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Autore: Mimi18    13/04/2010    5 recensioni
(Quarta classificata al new generation contest indetto da Only_me e vincitrice del premio miglior commedia.)
«A quindici minuti da qui c’è la serra di Neville. Però lui ora è ad Hogwarts e non credo che il guardiano sarebbe disposto a...»Al fu fermato da Malfoy che, con un ghigno che non prometteva nulla di buono sul volto affascinante, strinse le spalle di Lysander e propose una cosa che, fino a tre ore prima, il ragazzo non avrebbe mai preso in considerazione.
«Ci infiltriamo e ne rubiamo una, chi vuoi che se ne accorga?»
«Ci?» Domandò Al, perplesso.
«Rubiamo?» Chiese a sua volta Lysander, fissando Scorpius negli occhi grigi.Una Lilian L. Potter incinta e con delle voglie totalmente normali, un Lysader Scamandro dal cuore d'oro, Scorpius H. Malfoy e Albus S. Potter senza un ruolo ben definito, il direttore di un sexy shop, uno scippo e tanta, tanta, tanta assurdità.Vi ho incuriositi? No, vero?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

A.A.A. Cercasi zucca!

 

 

Lysander cadde pesantemente dal letto, un tonfo sordo che chiunque nel raggio di chilometri avrebbe potuto udire.

Quando si rialzò, trovò la figura di sua moglie piegata sul pancione di sette mesi e tre giorni, intenta a mormorare frasi incomprensibili con le lacrime agli occhi.

Inarcò un sopracciglio, sedendosi al suo fianco.

«Che succede, tesoro?» Domandò con un pizzico di preoccupazione. Che il bambino stesse per nascere in anticipo? In fondo, non sarebbe di certo stata la prima volta nella loro famiglia.

Lui e Lorcan erano nati con quasi un mese di anticipo!

Stava giusto per rassicurarla ed andare al camino, quando Lily lo fissò dritta negli occhi, una luce che a Lysander non piacque per niente.

«Ly, voglio mangiare una zucca» Sussurrò ad centimetro del suo naso.

Lysander sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di capire l’intero senso delle parole della moglie. Quando l’ebbe colto, un nuovo tonfo di caduta si espanse per la casa.

 

Lysander osservò crucciato Londra illuminata sotto di sé, i piedi gelati a causa dei calzini antiscivolo regalatigli da sua madre il Natale passato. Lily l’aveva spintonato fuori dalla finestra con decisione, senza nemmeno dargli il tempo di infilarsi un paio di scarpe o un paio di pantaloni.

Si era ritrovato a sorvolare la Londra babbana vestito di una camicia da notte grigia scolorita dal tempo, un pigiama rosso che faceva a pugni con i suoi calzini e ora aveva persino una goccia di moccio che gli colava dal naso.

Maledisse mentalmente sua moglie e lui stesso per essersi ficcato in un guaio del genere. Sicuramente, se avesse avuto il carattere di Scorpius Malfoy non si sarebbe ritrovato in pantofole – anzi, in calzini – a girovagare in cerca di un negozietto aperto ventiquattro ore su ventiquattro che vendesse zucche. Di inverno.

Adocchiando la scritta al neon di un minimarket sbuffò, planando in picchiata verso una zona poco in vista.

Poggiò i piedi a terra, barcollando per un secondo prima di ritrovare la stabilità.

Estrasse la bacchetta da sotto la maglietta del pigiama e, muovendo il polso, ridusse la scopa ad un piccolo manico quasi invisibile ad occhio nudo. Lo infilò in tasca e nascose la bacchetta, avvicinandosi poi all’uscita del vicolo in cui era atterrato.

Una folata di vento gelido gli fece tremare le ginocchia; cercò inutilmente di stringersi nella camicia da notte, prima di attraversare a passo svelto la strada deserta ed entrare nel minimarket.

Capì subito di trovarsi nel posto sbagliato non appena vide un uomo nerboruto dietro al bancone, intento a sfogliare una rivista osé con particolare interesse. Si bloccò solo nell’udire il trillante suono del campanello.

«’Sera» Buttò lì Lysander in soggezione, saltellando sul posto e guardandosi intorno alla disperata ricerca del reparto verdure.

L’unica cosa che i suoi occhi catturarono furono un paio di manette, delle fruste e dei reggiseno con la scritta “Mangiami”.

Deglutì rumorosamente, dandosi dell’idiota per non aver letto in che genere di minimarket fosse entrato.

