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Autore: CharlieBb    12/04/2010    1 recensioni
E' solo che lui è... Jon non sa esattamente come definirlo, sa solo che è lui, e tanto basta. Le cose vanno bene, davvero, almeno fino a quando Spencer non inizia a insospettirsi.
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Man I know.
Fandom: Real People/ Panic At The Disco
Autrice: blaise_sl_tr07
Beta Reader: Will91& Harl <333
Raiting: PG13
Avvertimenti: slash, niente di troppo esplicito; tantissima idiozia, un po' di fluff e ancora idiozia.
Pairing(s)/Personaggi: Jon Walker/Brendon Urie.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono; ciò che scrivo non è a scopo di lucro e nessuno dei fatti che intendo proporre è vero.
Sommario: E' solo che lui è... Jon non sa esattamente come definirlo, sa solo che è lui, e tanto basta.
Le cose vanno bene, davvero, almeno fino a quando Spencer non inizia a insospettirsi.
.
Note: Scritta per il fu Crack Pairing Fest al Bandomville. La trovate QUI.
one shot; il pezzo che Jon prende dal libro (capirete u.u) è realmente preso da "Le fiabe di Beda il Bardo" by JKRowling, ho tentato di tradurlo in inglese alla meno peggio -mi scuso per eventuali errori!- e ovviamente non mi appartiene.
Ogni genere di commento o critica (purchè costruttiva) è sempre gradito.
Prompt: "Non ci speravo più, sai?" & "Twitter".
Enjoy!



Man I know


Jon conosce tante persone, davvero davvero tante.
Conosce tante persone a casa, tutti i suoi vecchi amici; ha conosciuto nuova gente quando lavorava con gli Academy o da quando poi è diventato famoso suonando con i Panic At The Disco e va in tour in giro per il mondo. Ha conosciuto i Fall Out Boy, ed è stata una cosa bellissima. Ha conosciuto Pete Wentz, e, oddio, non è che non sia bello conoscere Pete, è solo che Pete è, be', Pete.
Ha conosciuto tantissima altra gente, gente simpatica, gente a posto, gente con cui è piacevole passare un po' di tempo.
Ma c'è una persona in particolare, un ragazzo, che conosce meglio degli altri.
Cioè, lui conosce davvero bene questa persona, sa effettivamente moltissime cose su di lui, cose che magari nessun altro sa o immagina. Non è colpa sua se considera questo ragazzo così interessante, tanto interessante da fissarlo, tipo, ventiquattro ore su ventiquattro.
No.
E' solo che lui è... Jon non sa esattamente come definirlo, sa solo che è lui, e tanto basta.
Le cose vanno bene, davvero, almeno fino a quando Spencer non inizia a insospettirsi.
Una bella mattina come tante altre Jon è seduto al tavolo del tour bus e sta bevendo la sua solita tazza di caffè quando Spencer entra, si guarda in giro con aria circospetta e sempre guardandosi attorno si siede di fronte a lui. Jon, giustamente, pensa che sia pazzo.
Spencer continua a guardarsi in giro e poi punta gli occhi nei suoi, e quando li vede Jon capisce che non sta per accadere nulla di buono. Quando Spence apre bocca, poi, ne ha la fottuta certezza.
-Dimmi chi è- dice Spencer, e Jon rimane un momento shockato, quasi si soffoca col caffè. Poi decide di comportarsi come se nulla fosse e chiede cortesemente a Spencer di spiegargli a che cazzo si stia riferendo.
-La tua ragazza- dice Spencer. -L'ho capito che c'è qualcuno che ti piace, non sono scemo. L'hai conosciuta da poco? Ti sta seguendo in tour? Quanti anni ha? E' carina?-
Jon decide di non mettersi a ridere. Poggia il caffè sul tavolo, si alza, e molto cordialmente dice a Spence di farsi i cazzi suoi.
Qualche giorno dopo, Spencer torna da Jon.
-Dai, dimmelo, non lo dico a nessuno, giuro-. Jon gli volta le spalle e lo manda al diavolo.
La cosa va avanti così da circa un paio di mesi, Jon non ce la fa più. Da un lato, dire a Spencer quello che sta realmente succedendo non sarebbe una così cattiva idea. Gli servirebbe per sfogarsi, punto primo. E poi gli farebbe bene parlare con qualcuno, anche solo per avere qualche consiglio utile.
D'altro canto, però, Jon non è sicuro di volere dei consigli.
A lui va più che bene rimanere a guardarlo da lontano, solamente guardarlo. Cioè, non che non gli parli. Lo conosce, è ovvio che si parlino. E' solo che Jon non gli ha mai detto nulla riguardo, uhm, la sua -si sente un idiota a chiamarla così, ma sa che è la parola giusta- cotta.
Quindi no, parlare con Spencer non è una buona idea. E così Jon continua a sparire ogni volta che Spencer è nei paraggi, non ci tiene proprio a sopportare tutte quelle domande scomode.

Jon decide di fare qualcosa.
Allora comincia a pensare pensare pensare, e dopo giorni e giorni di lavoro intenso il suo cervello finalmente giunge a qualcosa. "Fargli un regalo". Sì, okay, ma cosa?
Quando ha deciso cosa comprare allega anche un biglietto, un semplice bigliettino con scritto "Per una persona speciale...".

-Jon, dimmi chi è!-. Jon di solito non ha manie omicide ma in quel momento gli prudono le mani. Tanto.
-Ti supplico, non lo dico a nessuno! Ma proprio nessuno nessuno!-
-Spence, non rompere- dice Jon massaggiandosi le tempie e cercando di evitare il disastro. Spera che Spencer lasci perdere, che si dedichi a qualcos'altro, a qualsiasi altra cosa, e invece no, le sue preghiere non vengono esaudite.
-Dai, per favore!-
-No-
-Per favore!-. Spencer tira fuori gli occhioni alla Bambi ma Jon ormai è immune. Ha, credeva forse di fregarlo? Spencer ha miseramente fallito, Jon glielo dice anche.
-Daaaai!-
Seriamente, Jon non è un assassino. Ma quando sul giornale di domani verrà fuori che un membro dei Panic At The Disco è stato assassinato, forse, sarà colpa sua. Lui non vuole davvero uccidere Spencer, ma quello non gli lascia altra scelta!
