermare di averlo visto andare a scuola in compagnia del fratellastro, Naruto Uzumaki.

Pertanto, lo stupore fu generale quando i due fratelli fecero il loro ingresso nel cortile senza né pestarsi, né ignorarsi. Tutt’altro, Naruto camminava amabilmente al fianco di Sasuke, chiacchierando e discutendo con Uchiha che, apocalisse!, sembrava rispondere come se fosse una persona civile.

E chiunque, là in mezzo, sapeva che Sasuke Uchiha non rientrava in tale definizione.

 

 

«Hai visto? Uchiha e Uzumaki sono venuti a scuola insieme.»

Il blando tentativo di far conversazione cadde nel vuoto, accompagnato da un breve cenno del capo dell’uomo, tanto interessato al proprio libro da non degnare della minima attenzione l’affermazione della ragazza.

Karin Shirakawa sbuffò, ravvivandosi la chioma fulva con una mano.

Kakashi era intrattabile dalla sera precedente, quando la cenetta a quattro si era risolta in un litigio spaventoso tra lei e Suigetsu, con tanto di lancio di piatti e conseguente risarcimento danni al ristorante.
Ma non era di certo colpa sua se quella specie di pesce antropomorfo era così, così…

«…irritante.»

Kakashi sembrò completare i suoi pensieri. Era la prima parola che pronunciava in tutta la mattina. Karin si voltò verso di lui; Kakashi aveva alzato lo sguardo dal libro, adesso poggiato sulle sue gambe con l’indice a tenere il segno. Sembrava molto serio; Karin provò stranamente la tentazione di baciarlo per cancellare quell’espressione cupa e risoluta dal suo viso.

«Scusa?»

«Sei irritante, Karin. Sono stufo dei tuoi continui scatti di rabbia.»

Karin rimase spiazzata da quell’affermazione. Non era mai stata un tipo paziente, né tollerante, questo lo sapeva. Eppure, era fermamente convinta che le sue eruzioni saltuarie non dispiacessero a Kakashi, il quale le aveva sempre tollerate con pacatezza e ironia.
Adesso, invece, con poche e semplici parole, quella convinzione era crollata del tutto.

Kakashi la trovava irritante. Fastidiosa e irritante.
Karin conosceva Kakashi abbastanza bene e da abbastanza a lungo da sapere che, se era arrivato a dirle una cosa del genere in faccia, la sua pazienza era davvero esaurita.

Se a darle quell’opinione fosse stato un qualsiasi altro uomo, Karin avrebbe afferrato il primo oggetto disponibile e gli avrebbe fatto provare sulla sua pelle quanto poteva essere irritante, ma il giudizio del paziente Kakashi era arrivato troppo di sorpresa; senza preavviso, perché Shirakawa riuscisse a reagire con l’adeguata rabbia.

Nel compenso, le parole del professore avevano spezzato qualcosa. Karin non avrebbe saputo precisamente definire cosa, ma poteva sentirsi sbriciolare lì, proprio all’altezza del cuore.

Non era una persona sentimentale, non era innamorata di Kakashi, né aveva mai cercato l’amore.
Eppure, il suo semplice essere donna reagiva a quell’improvviso cambio di rotta dell’uomo, come una moglie tradita.
Ed effettivamente, era così: un rifiuto per una donna è sempre difficile da accettare. Un uomo che non ti vuole, o non ti desidera più, è uno smacco per il proprio orgoglio; un colpo senza possibilità di ripresa alle proprie certezze, alle proprie convinzioni, alla propria autostima.
Karin non si era mai vista attraverso gli occhi degli uomini; si era sempre apprezzata per se stessa, né aveva mai fatto nulla per piacere agli esemplari di sesso maschile.
D’altronde, prima di quel giorno Karin non era mai stata rifiutata.

Non ebbe il coraggio di chiedere a Kakashi se fosse effettivamente finita o meno; non ebbe neanche il coraggio di restare in quella stanza un minuto di più.

Semplicemente, soffiò un: «Capisco.» e uscì dall’aula insegnanti, cercando di impedire ai suoi occhi di diventare tremendamente lucidi.

 

 

«Stronzetti vedete di fare silenzio!»

Tayuya sbatté il registro sulla cattedra, ripristinando rapidamente l’ordine nella classe.

Tollerava ben poco il caos e la II C del Liceo Shitou ne era senza dubbio la personificazione, specie a causa della presenza, nell’aula, di due personalità fumine come Naruto Uzumaki e Kiba Inuzuka.
Fatto restava che aveva preso l’abitudine, non appena entrava, di sbattere il registro sul ripiano della scrivania e urlare qualche parola dura per far capire a quei mocciosi chi comandava là.

