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Autore: eleanor89    13/04/2010    4 recensioni
«È lo Specchio delle Brame... A quel che ho capito è uno specchio che mostra i desideri. C'è anche scritto sopra, al contrario, mostra ciò che c'è nel cuore o qualcosa del genere.» spiegò nervosamente quest'ultimo.
Sirius scoppiò in una risata nervosa, guardando prima l'uno e poi l'altro. Poi tornò a fissare lo specchio, facendo qualche passo avanti per poter rivedere l'immagine.
«Beh, allora con me è sbagliato, ovvio. Come potrei volere...»
Le braccia di sua madre in quel momento lo circondarono in un abbraccio affettuoso [...]"

Una sera come tante altre, Sirius si rende conto che l'orgoglio può rendere il cuore muto, ma non può cancellare ciò che esso vuole.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Riflesso sbagliato.




«Dai, corri!» esclamò James tirandolo per il mantello.

I due si precipitarono nella stanza dove Remus stava esaminando un grande specchio.
«Eccomi! Allora, qual'è la roba favolosa?» domandò Sirius.
«Specchiati.» ordinò il migliore amico con un sorriso eccitato.
Sirius lo guardò come se fosse impazzito, poi fece spallucce e ubbidì.
Dapprima vide soltanto se stesso, com'era ovvio che fosse, poi improvvisamente alle sue spalle comparve sua madre. Terrorizzato all'idea della megera lì a Hogwarts guardò indietro, ma non vide nessuno, esclusi i due amici. Tornò a guardare lo specchio e scoprì che lei gli stava poggiando le mani sulle spalle: aveva i capelli sciolti invece che la solita pettinatura rigida e un sorriso che non le aveva mai visto in volto.
Sobbalzò, facendo diversi passi indietro.
«Che diavolo di scherzo idiota è?» sbottò, sconcertato.
James lo guardò allibito, non era certamente questo che si aspettava.
«Perché? Cosa vedi?»
«Mia madre che mi mette gli artigli sulle spalle! Anche se sembra... diversa, in qualche modo. Normale.» rispose lui, sottolineando le sue parole con una smorfia disgustata. Remus si voltò a guardarlo a bocca aperta e James gli parve addolorato.
«È lo Specchio delle Brame... A quel che ho capito è uno specchio che mostra i desideri. C'è anche scritto sopra, al contrario, mostra ciò che c'è nel cuore o qualcosa del genere.» spiegò nervosamente quest'ultimo.
Sirius scoppiò in una risata nervosa, guardando prima l'uno e poi l'altro. Poi tornò a fissare lo specchio, facendo qualche passo avanti per poter rivedere l'immagine.
«Beh, allora con me è sbagliato, ovvio. Come potrei volere...»
Le braccia di sua madre in quel momento lo circondarono in un abbraccio affettuoso, uno come quelli che gli aveva dato la signora Potter quando era fuggito a casa loro. Walburga Black sembrava più giovane con quell'aria finalmente rilassata, e c'era una certa somiglianza con Andromeda, la sua cugina preferita, ora che era emersa la sua espressione più dolce. Il Sirius riflesso sorrideva, sfiorando le braccia di sua madre e poggiando la nuca contro il suo petto per godersi meglio l'abbraccio. E alle loro spalle Orion Black sorrideva, e suo fratello Regulus faceva lo stesso accanto a lui, insieme a James, Remus e Peter: tutti lo guardavano con amore, orgoglio.
Sirius allungò una mano con incertezza, sfiorando la superficie dello specchio che gli stava spezzando il cuore, e sentì le lacrime montare crudeli. Si portò bruscamente una mano su una guancia per frenare la caduta della prima e si voltò così bruscamente che James saltò indietro, prima di dirigersi a grandi falcate alla porta.
«Sir...» cominciò James.
«Voglio stare solo!» latrò lui, sparendo lungo il corridoio, «Fatevi un giro!»
James si voltò lentamente verso Remus, con la bocca aperta e una smorfia di dolore e sorpresa sul viso. Remus, nella medesima condizione, chinò il capo.