-Spence, no- dice Jon secco, con il tono più incazzoso che possiede, e spera che basti. Ma ovviamente non basta, e Spencer è ancora lì a rompergli i coglioni, e la cosa non va bene, non va bene per niente.
Poi entra Ryan e Jon ringrazia il cielo per questo. Finalmente qualcuno in giro, qualcuno davanti al quale Spence non direbbe una sola, singola parola.
-RyRo, lo sai che Jon sta con qualcuno e non ci ha detto niente?-
Errore. Macroscopico errore. Non solo Spencer non ha tenuto chiusa quella fogna che si ritrova al posto della bocca, ma ha anche spifferato tutto a Ryan. Ryan Ross, la pettegola. Jon sente che la fine è vicina, troppo vicina.
-Oh davvero?- trilla Ryan sedendosi accanto a loro. -E chi è?-
Jon si schiaffa una mano sul viso. Vorrebbe morire in questo istante. Anzi no, non morire, perchè poi non potrebbe più vedere lui; magari sprofondare, ecco, sì, sprofondare nella terra, lontano da quei due idioti dei suoi amici.
-Ryan, non ti ci mettere anche tu!-
-Ma dai, Jon, se ti piace qualcuno devi dircelo!- continua il chitarrista con il solito trillo fastidioso. -E' ovvio, siamo i tuoi amici. Dobbiamo saperlo-
Chissà come reagirebbe lui in quella situazione, pensa Jon. Chissà se prenderebbe i suoi amici a testate, se li ammazzerebbe a mani nude, se si lascerebbe convincere a dire tutto o se scapperebbe a gambe levate per tenere la bocca chiusa.
E' solo che -be', Jon è curioso. Anche se lo conosce, si domanda lo stesso come reagirebbe in quel momento. Si domanda spesso cosa farebbe, in ogni situazione, così, senza un motivo preciso. Solo per pensare a lui, forse, perchè obiettivamente non ha altre spiegazioni.
Gli piace, pensare a lui. Jon sa che gli piace, è ovvio che gli piace, altrimenti non passerebbe metà delle sue giornate a farlo. E' che pensarci lo rilassa. Lo tranquillizza. Ed è una bella, bella sensazione.
Jon sa che forse sarebbe meglio dire al diretto interessato ogni cosa, lo sa benissimo. Più che altro perchè non sarebbe carino farsi beccare a fissarlo in ogni momento della giornata, sarebbe da stalker. E' solo che non gli va, okay? Gli piace restare a guardarlo da lontano, guardarlo mentre si comporta come magari non farebbe se fosse con qualcun altro. Le persone sono buffe quando sono da sole. Sono se stesse, perchè credono che nessuno le stia guardando, e allora tirano fuori tutta quella parte di carattere che di solito reprimono, ed è bellissimo.
-Bren, a Jon piace qualcuno e non vuole dircelo!- urla Ryan non appena vede il cantante entrare saltellando nella stanza. Jon si schiaffa nuovamente una mano sul viso e pensa che basta, davvero, ora lo sanno tutti e lui può dire addio alla sua pace.
-Oh- dice Brendon prendendo una Red Bull dal frigo. -E chi è?-
Jon nota che Brendon sembra stanco. Chissà, forse non ha assunto abbastanza eccitanti. Ryan batte le manine, tutto contento, forse sperando finalmente di riuscire a estorcergli qualcosa.
-Ho detto che non voglio parlarne, punto- ribadisce Jon tentando di alzarsi e andar via, ma la fuga gli è impedita da quello stronzo di Spencer. Gli salta addosso e lo blocca al divanetto, ripetendo la fatidica domanda.
-Chi è?-
-Spence, se non vuoi finire per terra e con tutte le ossa rotte ti conviene lasciar perdere- dice Jon con un tono estremamente calmo. Spencer allenta la presa, giusto un pochino, ma rimane lì dov'è.
-Dai, JWalk, come mai tutto questo mistero?- dice Ryan pescando una limetta dal suo beauty-case e cominciando a sistemarsi le unghie. -Che vuoi che sia... siamo i tuoi amici, dobbiamo saperlo-
Brendon ha finito la Red Bull e ne sta prendendo un'altra dal frigo. Tutta quella caffeina gli fa male.
-Giusto, JWalk, siamo i tuoi amici, devi dircelo- dice sorseggiando la bibita. Ryan smette per un attimo di limarsi le unghie, alza un sopracciglio verso Brendon e ghigna.
-Non parlare tanto, tu- dice. Spencer e Jon si voltano a guardarli ma i due non aggiungono altro e tornano alle proprie attività -bere Red Bull e limare unghie.
-Perchè non dovrebbe parlare?- chiede Spencer a Ryan, ma quello scrolla le spalle.
Brendon esce dalla cucina e va a rintanarsi davanti al computer. Ryan lo segue poco dopo e Spencer li guarda con un'aria pensierosa.
-Dici che ci stanno nascondendo qualcosa?- chiede a Jon spostandosi dal suo grembo e sedendoglisi di fianco. Jon alza le spalle.
-Non ne ho idea- dice sinceramente. Spencer si gratta la testa, sempre più pensieroso.
-Be', io credo di sì- dice. -Lo hai visto, no, come si son guardati? E parlati, senza farci capire nulla-
-Questo perchè, strano a dirlo ma pare proprio così, Ryan è un amico che sa tenere un segreto- dice Jon picchiando Spencer sulla nuca.
-Ahia! Che ho fatto?- si lamenta l'altro. Jon si schiaffa una mano sul viso.
-No, niente-

Questo ragazzo che Jon conosce è strano.
Non è una persona normale come tutti gli altri, no, per niente. E' innanzitutto scemo. Scemo a livelli quasi insostenibili, ma a Jon non importa. Poi, è pazzo. Anche in questo caso a Jon non frega molto perchè, be', qualunque cosa sia, quel ragazzo lo affascina. Potrebbe essere anche un pluriomicida, Jon dubita che gli importerebbe più di tanto.
Perchè, be', è lui.
A Jon piace così com'è, non cambierebbe una sola virgola in lui, non sarebbe più lo stesso. E' bello perchè è così, perchè è scemo, e pazzo, e unico; perchè non c'è una sola persona al mondo che gli assomigli, nemmeno vagamente.
