Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |       
Autore: Ryta Holmes    12/04/2010    6 recensioni
"Delle volte appariva anche quel viso angelico che non aveva fatto in tempo ad amare come avrebbe voluto. Rivedeva la piccola Freya, impaurita e avviluppata nei suoi stracci, come l’aveva vista per la prima volta nei sotterranei della città bassa. Incontrava quegli occhi scuri addolciti solo dalla sua presenza, da lui che non la faceva sentire un mostro, da lui che la comprendeva e non la incolpava. Ricordava le labbra morbide che aveva baciato un’ultima volta, prima che la barca si allontanasse e il fuoco donasse quel corpo al lago."
Genere: Romantico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Gaius, Merlino, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Desclaimer: personaggi, storie e luoghi non appartengono a me. Se lo fossero sarei ricca e sarei probabilmente una sceneggiatrice, ma questi sono solo vaneggiamenti :-) Ad ogni modo scrivo senza nessuno scopo di lucro, tranne quello di divertirmi!

Premessa

Dunque…. Beh… che dire… salve XD non scrivevo fanfic da… mhm… non mi ricordo da quando. Avevo smesso per tentare di trasformare le mie dubbie doti di scrittrice in qualcosa di simile ad un lavoro… cosa che in parte è riuscita, ringraziando il cielo. Fatto sta però, che il punto di partenza non si dimentica. E quando la musa ispiratrice ti colpisce in mezzo agli occhi, due son le cose: o scrivi o ripensi e ripensi a quello che potresti scrivere, perdendo la concentrazione sul resto. Quanto meno io sono così.
Ora, per puro caso e con un ritardo atroce, ho finalmente recuperato una serie quale quella di Merlin, che non avevo mai visto per vera e pura mancanza di tempo. Ho recuperato così velocemente che ho praticamente fatto una maratona no-stop delle due serie e mi sono letteralmente innamorata della serie! XD Non sto qui a parlare di pro e contro, di buono e cattivo… solo sono qui a scrivere una visione della storia. Non ho cambiato nulla, anzi ho immaginato questa storia quasi come un episodio della serie, ho lasciato inalterati personaggi, nomi e coppie.
Sì, perché scusate, ma anche se Merlino e Artù sono “shippabili” (concedetemi la licenza poetica XD) quasi in maniera banale, io proprio non ce li vedo. Anzi, adoro il rapporto di amicizia che hanno e qui ho voluto semplicemente preservarlo. E poi amo il triangolo amoroso Artù/Ginevra/Lancillotto da sempre *-* non riuscirei a pensarli diversamente!
Cmq, sfogliando il fandom ho notato che il povero caro Merlino, se non se la fa con Artù o con Mordred (qualche volta con Morgana e ammetto che non mi dispiace XD), non fa nulla (per non essere volgari).
Quando invece l’amore di Merlino esiste proprio ed è la famosa Dama del Lago. Qui la Dama è diventata una povera ragazza maledetta di nome Freya (che non ho capito che c’entra, visto che il nome vero, Viviana, era così bello). Però, nonostante tutto, quell’episodio e questa nuova originalissima versione del mito, mi sono piaciuti… anzi, faccio schifo, ma io mi sono addirittura commossa XD quindi perché non continuare?
E’ con questa domanda, che la smetto finalmente di blaterare e (se non avete già chiuso la pagina per noia XD) vi auguro buona lettura…

IRRAGIONEVOLE

.1.


