Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Harianne    12/04/2010    3 recensioni
Questa è una Raccolta di one-shots basata su vari prompt e tabelle.
Il pairing principale è Doumeki/Watanuki ma ci saranno apparizioni di tutti i personaggi!
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note e simili a fine pagina!
Comunque, prima di tutto ringrazio la gentilissima Yusaki per avermi aiutato a chiarire diversi passaggi ed a dar loro un senso compiuto, betandomi questa one-shot.
Ci vediamo in fondo alla pagina, vi auguro buona lettura!

TitoloRoutine
Prompt: # 93 Precipitevolissimevolmente
Personaggi e Pairing: Doumeki/Watanuki
Conteggio Parole: 1379
Disclaimer: Doumeki, Watanuki, xxxholic e simili non mi appartengono, sono delle clamp e di vari editori e simili. Se mi appartenessero, vedremmo molto più Yaoi. 
Il prompt appartiene, invece, alla tavola della community "La Torre dei cliché".


---

Ed ecco che succedeva.
Di nuovo.

La scena aveva davvero un che di familiare, come tutte le altre volte. Quante, ormai, nessuno dei due lo ricordava.
Lui perché, francamente, in quei momenti fare il conto non gli importava più di tanto.
Non che normalmente, checché l'altro ne pensasse, si mettesse a contare per fargliele pagare tutte.
L'altro non ricordava, invece, perché in quei casi sicuramente aveva altro a cui pensare. E perché la sua memoria era sempre meno affidabile, ma quello preferiva non rinfacciarglielo.
Non che gli rinfacciasse tutto il resto.
Non avrebbe mai terminato, in quel caso, la lista di accadimenti per cui l'altro era indebitato, e non aveva intenzione di terminarla: Finché ci fossero state cose in sospeso, tra loro, avrebbe potuto rimanergli accanto.
E tanto gli bastava.
Con un sospiro si riscosse, dopo quel pensiero, tornando alla situazione presente.
Tornando a guardare lui.

Era arrivato a poter dire quando stava per succedere qualcosa di potenzialmente pericoloso anche senza bisogno di vedere esattamente cosa lo avesse causato, basandosi solo sull'espressione dell'altro.
Aveva avuto bisogno di farlo fino a qualche tempo prima, e lo faceva tutt'ora.
Certo, poter finalmente vedere gli spettri in avvicinamento o gli accadimenti sconvolgenti era comodo, ma nient'affatto necessario.
Un'abilità a cui non voleva affidarsi troppo spesso, mantenendosi sempre all'erta.
Una nuova capacità che non amava e riteneva poco utile.

Per prima cosa per ragioni pratiche.
(Doumeki pensava sempre, per prima cosa, alle ragioni pratiche. Dato che quell'idiota sembrava troppo, beh, idiota per farlo. Adorabilmente tale, purtroppo.)
Per quanto fosse infatti comodo finalmente vederli, trovarsi a dover mirare uno spettro intenzionato a mangiare il tuo migliore amico vedendolo dall'angolo di visuale del suddetto era piuttosto scomodo.
Aveva dovuto imparare presto a fare complicate operazioni geometriche nell'arco di qualche decimo di secondo, e si ritrovava a pensare che gli sarebbe bastato, spesso, soltanto seguire lo sguardo terrorizzato di una certa persona per trovare in modo molto più comodo la mira.
Quando poi quest'ultima persona, il famoso migliore amico di cui sopra, era anche colui che amava, le cose si complicavano ulteriormente.
Il Kyudo aveva sempre richiesto concentrazione e lucidità, condizioni che quando il tuo innamorato è in pericolo di vita, per quante volte in un giorno succedesse, rimanevano difficili da mantenere anche per lui.

Le ragioni emotive della sua contrarietà alla condizione del loro occhio, invece, erano di matrice piuttosto diversa.
Come ad esempio il sapere di aver fallito nel suo compito, ovvero impedire a quel folle di fare idiozie (quali dare un occhio per lui, ad esempio).
O come la consapevolezza, tutt'altro che di seconda importanza, di aver perso uno di quegli amati, ammalianti, occhi blu profondo.
Anche se, doveva ammetterlo, vedere uno dei suoi occhi nel volto di Watanuki gli dava una certa soddisfazione.

