Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: eiden    08/04/2010    0 recensioni
Una mattina come altre in casa di Leo e Chris.
[Scritta per il FUCKSFest di Fiffi]
Genere: Romantico, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Di frettissima, scritta per il fucks fest indetto da Fiffi caro, con l'aiuto di 1frase, set epsilon.

So che già volete bene a sti due sfigati, che ormai non hanno bisogno di introduzione xD


Ti svegli bruscamente per colpa di un raggio di sole che filtra dalla finestra e perché hai la pelle d'oca; come succede da circa cinque anni, il tuo ragazzo ha ancora la brutta abitudine di rubarti le lenzuola e relative coperte, avvoltolandosi dentro come un salame, lasciandoti giusto un angolino in cui non sta nemmeno la tua mano.

Ti alzi ormai rassegnato, dirigendoti verso la cucina per preparare il caffè. Sì, certo, tu odi il caffè, ma il salame nell'altra stanza lo ama; praticamente il suo sistema circola con la caffeina, senza comincia ad andare in astinenza, quindi perché non prepararlo?

Appena varcata la soglia, ti viene un momento di panico nel vedere tutto il lavoro che hai lasciato accumulato sul tavolo la sera prima, una pila di compiti da correggere, e tutto per correre dietro al tuo uomo che non aveva proprio voglia di aspettare e ti ha praticamente trascinato a letto dicendo che dormivi troppo poco per star dietro a quei marmocchi; insomma, per dargliela vinta, ora devi smazzarti quella mole di lavoro in mezza giornata, dannazione a lui! E ti sei svegliato pure al freddo e al gelo per colpa della sua dannata mani di rubare le coperte, quindi oltre al danno, la beffa! Lasciarlo senza sesso per un mese pare essere l'unica soluzione per l'improvviso, e tutto sommato non giustificato, bisogno di ucciderlo; ma, beh, anche tu ti sei appena svegliato e sei di malumore, soprattutto dopo aver realizzato che la mattina non la trascorrerai a dormire come avevi previsto.

Una melodia, la sonata al chiaro di luna di Beethoven, interrompe i tuoi pensieri: è la sveglia di Leo che finalmente pare essersi decisa a buttarlo fuori dal letto e tra le tue (amorevolissime, al momento) braccia. Tu intanto continui a fissare il libro di Shakespeare sul tavolo, un tomo con raccolte varie opere alto almeno sette centimetri, pensando se sistemarlo nella tua cartella o tirarglielo in testa cercando di colpirlo con uno spigolo.

Varca la porta con uno sguardo stralunato, fallendo miseramente nell'impresa di sembrare sveglio; i suoi occhi vagano qua e là cercando, probabilmente, una sedia su cui poi sedersi ma l'unica cosa che pare percepire è la moka sul fornello, cosa che lo fa sospirare di sollievo.

Tu sospiri sistemandoti gli occhiali sul naso, o almeno, cerchi di farlo perché ti accorgi che, ta-dah, gli occhiali sul naso proprio non ce li hai; ti guardi intorno, fissi il tavolo, che effettivamente è sfocato, non è solo un'impressione da "mi sono appena svegliato", ma lì paiono non esserci.

Vedi Leo cacciare uno sbadiglio enorme, con tanto di "yawn" canoro successivo, e, ancora con le lacrime agli occhi, che paiono scendere davvero, ti porge sbuffando i tuoi occhiali "Li avevi dimenticati sul comodino".

Tu lo guardi come se gli fosse cresciuta una penna in testa,magari anche più di una, e da un momento all'altro cominciasse a volare come un uccello; da quanto Leo, di prima mattina, era in grado di compiere tali gentilezze?

Avresti voluto che tutto si fermasse per qualche minuto, anzi, ti sarebbe bastato anche qualche secondo, per catturare quell'istante che non si sarebbe ripetuto mai più. Come una specie di fotografia avrebbe dovuto stare lì a ricordarti che anche Leo, da qualche parte, nasconde delle buone maniere come si deve. E' un po' come scoprire che il latte rende solo il caffè più dolce, non certo più cattivo; un po' meno amaro in modo da farsi apprezzare da più palati diversi, da quello più rude come lui, al tuo, decisamente più raffinato. Sfumature diverse per la stessa cosa, insomma.

Eppure Leo era complesso, si poteva dare un significato diverso persino al modo particolare in cui levava un sopracciglio. Era diventata un'ossessione, per te, riuscire a capire ogni singola ruga che attraversava il suo viso, in modo da arrivare alla fine e saper fare il lavoro da solo; spesso Leo si rifiutava di parlare dei proprio problemi e tu ti sei sempre fatto avanti prima per paura che la cosa generasse. C'era un tempo in cui avevi paura che lui scappasse via, come la sabbia che scivola sempre tra le mani, oppure, peggio, quella in una clessidra che parla di un tempo che si sta esaurendo senza scampo.