Jon ha passato mesi a guardarlo. Forse anche di più, ma non importa. Sul serio, guardarlo gli piace. Solo guardarlo da lontano, stare in disparte e osservare i comportamenti, i movimenti. Come quando si lecca impercettibilmente le labbra troppo secche, o quando i suoi occhi grandi vagano in giro curiosi e vagamente pallati, come quando si passa le mani tra i capelli e li scombina. Come quando si siede su un divano e si rilassa completamente sulle note della musica che mette nello stereo.
E' bello. E' bello perchè Jon ha tutte quelle piccole cose di lui, tutte quelle piccole cose che altri non avranno mai, mai.
Sono sue, solo ed unicamente sue, e forse anche per questo non ha ancora detto niente al diretto interessato, perchè farlo gli toglierebbe tutti quei piccoli gesti che lo mandano praticamente in estasi, e Jon non vuole.
Ryan gli sbuca alle spalle e Jon si prende quasi un infarto. Dannato Ryan e dannati i suoi passi così silenziosi.
-Ehilà, JWalk!- trilla Ryan servendosi del caffè e sedendosi vicino a lui.
Jon lo sente, è come qualcosa nell'aria, qualcosa che urla a gran voce "Pericolo".
-Mi stavo chiedendo- comincia Ryan con fare disinteressato, e Jon capisce che è la fine. -Mi stavo chiedendo chi sia questa persona misteriosa che ti piace. O con la quale stai, sai, non ho ben capito come vanno le cose-
Jon sospira. Quando Ryan parla in quel modo è davvero davvero la fine, non lascerà perdere fino a che non sarà soddisfatto, quindi il modo per toglierselo dalle palle è dire tutto. Non che Jon abbia intenzione di dire tutto, eh, ma è costretto a dire almeno qualcosa per fare andare via l'altro. Sospira di nuovo.
-L'amore ti fa sospirare, JWalk?- chiede Ryan facendo gli occhi dolci. -Ah, l'amore, che cosa meravigliosa!-
Jon non sa se prenderlo a testate o semplicemente annuire e sorridere.
-Anche se non vuoi dirmi chi è- continua Ryan-pettegola-Ross. -Anche se non vuoi dirmi chi è magari puoi dirmi qualcos'altro, no? Tipo come l'hai conosciuta, se è bella, simpatica. Se è una persona speciale o solo un passatempo. Se state insieme, se ti sei già dichiarato o la conosci appena, non so, cose così-
Jon non è uno che normalmente va nel panico, per niente, ma adesso è letteralmente (e anche fisicamente) con le spalle al muro. Ryan è seduto davanti a lui con nonchalance, gli blocca l'unica via di fuga possibile e, cosa ancora peggiore, vuole sapere.
Magari, pensa Jon, magari se riuscisse a shockarlo se lo toglierebbe pure di torno. Tanto vale provare, perchè no.
-E' un ragazzo- dice velocemente guardando l'altro negli occhi. Ryan non fa una piega. Non è shockato. Anzi.
I suoi occhi si illuminano e sorride.
-Wow, non sapevo che fossi un tipo da ragazzi- trilla, visibilmente eccitato. -Se l'avessi saputo prima ci avrei provato! Uff, Jon, potevi anche dirlo prima!-
E' Jon ad essere sconvolto, adesso. Ryan sta trillando come una ragazzina, è eccitato come una ragazzina che spettegola con la sua amica riguardo a ragazzi e cose simili.
-Allora, che aspetti? Dimmi!-. Jon si schiaffa una mano sul viso. Pensava di poter shockare Ryan, pensava di poterlo in qualche modo allontanare e invece ha fallito miseramente. Poi, non è che non sospettasse l'omosessualità di Ryan, cioè, è anche piuttosto evidente. E' che non si aspettava di vedersela sbattere in faccia a quel modo.
-E va bene- sospira Jon, più sconsolato che mai. -Lui, uhm-
Davvero, non sa cosa dire. Non vuole dire troppo, ma se dice troppo poco Ryan continuerà a tartassarlo. Una via di mezzo, gli serve una via di mezzo. O un aiuto, la mano divina che scende su di lui e lo salva in calcio d'angolo. Jon aspetta qualche secondo, ma della mano divina neanche l'ombra. Tzè, figurarsi.
-Lui è... è bello- dice cercando di riordinare le idee. -E' simpatico, è divertente e qualche volta anche idiota-.
Ryan sta pendendo dalle sue labbra, gli occhi sempre lucidi.
-E, be', lo conosco- continua Jon. -Non stiamo insieme, voglio dire, non gli ho neanche detto chiaramente che mi piace, però-
In quel momento entra Brendon e Jon si zittisce. Okay che sono i suoi amici, ma lui vorrebbe evitare di dirlo, avrebbe anche voluto evitare di dirlo a Ryan ma è stato costretto da cause di forza maggiore, quindi ha dovuto. Però non vuole che si sappia, cioè, saranno anche cazzi suoi no?
-Si parlava di qualcosa di interessante?- chiede Brendon prendendo dal frigo l'ennesima Red Bull della giornata.
-Nah, niente, solo di cavolate- dice Ryan e Jon vorrebbe baciarlo. Sul serio. Cioè, gli ha parato il culo. Ryan-pettegola-Ross che tiene la bocca cucita è... strano. Eppure l'ha fatto. Wow.
Jon annuisce. Brendon dedica a entrambi un'occhiata dubbiosa, fissa qualche altro secondo Ryan e poi sorride.
-Okay. A dopo- dice voltando loro le spalle e lasciandoli soli.
-Allora, dicevi?- dice Ryan quando Brendon chiude la porta che separa le stanze. Jon lo guarda un attimo, solo uno sguardo per ringraziarlo, ma Ryan capisce.
-Uhm, dicevo che non gli ho detto che mi piace-
-Be', sai, dovresti- dice Ryan accavallando le gambe e guardandolo seriamente. Jon ha vagamente paura perchè, uh, Ryan serio che dà consigli è -cioè, no.
