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Autore: SylverTrinity    16/04/2010    3 recensioni
Se un giorno qualcuno avesse detto che la Torre Bianca era crollata nessuno vi avrebbe creduto, ma oggi è una triste realtà. Il Reame di Esalea non esiste più, giace sotto le macerie della sua candida Torre, la Torre che rappresentava il Concilio della Magia delle Stelle del Mondo di Sotto...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA NASCITA DELLE STELLE

Se un giorno qualcuno avesse detto che la Torre Bianca era crollata nessuno vi avrebbe creduto, ma oggi è una triste realtà. Il Reame di Esalea non esiste più, giace sotto le macerie della sua candida Torre, la Torre che rappresentava il Concilio della Magia delle Stelle del Mondo di Sotto.

A Esalea, nelle Terre dell’Ovest, tra boschi e cascate, cresceva l’erba delle Stelle, una particolare pianta dalle foglie azzurre e dai fiori luminosi che sbocciavano le notti d’inverno. Tali fiori per alcuni popoli erano le Lacrime della Dea di Luce, per altri erano le Figlie della Luna, solo il popolo di Esalea le considerava le Stelle cadenti del Mondo di Sotto.
Tal Mondo, chiamato comunemente “di Sotto” era Aelase, il mondo delle Ninfe Nere, chiamate così per la loro somiglianza alle Ninfe. Erano creature snelle, leggiadre e silenziose che si muovevano eleganti e furtive. La loro pelle era del colore dell’ebano, avevano occhi luminosi di un viola tetro e remoto e le leggende dicevano che la notte salivano al cielo stendendo un velo scuro sull’azzurro.
Spesso erano figure usate per spaventare i bambini, si diceva che se non fossero stati nei loro letti prima che le Ninfe Nere avessero finito di stendere il telo, li avrebbero rapiti e portato nel Mondo di Sotto nell’eterno buio. In realtà nessuno credeva alla loro esistenza, non vi erano entrate per quel mondo, non vi erano reperti, non vi era nulla.

Esalea era un Reame stupendo per i suoi edifici candidi e allungati verso il cielo con forme affusolate e morbide, altrettanto slanciati erano i suoi abitanti, creature dalla pelle bianca, capelli bianchi e occhi di un azzurro remoto. Erano gli unici a credere nell’esistenza delle Ninfe Nere, ma nessuno li ascoltava e se lo faceva era per avere i loro servigi. Erano, difatti, gli unici a saper usare la Magia delle Stelle, Stelle che loro credevano si trovassero sotto terra.
Le notti allora erano illuminate esclusivamente dalla Luna e le Stelle erano astri che nessuno conosceva e di cui nessuno aveva narrato prima che nascesse Esalea.
Il popolo di Esalea sopportava, offriva i suoi servigi senza chiedere nulla, portando benefici e aiuti in quanto la loro Magia non aveva limiti, era come un flusso perlaceo che potevano plasmare come portentosa medicina o fasciatura, come forza fisica, come arma e come difesa.
Nessun regnante però temeva Esalea. Il suo popolo era sempre stato pacifico e isolato, incurante di guerre e ostilità, poco propenso a schierarsi, aiutava chiunque lo chiedesse, ma per tempi limitati, non voleva che la loro storia fosse dettata dalle scelte altrui.
Per secoli fu un regno fiorente, per così tanto tempo che la loro Torre Bianca era simbolo dell’eternità nei modi di dire, nei simboli e nell’ideologia comune. Poi salì al comando dell’Impero del Nord un nuovo figuro, figlio del suo predecessore, ma completamente avverso alle sue leggi. Fino a quel momento aveva dato retta al padre, ma si sparse la voce che fu lui ad ucciderlo stanco di sottostargli. Quando salì al trono fece raddoppiare le fila dell’esercito già imponente e minacciò guerra contro chiunque si sarebbe opposto alle sue leggi.
La notizia si spanse veloce come un vento gelido in una giornata di sole e seminò timore e reverenza verso quel sovrano, Ireon, il cui nome arrivò flebile anche a Esalea.Le sue leggi proibivano culti, fedi e scienze diverse da quelle in cui egli stesso credeva o di cui permetteva la pratica. Nelle sue leggi aveva scritto chiaro che le Stelle non esistevano e che Luna e Sole erano i suoi antenati, alzandosi quindi al pari di un Semidio.
Non era mai successo che qualcuno si opponesse così a Esalea, era una chiara provocazione, sarebbe scoppiata la guerra poiché era certo che quel popolo non si sarebbe mai piegato a quella legge così assurda.
Esalea si chiuse al mondo esterno, improvvisamente l’erba delle Stelle sparì dai prati dell’Ovest, raccolta con cura senza lasciarne neanche i semi.
Pochi giorni dopo nelle terre dell’Ovest giunse l’enorme esercito dell’Impero del Nord, marciò senza trovare impedimenti o avversari fino a raggiungere le porte bianche di Esalea ove si affacciò un vecchio ricurvo dalla lunga barba candida e setosa che si mescolava alla cascata di capelli. Si appoggiava ad  un bastone nodoso dove all’apice brillava una pietra bianca. Era pacato, rispondeva tranquillo alle domande imperiose dello stesso Ireon, sceso in battaglia col suo esercito. Con un sorriso gli disse che non si sarebbero piegati all’ignoranza e alla crudeltà che ostentava con le sue leggi. Quelle poche parole furono le ultime, poi la spada del sovrano del nord lo trafisse senza esitazione. Senza un lamento il vecchio si accasciò davanti alle porte della sua amata Esalea, chi lo conosceva lo avrebbe chiamato Re Bianco.
Nessuno a Esalea oppose resistenza, fu una strage che con dolore viene ricordata in tutti gli annali. Tutto fu raso al suolo, l’ultima a cadere fu l’alta Torre che seppellì la città alzando una polvere bianca e brillante.
Ireon se ne andò spavaldo, trionfante, ma la gente lo guardò con amarezza celando disprezzo. Nessuno aveva mai condiviso quella strana credenza, ma nessuno aveva mai ucciso un rappresentante di Esalea perché, nonostante i credi opposti, essi non si erano mai rifiutati di portare aiuto con la loro magia, quella magia che per qualche oscuro motivo non avevano voluto usare per difendersi.
Passarono alcuni mesi, mesi in cui una grigia quiete aleggiò in tutti i reami piegati all’Impero del Nord, la quiete necessaria alla sorpresa meditata. Esalea era crollata nel giorno, nella notte si sarebbe consumata la resa dei conti.