Entrando nella loro stanza trovarono Sirius seduto sul proprio letto, leggendo o fingendo di farlo vista la scarsa luce, e Peter che faceva lo stesso ma con il libro capovolto e pallido in viso. Sirius l'aveva scacciato appena tornato dentro e poi mezz'ora dopo l'aveva chiamato cupamente per permettergli di rientrare mentre lui sistemava le proprie cose che aveva evidentemente scagliato in giro per la stanza.
Sirius alzò lo sguardo e li fissò di sbieco: «Non voglio parlare di quello che è successo oggi. Mai.»
«Va bene.» acconsentì subito James.
«Mai.» concordò Remus, afflitto.
Peter guardò James interrogativamente e l'altro gli rispose con un cenno della testa che rinviava il discorso a un momento migliore.
Quando scesero a cena Sirius si unì a loro, ma era d'umore così scontroso e taciturno che nessun Gryffindor osò rivolgergli la parola, specialmente dal momento in cui prese posto distanziandosi dai Malandrini. Lily Evans, non trovando altro posto libero, fu costretta a sedersi accanto a James e non ne parve per nulla felice ma allo stesso tempo incuriosita: il suo seccatore personale la degnò a malapena del saluto, depresso com'era.
«Non ho mai visto Sirius così anche con te.» osservò Peter rivolto al suo amico. Remus sospirò.
«Non farglielo notare, è peggio.»
«Litigato?» domandò Lily, rivolgendosi a Remus, che scosse la testa.
«No, è solo... di cattivo umore, diciamo.»
Lily ricordò che quel giorno a lezione e a pranzo Black le era parso fastidioso ed euforico come sempre, perciò doveva essere accaduto qualcosa. Non si impicciava negli affari altrui di solito, ma in sette anni Potter non era mai apparso così colpevole e il suo inseparabile migliore amico così malinconico e lontano dagli altri.
Così, quando Black si alzò nel bel mezzo della cena, altro segnale allarmante, lei finse di aver dimenticato qualcosa e lo seguì, ancora più preoccupata dal fatto che Potter non richiamasse la sua attenzione; quasi le mancava la sua voce irritante.
Fu abbastanza silenziosa da non farsi scoprire, tanto più che lui era perso nei suoi pensieri, e così Sirius la guidò sino alla stanza dello specchio.
Sirius non poteva accettare che quello fosse il suo sogno, anche se in cuor suo l'aveva sempre saputo, eppure voleva accertarsene di nuovo coi proprio occhi e magari rompere lo specchio. O almeno così si ripeteva, mentre fissava avidamente l'immagine di sua madre che lo coccolava come per riempirsene gli occhi.
«Cos'è questo specchio?» domandò Lily, facendolo sobbalzare.
«Che ci fai qui?» ringhiò lui.
«Ti ho seguito.» rispose semplicemente la Caposcuola, lasciandolo di stucco e guardando nello specchio. Sirius si scostò e lei cercò di capire cos'avesse da guardare tanto, «Ti sei davvero innamorato di te ste-» e tacque, incredula, alla vista di lei e James Potter che si abbracciavano e quasi danzavano, per poi guardarsi con un amore che la fece arrossire violentemente. Spalancò gli occhi alla vista di Petunia e della sua famiglia che le stavano vicini con un sorriso orgoglioso, e poi di Remus, Black e Pettigrew che arrivavano accanto a lei e James e facevano gruppetto come se lei fosse una di loro, con la stessa complicità e la stessa fiducia che tutti sapevano ci fosse tra quei quattro: arroganti e delinquenti in erba ma i migliori amici che si potessero avere, leali fino al midollo.
«Lo Specchio delle Brame, l'ha chiamato Remus, o qualcosa del genere. Mostra ciò che vorremmo. E ciò che vorrei io non... vorrei volerlo, diciamo.»
«Cosa vedi tu?» chiese lei in un soffio.
Sirius stava per mandarla al diavolo coi soliti modi bruschi, ma poi notò i suoi occhi lucidi. Qualunque cosa lei vedesse, non avrebbe voluto fosse riflessa come suo desiderio e questo lo spinse a parlare.
«La mia famiglia... solo che è meno “Black”. Non so se sai qualcosa a questo proposito...»
«Giusto delle voci. Vedi la tua famiglia che ti ama e non vorresti sentirne il bisogno? Vorresti essere abbastanza forte da fregartene e fa male scoprire che in realtà desideri sentirti al sicuro come tutti, amato come tutti?» sussurrò Lily.
Sirius la guardò incredulo: «Come lo sai?»
«Vedo anche io qualcosa di simile.» ammise lei, asciugandosi gli occhi, «Anche se non potrò mai averlo.»
«E perché no? Forse non ci ameranno loro ma potremo essere amati comunque.» ribatté lui, vagamente intento a consolarla.
«E allora perché vediamo proprio loro?» domandò Lily, «E perché io vedo anche...» ammutolì. Non poteva certo dirlo a Black. «Aspetta...» cominciò, assottigliando lo sguardo per pensare e cercando di non guardare Petunia che sorrideva, «Ho sentito parlare di uno specchio simile... Doveva essere in un libro, non ricordo quale! Molta gente ci si è persa dentro, fissando le immagini fino a impazzire, sapendo di non poterle raggiungere! Sirius, dobbiamo uscire di qui e non tornarci più!»
«Mi hai chiamato Sirius?» le fece notare lui, poco colpito dal resto.
«Ho sbagliato, Black.» borbottò la ragazza, «Usciamo però. Ci farà soltanto male.»
«Va bene, tanto mi dà il voltastomaco che...» non terminò, seguendola in silenzio.
«E poi hai ragione.» proseguì Lily una volta fuori, «Bisogna concentrarsi su quello che possiamo ottenere e cercare di realizzare ciò che vediamo per quanto possibile, per il resto possiamo benissimo accontentarci dell'amore che già abbiamo. Del resto siamo già più che fortunati, i miei genitori sono fieri di me e tu hai Potter, Pettigrew e Remus che non ti lasciano mai.»
«L'ho detto io questo?» domandò lui sorpreso, «Voglio dire... Certo che ho ragione!»
Si fermarono in corridoio, improvvisamente a disagio. Si erano resi conto di essere Evans e Black e di non aver mai avuto un rapporto amichevole prima di allora.
«Certo che... ci ha proprio sconvolti questa storia.» commentò infine Lily, imbronciata.
«Perché mi hai seguito?» chiese lui a bruciapelo. Lei arrossì nuovamente, ricordando il James dello specchio.
«Potter era strano, tu eri strano... Non potevo far finta di niente e magari svegliarmi tra le macerie della torre.»
Sirius scoppiò a ridere, annuendo. «Spirito di Caposcuola, quindi! E io che pensavo fossi diventata pettegola come lo era la Jorkins!»
«Oh, sta zitto!» sbottò lei, arrossendo maggiormente.
«Merlino!» esclamò Sirius all'improvviso, «James ti ha visto venire via con me?»
«E io che accidenti ne so, Black?»
«Quanto sei dolce, Evans... Mi conviene tornare a cena prima che cominci a sospettare che ho una tresca con te...» lei fece per aprire bocca, contrariata, ma lui l'anticipò, «Tanto più che c'erano anche loro in quel maledetto specchio e mi conviene tenermeli stretti, no?»
«Black...» mormorò lei.
«Anche tu tieniti stretto quello che hai visto, Evans. E non parliamone mai più, d'accordo?»
«D'accordo.» si affrettò a dire, «Non ci siamo incontrati. A domani, Black, buonanotte.» lo salutò lei, dirigendosi in direzione opposta.
«Buonanotte, Caposcuola Evans.» la salutò lui, infilando le mani in tasca per tornare in Sala Grande.
Quando giunse lì trovo che gli altri tre avevano mollato la cena prima del dolce e stavano per varcare il portone, scuri in viso.
«Sirius!» si illuminò James, vedendolo sorridere.
«Ehi, Prongs. Torniamo dentro, voglio la torta.»
«Certo!» sorrise l'amico, gettandogli un braccio intorno alle spalle allegramente. Anche Remus e Peter sorrisero, seguendoli a qualche passo di distanza.
Sirius era circondato, e pensò che non poteva davvero desiderare di stare meglio di così.
In fondo, se voleva le coccole, gli bastava trasformarsi in cane.