-Dovresti proprio dirglielo- continua il chitarrista. -Perchè se non ci provi nemmeno non puoi sapere se ricambia o se preferisce spaccarti un vaso di fiori in testa-
-Grazie, eh-. Jon sospira, ancora. Non sa cosa fare. Il consiglio di Ryan sembra stranamente utile, ma lui è combattutto. Non vuole dire a lui quello che prova, preferisce rimanere nell'ombra, un po' come Cyrano. Eppure, se non tenta non saprà mai, e il dubbio potrebbe roderlo fino a farlo star male, e no, grazie.
-Dico seriamente, Jon- continua Ryan. Gli batte una pacca sulla spalla e si alza.
Jon lo guarda un momento. -RyRo... grazie-
Ryan sorride e se ne va, lasciando Jon ai suoi pensieri. Sperando che quell'idiota ascolti il suo consiglio, perchè si è veramente stufato di vederlo in quelle condizioni.

Quando Jon va in cucina, la mattina dopo, c'è un gran casino.
Spencer e Ryan stanno saltellando tutti eccitati attorno a Brendon mentre quest'ultimo ha in mano qualcosa e sembra non sappia cosa farci.
Jon grugnisce qualcosa in segno di saluto e si serve del caffè, poi si avvicina agli altri e chiede spiegazioni.
-Oh, una fan ha mandato una scatola di cioccolatini a Brendon!- trilla Spencer indicando l'oggetto tra le mani del cantante.
-Ma che carina- biascica Jon prima di tornare nella zona notte con il caffè in mano.
Brendon lo guarda andare via mentre Ryan e Spencer suppongono che Jon abbia le sue cose. O che sia solo stanco. O entrambe le cose. O, perchè no, potrebbe anche essere in PMS.

-Ancora sveglio a quest'ora?-. Ryan gli batte dolcemente una mano sulla spalla, mette a riscaldare dell'acqua e si siede vicino a lui.
-Non riesco a dormire- dice Jon chiudendo lo schermo del pc.
-Eh, l'amore fa anche questo effetto- Ryan sorride. -Dai, cosa c'è che non va?-
Jon si stropiccia gli occhi stanchi e scuote la testa. -Niente, solo un po' di insonnia-
-Nah, non me la racconti giusta- risponde Ryan mettendo l'acqua calda dentro due tazze con altrettante bustine di tea. -Dai, dimmi-
Jon accetta la tazza che gli viene porta e muove la bustina avanti e indietro, fissando il movimento circolare e ipnotico.
-Davvero, non è niente- dice, ma sa che Ryan non gli crede. Glielo legge in faccia, come Ryan gli legge in faccia che sta mentendo spudoratamente. Si conoscono da un bel po', sono amici, è ovvio che si capiscano al volo anche senza bisogno di parole. Però è strano come Ryan stia diventando il suo confidente, in quella situazione. Jon non se lo sarebbe mai aspettato, ecco.
Ryan si limita a guardarlo con un sopracciglio alzato e Jon cede. E' solo che ha bisogno di qualcuno con cui parlare, nonostante tutto, nonostante inizialmente pensasse il contrario.
-Non lo so, sono un po' col morale a terra-
-Sotto le scarpe, vorrai dire- lo interrompe Ryan strappandogli un sorriso. -Sì, bene, hai il morale sotto le suole, come mai?-
-E'... tutta questa storia- dice Jon sorseggiando piano il tea bollente. -Non lo so, mi sta facendo impazzire-
-E questo perchè...?-
-Perchè non gliel'ho detto?- chiede Jon, poi scuote la testa. -No, io non voglio che lo sappia. Cioè, mi va bene così, davvero, non mi serve altro. Soprattutto non mi serve che mi sputi in un occhio o mi prenda a calci nel sedere, grazie tante- Ryan ride. -Ma se non provi non lo saprai mai!-
Be', non ha tutti i torti, ma c'è qualcosa che impedisce a Jon di farlo. Ci ha pensato, ha pensato a dirglielo, però no, è meglio di no. E non solo perchè perderebbe tutte quelle piccole cose che agli altri sono praticamente escluse, almeno, non è solo quello.
-Io non voglio provare, RyRo- dice Jon con una vocina piccola piccola. -Io... non credo che ce la farei, ecco-
Ryan lo guarda storto. -JWalk, sei un idiota-
-Grazie dell'incoraggiamento- dice Jon sentendo il morale scendere ancora più in basso. -Cavolo, dovresti aiutarmi, non farmi sentire peggio di prima!-
Ryan gli da uno scappellotto.
-Ahia-
-Zitto e subisci, te lo meriti- dice Ryan terminando il suo tea. -Dimmi, se tu sei già così abbattutto in partenza io cosa posso fare? Dirti che sei un idiota, perchè effettivamente è quello che sei. Cavolo, ti piace un tizio e non ci provi neanche! Cos'è, minorenne?-
Jon lo guarda sconvolto. -No!-
-E allora!- strilla il chitarrista. -Basta farti seghe mentali, vai e diglielo-
-Ma non posso!-
-Solo perchè sei un idiota- dice Ryan con l'aria di chi la sa lunga. -Perchè se non fossi il gigantesco e pachidermico idiota che sei sapresti che andare da lui e parlargli è la cosa migliore da fare. Se non fossi così idiota sapresti che se anche dovessi fare una figuraccia sarebbe parte del gioco, perchè le figuracce capitano in continuazione e in amore sono più che normali-
-Sì, ma io non voglio fare la figura dell'idiota- dice Jon piano. -Sinceramente, non ci tengo-
-E allora resta a roderti per il resto della tua vita-. Ryan gli dà un altro scappellotto e se ne va.
Jon pensa che, in fondo, Ryan non ha tutti i torti. No, davvero, le figuracce capitano, sono quasi normali, è vero. Ma è lui ad essere sbagliato, è lui ad avere paura di combinare qualche cazzata, è lui quello terrorizzato.
Decide di prepararsi un altro tea. Sono le due passate del mattino e del sonno neanche l'ombra. Dio, se l'amore è davvero così -niente sonno, rodersi il fegato a ogni pie' sospinto, sospirare come ragazzine, farsi paranoie forse giustificate forse no- Jon non è più tanto sicuro di volerlo.
Non che dipenda da lui, comunque. E' una cosa totalmente al di fuori della sua portata, Jon lo sta realizzando solo adesso. Perchè prima c'era solo Jon che guardava lui, ora c'è Jon che si rode il fegato e non sa che fare. Prima c'era Jon che si limitava a imprimere nella memoria ogni suo movimento, ora c'è Jon che quei movimenti vorrebbe averli solo per se.
