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Autore: Slayer87    15/04/2010    1 recensioni
I successivi incontri furono soltanto secondi, minuti al massimo, rubati ai giorni intesi dell’addestramento. Quella prima notte fu un piccolo sogno rubato alla realtà dei fatti.
Genere: Generale, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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Titolo: Hattin
Autore: Slayer87
Fandom: Original (esatto, e se mi rubi i personaggi userò il cacciavite sonico del Dottore per cacciavitarti)
WordCount: 2030 (fdp)
Avvertimenti: slash
Rating: pg15
Note: scritta per il F3.U.C.K.S. Fest di Fanfic Italia. È la prima original storica che scrivo, e spero sia venuta decente. A voi il giudizio.

Hattin

Hattin, 04 luglio 1187

La Città Santa è caduta. Gli infedeli impiegheranno qualche settimana a giungere fino a Gerusalemme, ma è solo questione di tempo, adesso.
Saladino è riuscito lì dove tanti avevano fallito, riappropriandosi della terra che con tante difficoltà avevamo strappato ai fedeli di Maometto quasi cent'anni or sono. Se conosco abbastanza bene i giochi di potere in Outremer presto partirà una nuova Crociata; non so a quanto servirà, in realtà. Gli errori che abbiamo compiuto in questi ultimi mesi hanno condizionato troppo gli eventi che verranno, e solo con un miracolo potremo riprendere il controllo di tutta la Terra Santa. Probabilmente non la riprenderemo più, anche se ci vorranno molti anni perché ciò succeda. Guido di Lusignano – sia maledetto lui e tutta la sua stirpe - ha rovinato l'accorta politica di Baldovino IV: avremmo potuto convivere, forse, su queste terre se lui e i suoi non avessero deciso che dovevamo eliminare la presenza degli Infedeli a qualsiasi costo. Ormai eravamo veramente ad un passo dal convincere Saladino alla resa, ma non è stato sufficiente. Nella battaglia di oggi, decisa male e combattuta peggio, sono morti più di 16000 Cristiani, almeno secondo le stime degli Infedeli, e dei superstiti non so quanti effettivamente riusciranno a salvarsi, contando il deserto e tutti i problemi correlati ad esso. Spero che qualcuno dei miei compagni d'armi sia scampato al massacro, ma ora non posso fermarmi a piangere e pregare per le anime dei mie confratelli.
Ho poco tempo per scriverti, un comandante del Saladino è venuto a dirmi di prepararmi. Niente che non sapessi di già: i Cavalieri non vengono mai riscattati. Se noi veniamo catturati, veniamo giustiziati appena possibile. L'unica cosa che mi dispiace è che, dopo tutto questo tempo, avevo quasi iniziato a pensare di riuscire ad arrivare alla fine dei miei giorni senza una spada in mano. Ho solo poche ore a disposizione e questa pergamena da riempire con i miei ultimi pensieri. Non so se qualcuno mai la leggerà, ma non importa.
Serve a me, per dire Addio a te e tanto mi basta.
Mi sono arruolato nell'Ordine dei Poveri Compagni d'armi di Cristo e del Tempio di Salomone subito dopo la battaglia di Montgisard, spronato dalla decisiva vittoria che avevamo ottenuto in quel frangente e animato dalla fede. Come ben sai sono il figlio mediano di una famiglia francese della Provenza, il nome interessa a poco e oltretutto non vorrei mai far cadere i miei parenti in disgrazia, e da sempre ho saputo che avrei dovuto darmi alla carriera militare. Ho un fratello maggiore, colui che erediterà i possedimenti di mio padre, e tre sorelle più piccole, che ormai adesso saranno donne maritate e con figli. Mio padre voleva che prestassi servizio nell'esercito del sovrano di Francia Filippo II, ma prima che potesse convincermi sui benefici del far parte dell'Esercito Reale, arrivò nella nostra tenuta un piccolo gruppo di Cavalieri Templari, in patria per sbrigare alcune faccende dell'Ordine e per reclutare nuove truppe. Ricordo che al tempo rimasi subito affascinato da queste figure carismatiche e così indipendenti. Quasi rido, adesso, al pensiero di quanto poco sapessi di quello che mi aspettava negli anni a venire.
Ero stato addestrato per la vita militare, per cui non ebbi vere difficoltà a farmi accettare da quel punto di vista. Rimasi alcuni mesi nella Commenda in Francia, per imparare le regole monastiche che facevano parte della vita di ogni Templare, e con quelle ebbi qualche difficoltà in più. Non ero mai stato molto avvezzo alle rigide regole della Chiesa, ma pensavo che una volta stati in Outremer quest'ultime si sarebbero allentate: era impossibile che in tempo di guerra facessero seguire quei rigidi dettami di vita monastica.
