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Autore: SummerRestlessness    15/04/2010    0 recensioni
Lena è...semplicemente non è tanto normale.
E' sclerotica e strana e spesso si perde nei propri pensieri mentre la vita le scorre davanti...ha qualche vizio, come riuscire ad innamorarsi di una persona che ha conosciuto 2 minuti prima...e ora ha un nuovo lavoro, in cui tutto è noioso e scontato come prevedeva, tranne un piccolo particolare...
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le tradizioni non si infrangono



Sono passati pochi giorni dalla nostra uscita tutti insieme e la vita e il lavoro continuano come al solito; Amanda mi “piace” sempre più, gli altri sono ok… tranne Lore che continua ad evitarmi. Forse pensa che se mi dicesse qualcosa in più di “Ciao” e “Buona serata” gli salterei addosso. Sei bello, sì, ma ancora non sono impazzita, santo cielo.

La nostra tradizione del bicchiere di spumante prima dell’apertura si è ormai consolidata, ma oggi, a metà mattinata mi ritrovo a pensare che ci sono giornate in cui bisognerebbe moltiplicare tradizioni del genere.

In poche ore ho avuto moltissime clienti e quasi tutte erano insopportabili. So che con l’alcool non si risolve niente, ma quei bicchieri sul bancone con dentro quel liquido fresco e frizzante sono troppo invitanti. Mi guardo attorno per accertarmi che non ci sia nessuno nei paraggi. A parte qualche cliente distratto il campo è libero: afferro un bicchiere e butto giù il suo contenuto in un sorso.

Faccio appena in tempo a togliermelo dalle labbra che da un angolo abbastanza vicino spunta Rachele, la manager, nonché responsabile del negozio. Istintivamente nascondo il bicchiere dietro la schiena e proprio in quel momento lei mi vede e si avvicina con uno dei suoi sorrisi falsi. Sono completamente nel panico, sono troppo lontana dal bancone per appoggiarci sopra il bicchiere e comunque lei mi sta guardando, quindi si accorgerebbe di ogni mia mossa. Quando mi saluta, ormai vicinissima, ho ancora il braccio dietro la schiena. E lo sguardo impietrito. “Ciao, Leda. Leda giusto?” mi dice velocemente, come se volesse liquidare la questione e passare a qualcosa di più importante del mio stupido nome. Annuisco. Leda va benissimo, in questo momento mi andrebbe bene anche Roberto, purché lei non mi scopra.

Prima di continuare, c’è bisogno di una piccola spiegazione. Rachele odia e disprezza più o meno tutti i commessi del negozio, ma se dovessi dire chi di noi odia di più…beh, sicuramente me. Non so perché, ma quando parla con me ha sempre un tono saccente ed uno sguardo di sufficienza che mi mettono a disagio più di quanto non lo sia di solito. Con gli altri si limita a farli sentire male, con me cerca di farmi sentire uno schifo. Ho già detto che sto spesso antipatica alle ragazze. Beh, Rachele non è più una ragazza, ma faccio lo stesso effetto anche a lei. Non c’è bisogno di dirvi chi sia la sua “preferita”, quella che strapazza di meno, insomma. D’altra parte, Rachele è bionda, e ho detto tutto.

Comunque, impietrita come sono (e come mi capita spesso di essere, ultimamente), inizio a sorbirmi una delle sue ramanzine a caso su come vadano trattate le clienti, non perché io abbia fatto qualcosa di male, ma semplicemente perché lei vorrebbe che io sbagliassi. Sto quasi per estrarre da dietro la schiena il bicchiere che sto nascondendo, solo per la voglia che ho di spaccarlo in testa a lei, quando sento un fruscio dietro di me e una mano delicata sulla mia che prende il bicchiere e lo porta via con sé. Giro un attimo lo sguardo e Lorenzo, che con nonchalance è passato dietro di me togliendomi di mano il bicchiere, mi fa l’occhiolino. Sorrido ed ora ascolto quell’arpia di Rachele. Con le farfalle nello stomaco.

Finita la tortura, Rachele alza i tacchi e se ne va ed io le faccio una linguaccia alle spalle, da vera persona matura. Sono quasi euforica, non so perché. Beh, Lore mi ha salvato da una situazione che rischiava di diventare… direi spiacevole, ma è un eufemismo. Sono sollevata, quindi; ma il fatto che sia stato proprio lui a salvarmi, questo dà un’altra luce alla cosa. Lui è il mio principe azzurro che sul suo destriero bianco è venuto a salvarmi dalla strega cattiva. E bionda.