La notte calò lenta e tranquilla sull’Impero, ma solo dopo qualche ora ci si accorse che le ombre si allungavano innaturali anche dove la luce arrivava. Alcuni soldati furono mandati ad osservare meglio il fenomeno, ma non appena entrarono nelle zone d’ombra caddero a terra senza un lamento, con ferite mai viste prima che rilucevano di un liquido violaceo e denso.
Ben presto si scatenò il panico. La gente correva ovunque cercando di sfuggire a quella morte, ma le ombre si allungavano e mietevano vittime senza mostrarsi. Infine tutto l’Impero ne cadde vittima e l’ombra si allungò sul palazzo di Ireon. Le guardie furono uccise, lentamente l’edificio divenne nero e senza contorni, l’ultimo a perire fu il sovrano che vide in faccia il suo assassino. Un’esile e bellissima figura nera dagli occhi di un viola profondo e cupo, una donna senza vesti e labbra, un’ombra salvo per la luce tetra emanata dagli occhi grandi e privi di iride e pupilla. Lo uccise senza muoversi. Dove cadde il suo sguardo fu come se una spada lo avesse trafitto mozzandogli il respiro e poco dopo la vita stessa.
Erano le Ninfe Nere del Mondo di Sotto.
In quelle ombre fu avvolto tutto l’Impero in poche ore, quella notte la luna sembrò completamente spenta. Quando l’aurora spinse la luce nei cieli, ove sorgeva l’impero non era rimasto nulla e i misteriosi abitanti di Aelase erano spariti. Il mondo era tornato libero, ognuno con le proprie leggi e i propri culti, nessuno si sarebbe mai più imposto. Ogni reame festeggiò quella misteriosa scomparsa, nessuno seppe mai come l’Impero del Nord fu sconfitto, l’opera fu attribuita a numerosi Dei dagli svariati nomi, ma la notte seguente fu chiaro chi li aveva salvati.

Il sole tramontò tranquillo, la notte si stese lenta e fresca e la luna salì nel cielo. Poco dopo in tutti i regni le genti fissavano il cielo tra stupore e timore. Giunsero dall’Ovest, lentamente, una dopo l’altra. Sembravano punti di luce brillante e preziosa, ben presto si disseminarono nel cielo più o meno grandi, più o meno distanti l’una dall’altra. Le Stelle descritte per secoli dal popolo di Esalea ora si erano alzate al cielo perché tutti le potessero vedere, il popolo di Aelase le aveva donate al Mondo di Sopra e quelle che già aveva donato come fiori erano state raccolte e alzate al cielo.
Genti da ogni dove accorsero alle rovine di Esalea per porre omaggi a quel popolo scomparso, ma quando arrivarono non v’erano rovine e cadaveri, c’era solo la Torre crollata su se stessa che si alzava per una decina di metri, spenta, ormai morta nel suo splendore. Intorno ad essa e su di essa cresceva dell’erba azzurra che ondeggiava al vento. Molti lasciarono i loro doni e se ne andarono, coloro che si trattennero la notte videro lo spettacolo.
Dall’erba centinaia di fiori luminosi sbocciarono, erano Stelle, Stelle che illuminarono la Torre rendendola come un tempo, splendente e candida. La sorpresa e l’emozione presto sfociò nella gioia che si spanse in ogni dove rallegrando i cuori.
La Torre Bianca era immortale come si credeva, neanche quella guerra l’aveva cancellata e così divenne il simbolo di quelle terre, il simbolo della Dea delle Stelle, Esalea, e del Dio della Notte, Aelase.



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Nightblumonkey - Grazie mille ^^ mi fa piacere che ti sia piaciuta!

  
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