«Cerca qualcosa in particolare?» Domandò l’uomo sputacchiando un po’, al che Lysander si premurò di allontanarsi maggiormente, anche se già lo distanziava di ben tre metri.

Si sentì in terribile imbarazzo quando il proprietario lo squadrò da capo a piedi, sorridendo compiaciuto del suo abbigliamento fin troppo...notturno.

«La signora ha desideri particolari per la notte?» Azzardò alzandosi dalla sua postazione ed oltrepassando il bancone. Afferrò un paio di aggeggi non identificabili e, con un sorriso divertito, li poggiò tra le mani di Lysander.

Vedendolo boccheggiare come un pesce, inarcò un sopracciglio folto e bruno perplesso.

«Forse è il suo compagno ad avere richieste particolari?»

Il giovane Scamandro rimase in silenzio per una manciata di secondi, gli occhi ancora puntati sulla confezione di manette al cioccolato tra le mani grandi e callose dell’inserviente.

Fortunatamente, la sua testa accese un campanello d’allarme quando vide l’uomo indietreggiare di un passo verso un bancone dall’aria ancora più inquietante, così si premurò di arrossire e porre le mani avanti.

«No! Cioè, no! Sono qui per mia moglie! È incinta...vuole una zucca!» Strillò con voce estremamente acuta, inciampando nei suoi stessi piedi ed aggrappandosi ad un manichino che indossava un...vestito?

Lo guardò attentamente, soprattutto la lunghezza della gonna a sbuffo nera e l’ampiezza della scollatura.

Per un secondo l’immagine di Lily vestita in quel modo balenò nella sua mente, ma poi la consapevolezza di quel pensiero e il recupero delle sue sanità mentali lo riportarono al pianeta terra – ed al sexy shop in cui aveva messo piede.

«Una zucca, eh? La mogliettina ci va sul pesante, ma ho qualcosa che fa al caso vostro!» Esclamò con fierezza l’uomo, abbassandosi e mostrando parte del suo fondoschiena a Lysander, che si portò una mano alla bocca per impedirsi di ridere e vomitare allo stesso tempo.

Quando vide l’uomo rialzarsi dalla sua posizione si diede una scrollata, osservando incuriosito la scatola che teneva in mano.

Sbiancò, sperando che non fosse vero.

«Freschi, freschi dalla Francia. Perizomi alla zucca commestibili e taglia unica!»

 

Mezz’ora dopo si ritrovò a navigare per le vie di Londra alla ricerca di un posto appartato per spiccare il volo nella speranza che una zucca gli cadesse di fronte al naso.

Tra le braccia, teneva almeno una decina di quei perizomi commestibili, più delle collane che chiunque avrebbe dovuto considerare illegali visto i pendenti poco usuali intorno alla zucca rossa.

Si diede animatamente dell’idiota per la cinquantesima volta prima di vedere una chioma di capelli biondi scompigliata quasi quanto la sua e una nera.

Inarcò un sopracciglio sorpreso, aumentando il passo.

«Malfoy?» Domandò con incertezza quando fu a meno di un metro dal ragazzo chiamato in causa, che si irrigidì come un palo riconoscendo la voce del suo amico di vecchia data.

Disegnò un sorriso fasullo sul viso affilato, mentre al suo fianco il moro sospirava rassegnato.

«Ehilà, Scamandro? A cosa dobbiamo questa tua passeggiatina notturna?» La nota di vivacità forzata non sfuggì alle orecchie di Lysander, che adocchiò solo in quell’istante il compagno del biondo. E per poco non ebbe una sincope.

«Albus?! Che diavolo ci fate in giro a quest’ora mentre Rose – che è tua moglie, Scorpius! – è a casa, incinta da quasi nove mesi?!» Strillò con voce acuta, nascondendo dietro la schiena i suoi acquisti inaspettati della sera e tirando su rumorosamente con il naso.

Al si diede una sberla sulla fronte, mentre Scorpius sbuffò.

«Lo sapevo che avrebbe frainteso. Perché tutti fraintendono?» Chiese a sé stesso e al biondo accanto a lui proprio il secondogenito della famiglia Potter, spalancando le braccia e aggiungendo una nota stridula alla sua voce.

Malfoy lo guardò come se fosse ovvio, mentre Lysander immaginava la voce di Lily che lo incriminava non solo di non aver trovato quella maledetta zucca che lo stava portando alla rovina, ma anche di aver bighellonato per Londra con due suoi amici.

«Fraintendono perché tu sembri un gay, Potter»

Lysander inarcò un sopracciglio, prima di sospirare sconfitto.

