Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: giu94    08/04/2010    5 recensioni
Blaise incontra Daphne, dopo quattro anni; anni in cui l'aveva creduta morta.
Una città, le sue luci notturne, due ragazzi e le loro storie, ma specialmente i loro sentimenti, che nonostante tutto non sono cambiati nel tempo.
Mi lasciate un commentino per favore? Sarebbe davvero fondamentale per me. un bacio
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao! Allora, questa mini-fic è nata in un viaggio in pulman di sei ore, osservando una cittadina tutt'ora priva di nome. Spero sia comprensibile. I protagonisti hanno 22 anni. Vi pregherei di lasciare una recensione. E' un periodo davvero brutto, e in questa pagina ho messo davvero me stessa. La cosa che ho scritto a cui sono più legata. Mi fareste un immenso piacere commentaste. Un abbraccio, Giulia.




Ho visto una città,
Ho visto le sue luci
e mi ci sono persa...
ero nel mio libro.



Mi piaceva la città di notte; aveva un non so che di pace, verso le tre.
Stavo passeggiando senza meta, perso nei miei pensieri. Mi trovavo in prossimità del ponte quando scorsi una figura femminile che osservava Praga, immobile.
Era semicoperta dall'oscurità ed io riuscii solamente a scorgerne il profilo, ed una scia di capelli che si muovevano sinuosi alla leggera brezza estiva. Lunghi capelli di un biondo che aveva riflessi quasi argentei, così dannatamente familiari.
Inconsapevolmente, come se non fossi più padrone delle mie azioni, mi trovai a muovermi in direzione di quella figura, come se fosse stato uno strano magnetismo ad impormelo, e non un mio desiderio inconscio.
Man mano che mi avvicinavo riuscivo ad intravedere il suo profilo sottile ed elegante, seppur immobile, coperto da un leggero vestito bianco, che morbido volteggiava sul suo corpo.
LEI.
L'unica lei che mi sia mai entrata dentro. L'unica lei che abbia mai amato. Lei, che all'improvviso è sparita. Mi sembrava impossibile che fosse proprio li, doveva essere qualcun'altro ma non potevo sbagliarmi, non dopo tutto il tempo che avevo passato ad osservarla.
-Daphne- mi uscì dalle labbra, quando fummo a poche metri.
-Blaise, ciao- mi rispose con la sua voce calma e serena, senza voltarsi minimamente.
-Che cosa ci fai qui?- le chiesi, non sapendo bene dove volevo arrivare, non dopo quattro anni che non la vedevo.
-Osservo la città, vedo le sue luci e mi ci perdo.. mi sento nel mio mondo- soffiò tranquilla- vorresti guardare Praga con me?
Con pochi passi la affiancai e poggiai le mani sulla ringhiera del ponte. Sentivo il suo profumo, ed il presente iniziava a fonfondersi pericolosamente con il passato.
-Sei felice?- una domanda detta all'improvviso, e per un attimo pensai seriamente di essermela inventata.
-No.
Si voltò e trovandoci faccia a faccia potei notare che il suo viso era rimasto immutato, salvo forse per un'espressione più matura.
-Neanche io- commentò.
-Mi devi una spiegazione- dissi. Finalmente avrei avuto le risposte che tanto avevo cercato, forse.
-Sono quattro anni che non metto piede nel mondo magico, salvo che per prendere sporadicamente una copia di un qualche giornale. Da tre anni lavoro come modella per Chanel, una nota firma babbana. Ogni volta che ne ho la possibilità vengo qui a pensare, o ancora meglio a non pensare. Trovo che questo posto sia dannatamente calmante, e da quando la mia sorellina mi ha lasciato ho avuto davvero bisogno di pace- rispose con un sorriso amaro.
-Avevo bisogno di andarmene. Riesci a capirmi?- ed aveva una sfumatura speranzosa nella voce, voleva davvero che la comprendessi.