Fu, quindi, sorpresa dal notare che le due pesti della II C erano insolitamente tranquilli, quel giorno.

Kiba si era seduto all’ultimo banco, lontano il più possibile da Naruto; ogni tanto, lanciava occhiate truci all’amico, ma non faceva battutine, né lo provocava. Tutt’altro, quando Uzumaki si girava nella sua direzione, Kiba affondava ostentatamente il naso nel libro di testo, fingendo di studiare.
Naruto, d’altro canto, sembrava altalenare gli sguardi cupi e addolorati rivolti all’amico, con un’espressione trasognata, da ragazzina che ha ricevuto il suo primo bacio.

Qualunque fosse il motivo di quelle stranezze, Tayuya rimase comunque compiaciuta nel notare la tranquillità che regnava nell’aula.

Si apprestò, quindi, a far lezione, rammentandosi mentalmente di chiedere informazioni a Shikamaru, durante la pausa, su cosa fosse successo di così sconvolgente tra quei due, tanto da trasformare la turbolenta II C in una classe modello.

 

 

Naruto si sentiva stupidamente e dannatamente felice.
Parte la nota negativa del silenzio di Kiba – ce l’aveva ancora con lui per la faccenda di Ino, a ricreazione avrebbe dovuto spiegargli che si trattava di un equivoco (sempre che avesse voluto ascoltarlo) -, la giornata era cominciata stranamente bene.

Per la prima volta da anni, era andato a scuola con Sasuke. Senza picchiarsi, senza insultarsi… parlando, proprio come due vecchi amici.
Certo, poteva sembrare stupido da parte sua esaltarsi per quella che – ne era certo – sarebbe stata solo una splendida eccezione al tran tran quotidiano, ma era felice.
Esattamente come Sasuke aveva dedicato la propria vita a rendere Fugaku orgoglioso di lui e ad evitargli ogni sofferenza, Naruto aveva fatto lo stesso per il fratello maggiore.
Sasuke era, per lui, il centro del mondo: qualsiasi cosa Uchiha avesse voluto, Naruto era intenzionato a portargliela su un vassoio d’argento, anche se così facendo si sarebbe precluso ogni felicità.

Ma, d’altronde, Naruto non riusciva ad essere lieto se Sasuke lo ignorava; non riusciva a sorridere veramente se il fratello non era con sé, se non condivideva la sua risata, la sua gioia.
Sasuke era la sua più grande debolezza, esattamente come Fugaku era il tallone d’Achille di Sasuke. Ironicamente, quello che Naruto rimproverava in Uchiha era il suo stesso errore.

Purtroppo per lui, non riusciva a farne a meno. L’ossessione di Naruto era tale da vivere delle piccole attenzioni che Uchiha gli concedeva.
E quella sera ne aveva fatto una gradevole indigestione, peccato non sapesse quanto a lungo sarebbe durata quella pacchia.

 

Un’ombra si muoveva di soppiatto lungo i corridoi.
Silenzioso e taciturno come un gatto, Sasuke scivolava contro il muro, cercando di confondersi tra la massa di studenti che si recavano in mensa, in modo da evitare qualsiasi contatto sgradito.
Non aveva previsto che il suo arrivo, quel giorno, creasse tanto scalpore. Ok, forse sì: doveva sapere che arrivare a scuola in compagnia di Naruto, per di più chiacchierando amichevolmente con lui, avrebbe scatenato gli istinti primordiali delle yaoi fan girl, le lamentele di molte e, soprattutto, l’istinto giornalistico di Akane e Aiko Shirakawa.
Per sua fortuna, le due giornaliste erano impegnate nella distribuzione del loro numero speciale: “La coppia che scoppia”, quindi, per il momento, sembravano non prestare la dovuta attenzione all’evento straordinario che era avvenuto allo Shitou.
Però, diamine! Adesso non poteva neanche recarsi a scuola col suo odiato – Sasuke si sforzò più volte di rammentare a se stesso che detestava Uzumaki – fratello minore senza sentirsi preda di battutine e commenti yaoi? Insomma, cosa c’era di così strano?
In fondo anche Shisui e Itachi andavano insieme al liceo, ma non per questo…
L’immagine di una ghiacciaia gli apparve nella mente. Si costrinse a scacciarla.
Non aveva scelto proprio una coppia di parenti ideale per sottolineare il suo rapporto assolutamente non incestuoso col fratellastro.
In fondo avevano solo dormito insieme.
Ecco, anche questa era un’esagerazione: diciamo che Naruto aveva dormito, lui aveva tentato di ritagliarsi uno spazio nel letto ad una piazza di Uzumaki, soffocando per la ferrea presa del fratellastro, che non sembrava intenzionato a lasciarlo neanche per permettergli di respirare.
Alla fine, dopo numerosi tentativi, era riuscito a sdraiarsi supino, mentre quel dobe utilizzava la sua spalla come cuscino e metà del suo corpo come materasso.
Non che la cosa gli fosse dispiaciuta, ma non poteva negare una certa ambiguità nel ritrovarsi in boxer nello stesso letto di Naruto, con questo bellamente sdraiato su di sé.
In ogni caso, Sasuke sapeva che il loro rapporto era assolutamente ed inequivocabilmente innocente. Il problema si sarebbe presentato solo se qualcuno ne fosse venuto a conoscenza.