La realtà dei fatti mi diede ragione: in Terrasanta si era molto più flessibili, e fu proprio un paio di mesi dopo il mio arrivo che ti conobbi. Ti avevano assegnato come sergente ai miei ordini, e tu eri così sperduto in quel posto che mi facesti subito tenerezza. Ti presi sotto la mia ala protettrice, insegnandoti i fondamenti delle tecniche militari e portandoti fuori solo per le missioni meno rischiose. Sono sempre stato più uomo d'azione che di pensiero, e raramente mi domandavo la motivazione del mio interesse per te. Eri appena un ragazzino, e sapevo per esperienza come ci si sentiva in un posto sconosciuto e dove ci sono in gioco forze più grandi di te. Pensavo che il mio fosse semplice istinto protettivo, come quello che si potrebbe provare per un fratello più piccolo, e fu solo dopo diverso tempo che mi accorsi di quello che realmente provavo nei tuoi confronti.
So che tu pensi che io ci abbia messo tanto a dichiararmi perché non volevo ammettere di essere un sodomita, ma in realtà non era quello a preoccuparmi, e neanche cosa avessero potuto farmi in caso ci avessero scoperti. Forse tu, da sergente, non avevi accesso a certe informazioni, ma io ero a conoscenza di almeno tre o quattro tresche all'interno della nostra Commenda, così come il Comandante, ma nessuno faceva nulla, a meno di casi particolari, perché dopo un po' di tempo tutti cercavano un modo per distrarsi. Sono un Cristiano fedele, tu lo sai bene, ma sai anche che facendo parte dell'Ordine si viene a conoscenza di un certo tipo di informazioni, e per quanto queste, da un lato, rendano la tua fede più grande, dall'altra ti permettono di prenderti certe libertà impossibili a chi non sa.
Noi Templari sappiamo che Dio è Amore, in qualunque forma esso sia, e che quindi non c'è nulla di cui vergognarsi nell'amare una persona del proprio sesso.
I nostri superiori ci insegnano che prima della Rivelazione del Cristo altre culture avevano capito molte altre cose, sulla scienza, l'architettura, la filosofia e la religione che noi abbiamo perso per strada, e che non tutto, nella Bibbia, è da prendere alla lettera.
In realtà, non te l'ho mai detto, non mi dichiaravo perché non volevo metterti in pericolo.
Riesco a immaginare il tuo volto a questa mia affermazione e si, lo so che è una motivazione stupida, e che tu eri già in pericolo per il solo fatto di essere in Terra Santa, ma credevo che una relazione con me ti avrebbe ucciso. Forse avevo solo paura, e forse solo adesso, che sto per morire, posso vedere le cose con chiarezza.
Comunque, alla fine i miei tentativi di tenerti all'oscuro dei miei sentimenti furono vani, come ben sai: quella missione, che doveva essere insignificante, si trasformò in una piccola tragedia in cui ben quattro sergenti furono uccisi e io allora temetti veramente di averti perso.
Rammento vivamente, come se fosse ieri, quando ti vidi steso sul quel letto dell'infermeria, con il volto pallido ed emaciato, ma vivo. Credo di aver dato spettacolo quel giorno: non volevo lasciarti, e mi feci rimproverare dal Comandante, ma fu buono con me, e sono ancora convinto che avesse capito fin troppo bene cosa era successo.
Quando, dopo alcuni giorni, ti dimisero, io non persi tempo. Organizzai una missione in fretta e furia e ti portai con me. Ricordo gli occhi sgranati degli altri sergenti quando ti feci salire sul mio cavallo, per non farti stancare, e la risposta lapidaria che diedi a quel temerario che aveva osato dire che una cosa del genere era scandalosa per un Cavaliere. Semplicemente gli feci vedere il nostro sigillo, quello in cui due cavalieri usano lo stesso cavallo, e con quello lo zittì.
Ti portai con me nell'oasi che avevo scoperto tempo prima facendo un'esplorazione e lì mi presi cura di te. Non mi vergogno di dire che quei pochi giorni furono i miei più felici in Outremer. Il nostro primo bacio avvenne lì, mentre ti facevo smontare da cavallo per condurti nella tenda che , la notte prima, avevo preparato per noi due. Tu avevi gli occhi sgranati e non riuscivi a credere a quello che stavi vedendo ed eri semplicemente troppo bello per chiunque fosse umano. Appoggiai le mie labbra sulle tue e così facendo segnai la mia fine. Da quel momento non prestai più attenzione a quello che succedeva intorno a me, come ogni buon Templare dovrebbe sempre fare, e persi del tutto il contatto con la realtà. Il