Ecco che ricominciavano, quei due...

«Io? Semmai sei tu quello che sembra un gay, Malfoy, con i jeans super attillati e le camicie sbottonate!»

Ora sarebbero iniziate le urla, e a lui serviva ancora una zucca.

«TAPPATI QUEL CESSO CHE HAI PER BOCCA! IO HO UNA MOGLIE!»

«E IO MI SONO SCOPATO TUA CUGINA IERI SERA!»

«E io rischio di non arrivare a domani, ma tanto a voi che importa? Io sono un povero eterosessuale dimenticato dal mondo!» Li bloccò Lysander con una spinta, lasciando così cadere il sacchetto di plastica a terra.

Scorpius sorrise notandone il contenuto, contagiando anche Al.

«Un povero eterosessuale dimenticato, eh? Non mi pare che tu voglia annoiarti, questa notte – anche se sarebbe più consono dire mattina, visto l’orario» Disse il giovane rampollo dai capelli biondi, ammiccando in direzione del moro e scoprendo una fila di denti bianchi perfetta.

«Non è come sembra. È che mi serve una maledettissima zucca! Perché tua moglie non ti chiede una zucca, eh? Perché Lily non ha voglia di un gelato al cioccolato o...o...di una pizza! Che cosa hanno di male le pizze? Tutti amano la pizza! Voi non amate la pizza? Io amo la pizza!»

Al aprì la bocca e prima che Scorpius potesse intimargli di infilargli qualcosa in gola se mai avesse detto a sua volta la parola pizza, Lysander ebbe un’illuminazione.

«Una serra!» Chiosò stupito dalla sua stessa mente, dimenticandosi che avrebbe potuto arrivarci tre ore prima e non dopo aver speso quasi tutte le sterline babbane che teneva nel portafogli per ogni evenienza.

«A quindici minuti da qui c’è la serra di Neville. Però lui ora è ad Hogwarts e non credo che il guardiano sarebbe disposto a...»

Al fu fermato da Malfoy che, con un ghigno che non prometteva nulla di buono sul volto affascinante, strinse le spalle di Lysander e propose una cosa che, fino a tre ore prima, il ragazzo non avrebbe mai preso in questione.

«Ci infiltriamo e ne rubiamo una, chi vuoi che se ne accorga?»

«Ci?» Domando Al, perplesso.

«Rubiamo?» Chiese a sua volta Lysander, fissando Scorpius negli occhi grigi.

Questi annuì, sbuffando poi.

«Suvvia, un po’ di brivido nella vostra vita! Non vorrete mica arrivare a trent’anni ed avere come unica esperienza particolarmente eccitante la vostra prima notte di nozze?» Si bloccò, puntando gli occhi sul moro. «Scusa amico, vero che tu non hai avuto nemmeno quello di brivido!»

Prima che Albus potesse saltare addosso al biondo, Lysander si frappose tra di loro fulminandoli.

«E sia, però comando io»

 

La testa di Lysander spuntò da dietro un albero, seguito a ruota da quelle di Scorpius e Al, che battibeccavano su quale fosse il modo più veloce per arrivare alla serra escluso il volo da quando erano partiti, mezz’ora prima.

Il giovane Scamandro teneva la mano sulla bacchetta e non per paura che vi fosse un qualche pericolo, ma per schiantare quanto prima quei due rompi scatole che si era portato appresso come un povero allocco.

E dire che era anche piuttosto intelligente, non rimaneva ore a fissare il cielo e le Creature Magiche come suo fratello Lorcan, né credeva ai Nargilli – beh, forse un pochino sì.

«Via libera» Annunciò dopo un secondo, notando il cartello che annunciava l’ingresso alla serra delle zucche.

Si piegò a sufficienza per non essere visto dalla casa del guardiano, correndo poi verso la porta ed aprendola con un alohomora appena sussurrato.

Dietro di lui, Scorpius aveva fatto uno sgambetto ad Al che era caduto a terra e si era rotto una lente degli occhiali.

«Di qua» Intimò ai due con un gesto secco della testa, i capelli che si erano appiccicati alla fronte a causa della leggera pioggerellina che aveva iniziato a cadere all’alba delle quattro e mezza del mattino.

Incespicò in un vaso di porcellana e nel tentativo di rimanere in piedi appoggiò la mano su un rastrello, pungendosi e facendosi scappare un urlo di dolore.

Subito Al gli intimò di stare zitto, una pala puntata in faccia ad uno Scorpius armato di concime.