Ma avrebbe tenuto la bocca chiusa! Allora perché si aggirava come un clandestino per il liceo?

«Sasuke-san…»

«Abbiamo solo dormito!»

Urlò, quando si sentì chiamare da una voce inequivocabilmente femminile. Il tutto, mentre si schiacciava contro il muro e rischiava un infarto.
I battiti decelerarono quando si trovò di fronte, invece delle temute Shirakawa, la fragile figura di Hinata.

Deglutì, cercando di ricomporsi dopo quella figura barbina. D’altro canto, l’arrabbiatura per il latte che gli aveva versato in testa il giorno prima bruciava ancora.
Di conseguenza, una volta che il cuore ebbe ripreso a battere regolarmente, l’aria di freddo distacco riprese posto sul suo viso.
Hinata si ritrasse lievemente, tentennando. Aveva teso istintivamente una mano verso di lui, vedendolo così spaesato, ma di fronte all’occhiata glaciale che le aveva rivolto, la riavvicinò rapidamente al corpo.
«…io…»

«Cosa vuoi, Hyuuga-san?»

Domandò Sasuke, seccato. Hinata abbassò lo sguardo, intimidita. Non si aspettava che Sasuke riprendesse, all’improvviso, ad usare il suo cognome, né che la guardasse con evidente furia. Fu con sconcerto – e rabbia – che si rese conto che Uchiha si comportava esattamente come all’inizio del loro rapporto.

Che poi – si domandò – di che rapporto andava cianciando? In fondo erano soltanto due estranei uniti dalle circostanze e quel pomeriggio appena trascorso non significava niente.

Allora perché il comportamento di Sasuke la feriva così? Che cosa aveva fatto di male, perché riprendesse a trattarla come una perfetta sconosciuta?
«…volevo scusarmi per ieri. Per… il latte.»

Mormorò a mezza voce. Sasuke sbuffò.
Non era mai stato capace di prendersela con una ragazza, ma la timidezza di Hinata lo irritava: era abituato a trattare con tipi energici, che non se la prendevano per un’affermazione contraria o che, perlomeno, reagivano.
La doccia di latte era per lui vagamente comprensibile, ma il suo scusarsi no. Non vi era abituato. Sakura lo avrebbe inondato di latte, solo per poi versargliene un’altra caraffa in testa il giorno seguente. Non si sarebbe mai scusata. Lo stesso valeva per Naruto. Non era di certo una compagnia gradevole, ma sempre meglio che sentir balbettare continue scuse.

Scosse il capo, chiedendosi perché adesso gli fosse venuto in mente il fratellastro. Decisamente, quell’incontro del giorno prima gli aveva fatto male. Avrebbe dovuto consultare uno psichiatra, visto che stava seriamente prendendo in considerazione l’idea che Naruto potesse essere una compagnia più gradevole di una qualsivoglia ragazza.

D’altronde, non aveva voglia di impelagarsi in una discussione con la cugina di Neji. Si limitò a fare spallucce, segno che accettava le sue scuse.

«Va bene. – si sforzò di aggiungere, vedendo che Hinata non se ne andava. – Ora scusami, ma devo andare a mensa.»

Hinata sospirò di sollievo. Aveva passato la notte a riflettere sulle parole di Sakura: «Sasuke ti piace.», ma non voleva neanche prendere in considerazione l’ipotesi che potesse essere vero.

«Sasuke-san…»

Eppure c’era qualcosa che la spingeva verso di lui; lo attribuì al dovere e alla serietà del suo ruolo da fidanzata, ma inconsciamente sapeva che non era solo quello.
Voleva toccarlo, fargli capire che, come c’era stata Sakura, poteva esserci anche lei. Che non era solo la fidanzata ufficiale, ma che forse poteva essere almeno qualcosa.

«Che vuoi ancora?»