Silenzio e immobilità nella rigogliosa Camelot. Dalla città bassa fino alle corti, la notte proseguiva serenamente, qua e là le guardie vegliavano il sonno del popolo e niente che fosse umano o magico, turbava quella tranquillità ormai da un po’ di tempo.
Dopo l’attacco dell’ultimo grande Drago, erano trascorsi mesi. Un lungo periodo in cui Camelot aveva potuto riprendersi dalla sciagura e tornare splendente come prima. Erano trascorsi mesi anche senza notizie di Morgana, svanita tra le braccia della sorella Morgouse e mai più rivista.
Settimane in cui i piccoli avvenimenti nel palazzo di re Uther non avevano avuto tanta importanza da disturbare lo storico di corte perché ne scrivesse sulle cronache ufficiali.
Merlino aveva ringraziato quel lungo periodo di pace. Troppe cose erano accadute in sequenza nell’ultimo periodo, fatti che lo avevano scosso fin nel profondo e che gli avevano lasciato dei segni sul cuore che non sarebbero mai svaniti.
Scoprire di avere un padre e perderlo prima di poterne godere la presenza, diventare un Signore dei Draghi e combattere la creatura da cui tante volte aveva ricevuto aiuto. Sentirsi anche la causa delle tristi vicende di Morgana, vedere quel volto spaventato dopo aver ricevuto dalle sue stesse mani il veleno che l’aveva quasi uccisa.
Quando la notte posava la testa sul cuscino, ripercorreva tutte queste cose, chiudeva gli occhi e i volti delle persone con cui aveva avuto a che fare, ricomparivano per accompagnarlo nei sogni.
Delle volte appariva anche quel viso angelico che non aveva fatto in tempo ad amare come avrebbe voluto. Rivedeva la piccola Freya, impaurita e avviluppata nei suoi stracci, come l’aveva vista per la prima volta nei sotterranei della città bassa. Incontrava quegli occhi scuri addolciti solo dalla sua presenza, da lui che non la faceva sentire un mostro, da lui che la comprendeva e non la incolpava. Ricordava le labbra morbide che aveva baciato un’ultima volta, prima che la barca si allontanasse e il fuoco donasse quel corpo al lago.
La sua dama del lago, maledetta dalla magia e costretta a diventare una belva feroce ogni notte e per questo allontanata da tutti, perseguitata e costretta a fuggire.
Il destino aveva voluto farli incontrare in quella situazione così precaria e il destino se l’era poi portata via, senza chiedere.
Il suo padrone, il Principe Artù aveva colpito la bestia che aveva causato la morte di alcuni suoi sudditi, senza sapere chi si celasse in realtà. Senza conoscere i sentimenti del suo servo e il dolore che gli aveva causato.
Non gliene aveva mai fatto una colpa, Artù aveva compiuto il suo dovere per difendere il popolo minacciato e per di più, quando aveva visto Merlino così afflitto, aveva fatto del suo meglio per rallegrarlo, pur non conoscendone la causa.
Eppure il giovane mago, non poteva non pensare alla sua dama del lago, alle ultime parole che gli aveva detto, prima di esalare l’ultimo respiro.
“Ricordati, tornerò per sdebitarmi di ciò che hai fatto.”
Parlava di tornare, ma come avrebbe potuto?
Era stato lui a stringerla per un’ultima volta, lui l’aveva vestita con il sontuoso abito rubato dagli armadi di Morgana e poi l’aveva deposta tra le felci su quella barchetta sospinta dalla magia sino al centro del lago.
Era rimasto fino alla fine e solo quando le acque avevano inghiottito tutto e lui aveva dato fondo a tutte le sue lacrime, era ritornato a Camelot.
Come avrebbe fatto, la sua piccola dama, a sdebitarsi se giaceva nelle profondità di un lago?
La domanda rimase sospesa, mentre il sonno lo portava lentamente nell’incoscienza; continuò a vorticare fondendosi ad altri pensieri e con un ultimo guizzo scomparve nel tumulto dei sogni.
Solo un attimo prima, il vento si era insinuato nello spiraglio della finestra portando una voce, che il giovane non riuscì a sentire.
“Merlino…”