mio unico pensiero, l’unica cosa su cui riuscì a focalizzare la mia attenzione, eri tu. Tu ti aggrappasti alle mie spalle, come se stessi perdendo l’equilibrio, e io non trovai altro modo di replicare che spingere la tua bocca ad aprirsi sotto il mio dolce, tenero, assalto. Ti condussi piano verso la tenda e ti feci entrare, avendo cura di legare i cavalli perché non scappassero (ancora adesso mi chiedo da dove sia venuto quell’attimo di lucidità), prima di entrare a mia volta. Per quanto mi riguardava, da quel momento avrebbe potuto attaccare anche il Saladino in persona, e per me non avrebbe fatto differenza. Ora eravamo soli e finalmente potevo averti. Mi sembrava di aver addosso il Fuoco Greco da quanto ti desideravo, e non sarei riuscito ad aspettare un minuto di più. Ti feci sdraiare sul terreno, non smettendo per un attimo di baciarti. Il tuo sapore era quanto di più buono mai avessi assaggiato, e si che, essendo Francese, di delizie ne avevo assaporate in vita mia.
Mi stesi di fianco a te, accarezzandoti il corpo al di sopra degli ingombranti vestiti che portavamo, e se penso intensamente a quel momento, ricordo come tremavi, perché volevi quello che stava per succedere quanto me, ma avevi paura. Mi fasempre sorridere il modo in cui tu, a parole, eri sempre pronto a metterti contro i dogmi che fin da piccoli ci insegnavano, salvo poi ritirarti all’atto pratico per paura delle conseguenze. Non era ipocrisia, come molti sostenevano, era solo legittimo e più che comprensibile timore di Dio. Ma ti insegnai, con la pratica, che nulla di quello che avveniva fra due persone che si amavano era estraneo al Signore. Durante quella notte ti parlai di come avveniva l’iniziazione a Cavaliere, e di cosa esattamente questa comportasse. In questa sede non posso dilungarmi oltre su quelli che sono i segreti del Tempio, e quindi mi limito a dire che quando ti calmasti al punto da spingermi a proseguire, ricordo che ti presi tra le braccia prima di continuare con il nostro folle atto d’amore. Mi piacerebbe proseguire con la descrizione di quella notte, ma non mi è concesso sapere quali mani attraverserà questa lettera, se mai sarà spedita, e non voglio metterti in pericolo, nemmeno per rievocare i ricordi tra di noi.
I successivi incontri furono soltanto secondi, minuti al massimo, rubati ai giorni intesi dell’addestramento. Quella prima notte fu un piccolo sogno rubato alla realtà dei fatti.
Alla fine, dopo tutti questi anni passati assieme, entrambi sapevamo che, prima o poi, qualcosa o qualcuno sarebbe arrivato a separarci.
In questa maledetta battaglia noi eravamo la retroguardia, e più di una volta fummo costretti a fermarci sotto i continui attacchi del Saladino, il quale ha capito benissimo l'importanza dei Templari. Siamo la colonna vertebrale dell'Esercito Cristiano, ed è bastato annientare noi per costringere l'intera formazione alla resa. Io e gran parte dei miei compagni d'armi avevamo capito che quella era la fine solo guardando il terreno di battaglia, ma in nome della fedeltà all'Ordine non abbiamo fiatato, eseguendo gli ordini impartiti.
Prima di partire all'attacco mi girai verso di te e ti baciai, incurante delle espressioni scandalizzate dei miei commilitoni. Se dovevo morire, non volevo farlo senza prima averti baciato. Ti ordinai, in quanto tuo diretto superiore, di allontanarti da quel luogo di morte, e tu, con le lacrime agli occhi, obbedisti. Penso sia stata la prima volta che tu mi abbia obbedito alla lettera.
Pensavo davvero di morire in battaglia. In un certo senso l'avrei preferito a tutto questo. Oramai manca veramente poco alla mia esecuzione, e spero solamente che tu sia in salvo. Spero tu abbia trovato la pergamena che ti ho fatto scivolare nella bisaccia, e che tu segua quelle istruzioni. Vai avanti, mio adorato, e vivi per me.
E ora, mi spiace, ma devo andare. Ricordarti sempre di me, e che ovunque tu sarai io sarò con te. Deus volt.

Non nobis Domine, non nobis sed nomine tuo da gloriam.


The End

 

Le pagine da cui ho attinto informazioni per scrivere questa storia sono:

http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Hattin
http://it.wikipedia.org/wiki/Guido_di_Lusignano
http://it.wikipedia.org/wiki/Terza_crociata
http://it.wikipedia.org/wiki/Cavalieri_Templari
http://it.wikipedia.org/wiki/Ordini_religiosi_cavallereschi
http://it.wikipedia.org/wiki/Crociata

   
 
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