Forza. Forza. Forza.

«Volevo chiederti se… ogni tanto… ti andrebbe di ripetere l’uscita.»

Fa che dica sì. Fa che dica sì.

Sasuke la fissò perplesso a quella domanda implicita. Tuttavia, non era decisamente dell’umore giusto per rispondere educatamente. Non quando aveva ancora quel dannato odore di latte dolciastro addosso, nonostante si fosse lavato.

«Non voglio inacidirti la colazione.»

Sbottò. Hinata restò qualche secondo immobile, sconvolta dalla reazione brutale. Sasuke, nonostante fosse sempre stato freddo, aveva riservato le sue cattiverie solo alla madre e a Naruto. Con lei aveva sempre adoperato una distaccata cortesia; quelle parole dure ed astiose le fecero male.
Si voltò di scatto, correndo via, mentre lottava per impedire alle lacrime di scorrere.

 

 

In quella giornata turbolenta, chi ebbe il risveglio più strano fu senza dubbio Neji Hyuuga.

Si sentiva stranamente riposato; l’intero suo corpo sembrava pervaso da un benessere che non gli era solito. Il buonumore scorreva in ogni fibra del suo essere, rendendolo paradossalmente felice.

La camera di Neji, differentemente da quella del suo migliore amico Sasuke Uchiha, non era arredata in stile tradizionale. A dispetto del forte rispetto per le consuetudini che il suo cognome e l’architettura della casa ispiravano, la sua stanza era un capolavoro d’arredamento occidentale: ampio letto matrimoniale, sedie in stile moderno, librerie e scrivania con computer portatile a disposizione – e desktop imbarazzante come sfondo.

Insomma, Neji era un tipo che amava le modernità, anche se non lo avrebbe mai ammesso: venerava chi aveva inventato il computer, riveriva il genio che aveva creato l’IPOD e, soprattutto, non avrebbe mai rinunciato alla sua collezione di film Disney originali, per i quali poteva passare seriamente per un otaku, dato che li salutava ogni mattina amorevolmente, prima di recarsi a scuola.

Quel giorno, comunque, tutte le sue gioie mattiniere sembravano destinate a svanire in una bolla di sapone. Neji provava, dal principio del risveglio, una piacevole sensazione di calore. Stringeva qualcosa di morbido a sé; qualcosa che profumava di buono – cioccolato, forse – e che non poteva di certo confondere con la coperta.

Si rilassò un poco, mentre le sue braccia cingevano la creatura sconosciuta. D’istinto, Neji affondò il viso nei capelli profumati di bals…

Capelli?

Il sonno scomparve all’improvviso, mentre Neji sgranava gli occhi e allontanava, di scatto, una ancora addormentata e nuda Tenten dal proprio corpo.

Mentalmente, pregò che la nudità palese della ragazza fosse solo un drammatico equivoco, ma invano: i ricordi della sera precedente gli si presentarono alla mente come un salatissimo conto al ristorante.

E non poteva lavare i piatti per pagarlo.

 

 

Akane Shirakawa rilesse più volte il numero speciale del Para Para che era appena uscito. L’idea del titolo: “La coppia che scoppia” era stata assolutamente geniale e, come al solito, si era divertita un mondo a convocare e intervistare Uchiha. Il padre, poi, era stato una vera e propria rivelazione comica: mai avrebbe creduto quell’uomo così ricco di potenziale. Adesso sapeva da chi aveva ripreso Sasuke.

Tuttavia, non si sentiva soddisfatta. Ormai lei e Aiko avevano rigirato Sasuke e Neji in ogni modo possibile ed inimmaginabile. Sicuramente, il nuovo numero sarebbe stato incentrato sul fatto che Uchiha e Uzumaki erano andati a scuola insieme e che Hinata Hyuuga era stata vista piangere per i corridoi dopo una breve conversazione con Sasuke. Però anche questo non faceva più notizia. Le yaoi fan girl - e non - chiedevano sacrifici sull’altare del gossip e le due sorelle, geni del giornalismo e della fotografia, non avevano offerte.

Sbuffò, osservando la sorella che batteva rapidamente al computer l’articolo per il numero della prossima settimana. Poteva immaginarsi già l’articolo:

 

“Sasuke Uchiha e Naruto Uzumaki: l’amore in famiglia!
Dopo l’amabile rapporto incestuoso tra Itachi e Shisui, anche i due fratellastri decidono di proclamare al pubblico il loro amore tormentato. L’algido Sasuke Uchiha – diciotto anni, III A, Rappresentante d’Istituto, presidente del Club di Pattinaggio e ragazzo più sexy votato dalla folla a furor di popolo - sembra aver finalmente ceduto alle pressanti e continue avances di Naruto Uzumaki, avvenente biondo della II C, nonché suo fratellastro da parte di madre.
I due fratelli, di solito in continuo disaccordo e rivalità, sono stati visti arrivare a scuola assieme, in atteggiamenti a dir poco cordiali tra loro. Uchiha è stato visto perfino sorridere, mentre si accompagnava al fratello più giovane.