Scacciò quei pensieri, concentrandosi sull'oggetto di essi (la figura come sempre sbraitante del suo folle, amato, migliore amico). Era arrivato quasi il momento.
Sospirò e ritrovò la concentrazione, separando con due fluidi passi i piedi, l'arco tenuto all'altezza dei fianchi che alzò con calma, lo sguardo fisso e deciso sul bersaglio (che vedeva solo con un'occhio, dalla prospettiva sbagliata tra l'altro).
Passò poi attraverso tutti gli stadi del tiro, con una calma che avrebbe fatto infuriare Watanuki, se solo avesse avuto modo di guardarlo in quel momento, rilasciando infine la freccia di ki, che poteva sentire ma non vedere.
Come, si ritrovò a pensare con un certo rammarico, con la maggior parte degli esseri che popolavano lo strano mondo di Watanuki.
Avrebbe voluto farne parte in maniera più profonda.

Attese di avvertire che il tiro era andato a buon segno (cosa che avrebbe fatto arrabbiare, ancora, l'altro. Perché quell'idiota non si rendeva conto che, pur riuscendo a calmarsi abbastanza da tirare, in realtà era sempre preoccupato per lui, sempre all'erta).
Quando fu certo che la creatura fosse sparita, dispersa e purificata, si concesse infine di correre verso il bordo della terrazza, l'arco lasciato a terra senza nemmeno uno sguardo.

Si piegò sopra la ringhiera in ferro, allungando una mano appena in tempo per evitargli di cadere. «Oi! Watanuki!» Lo chiamò, sperando di riscuoterlo.
Proprio il momento adatto per diventare catatonico, si disse, vedendolo perso nella sua solita quasi-trance:
Quella in cui (a detta di Watanuki) si ritrovava in sogni così realistici da sembrare parte della realtà.
Sogni, si, ma che a Doumeki piacevano ben poco. Sembrava quasi che, ogni volta che riemergeva da quel suo stato catatonico, si allontanasse un po' da lui.
Era inutile pensarci, però.
Non l'avrebbe comunque permesso, non sarebbe successo.

Si allungò ancora, afferrandolo con più sicurezza per un polso e tentando di riportarlo al sicuro, cosa non troppo facile quando rischiava lui stesso di cadere.
Fortunatamente quei movimenti riuscirono, apparentemente, a riscuotere l'altro.
Non che fosse un problema, era deciso a rimanere fermo e tenerlo fin quando fosse stato necessario.
Aveva atteso dieci ore sotto la pioggia, qualche minuto con l'altro che pendeva da un tetto non avrebbe fatto la differenza.

«Uh?» Watanuki aveva sbattuto gli occhi un paio di volte, guardandosi attorno come se non si ricordasse il luogo dov'era.
O di aver appena rischiato, in rapida successione, di essere mangiato, di cadere e di diventare una frittella a terra, diversi piani più sotto.
Però, per i Kami, era così adorabile in quel momento.

«Oi!» Lo chiamò, ancora. «Ti sembra il momento di mettersi a dormire? Prendimi la mano, idiota.» Lo rimbeccò, per abitudine e perché, beh, quella scena stava diventando surrealmente familiare.
Per fortuna lo spettro, questa volta, non era stato un serpente gigante.
E non c'erano nemmeno state buffe orecchie da far indossare a quell'idiota. Purtroppo.

Watanuki lo fissava stranito. «Eh? Dormire, io non...» Sembrò poi rendersi conto del resto della frase. «Tu! Idiota a chi!?!» Prese a sbraitare, agitandosi in aria come una qualche strana farfalla nera (proprio il paragone adatto, si ritrovò a pensare).
«Sei rumoroso.» Sibilò, infastidito, tentando ancora di issarlo sul tetto.
La sua mano perse la presa, solo un po'.
Per fortuna stavolta non aveva niente di invisibile ad aggrapparsi alla sua spalla ferendolo, pensò.
Ci stava già pensando quell'idiota a minare la sua stessa sicurezza.