Certo, ora è diverso, lui è lì con te, stabile, come un quadro bellissimo che puoi continuare a fissare, giorno, dopo giorno, dopo giorno; e gli anni passano e quel quadro è ancora lì, appena ingiallito dal tempo. Continui a ripetertelo, come un mantra di quelli portafortuna, che lui ti avrà sempre al suo fianco, anche se vi mollerete, tu cercherai sempre di dargli una mano, anche ripetendogli all'infinito "Ce la puoi fare".

Non gli metti fretta, non cerchi assolutamente di mettere delle manette a quello che prova, non tenteresti mai di ingabbiarlo; quando se la sentirà, ti dirà cosa gli frulla per la testa. E poi non vuoi sottoporlo a un interrogatorio, non sei un poliziotto, solo un professore di letteratura inglese. Mordicchiandoti un labbro con i denti, cosa che fai soprattutto quando non ci stai pensando, rimugini su cosa potrebbe affliggere il tuo fidanzato (perché sai che c'è qualcosa sotto). Leccandoti le labbra ricordi il sapore della sua pelle... un gusto particolare, mischiato a tanti altri che quasi non riesci a definire...

Scuotendo la testa, ti strofini le mani sulla maglia che indossi; non è il momento giusto per divagare!

...un sapore salato, forte, che ti inebria come se fosse droga. Un gusto dolce, zuccheroso, proprio come una caramella.

Sbuffando ti avvicini, appoggiandogli le mani sulle spalle, cominciando a fargli un massaggio cercando di scioglierlo un po'; era da un bel po' che non lo vedevi così stanco.

Quando lo vedi aprire bocca credi sul serio che ti dica quello che non va, quello che lo assilla tanto da farlo dormire male... "Ho sete" ... no, ovviamente, figuriamoci se lui poteva arrivare a un processo logico comune.

La tua unica risposta è presa direttamente dalla cesta della biancheria sporca che tradotto significa che gli hai tirato un paio di calzini sporchi proprio sul naso; beh, decisamente hai ancora la mira di un tempo.

Cincischiando con il bracciale che ti ha regalato al quinto appuntamento, torni in camera, al buio. L'oscurità che ti circonda ti avvolge come in un bozzolo caldo, calmandoti e schiarendoti, un pochino le idee. La luce rosata del sole, ti piacerebbe immaginare che sia l'alba ma hai idea che sia un sogno vano, anzi, probabilmente è molto tardi, che filtra dalle persiane chiuse, si posa su un pallone su una mensola, chissà da quanto è lì. Probabilmente un rimasuglio di quando Leo faceva calcio al liceo, pieno di polvere da far pietà ma ancora pieno delle ammaccature che fanno di un giocatore qualunque, un giocatore navigato (e felice). C'era pure un taglio slabbrato sul cuoio superficiale, cosa ci aveva fatto, una lotta con le tigri?

Tornato in cucina trovò Leo attaccato al computer, intendo a digitare furiosamente sulla tastiera. Si tiene la lingua tra i denti, come i bambini, e nella tua testa passa una bruttissima immagine che cerchi di scacciare, inutilmente. Sembra un cane, ma è comunque tenero, no? Non ti rispondi, ma sei quasi geloso del ciuffo di capelli che continua a cadergli in un occhio; almeno avresti potuto vedere cosa stava facendo Leo senza farsi scoprire, e lei odiava che qualcuno gli leggesse alle spalle.

A un certo punto non ce la fai più, ti senti come un rossetto lasciato aperto sotto il sole.

"Allora, hai intenzione di dirmi cos'hai o devo darti una delle note bastarde per le quali sono famoso a scuola?"

Lui ha l'espressione terrorizzata di uno che è stato buttato giù da un aereo senza paracadute.

"Niente... mi sto... cercando su internet... un nuovo tatuaggio da fare, ecco!"

Tu lo fissi, quasi scandalizzato "Non potevi semplicemente dirmi che stai cercando qualcosa da farmi di regalo per una qualunque festività?"

Lui ti fissa, un po' colpevole, ma tu hai già l'occhio sull'orologio a muro prendendo atto che non solo sei in ritardo ma rischi pure di essere maledettamente in ritardo, se non ti muovi.

Agguanti le chiavi e ti fiondi fuori dalla porta dopo aver preso la tua valigetta, infilandole nella tasca del cappotto e sperando di non perderle; nemmeno un tuo pensiero va a Leo che, decisamente più sollevato, fissa il monitor del pc con un file di word con scritto "programma di viaggio".

Forse un bosco di alta montagna non è la vacanza ideale, ma di sicuro ha fatto tutto ciò che era in suo potere per renderla speciale.

Dopotutto un anniversario è sempre una cosa importante.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: eiden