Che sia questo l’inizio di un nuovo grande amore? Che i due abbiano deciso saggiamente di emulare i nostri beniamini e loro mentori Shisui ed Itachi?

Non lo sappiamo, ma ci siamo consultate con alcuni membri autorevoli dello Yaoi Fan Club che ci hanno rilasciato le loro opinioni sull’argomento.

 

«Sasuke… no! Lui deve stare con Kiba! Con Kiba! E fare la threesome con Neji!», sentenzia Rei Murai, forte sostenitrice della coppia SasukeKiba, nonostante i due non si parlino mai. Alla domanda: «E Naruto?», ha fatto spallucce e ha bofonchiato un: «Con Sakura!», abbastanza stizzito.

«Il SasuNaru è la Verità!», ha invece affermato con convinzione Princess21ssj. Della sua stessa opinione, pare essere Kei_saiyu, che ha risposto alle nostre domande con un serio: «Lo sapevo io che erano fatti l’uno per l’altro! Lo sapevo!»

Altre yaoi fan girl si sono invece preoccupate di questioni più rilevanti: la riunione di oggi sarà incentrata sul tema: “Sasuke e Naruto: chi è seme e chi è uke?”

Abbiamo interrogato alcune esponenti del club in merito: le due frange SasuNaru e NaruSasu si sono scontrate con varie argomentazioni. L’esponente più attivo del ramo SasuNaru, rekichan, si è rifiutata di rilasciare interviste, sbolognando noi povere ed impavide giornaliste con un secco: «Non bisogna neanche cercare argomenti: Naruto è uke

Differentemente, la pensano Kodamy e Erinsama. Quest’ultima ha portato valide argomentazioni sul tema: «Sasuke si atteggia a guerriero spietato senza paura e senza legami, ma è solo una maschera, nel suo intimo è fragile come vetro, sta insieme per miracolo… Naruto, invece, affronta sempre ogni evento a viso aperto, non ha paura dei suoi sentimenti ed ha anche una certa conoscenza sul tema. Mi sorprende leggere che alcune ragazze non riescano neppure a immaginare Naruto seme!1»

Eiden, invece, ribatte: «Ovviamente, Sasuke è seme. Cioè, ma ce lo vedete Naruto seme? Potrebbe anche essere (forse in un altro universo), ma ce lo vedete Naruto che si mette tra le gambe di Sasuke e prova a farlo uke? Cioè… no.2»

C’è anche qualche esponente di una frangia moderata. Abbiamo parlato con HanabiUchiha, la quale ha amabilmente dichiarato: «SasuNaru, NaruSasu… e chi se ne frega dell’ordine! L’importante è il materiale!»

 

 

Di orientamento diverso, sono state invero altre ragazze dell’istituto: elysa_chan ha ribadito più volte la sua posizione: «Sasuke e Naruto? Sinceramente vedo meglio l’Uzumaki con Hinata, lei è così carina!»

Di idee incerte è invece Ainsel, la quale oscilla tra una ferrea convinzione della pederastia pedagogica di Itachi verso il fratello minore, un’approvazione per il rapporto tra lui e l’Haruno, e un’affermazione un po’ incerta sulla relazione tra Sasuke e la giovane Hyuuga. La ragazza sembra avere le idee molto confuse.

Insomma, come potete vedere, le posizioni sono varie e diverse. Tuttavia, il comportamento insolito di Hinata Hyuuga sembra lasciare pochi dubbi al caso: cos’altro potrebbe aver sconvolto a tal punto una ragazza sempre tranquilla e riservata, se non lo scoprire che il suo promesso sposo preferisce la banana alla susina?

E Neji Hyuuga come prenderà la preferenza di Sasuke per Naruto, invece che per lui? Oltretutto, i rapporti tra Uzumaki e Inuzuka – un tempo molto cordiali e ambigui – si sono fortemente incrinati. Che sia per gelosia di Kiba per le attenzioni che Naruto riserva a Sasuke?”

 

Fatto restava, che le idee scarseggiavano: ormai non facevano che ricamare sugli stessi personaggi e il Para Para aveva bisogno di qualcosa di più, rispetto a qualche intervista ai membri dello yaoi fan club o agli studenti della scuola.