Le cose sono cambiate, ma quando? Lui non se n'è nemmeno accorto. Non ha avvertito l'aria di cambiamento, non ha capito in tempo che la cosa stava per farsi più seria del previsto. Avrebbe dovuto, dannazione. Almeno si sarebbe evitato le notti insonni e il morale a terra e le seghe mentali e tante altre cose.
Quando il tea è pronto Jon torna a sedersi, apre lo schermo del pc e il computer ritorna a funzionare. Accede a internet, apre Twitter e la posta elettronica.
E' tentato. Prima ancora che la pagina della posta si sia caricata Jon è tentato fortemente di scrivergli qualcosa, qualsiasi cosa. Però per mail sarebbe piuttosto squallido, no?
Poi l'avviso di TweetDeck lo fa saltare in aria con quel trillo iper fastidioso. Jon lo apre, vede che diamine sta succedendo. E, oh, è Brendon.
"Wanna talk?" dice il messaggio. E' proprio diretto a lui. Jon risponde con un "Sure" e aspetta che Brendon gli scriva. Che poi sono in due stanze diverse, ma nello stesso tour bus. Se Brendon aveva voglia di parlare poteva anche raggiungerlo in cucina e cominciare a blaterare come al solito. E invece no, perchè Brendon è fatto così, fa ciò che vuole e come vuole.
"Why don't you tell me about your crush?" scrive Brendon e Jon vorrebbe ammazzarlo. Sono cose private, dannazione, è così difficile da capire? Se non vuole dire tutto nemmeno a loro, ai suoi amici, alla sua band ci sarà un motivo, no? Sì, si chiama Vita e di cognome fa Privata. Brendon sembra disconoscere questo termine.
"Even if I'd like to tell you about it I won't do that via twitter" scrive Jon, vagamente incazzato. Sorseggia il tea caldo e sospira, sperando che quel cretino di Brendon la smetta. Non può essere davvero così scemo, cristiddio, è davvero impossibile.
"Just tell me if she's pretty" continua il cantante, e Jon è tentato dall'alzarsi e andarlo a picchiare. Decide di non farlo, giusto perchè la sua coscienza si sta risvegliando e gli sta urlando contro.
"Pretty. Sometimes stupid but cute" scrive Jon, omettendo di proposito il soggetto della frase. Già i suoi amici sono dei gran rompiscatole, non ci tiene ad avere addosso anche tutte le fan. Che se poi scrivesse che la sua cotta è un uomo, dio, sarebbe il finimondo. Tutte le fan che scrivono si sbizzarrirebbero, tutti quanti gli farebbero domande su domande, si inventerebbero chissà cosa -dio, non vuole pensarci. Dovrà dire a Brendon di cancellare quei tweet incriminati in cui si parla della sua cotta.
"Does she make you happy?"
Jon non sa che rispondere. Vorrebbe che Brendon la smettesse, preferirebbe affrontarlo direttamente piuttosto che tramite un computer. Non sa cosa dire.
"Doesn't know about my crush. But yes, makes me happy anyway". Diventa sempre più difficile per Jon continuare così. Sul serio, è pazzia. Sono separati da un solo cazzo di muro e Brendon si ostina a twitterarlo, quell'idiota decerebrato. Poi, l'insight.
"And what about your gift? You like her?" scrive velocemente. L'attacco è la miglior difesa, lo sanno tutti. Jon è stanco di parlare di sè, meglio parlare un po' di Brendon.
I minuti passano ma di risposta neanche l'ombra. Jon pensa che forse Brendon ha voluto evitare di mettersi troppo in mostra. Certo, fino a quando rompiamo le scatole agli altri va bene, eh.
Silenziosamente si alza, lascia da parte la tazza di tea ed esce dalla cucina. Si dirige verso la zona notte, apre piano la porta.
Il computer di Brendon è acceso, illumina la stanza. Brendon è -addormentato. Crollato sul letto, ancora vestito di tutto punto e con il pc acceso. Ragazzino.
Jon gli sistema la coperta sulle spalle e se ne va, in silenzio com'è arrivato.

Jon è esasperato. Davvero, non sa più che fare.
Adesso guardarlo non gli basta più e, oddio, la cosa si sta facendo complicata. Troppo complicata.
Guarda il pacchetto tra le sue mani, apre un attimo il biglietto. Lo richiude.
Quando sente dei passi avvicinarsi mette tutto nel borsone, sotto una miriade di felpe e magliette e qualsiasi altra cosa. Si volta e si trova davanti Ryan che lo fissa con un sorrisetto.
-Stai cercando qualcosa da mettere perchè hai finalmente deciso di incontrare quel ragazzo per dirgli tutto e vuoi essere presentabile?- chiede la pettegola e Jon sbuffa. Se non gli volesse così bene lo picchierebbe, di sicuro.
-No, stavo solo cercando di mettere un po' di ordine- risponde chiudendo il borsone e riponendolo sotto il letto. Ryan fa una faccia scocciata.
-Quindi non hai deciso di andare a parlargli?- domanda e Jon si ritrova a scuotere lentamente la testa.
-No-
-Dio, JWalk, sei così stupido!- strilla Ryan voltandogli le spalle e uscendo di scena come una primadonna. Bah, quel ragazzo è proprio strano. Deve aver subito qualche trauma da piccolo. Perchè se ci è nato, così, la situazione è davvero tragica.


E' una mattina come tante altre, Jon ha appena messo piede in cucina e trova gli altri tre intenti a fangirlare su qualcosa. O meglio, Spencer e Ryan stanno fangirlando, Brendon è semplicemente sconvolto.
-Buon giorno- biascica Jon servendosi immediatamente del caffè. Senza caffeina non può affrontare la giornata, e ora come ora pensa che gli servirebbero tonnellate di caffeina per svegliarsi.
-Oh, Jon!- trilla Spencer facendolo spaventare. Dio, ma non ha un minimo di contegno? Sembra una tredicenne in calore, porca vacca.
-Che hai da trillare tanto?- chiede Jon lasciandosi cadere sul divano e sorseggiando il caffè. I suoi neuroni sono morti, senza dubbio. Li sta chiamando mentalmente ma no, niente, non rispondono. Saranno ancora in coma.
