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Autore: Novelist Nemesi    13/04/2010    3 recensioni
Non era la pioggia. Non era il ticchettio dell’orologio. Non era la stanza spoglia. Non erano gli altri. Nessuno aveva colpa del fatto che lui avesse quel viso pallido e segnato da due righe nette che scendevano sulle guance. Era solo temuto da molti, rispettato da alcuni. Odiato? Qualcuno che portava rancore c’era. Il suo nome faceva in fretta a circolare e restare nelle menti. Ulquiorra Schiffer. Altisonante, vero?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Schiffer Ulquiorra, Un pò tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I

Non era la pioggia. Non era il ticchettio dell’orologio. Non era la stanza spoglia. Non erano gli altri.
Nessuno aveva colpa del fatto che lui avesse quel viso pallido e segnato da due righe nette che scendevano sulle guance. Era solo temuto da molti, rispettato da alcuni.
Odiato? Qualcuno che portava rancore c’era. Alcuni non si facevano scrupoli a mostrarlo. Ogni occasione era buona per attaccarlo. Altri restavano in silenzio, col buon senso di non complicare le cose.
Anche perché qualunque attacco, frecciatina, avessero mandato, lui, impassibile, avrebbe risposto con frasi semplici e dirette, che chiudevano seduta stante la conversazione.
Era anche invidiato per il fatto che il capo lo guardasse con occhi diversi. Lui era speciale. Il suo pupillo. Quei sentimenti erano così stupidi, secondo lui, che neanche valeva la pena di riderci sopra.
Il suo operato era sempre stato eccellente. Sempre rispettoso nei confronti dei superiori, sempre tranquillo, per i fatti suoi. Agiva solo se c’erano ordini, altrimenti restava nella sua stanza a sorseggiare tè o a camminare senza meta. Il capo ordinava, lui eseguiva, anche se a volte non era d’accordo.
Per esempio, non gli piaceva affatto la persona che gli avevano affiancato per andare a Karakura. Troppo grande e spaccone. Ma anche quella volta stette zitto, mantenendo i nervi saldi. La tentazione di riempirlo di pugni, quando il suo compare aveva esagerato quella volta, era forte. Ma si accontentò di un pugno sulla pancia, che lo fece indietreggiare.
Il suo nome faceva in fretta a circolare e restare nelle menti.
Ulquiorra Schiffer.*
Altisonante, vero?
« Ulquiorra. »
Posò con calma il bicchiere mezzo pieno di tè, sbuffando di nascosto. Perché nessuno aveva ancora imparato a bussare?
« Aizen ti vuole. Sbrigati. »
Ogni cosa che doveva fare, ogni ordine, aveva come conclusione “sbrigati”. Era pronto a giurare che un giorno gli avrebbero persino ordinato di andare a pisciare con un “Ulquiorra, se vai in bagno sbrigati”. Oppure sarebbero stati capaci di entrare apposta nella sua stanza per dirgli solamente “Ulquiorra, stai bevendo il tè? Okay, ma sbrigati”.
L’unico che non gli diceva mai di sbrigarsi era Aizen, il suo diretto superiore. O meglio, non lo diceva esplicitamente. Lui era un tipo affabile e che sapeva come parlare. Invece di dire “sbrigati”, era solito dire “Su, coraggio”. E diceva sempre “Puoi andare”, non “vai”. Pensava forse che, usando dei sinonimi più dolci, avrebbe tenuto buoni i propri sottoposti? Con qualcuno forse funzionava, ma non con Ulquiorra. Egli aveva scelto liberamente di obbedire e portare rispetto ad Aizen. Non aveva bisogno di trattamenti di cortesia.
« Sono qui, Aizen. »
« Eccoti. » sorridente, come sempre, seduto in maniera composta sul suo trono sopraelevato.
Guardare la gente dall’alto al basso. Che sensazione si provava nella pratica? Un conto è solo sentirsi superiore, un altro è dimostrarlo anche nei piccoli gesti quotidiani. Aizen non faceva grandi cose, nei combattimenti scendeva in campo direttamente solo se necessario – quasi mai -. Eppure, bastava vederlo seduto là sopra per far inchinare tutti quanti e dire all’unisono “Sì, signore”.
In quello erano un po’ simili. Anche Ulquiorra si sentiva superiore a molte persone. Non lo dava a vedere, e quelle poche volte che lo faceva apostrofava il malcapitato di turno come spazzatura, rifiuto, essere inutile. Però non sentiva il bisogno di accomodarsi su una poltrona così alta.
« In tutta franchezza, Ulquiorra… Yami non ti va a genio? »
« Un Espada merita comunque rispetto, indipendentemente dal numero a cui appartiene. » disse subito.
« Allora come mai l’hai trattato in modo così freddo l’ultima volta? »
« Semplicemente non aveva ben chiaro gli ordini da eseguire. »