«Sorella…»

Chiamò. Aiko alzò repentinamente gli occhi svagati dalla tastiera, sorridendo sorniona.

«Dimmi.»

«Ci manca qualcosa! Non possiamo limitarci a… questo! Necessitiamo di novità! Che ne so… un video segreto! Una fotografia di Sasuke nudo sotto la doccia! Sakura Haruno che si bacia con Ino Yamanaka mentre Hinata si fa un ditalino!»

«Così scivoliamo nel volgare…»

«Il nostro è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo!»

«Hai ragione sorella!»

«Oh, mio piccolo bouquet di lillà cresciuti in un campo di papaveri fucsia!»

«Oh, mio dolce pasticcino al mascarpone ricoperto di crema alla vaniglia con la ciliegina sopra!»

«Aw, cosa farei senza di te?»

«Non lo so! Neanch’io so cosa farei senza di me!»

«Ma io ho detto te!»

«Ma tu sei mia sorella, quindi sei parte di me! E se dico me dico te!»

«E se dici te dici me? Aw, quanto sei dolce!»

Il delirio delle due Shirakawa fu interrotto da quello che in seguito sarebbe stato definito un lento e tenebroso incedere lungo il corridoio, ma che in realtà era uno semplice scalpiccio annoiato da parte di un ragazzo.
Lo sguardo di Akane lo squadrò da cima a fondo, compiacendosi di tanta meraviglia e perfezione: capelli rossi; occhi cerchiati pesantemente con la matita scura, divisa scolastica slacciata…

Era assolutamente perfetto.

Scosse Aiko; la ragazza si voltò, seguendo la direzione dell’indice puntato della sorella.

«Vedi anche tu quello che vedo io?»

Domandò Akane.

«Carne fresca!»

Esclamò Aiko, leccandosi le labbra con voluttà.

«Credo che possiamo rimodernare un po’ il nostro articolo. Ah! Aggiungi che il blu ciano non va più di moda e che lo smalto attualmente “in” è il rosso mogano con sfumature verdastre!»

 

 

Quando Tenten si svegliò, si sentì rinfrancata come non mai, nonostante il cerchio che sembrava stringerle la testa.

Ricordava a grandi linee di aver incontrato Neji il pomeriggio precedente; rammentava anche che, mentre lei era scoppiata a piangere, il ragazzo l’aveva confortata.

Nella sua memoria riapparvero anche le immagini di lui che la portava fuori a cena per farla calmare e quella del loro svaligiare la riserva di alcolici di Hiashi Hyuuga.

Poi il buio, almeno della testa, perché il suo corpo era ancora illanguidito dai baci e dalle carezze della notte precedente.

A fatica, si staccò dalle coperte calde che conservavano il profumo di Neji, tirandosi a sedere. Hyuuga era seduto vicino alla scrivania, con aria decisamente sconvolta. Tenten deglutì.

L’espressione di Neji non lasciava molto spazio ad illusorie interpretazioni, eppure, con quell’ingenuità e speranza tipiche che accompagnano le ragazze infatuate, volle per un secondo illudersi che non era stato solo un errore.

Timidamente, lo chiamò. Solo allora Neji si accorse che si era svegliata. Alzò lo sguardo su di lei, cercando di cancellare la propria aria sconfortata, ma i suoi occhi sembravano parlare per lui. Rapidamente, sul suo viso solitamente inespressivo, si susseguirono espressioni di colpa, imbarazzo e timore di quello che sarebbe successo da quel momento in poi. Gli occhi nocciola di Tenten sembravano riflettere i suoi stessi sentimenti.
Improvvisamente, si resero conto che non erano più due ragazzi estranei; non più la sedicenne infatuata e il giovane distaccato. Avevano fatto il primo di quei passi che li avrebbe portati entrambi nel mondo degli adulti. Adesso, dovevano imparare a relazionarsi, a discutere di quello che sarebbe stato.

«Sei sveglia.»

Mormorò Neji, cercando di assumere il controllo della situazione. Detestava quando gli avvenimenti gli sfuggivano di mano e, in quel caso, diciamo che la loro traiettoria si era decisamente spostata più in basso dei suoi palmi.

«Sì.»

«Mh.»

Calò il silenzio, senza che nessuno dei due riuscisse a spezzarlo. Tenten, di solito fiera proprietaria di una parlantina assai vivace, sembrava aver esaurito la sua fonte inesauribile di argomenti di conversazione. Neji, per contro, non sapeva come attaccare bottone.