-Brendon ha ricevuto un altro regalo!- continua Spencer e Ryan annuisce sorridendo. Jon sa che il mal di testa è in agguato, nascosto proprio dietro l'angolo. Se quelli non la smettono con quei versetti da castrati lui rischia seriamente di sentirsi male.
-Le solite fan premurose- dice Jon continuando a dedicarsi al caffè.
-Ma questa è diversa!- dice Ryan con un foulard fucsia attorno al collo che farebbe invidia persino a Jeffree Star. -Sai, gli ha regalato una bella cosa-
-Sì, totalmente inutile, però- dice Brendon guardando ciò che ha tra le mani. Ryan fa un verso stizzato e decide di ignorarlo.
-Gli ha regalato un libro!- strilla battendo le manine. -E non un libro qualsiasi, gli ha regalato Le Fiabe di Beda il Bardo!-
-Come già detto, totalmente inutile- ripete Brendon fissando la copertina del libro con aria perplessa. Ryan gli tira uno scappellotto ben piazzato sulla nuca.
-Ahia-
-Te lo meriti, caprone- dice il chitarrista guardandolo male. -Sai, la lettura non ti farebbe male-
-Ma io odio leggere-
-"Ma" un corno- Ryan ha un'aria quasi severa. -Un libro è sempre un libro-
-Sì, ma se io non leggo è un regalo inutile- ribadisce il cantante scansandosi per evitare la mano svolazzante di Ryan. Mano che mirava a colpirlo in testa, ovvio.
-Piuttosto, che dice il biglietto?- chiede Spencer sporgendosi oltre la spalla di Brendon per vedere meglio. Il cantante apre il foglietto, dà una lettura veloce, sgrana gli occhi.
-Dice "trova il biglietto"- mugugna Brendon. Spencer e Ryan si guardano, un attimo perplessi.
-Come si chiama la tipa?- chiede Spencer, che si sta ancora raccapezzando sul "Trova il biglietto". Brendon riguarda il biglietto, alza le spalle.
-Non ne ho idea- dice ripiegando il foglietto e mettendolo da parte insieme al libro.
-Che vuol dire?-
-Che non ne ho idea-
-E che cazzo vuol dire che non ne hai idea?-
-Che non è firmato-
Jon ne ha abbastanza di tutto quel trillare e batibeccare e sparare idiozie a raffica. Si riempie la tazza di altro caffè e se ne va di là, nella zona notte, magari troverà qualcosa di meglio da fare che stare ad ascoltare i suoi amici idioti.


Ryan è silenzioso come un gatto quando gli sbuca alle spalle e gli soffia nell'orecchio. Jon, giustamente, salta in aria.
-Che cazzo ti dice il cervello, se ne hai uno?- strepita tornando a sedersi sul suo letto. Ryan ridacchia, il bastardo.
-Volevo solo sbucare silenziosamente e farti saltare in aria, e siccome ci sono riuscito mi ritengo soddisfatto, anzi, più che soddisfatto. Anzi ancora, molto più che soddisfatto- ride. -Che facevi, comunque?-
-Aspettavo un cretino che mi facesse prendere un infarto e, tò, sei arrivato tu-
-Oh, felice di esserti stato d'aiuto- saltella Ryan battendo le manine. Jon si schiaffa una mano sul viso.
-Ryan, ero sarcastico-
Il chitarrista alza le spalle. -Oh be', fa nulla, comunque ho compiuto il mio dovere-
Passano interminabili minuti di silenzio in cui Jon guarda male Ryan, Ryan sorride a Jon, Jon cerca di uccidere Ryan con lo sguardo per l'infarto che gli ha fatto sfiorare, Ryan sorride a Jon, Jon allunga le mani verso il collo di Ryan, Ryan continua a sorridere, Jon si ricorda che purtroppo non può ucciderlo e ritira le mani, Ryan fa gli occhioni.
-Dio, basta, non ce la faccio più- dice Jon sdraiandosi sul letto (per non dover fronteggiare gli occhioni alla Bambi di Ryan, che poi perchè cavolo fa gli occhioni lo sa solo lui, bah).
-Comunque, volevo chiederti come va- dice Ryan abbandonando gli occhioni e passando a un'aria seria, quasi mortalmente seria, e Jon non sa cosa temere di più.
-Al solito- dice accorgendosi che gli è anche sfuggito un sospiro. Dio, peggio di una tredicenne alle prese con la prima cotta e in crisi ormonale per giunta. Bella merda.
-JWalk, sei un idiota- dice Ryan. E se ne va. Che bel branco di persone normali, come no.


Jon sta cercando di dormire, dannazione.
Ryan è entrato senza nemmeno bussare, circa mezzora prima, e di nuovo gli ha chiesto come sta. Di nuovo, lui ha risposto "Al solito". E di nuovo Ryan lo ha mandato al diavolo. Ma cavolo, è così difficile capire che lui non ha il coraggio di andargli a parlare e spiattellargli tutta la sua ossessione in faccia?
A quanto pare sì.
Quando Jon sente la porta aprirsi non si volta nemmeno.
-Ryan, non è aria- dice burbero. -E se devi continuare a chiedermi come va solo per poi mandarmi al diavolo puoi anche risparmiarti la fatica, guarda, al diavolo mi ci mando da solo, così sei contento e non ci rompi più i coglioni-
-Veramente volevo solo chiederti una cosa, ma se non è aria ripasso-
Oh. Brendon.
Jon si volta a guardarlo. -No, Bden, è okay, solo non mi andava di vedere Ryan-
Brendon ride, quella risata un po' scema ma anche tanto contagiosa. Entra e si chiude la porta alle spalle, fa un paio di passi e continua a ridere, e Jon non può non lasciarsi coinvolgere. Dopotutto, be', quella risata ti tira su il morale.
-Lo so che è una cosa stupida, ma- dice poi Brendon smettendo di ridere. Il viso gli si oscura un po', Jon spera vivamente che non stia male o cose del genere.
-Ma?- lo incalza, voltandosi completamente verso di lui. Brendon si gratta un po' la nuca, guarda per terra, anzi, si guarda le scarpe, cosa che fa solo quando è molto, molto nervoso e a disagio.