«Oh, la miseria! La Evans era seduta accanto a me e non ho neanche provato a parlarci! Voglio morire!»








Scritta stasera stessa di getto e se non la pubblico ora non lo farò mai.
La Jorkins sarebbe Bertha Jorkins, che Sirius descrive come un anno avanti al loro e tremendamente impicciona.
Pettigrew è il cognome inglese di Peter per chi non lo sapesse. E teneva il libro capovolto perché terrorizzato, se non si capisce!
Non ha senso, è una one-shot che non significa molto, anche breve, ma volevo tantissimo descrivere Sirius davanti allo Specchio delle Brame con una Walburga madre affettuosa e la famiglia attorno a sé, compreso Regulus strategicamente al suo fianco come James.
Doveva finire in camera loro, ma poi non ho avuto cuore di lasciarlo così e Lily si è scritta da sola, con tutta la sua curiosità, ritrosia, buon cuore e il dovuto imbarazzo.
Per la cronaca Sirius non entrerà più là dentro perché per lui è una debolezza inammissibile, e comunque prima o poi racconterà a James come sono andate le cose, dato che gli altri gli hanno lasciato tutto il tempo per smaltire il colpo. Lily tornerà almeno una volta per rivedersi con James e decidere se dargli la possibilità o meno di uscire con lei.
Oh, la miseria!” ← odio Ron, ma quando Harry lo vede sotto il Loro Albero a raccontar loro della sua prima partita di Quidditch andata alla grande e scompigliarsi i capelli, pensa che gli ricorda suo padre. E io ho pensato di dare un piccolo connotato di Ron a James.
E niente, grazie a chi legge a chi recensisce!
   
 
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