«Vedete una zucca?» Domandò massaggiandosi la parte dolente, prima di sbattere la nuca contro qualcosa di duro.

Quando sollevò gli occhi per poco non svenne. Lì, di fronte a lui, c’erano decine e decine di zucche. Arancioni, grosse, piccole, medie, acerbe. Ce l’aveva fatta.

«Guardalo, quasi piange!» Lo derise Scorpius, pestando un filo a terra.

E fu il caos.

Dapprima, un paio di irrigatori partirono, bagnandoli da capo a piedi e facendo bestemmiare Scorpius così fantasiosamente che sia Al che Lysander si sentirono degli inetti con le loro semplici e banali maledizioni contro Merlino.

Al inciampò nel tentativo di afferrarne uno, ma colpì un pulsante dall’aria inquietante che fece partire un allarme.

«La porta! Corri alla porta!» Strillò Scorpius spintonando il moro, mentre Lysander afferrava una zucca qualsiasi da quelle sopra la sua testa e seguiva i due amici.

Albus lottò per una manciata di secondi con la maniglia, prima di sbarrare gli occhi inorridito.

«Siamo chiusi dentro!» Sbraitò, terreo.

«Come sarebbe a dire che siamo chiusi dentro? Mettici un po’ di forza in quelle braccia e spingi, idiota!»

«Fallo tu, visto che sei così muscoloso!»

Lysander vide chiaramente i titoli della Gazzetta del Profeta: Albus Severus Potter: rinuncia a seguire le strade del padre e diventa un ladro di zucche. Scorpius Hyperion Malfoy: segue le orme del padre e tenta di uccidere due amici rinchiudendoli in una serra. Lysander Scamandro: scopre dei Nargilli in una serra.

Poi, ecco un’altra illuminazione. Due in una sera, Lily ne sarebbe stata fiera se non avesse avuto quell’assurda voglia di zucca che l’avrebbe portata a compiere un omicidio non appena sarebbe rincasato.

«RAGAZZI! Siamo maghi, giusto?»

Scorpius, che teneva saldamente per i capelli Al, annuì per entrambi.

«E allora?»

«E allora...dove abbiamo messo la smaterializzazione?»

E con un sonoro pop, scomparve.

Albus e Scorpius si guardarono, e avrebbero dato all’altro dell’idiota se non avessero udito dei passi arrivare velocemente verso la serra.

Dando l’uno un calcio all’altro, scomparvero a loro volta lasciando a bocca asciutta il guardiano dagli unticci capelli neri.

«Ragazzini pestiferi»

 

Rincasò dieci secondi dopo, cadendo di peso sul pavimento della sua camera da letto e lasciando rotolare la zucca.

Dall’alto, sbucò la testa rossa fiammante di Lily, un sorriso dolce sul viso paffuto.

«Sei stato via molto, amore!» Trillò con allegria, lasciando perplesso Lysander.

Si era aspettato una sfuriata, invece Lily gli buttò le braccia al collo e lo baciò con foga.

«Ho preso la zucca» Disse, additandola.

Arrossì quando notò anche il sacchetto contente il suo fantastico set per una nottata infuocatae, girandosi timoroso di leggere una reazione omicida negli occhi della moglie.

«Oh, Ly. Non mi avevi detto che eri un fan di queste cose» Disse alquanto divertita, afferrando tra le mani la confezione di perizomi commestibili.

Solo in quel momento Lysander notò che la bocca della moglie era sporca di succo.

«Hai mangiato qualcosa mentre ero via?»

Lily annuì, indicando poi una bottiglia arancione ai piedi del letto.

«Visto che non arrivavi più sono scesa in cucina e ho preso del succo di zucca. Per caso non l’avevi trovato, prima?»

E Lysander Scamandro cadde con un tonfo sordo sul pavimento.

 

 

 

 

 

 

N/a

No comment su quello che avete letto. Se siete arrivati fin qui mi inchino ai vostri piedi! XD

Seriamente, non ho niente da dire. È una cosina, scritta più per divertimento che per altro, che è riuscita persino ad arrivare quarta ad un contest (e qui ancora non ci posso credere). Quindi ringrazio sinceramente Only_me per il giudizio super positivo.

La fic è dedicata interamente alla MUSA, ossia la che mi sosteneva mentre scrivevo e che darà una sua personale interpretazione al motivo per cui Al e Sis se ne stavano insieme a notte fonda nei quartieri di Londra.

Beh, che dire? Se lascerete un commento avrete ancora più coraggio. J

Cà

 

   
 
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