Cosa si diceva ad una ragazza che avevi appena privato della verginità, che quella notte era stata solo un errore dovuto all’alcol? Che se non l’avesse trovata piangente non l’avrebbe mai invitata fuori? Maledetto il suo cuore tenero verso i piagnistei! Che nonostante la conversazione divertente e brillante della cena non era il suo tipo? Che… che era stato tutto uno sbaglio?

D’altro canto, si domandava come potesse essere davvero uno sbaglio. Si chiese, oltretutto, per quale assurdo motivo l’avesse portata a casa propria, invece di riaccompagnarla alla sua. Si rispose: era tardi, Tenten abitava lontana e, nelle condizioni in cui era, avrebbe potuto commettere qualche sciocchezza. Aveva anche stupidamente pensato che, forse, un goccio di alcol l’avrebbe tirata su: a sentire i discorsi di molti suoi coetanei era un toccasana per la depressione. Suo zio teneva sempre una fiorente riserva di saké di annata, per quando arrivavano gli ospiti. Gliene aveva versato un goccio, poi un altro. Aveva assaggiato anche lui per curiosità e non si erano fermati. Improvvisamente, mentre Tenten rideva col suo bicchiere in mano – le due crocchie semisfatte e le ciocche castane che le incorniciavano il viso – aveva trovato bella quella ragazza considerata troppo alta e poco femminile.

Le sue labbra gli erano parse così invitanti, così accoglienti che non si era trattenuto. Ben presto, si erano spostati nella sua camera: sempre tenendosi avvinghiati, sempre cercandosi, fino all’unione dei loro corpi.

E adesso? Adesso?

«Neji… - Hyuuga sobbalzò nel sentirla usare il suo nome. Lo aveva sempre chiamato per cognome, con i dovuti onorifici. Si sentì quasi un bambino, mentre Tenten si alzava, avvolta nel lenzuolo, e gli accarezzava dolcemente la testa. - …Non preoccuparti, non è successo niente.»

Mormorò con fare rassicurante. Neji era come paralizzato. Non sapeva come dirle che aveva paura: paura di aver fatto il passo più lungo della gamba; paura di un rapporto che, da superficiale che era, aveva preso una piega troppo seria e imprevista. Neji non era una persona che socializzava facilmente. A dire il vero, aveva molti conoscenti e un solo amico: Sasuke. Il rapporto che li legava era più unico che raro, nato in principio da una necessaria coalizione per far fronte al Team Shirakawa ed evolutosi, lentamente, in una solida amicizia. Ma era un’eccezione, non la regola: Neji aveva bisogno di anni ed anni per legarsi ad una persona; aveva sperimentato il brivido dell’attrazione fisica, tenuto comunque sotto controllo a causa della sua rigida educazione, ma non quello tanto bello quanto doloroso dell’innamoramento. Si manteneva distaccato dal mondo nel tentativo di evitare il più possibile i legami con chi lo circondava, con previa eccezione dei familiari e di Sasuke.

Quell’improvvisa intimità aveva distrutto il suo fragile palazzo di cristallo, in cui si era rifugiato per tanti anni. Tenten si trovò improvvisamente ad arginare la corrente impetuosa dei sentimenti di Neji, che il ragazzo aveva represso per anni. Alle sue parole, il giovane era scoppiato a piangere. Tenten l’aveva stretto al seno e cullato, mentre ascoltava le frasi sconnesse che pronunciava. Parlava della madre che non aveva conosciuto, del padre morto quando era piccolo, della solitudine degli anni dell’infanzia… Tenten raccolse tutti quei frammenti di ricordi, riponendoli in silenzio in tanti piccoli cassetti; riordinando quelli di Neji e accogliendo il suo dolore, le sue incertezze e le sue preoccupazioni.

Era un altro Neji Hyuuga, quello che stava conoscendo: del tutto diverso da quello che appariva al liceo. Era debole, fragile… Non per questo, Tenten si chiuse a lui. Tutt’altro, amò istintivamente quella parte di Neji che lo rendeva normale. Non il tennista freddo e distaccato; non il rappresentante d’istituto algido e serio: un ragazzo. Un semplice ragazzo che soffriva esattamente come tutti e la cui vita era meno perfetta di quanto apparisse in superficie. Adesso che il piedistallo era crollato, Tenten ebbe la sensazione che poteva avvicinarsi a lui. Le pareti erano crollate.

Quando lo sfogo fu finito, non si dissero altro. Tenten si limitò a prenderlo per mano, a farlo vestire e vestirsi a sua volta, prima di uscire per recarsi a scuola.

Quando entrò in classe, con un discutibile ritardo, fu estremamente seria e taciturna.