Ok, Lena, stai davvero esagerando. Basta spumante alle 11 di mattina.

Vedo Matt poco distante e trotterello felice verso di lui che mi guarda sorpreso ed esclama: “Ehi! Cosa ti succede?”. Il che mi fa pensare che il pensiero che possa solamente essere una persona allegra non gli è neanche passato per la mente. Comunque, sfodero il mio migliore tono drammatico, preso in prestito dalla collezione di Amanda, e gli rispondo: “Maaaaaaaaaaaaa, tu non sai! Rachele…mi stava sgamando con un bicchiere in mano…” faccio una pausa per far montare la suspense e poi esclamo: “…vuoto!” e sorrido. Lui mi guarda sempre più sorpreso: “Ma no!” e io inizio a raccontargli di come Lore sia passato per salvarmi.

 Alla fine del mio racconto mi guarda annuendo e io gli chiedo: “Cosa…?”. “E secondo te lui era lì per caso…?” mi chiede. Rimango un attimo interdetta e poi rispondo: “Beh, sì, passava di lì, mi ha visto in difficoltà e…”. “Tsk tsk.” mi interrompe lui “Voi donne non capite proprio niente.”

Sbarro gli occhi ed esclamo: “Eh? Cosa vuoi dire?”. Lui mi guarda con aria di sufficienza e inizia: “Anche l’altra sera, fuori dal locale con quel tizio di cui mi hai raccontato… anche quello è stato un caso? Un po’ troppi casi, no?”. Lo guardo smarrita. Se non sono state coincidenze, allora…

Niente, devo essere proprio una donna, perché ancora non ci arrivo. Il mio sguardo perso deve essere eloquente, perché Matt continua: “Lui è sempre presente quando ti serve aiuto perché… controlla sempre se ti serve aiuto. Ti cerca sempre con lo sguardo, si assicura sempre che tu sia a posto. E oltretutto sa che disastro sei.”

Fingo di essere offesa dalla sua affermazione: “Ah, grazie.”. Ma non convinco nemmeno me stessa.

Senza fare caso a me, Matt continua: “Dai, si vede che gli piaci. Anche qui in negozio, ogni volta che lo vedo sta guardando te o cercando te. Questa non è una coincidenza, te l’assicuro.”.

Rimango a bocca aperta. Diciamo pure spalancata in modo poco signorile.

Questo spiegherebbe… No, questo non spiegherebbe proprio niente.

“Non si comporta come se gli piacessi. Anzi, sembra sempre che mi debba allontanare perché pensa di piacermi. Mentre io non gli piaccio. Non vuole illudermi, insomma.”

“Ah! Hai detto che lui non pensa di piacerti… non che SA che ti piace. Tutti gli altri se ne sono accorti. Beh, almeno io e Amy. Ma lui…ha troppa poca stima di sè per pensarlo.”

Cerco di fare una risata malefica e sarcastica al tempo stesso:

“Ahahah, certo, poca autostima, Lore…ahahha!”.

Matt mi guarda come se fossi pazza. Forse la risata malefica era troppo, così cerco di rimediare: “Oh, eppure sembra come ti dico io! Io pensavo che mi stesse per baciare quella sera, fuori dal locale. Ne sarei convinta al 100% se non dubitassi un po’ per via del fattore autostima-sotto-i-piedi che mi contraddistingue. Non riesco a convincermi che ad uno come lui possa piacere una come me. E infatti non mi ha baciata. Ta-dah! Prova lampante che non gli piaccio.”

“Uhm, è vero che sarebbe un po’ contorto.” ammette finalmente lui, aggiungendo perplesso: ”Rimane però il fatto che con te è protettivo all’estremo… e con le altre no… neanche con Kate…”

“Forse sa che io sono un caso…un tantino disperato e vuole giocare al supereroe.”

“Allora ammetti di essere un danno???” mi chiede lui malizioso.

“Non mi stai risolvendo niente, sai, Matt?” dico e gli sorrido. Lui alza le spalle e senza dire altro se ne va.

Ora sì che sono confusa. Dopo poco Matt si gira e mi dice: “Vai a parlargli, allora…” e scappa dalla mia visuale prima che io possa ricominciare a rompergli.

   
 
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