Andrà tutto bene

«Ron, smettila», sospirò Hermione alzandosi a sedere e svegliando così il marito.
«Che ho fatto?» chiese lui ancora mezzo addormentato senza guardarla, in fondo conosceva a memoria tutti i movimenti di lei quando non riusciva a dormire.
«Continui a tirarmi calci», rispose Hermione arrabbiata. «Prima o poi dividerò questo letto, non ce la faccio più a dormire con te, che ogni notte non stai fermo un secondo».
Ron si girò di fianco per riuscire a guardarla: si chiese se avesse davvero chiuso occhio quella notte e se quell’accusa non fosse invece una scusa per svegliarlo.
«Cosa c’è?» domandò lui appoggiando la testa sulla mano destra. «Sei preoccupata per domani?»
Hermione non rispose subito, si morse il labbro inferiore con insistenza, poi sbuffò, alzò gli occhi al cielo e infine annuì lentamente.
«Andrà tutto bene», disse solo Ron con fare rassicurante, tentando di tranquillizzarla.
«Lo sai che non è così», sospirò ancora Hermione. «Andrà male, non dirò una parola e quei poveri Elfi saranno costretti a non vedere uno zellino».
Ron la fece stendere accanto a sé e l’abbracciò: «Sei la strega più intelligente e dotata che conosca, hai sempre avuto una parlantina formidabile, quindi è impossibile che tu faccia scena muta», sussurrò prima di posarle un bacio sulla testa. «E gli Elfi non solo avranno uno stipendio, ma anche maggiore dignità».
Hermione si voltò per guardarlo negli occhi e vide che, come prima della battaglia finale a Hogwarts, tutto ciò che aveva appena detto gli nasceva dal cuore.
La strega si accoccolò meglio tra le braccia di Ron e chiuse gli occhi, addormentandosi all’istante serena.