-Non potevo restare in un mondo dove un padre considera una figlia al pari della carne da macello.
-Posso capire credo - risposi atono. Non si era saputo più nulla della sua famiglia; erano tutti spariti dalla circolazione dopo la Grande Guerra- tuttavia una parte di me pensa che avresti potuto lasciare un biglietto, qualcosa. Ho creduto davvero di averti perso per sempre. Pensavo fossi morta.
-Mi dispiace- e le sue parole erano intrise di sincerità- quello è il mio rimpianto; immagino che tutti ne abbiano uno prima o poi, e tu sei il mio. Ho buttato via tutto quello che avevo costriuto con fatica, ma tu sei l'unica cosa che mi è davvero mancata.
Sentendo quelle parole mi sembrò di tornare indietro di anni, ad Hogwarts. Mi passarono davanti agli occhi momenti passati insieme; io e lei che ci tenevamo per mano, lei che sorrideva appogiata a me nel giardino, noi che ci baciavamo.
Mi stava guardando negli occhi, con un'espressione indecifrabile. Senza che me ne rendessi conto un sentimento di rabbia s'impossessò di me: avevo sofferto come non mai per colpa sua, avevo chiuso i ponti con quasi tutti, e ora lei era lì, calma e intoccabile, come se nulla fosse successo.
Una parte di me sapeva che era un pensiero egoista, che non ero stato l'unico a soffrire, eppure la sua apparente tranquillità e la compostezza con cui aveva parlato fin'ora m'irritarono, nonostante la disarmante sincerità del suo sguardo. Che diritto aveva lei di risbucare ora nella mia vita, dopo che ne avevo rimmesso faticosamente insieme i pezzi, mi domandavo.
Aspettava che dicessi qualcosa, lo sapevo, ma non ero in grado di formulare una frase di senso compiuto.
Un groviglio di emozioni contrastanti mi attanagliva, ed i miei pensieri erano più che mai confusi.
Mi era mancata? Si, senza dubbio.
L'amavo ancora? Molto probabile.
-Non avrei mai pensato di incontrarti nuovamente. Non so cosa mi sia preso, tu certamente ti sei rifatto una vita, ne avevi i pieni diritti. Dimentica cosa ti ho detto- mormorò dopo un po', interromento i miei pensieri e lasciandomi basito. Si voltò e fece per andarsene, e così la stavo guardando sparire dalla mia vita per la seconda volta.
- Aspetta!- urlai, correndole dietro e facendola voltare.
-Dovresti lasciare alle persone il tempo di assimilare le notizie. Dopo quattro lunghissimi anni riappari e le mie certezze vacillano tutto d'un tratto. Dal giorno alla notte sei svanita nel nulla, così come la tua famiglia. Ti ho cercata, per più di un'anno. Ho provato ad odiarti per come mi avevi ridotto, ma è stato un'inutile tentativo. Per quanto adesso che sei qui vorrei urlarti contro i miei tormenti, per quanto il mio cervello mi suggerisca di lasciarti andare, non ci riesco- dissi.
-Forse dovresti. Avevo i miei motivi, ma sono stata insensibile. Meriterei il tuo disprezzo- mormorò lei.
La mia mano andò a posarsi sulla sua guancia, tuttavia quel banale contatto mi fece perdete un battito.
-Io ti amo. Nonostante tutto ti amo- sussurrai, e la mia voce suonò roca.
La vidi sorridere ed il suo viso si fece sempre più vicino, fino a che le nostre labbra non si incontrarono, posandosi perfettamente le une sulle altre. Ero tornato ad essere completo.
-Anch'io, nonostante tutto sono innamorata di te- soffiò- ma dobbiamo parlare.
Annuii, consapevole che c'erano ancora molte cose da chiarire.
-Hai ragione, ma facciamolo domani- risposi.
Tornammo a guardare la città, il suo fiume, i suoi suoni, la leggera brezza. Le mani intrecciate.
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: giu94