Quel lieve cedere della presa non passò, comunque, inosservato al suo Watanuki, che si bloccò immediatamente, rigido e spaventato.
Riusciva a vedere sé stesso da quell'occhio, ora.
Cadere doveva essere un pensiero spaventoso per lui, dopo quanto era successo nemmeno tanto tempo prima.
Cadere di nuovo.
Questa volta c'era lui, però, e non l'avrebbe permesso.
«Ti tengo io.» Gli fece, con sicurezza, allungando l'altra mano.
Ci fu un momento di esitazione, quasi come se quell'idiota avesse davvero voluto cadere al terreno e poi una mano, più piccola e fredda, afferrò la sua.
Prese a tirarlo su con più facilità, mentre Watanuki puntellava i piedi sulla parete per aiutarlo nel processo.

Tirarono un sospiro di sollievo nell'essere di nuovo entrambi coi piedi saldamente piantati per terra.
Doumeki recuperò il suo arco, mentre Watanuki borbottava appena, tra sé e sé, sulla strega ed i suoi lavori da schiavista.
E poi gli si avvicinò un po', il volto leggermente rosso, puntato verso il terreno, e provò ad iniziare a parlare.
Lo fermò in tempo.

«Frittelle.» Dichiarò, prendendo ad incamminarsi verso la scala che conduceva dentro a quel condominio.
Aveva fame. E per ora poteva sfogarla sul cibo.
Prima o poi si sarebbe sfamato anche di qualcos'altro, ma non era quello il momento.

Watanuki lo guardò senza capire, solo per un attimo.
Poi, però, prese di nuovo a sbraitargli contro con forza, sprizzando energia da tutti i pori, lo spavento di poco prima dimenticato, il pallore sparito, sostituito da un interessante rossore.
Missione riuscita, pensò Doumeki con un sorrisetto interno.

Quando uscirono dal palazzo si diressero verso il tempio, così, con il più giovane che borbottava ed il silenzioso, protettivo, arciere al suo fianco.
Protettivo, silenzioso e goloso arciere, che era riuscito a farsi aggiungere anche i pancake alle cose da mangiare da avere in cambio di quell'ennesimo salvataggio in extremis.
E la crema.

Non aveva bisogno di ringraziamenti, si disse, sorridendo appena tra sé e sé.
Gli bastava lui, al suo fianco.
E se quell'idiota ancora non aveva capito che non lo salvava solo per il cibo, beh, prima o poi avrebbe trovato il modo di fargli cambiare idea.
Per il momento era ancora divertente così.

---

NOTE:
Kyudo - Tiro con l'arco giapponese tradizionale, lo sport che pratica Doumeki.
E per chi non li avesse colti, ci sono evidenti riferimenti all'episodio dell'Angelo.

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Note dell'autrice:
Ed eccomi qua a dar ancora retta a questa raccolta!
Che, ammetto, mi ero totalmente dimenticata... per il semplice motivo che i prompt presenti della Big Damn Table, insieme ad altri che ho raccolto a destra e manca, mi servono anche per qualche altro progettino che, forse, prima o poi posterò.

Questo per dire che questa raccolta, da questo momento in avanti, non sarà più sulla BDT soltanto ma anche su altri prompt e simili, questo perché se anche scrivessi qualcos'altro con qualche prompt già usato nel progettino, sicuramente mi verrebbe simile a quello già scritto in quella sede, e quello scritto in quella sede non va assolutamente postato qui.
Quindi, da ora in poi, quando userò un prompt specificherò la tabella e dove può essere trovata, rispettivi diritti d’autore e quant’altro!


Spero, comunque, che il mio ritorno sulle scene sia piaciuto.
Ho pensato a questa oneshot senza troppe pretese perché, diciamocelo, per come sta andando il manga ora... serve.
Ma evito di spoilerare.
Alla prossima!

  
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