Non fu solo Hinata a notarlo: Mirabashi sembrava quanto mai pensierosa, quasi cresciuta. Non potevano sapere che, dentro di sé, covava la gioia segreta di essere diventata adulta e una costante preoccupazione per il futuro.

 

 

 

N/A: non ci credo. Dopo un anno circa ho finalmente ultimato questo capitolo. Chiedo scusa a tutti per l’abominevole ritardo, ma sono successe un mucchio di cose relative a questa storia che non voglio discutere qui. Diciamo che i miei progetti su di essa sono cambiati. Temo che perderà di molto il tono spensierato che ha avuto finora, visto che ho deciso di inserirci alcune tematiche più serie. Cercherò comunque di mantenere lo humor e l’ironia che ha caratterizzato questa storia fino a questo momento.

Anche le mie aspettative sui pairing sono un po’ cambiate. Mi sto preparando a crearvi ancora più confusione in testa, ma vi dico solo questo: cancellate tutte le mie possibili dichiarazioni precedenti in quanto alle possibilità delle ship in questa storia. Tutte le probabilità sono di nuovo aperte e mi metterò all’opera per crearvi ancora più confusione. Questo perché sono buona e amabile <3.
Altro indizio: questo capitolo è stato fondamentale per lo sviluppo delle varie dinamiche sentimentali. Quindi largo alle supposizioni XD! Fatemi divertire con quello che vi passa per la testa!

Per quanto riguarda Neji e Tenten, sono cose che capitano: forse può sembrare un po’ affrettato, ma purtroppo sono cose che avvengono, per un motivo o per un altro. In ogni caso, mi serviva per far maturare un po’ di più Tenten e per avvicinarli.

Ora bando alle ciance e via ai commenti XD!

J_D_: Ma no, mi rompo le scatole relativamente poco delle persone XD. Beh, il capitolo è stato fatto apposta, ma come puoi vedere ormai le Yaoi Fan sono le vere protagoniste della storia!

AOInoMIZU: dai, vi ho graziato con questo capitolo… Visto quanta carne al fuoco ho messo? Possiamo fare una bella grigliata!

Mamo_Chan: benvenuta XD, sei arrivata praticamente al punto più demenziale dell’intera storia! Purtroppo gli aggiornamenti rapidi sono una vostra utopia, ragazze mie. Tobi… Sai che me ne sono dimenticato in questo capitolo? XD Mi sembrava di aver trascurato qualcuno…

Elysa_chan: presto fatto XD! Come hai visto hai fatto la tua apparizione!

RuKiA: perché no? In fondo il mondo dei manga lo facciamo noi XD! E Fugaku ha un potenziale comico non indifferente, non dimenticarlo.

Tifalockhart: esatto XD, fai la buttafuori! Fugaku resta in vita, se non lo ammazza prima Sasuke XD!

Talpina Pensierosa: grazie, modestamente lo speciale lo considero un mio piccolo capolavoro XD.

Topy: se il genere non ti piace non capisco come hai fatto a leggere una mia storia XD! Io scrivo praticamente solo yaoi! Ma sono felice di avertela fatta piacere.

Bambi88: vedi? Io ho messo le yaoifan, ma è un problema comune XD! Sasuke nasconde molti più segreti di quanto immaginiamo! Quel ragazzo è patologico, ricordo. Mikoto e Fugaku… aw(L), io li amo, non ci posso far niente! No, Mikoto non è la fondatrice: è la mamma che ogni yaoifan vorrebbe avere però XD.

Giusyangel: Sasuke etero?O___O, è come dire che Orochimaru non è pedofilo XD. Ok, scherzi a parte, sei una della frangia moderata, eh? Miscredente ù_ù!

Princess21ssj: stavolta ho scritto bene il tuo nome, visto? XD Dai, che lo so che ti piace! Qua stavolta però sei entrata come SasuNaru fan, spero non ti dispiaccia XD

HanabiUchiha: siamo tutte il ritratto di quella fan girl, temo. Naruto è la dimostrazione vivente della finocchiaggine… ah, no! Quello è Itachi ù_ù! Itachi e Shisui… beh, non si può giudicare XD, sono due geni.

Kagchan: Beh, il SasuNaru è fantastico, poco ma sicuro XD! ItaNaru? Gh… No, non riesco a digerirlo ç__ç. Troverò uno spazietto anche per te in un capitolo successivo, promesso ù_ù.

Kei_saiyu: oh, lovelove mio*O*! Sulla pista di pattinaggio non hai speranze dobe*-*! Ti metto sotto con niente, lì e anche in altri ambiti XD! Ti amo.

 

 

   
 
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