-Volevo chiederti se- comincia, quasi balbettando. -No, scusa, è una cazzata, lascia stare-
-No, dai, dimmi- dice Jon mettendosi seduto e tirandolo per un braccio. Brendon lo guarda, poi si guarda in giro, torna a guardarlo. Sospira.
-Prometti di non ridere?- dice, e Jon annuisce, serio. -Allora... volevo chiederti di... cacchio, sì, insomma, di... dileggermiquellibrodifiabe-
Jon lo guarda, perplesso. -Bden, se scandisci le parole quando parli non è una brutta cosa, sai?-
Brendon sbuffa, sospira, sbuffa di nuovo. -Oh, lo ridico, ma se ridi ti pesto. Mi leggeresti quel libro di fiabe? Per favore?-
Jon non sa che dire. Sul serio, è quasi sotto shock. Si ritrova semplicemente ad annuire, senza che l'ordine del movimento sia partito dal suo cervello -sembra proprio che il suo corpo sia un'entità a parte.
Tira leggermente Brendon per il braccio, gli prende il libretto dalle mani, lo fa avvicinare. Brendon si siede prima sul letto accanto a lui, poi lo guarda e in silenzio gli chiede un po' di spazio per farlo sdraiare. Sempre in silezio Jon si sposta e lascia che il cantante gli si accucci vicino. Apre il libro, cerca la prima fiaba, comincia a leggere.
-C'era una volta un vecchio mago gentile che adoperava la magia con generosità e saggezza a beneficio dei suoi vicini- Mentre legge Jon si accorge che quelle prime righe sono sottolineate. Va avanti.
Brendon accanto a lui gli sta aggrappato al braccio, lo guarda con quei suoi occhi vagamente pallati, attento a non perdersi una sola parola della storia. Jon sorride mentre legge perchè pensa che è Brendon, che è fatto così, che non ci sta niente a comportarsi come un bambino di cinque anni anche se ne ha molti di più.
Quando Jon finisce di leggere la fiaba Brendon lo sta ancora guardando con quell'espressione infantile e ridacchia, deliziato.
-Mi piace il pentolone!- dice, contento. -Oh, JWalk, leggi l'introduzione del libro, per piacere? Dai, è carina-
Brendon vuole letta l'introduzione e Jon esegue, la voce un po' roca. Poi Brendon gli pungola il costato con un ditino molesto più del padrone.
-Vai avanti, passa alle eroine- dice, e Jon esegue. Quel pezzo è sottolineato a penna, è diverso dagli altri, e alcune lettere sono più marcate di altre.
-...molto più attive nel cercare la propria fortuna rispetto alle nostre eroine. ...prendono il proprio destino in mano, invece di farsi un pisolino secolare o aspettare che spunti qualcuno con la scarpetta che hanno perso-
Brendon muove il braccio, libera la mano che ha incastrata sotto il corpo, punta il dito sul foglio rischiando, nel percorso, di accecare Jon.
-Qua- dice semplicemente e Jon deglutisce.
They are more active looking for their fortune than ours heroines. ...They take their own destiny in their hands, they just don't sleep for centuries nor wait for someone who brings them back the little shoe they have lost.
-Perchè questo?- chiede, e Jon non sa cosa dire. -Cioè, perchè proprio questo libro?-
-Perchè, uhm, è stupido. E perchè non ha senso. Perchè è un regalo inutile-
-Non volevi che lo leggessi- Brendon è quasi sconvolto. -Cioè, tu non volevi che lo trovassi! Non volevi che trovassi il messaggio nascosto!-
-Più che altro-
-E quindi- continua Brendon senza nemmeno lasciarlo finire. -E quindi hai nascosto il messaggio in un libro fondamentalmente stupido che sapevi non avrei letto, in più lo hai messo nell'introduzione, cosa che di sicuro non avrei letto, nemmeno se mi fosse venuto in testa di leggere il libro!-
Ugh.
-Jon Walker, sei senza speranza- dice Brendon chiudendo di scatto il libro con il dito di Jon dentro. Ahia.
Però Jon non osa fiatare perchè, uhm, Brendon ha capito che lui ha una cotta per lui. Dio, suona così male a dirlo in questo modo, suona come una ripetizione inutile, e in effetti lo è, ma-
-Ora smetti di farti le seghe mentali e guardami- dice Brendon. Tutta quella caffeina non lo ha mica reso intelligente, vero? Vero? Cioè, a rigor di logica dovrebbe distruggergli il cervello, mandarlo in iper-attività, roba del genere. O distruggergli il fegato, che è molto più probabile, perchè-
-Ti ho detto di smetterla con le seghe mentali- ripete Brendon prendendogli il viso con una mano e costringendolo a voltarsi e, oddio, Jon non vuole guardarlo, si sente troppo immensamente ridicolo anche solo per guardarlo negli occhi, dannazione. Troppo immensamente, che cazzo di senso ha? Non ne ha, ecco il punto. Anche il suo cervello sta andando nel panico, iniziando a pensare cose senza alcun senso, proprio prive-
-ugh.
Jon si chiede come sia possibile che Brendon gli sia salito a cavalcioni. No, cioè, è una cuccetta, non c'è mica tutto lo spazio del mondo, lì dentro. Già starci in due è scomodo e complicato, se poi in due significa uno sopra l'altro la cosa è ancora più difficile, scomoda e complicata. Soprattutto, hey, 'cazzo ci fa Brendon addosso a lui?!
-Hai finito?- chiede Brendon a due centimetri dal suo viso quando si accorge di avere la sua attenzione. Jon fa cenno di sì con la testa. -Bene. Ora sopprimi il tuo cervello o io sopprimo te. Chiaro?-
Di nuovo, Jon annuisce.
-Bene- dice Brendon.
-Che cazzo ci fai sopra di me?- chiede Jon quando finalmente riesce a mettere a tacere il suo cervello. Cervello psicopatico, psicolabile e idiota. Sì, certo che ce l'ha con il suo cervello, è un cervello stupido, dopotutto, non gli serve quasi a niente, tanto vale provare a vedere se glielo rottamano, o se lo cambiano.
Ugh al quadrato.
BrendontistabaciandoBrendontistabaciandoBrendontistabaciandoBrendontistabaciandoBrendontistabaciandoBrendontistabaciandoBrendontistabaciandoBrendontistabaciando. Cazzo, rispondi!