*

Se per ogni volta che aveva riparato e lucidato l’armatura di Artù, avesse ricevuto una moneta, Merlino probabilmente sarebbe diventato l’uomo più ricco di tutta Camelot. Eppure era ancora lì, chino sulla ferraglia, per l’ennesima lustrata, mentre il suo padrone si vestiva dietro il paravento, blaterando qualcosa che lui non ascoltava.
Aveva fatto strani sogni la notte prima, sogni dolci la cui protagonista lo aveva cullato a lungo come tra le onde. Carezze affettuose e la melodia di un canto che non aveva mai sentito e poi quel volto sorridente, così diverso da come lo ricordava, eppure sempre uguale. Aveva visto la sua dama sorridere serena, come dimentica di ciò che aveva passato e felice di dove si trovasse.
Non l’aveva mai sognata così. Era come se per una notte fosse stato trasportato in un altro mondo, un luogo dove non c’erano obblighi, non c’erano segreti. Dove lui era il mago Merlino e poteva godere della presenza e della dolcezza di una Freya che mai aveva subito la maledizione delle bestia.
Quella mattina lucidava l’armatura, ma l’attenzione era rivolta ai sogni notturni, aiutata da un dolce odore che dalla finestra, si era insinuato nelle narici del giovane. Un odore di fiori, di prati verdi, di selvaggio.
“…..rlino… Ma insomma, Merlino!” la voce perentoria di Artù lo risvegliò da quello stato di torpore. Sollevò il capo di botto, rivolgendo al principe uno sguardo un po’ stralunato.
Artù assunse una smorfia sorpresa. “Ma hai sentito quello che ti ho detto?”
“Ah… ehm… sì sì, certamente!” la risposta arrivò, mentre abbandonava l’armatura e si alzava in piedi per avvicinarsi a lui.
Artù incrociò le braccia e prese a fissarlo come se davanti avesse un idiota. Insomma, come al solito. “Guarda che la finestra è dalla parte opposta.”
Merlino si fermò, abbozzando un sorriso poco intelligente e dando definitivamente modo all’altro di avere la conferma di non essere stato ascoltato.
“Ti ho detto, di chiudere la finestra. Entra troppo vento, oggi.”
“Oh! Giusto!”
“Oggi sembri più stupido del solito. Cosa ti è successo?”
Merlino cercò di evitare lo sguardo indagatore del suo padrone. Artù non aveva mai saputo la verità sulla storia di Freya e non l’avrebbe mai saputa. Quella, assieme alle tante altre verità che Merlino dubitava sarebbero mai venute a galla. Per lo meno non senza rischiare di perdere letteralmente la testa sul ceppo del boia.
Deviò il discorso quindi, cercando di ignorare gli occhi di Artù che gli punzecchiavano la nuca.
“Non ho dormito molto bene questa notte… ma ditemi, di cosa parlavate?”
“Quindi mi stai dicendo che ho parlato per un quarto d’ora al muro? E’ così che spreco il mio tempo?”
Merlino rivolse uno sguardo spiacente al principe e questi sbuffò scuotendo il capo e andando a prendere l’armatura.
“Per lo meno ti sei messo d’impegno questa volta. Mi ci potrei anche specchiare!”
“Beh… credo sia più utile per proteggerla, sire…” fu la risposta del servo, mentre lo aiutava ad indossarla.
“Ripeto, oggi sei più stupido del solito, Merlino…” constatò, fissandolo di nuovo un po’ troppo. “Ad ogni modo…” distolse lo sguardo, mentre il mago gli legava i lacci di cuoio facendo lo gnorri. “…dicevo al muro, poco fa, che dobbiamo scoprire cosa sta distruggendo i raccolti intorno a Camelot. Mio padre pensa si tratti di qualche creatura, perciò dobbiamo fare attenzione. Appena finisci qui prepara il mio cavallo, perché partiremo subito. D’accordo?”
Artù rimase in attesa di una risposta da parte del valletto, che ancora si dimenava coi lacci.
“Merlino!” gridò. Il giovane sobbalzò, sollevando gli occhi sul principe.
“Sire! Dicevate?”
“Non ci credo! Ma cosa devo fare con te?”
Merlino lasciò la stanza, mentre Artù gli gridava contro spazientito. Si era di nuovo distratto. Stava ancora pensando a lei.

*

Avevano ispezionato a lungo i punti in cui i campi erano stati rovinati. I raccolti erano stati come spazzati via, come divelti da una forza misteriosa che aveva messo a soqquadro la simmetria perfetta dei quadrati di terra.
Un bel problema, perché era un periodo molto delicato per le coltivazioni, che stroncate sul nascere difficilmente avrebbero potuto dare frutto, una volta arrivata la stagione.
Artù aveva parlato con alcuni contadini che vivevano nelle vicinanze, questi avevano raccontato di sibili sinistri durante la notte e di una voce di donna che si distingueva tra i fischi del vento. Le mattine successive, i campi venivano ritrovati in quello stato.
Erano tutti contadini spaventati, convinti che c’entrasse la magia e perciò intimoriti dalle possibili conseguenze.
Merlino li osservò piagnucolare di spettri maligni e di magie spaventose, sentendosi come sempre incompreso in quel mondo dove la magia era bandita e le creature come lui, dovevano nascondere la propria natura.
Il pensiero nuovamente tornò alla sua dama, ricordando quella notte, quando aveva sognato di poter compiere magie senza il timore di essere scoperto, quando nel dormiveglia si era sentito se stesso. Merlino il mago. Non Merlino il servo, Merlino il valletto, Merlino lo stupido.
“Idiota!” il giovane roteò gli occhi stancamente. Appunto. Il suo padrone lo richiamava alla realtà. Lo raggiunse cercando di mantenere un contegno e reprimendo l’impulso di mandarlo a quel paese, chiamandolo come ormai amava fare quando era con il suo tutore Gaius: "Babbeo Reale".
“Merlino, svegliati adesso. Dobbiamo seguire le tracce di questa cosa che sta rovinando i campi. Sembra sia passato un uragano di qui.”
“Dove dobbiamo andare?”
La risposta fece deglutire il giovane a vuoto.
“Verso il lago.”

Continua...

Spero vi piaccia ^^
Alla prossimaaaaaaa!!!
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Ryta Holmes