Aizen sospirò con un sorriso. « Ho capito. Non ti preoccupare. Ho una nuova missione per te, e stavolta andrai da solo. O preferisci trovarti qualcuno con cui andare? » non ci fu risposta « Allora, Ulquiorra. Siamo a corto di uomini. Grimmjow, con quella sua ultima scenata, ha fatto perdere in un colpo solo cinque Arrancar, e lui stesso è stato tolto dal gruppo degli Espada. Ci servono nuove persone. Ho già mandato diverse squadre sparse per tutto il Giappone a cercare qualche Hollow potente con cui formare nuovi Arrancar. Tu andrai da un’altra parte, a cercare altri potenziali. E non solo Hollow. »
« Non solo Hollow? Quindi… Anche esseri umani? »
« La missione con Yami non è stata un totale fallimento. » sorrise e continuò il discorso « Ad esempio, quella femmina che guariva le persone… Hai notato anche tu che ha un potere particolare. Farebbe comodo avere persone come lei nella nostra schiera. E ho potuto notare che ci sono diversi altri umani con un forte potere spirituale. In tal caso, sarebbe possibile testare ancora l’Hougyoku e far nascere esseri straordinari. »
« Aizen… Una procedura del genere su degli esseri umani… »
« Non c’è problema. Anzi, più forte è il loro potere spirituale, meglio è. »
Ulquiorra si disse che non c’era più altro da dire, o provare ad obiettare. Inchinò leggermente il capo e disse « D’accordo. Farò come chiedi. »
« Molto bene. Puoi andare adesso. Ti farà avere presto tutti i dettagli della missione. Non ucciderai nessuno, e farai rapporto ogni due settimane. anche se gli umani non possono vederci, stai ben attento a questi casi particolari. Conto su di te, Ulquiorra. »
« Sì, signore. » si congedò, con passo lieve. Fissò per un po’ il pavimento lucido, mentre infilava le mani in tasca come suo solito. Dove l’avrebbe mandato Aizen? E una volta trovati questi nuovi potenziali?
Lasciò perdere quelle considerazioni. Non erano affari suoi, non facevano parte degli ordini.
Passò per caso davanti a una porta aperta, che mostrava una stanza poco meno spoglia della sua. Seduto davanti a un kotatsu* c’era un ragazzo imbronciato, dai capelli azzurri e una mandibola che gli copriva la guancia destra come una maschera. Occhi dello stesso colore dei capelli, ma pieni di rabbia. Un giacchetto bianco corto e sbottonato, che mostrava un petto nudo e una parte bassa della schiena che mostrava una grossa cicatrice. Una volta c’era il numero 6. E una volta quel ragazzo aveva anche il braccio sinistro. L’agire di testa sua è stato davvero fatale.
Ulquiorra non restò troppo tempo a osservarlo, si voltò subito, riprendendo il cammino. Ma venne fermato da una voce ringhiosa.
« Quando la smetterai di farti i cazzi degli altri, eh, Ulquiorra? »
Lui fece un passo indietro, per incrociare lo sguardo con quegli occhi di ghiaccio.
« Credo che se tu continui a lasciare la porta della tua stanza aperta tutti continueranno a farsi i cazzi tuoi, Grimmjow. »
Sbuffò. « Ho sentito che Aizen ti ha affidato una nuova missione. »
« Non solo a me. »
« E dove te ne vai? »
« Non credo che la cosa ti riguardi. »
« Così come camera mia non ti riguarda. »
« Cercherò di non passare più davanti la tua camera quando la porta è aperta. Soddisfatto? »
Grimmjow sbuffò ancora, più rabbioso che mai. « Vattene. E sbrigati. »
« Come desideri. » rispose Ulquiorra tornando sui suoi passi. Aveva altro a cui pensare.
Doveva andare nel mondo degli umani. Aizen gli comunicò che la sua meta sarebbe stata Seattle.

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* Dopo mesi ho capito che Ulquiorra Schiffer si pronuncia Alchiorra Cifer. Non male. xD Ah, eccoci qua! Bleach! Una serie che mi sta appassionando moltissimo e, come avrete potuto immaginare, sono stata subito colpita dal fascino di Ulquiorra Schiffer!
Visto che a Tite Kubo pare piacere proprio tanto lo spagnolo, bè, cimentiamoci anche noi, no? Che poi giovedì vado a Madrid e sarà un’occasione unica per avere molta più ispirazione!
Ebbene sì, da giovedì fino a lunedì sono in Spagna, quindi per quei giorni non posterò… Ma sono sicura che tornerò con molta più carica di prima!
Tornando alla storia, che ve ne pare del primo capitolo? Ho approfittato un po’ per mettere una mia visione di Ulquiorra e dell’Hueco Mundo –ovvio, se no che fan fiction sarebbe?!- ma spero di non aver esagerato con le mie fantasie.
Spero che vi piaccia e, mi raccomando, recensite che voglio sentire i vostri pareri così da potermi migliorare!

Neme.

  
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