-Cazzo vuoi, cervello di merda!-
Brendon si stacca dalle sue labbra giusto quel poco che basta per farlo sproloquiare. Lo guarda con un sopracciglio alzato e un'aria molto, molto perplessa.
-JWalk, da quando parli col tuo cervello?-
-E tu da quanto non mi stai più baciando?-
Brendon ridacchia e riprende a baciarlo, accompagnando il tutto con un lento movimento del bacino.
BrendonsistastrusciandoBrendonsistastrusciandoBrendonsistastrusciando. Cazzo, fai qualcosa, no?!
-Guarda che ti cambio!- ringhia Jon e Brendon riprende a guardarlo perplesso.
-JWalk, tu sei pazzo- dice. -Spero che non stessi parlando con me, comunque-
-Ti pare che parlavo con te, scemo?-
-Sai, con i pazzi non puoi mai saperlo- dice Brendon ridacchiando e riprendendo subito a baciarlo e a muoversi contro e sopra di lui, con un risultato ben visibile nei pantaloni di entrambi.
-Ugh, no, aspetta- dice poi Jon allontanandolo un momento e guardandolo negli occhi. -Aspetta. Tu mi stavi baciando-
-Sì, e continuerei anche, se non ti dispiace-
-Tu ti stavi strusciando addosso a me-
-Continuerei anche quello, magari con meno vestiti in mezzo-
-No, cioè, tu ricambi?-
Brendon lo guarda in modo strano. Sarcastico. -Oh, guarda un po', JWalk ci è arrivato. Non ci speravo più, sai?-
No, okay, un attimo di pausa per favore. Che lui era cotto di Brendon era ovvio, dio, ne era ossessionato (che bella parola, 'ossessionato'. C'è il sesso in mezzo. Uh, sesso. Brendon. Sesso.).
-Da quanto?- chiede Jon, incapace di dire altro.
-Uhm- Brendon fa finta di pensarci. -Da, tipo, una vita?-
Jon strabuzza gli occhi, affondando la testa nel cuscino. -E perchè cazzo non me lo hai detto?-
Brendon sbuffa. -E tu perchè cazzo non me lo hai detto?-
Uh, giusto.
-E come hai capito che io...?- continua Jon, poi il suo cervello fa due più due. -Oh, giusto, il libro-
Brendon fa una faccia molto strana. Troppo strana.
-Brendon?-. Il cantante si muove a disagio su di lui (sempre su di lui, cosa che gli provoca non poche reazioni), sposta lo sguardo. -Brendon?!-
-Oh, okay, lo sapevo da prima- dice Brendon con una vocina sottile sottile.
-E come, di grazia?- chiede Jon, reprimendo l'impulso di strozzarlo (o di fargli altro). Meglio scoprire di che si tratta, prima di perdere un cantante.
-Ryan- pigola Brendon. -Ora possiamo continuare da dove avevamo interrotto? Per favore?-
Jon deve uccidere Ryan. Come cavolo ha fatto Ryan a capire che gli piaceva Brendon? Come diavolo ha- oh cazzo, certo. Tutte quelle domande, tutto quel fingersi interessato, il chiedergli in continuazione se avesse intenzione a dire all'altro tutto quanto, spronarlo a farlo. Certo, Ryan.
Ryan sapeva tutto fin dall'inizio, chissà come lo aveva capito, il bastardo. E ha detto tutto a Brendon. E insieme hanno deciso che Ryan avrebbe rotto le scatole a lui per farlo 'dichiarare'. O forse l'idea è stata solo di Ryan, sarebbe anche probabile.
Cioè, Ryan. C'è sempre lui dietro. Ryan è il Diavolo, anzi no, è peggio del Diavolo, persino il Diavolo in persona scapperebbe a gambe levate se solo se lo trovasse davanti. Ryan sapeva tutto! E lo ha detto a Brendon! E l'unico all'oscuro della situazione era lui, che come un idiota continuava a rodersi il fegato mentre invece Brendon sapeva tutto ed era tranquillo, certo, sapeva di essere ricambiato.
E' tutta colpa di Ryan (Be', non proprio, ma a qualcuno la colpa deve pur darla, no? E non può certo darla a Brendon, insomma, non ora che finalmente hanno chiarito la situazione, eh). -Io devo uccidere Ryan-
-Devi proprio?- pigola Brendon con gli occhioni grandi quanto piattini da tea. Uhm.
Sì, certo. Ma, tipo, dopo. -Sì, devo-
-Però Ryan è il chitarrista, ci serve!-
-Ne troveremo un altro-
-Ma io gli voglio bene!-. Oh cazzo, basta.
-Allora gli farò solo un po' male- dice Jon per farlo contento. Brendon sorride, felice.
-Vuoi andare a pestarlo?- chiede con un sorriso enorme. -Perchè potrei aiutarti, sai?-. Jon scuote la testa.
-Non ora, abbiamo cose più importanti da fare- dice sorridendo e prendendo Brendon per i fianchi, tirandoselo addosso, sì, ancora di più.
Brendon si lascia attirare di più contro il suo corpo, sorride prima di baciarlo, e tutto il resto-
-Non sono cazzi vostri-
-Jon, ora con chi cazzo parli?- sbuffa Brendon. Sente dei suoni provenire da dietro la porta chiusa della stanza, si volta a guardarla e pondera alla possibile probabilità che abbia preso vita. Uhm, no, le porte non prendono vita, decisamente.
-Con le fangirl qua fuori- dice Jon ad alta voce e subito le risate smettono.
"Ti avevo detto di fare piano!" "Shush, zitto che ci sentono!" "Ma non è colpa mia se ci hanno sentiti, sei tu che fai un casino!"
-O vi togliete da lì o vengo a spaccarvi quei bei faccini- dice Jon facendo ridacchiare Brendon. Possono quasi vedere i due dietro la porta sbiancare, li sentono correre via.
-Fangirl- biascica Jon tornando a guardare Brendon.
-Ovvio, altrimenti non sarebbero nella band- dice Brendon con un risolino (ben poco virile, ma chissene frega). -Ora possiamo riprendere? Per favore per favore?-
-Uhm, certo-

*The End*

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