LA NASCITA DELLE STELLE
Se un giorno qualcuno avesse
detto che la Torre Bianca era crollata nessuno vi avrebbe creduto, ma oggi è una
triste realtà. Il Reame di Esalea non esiste più, giace sotto le macerie della
sua candida Torre, la Torre che rappresentava il Concilio della Magia delle
Stelle del Mondo di Sotto. A Esalea, nelle Terre dell’Ovest, tra boschi e cascate, cresceva l’erba delle
Stelle, una particolare pianta dalle foglie azzurre e dai fiori luminosi che
sbocciavano le notti d’inverno. Tali fiori per alcuni popoli erano le Lacrime
della Dea di Luce, per altri erano le Figlie della Luna, solo il popolo di
Esalea le considerava le Stelle cadenti del Mondo di Sotto. Esalea era un Reame stupendo per i suoi edifici candidi e allungati verso il
cielo con forme affusolate e morbide, altrettanto slanciati erano i suoi
abitanti, creature dalla pelle bianca, capelli bianchi e occhi di un azzurro
remoto. Erano gli unici a credere nell’esistenza delle Ninfe Nere, ma nessuno li
ascoltava e se lo faceva era per avere i loro servigi. Erano, difatti, gli unici
a saper usare la Magia delle Stelle, Stelle che loro credevano si trovassero
sotto terra. La notte calò lenta e
tranquilla sull’Impero, ma solo dopo qualche ora ci si accorse che le ombre si
allungavano innaturali anche dove la luce arrivava. Alcuni soldati furono
mandati ad osservare meglio il fenomeno, ma non appena entrarono nelle zone
d’ombra caddero a terra senza un lamento, con ferite mai viste prima che
rilucevano di un liquido violaceo e denso. Il sole tramontò tranquillo, la notte si stese lenta e fresca e la luna salì nel
cielo. Poco dopo in tutti i regni le genti fissavano il cielo tra stupore e
timore. Giunsero dall’Ovest, lentamente, una dopo l’altra. Sembravano punti di
luce brillante e preziosa, ben presto si disseminarono nel cielo più o meno
grandi, più o meno distanti l’una dall’altra. Le Stelle descritte per secoli dal
popolo di Esalea ora si erano alzate al cielo perché tutti le potessero vedere,
il popolo di Aelase le aveva donate al Mondo di Sopra e quelle che già aveva
donato come fiori erano state raccolte e alzate al cielo.
Tal Mondo, chiamato comunemente “di Sotto” era Aelase, il mondo delle Ninfe
Nere, chiamate così per la loro somiglianza alle Ninfe. Erano creature snelle,
leggiadre e silenziose che si muovevano eleganti e furtive. La loro pelle era
del colore dell’ebano, avevano occhi luminosi di un viola tetro e remoto e le
leggende dicevano che la notte salivano al cielo stendendo un velo scuro
sull’azzurro.
Spesso erano figure usate per spaventare i bambini, si diceva che se non fossero
stati nei loro letti prima che le Ninfe Nere avessero finito di stendere il
telo, li avrebbero rapiti e portato nel Mondo di Sotto nell’eterno buio. In
realtà nessuno credeva alla loro esistenza, non vi erano entrate per quel mondo,
non vi erano reperti, non vi era nulla.
Le notti allora erano
illuminate esclusivamente dalla Luna e le Stelle erano astri che nessuno
conosceva e di cui nessuno aveva narrato prima che nascesse Esalea.
Il popolo di Esalea
sopportava, offriva i suoi servigi senza chiedere nulla, portando benefici e
aiuti in quanto la loro Magia non aveva limiti, era come un flusso perlaceo che
potevano plasmare come portentosa medicina o fasciatura, come forza fisica, come
arma e come difesa.
Nessun regnante però temeva Esalea. Il suo popolo era sempre stato pacifico e
isolato, incurante di guerre e ostilità, poco propenso a schierarsi, aiutava
chiunque lo chiedesse, ma per tempi limitati, non voleva che la loro storia
fosse dettata dalle scelte altrui.
Per secoli fu un regno fiorente, per così tanto tempo che la loro Torre Bianca
era simbolo dell’eternità nei modi di dire, nei simboli e nell’ideologia comune.
Poi salì al comando dell’Impero del Nord un nuovo figuro, figlio del suo
predecessore, ma completamente avverso alle sue leggi. Fino a quel momento aveva
dato retta al padre, ma si sparse la voce che fu lui ad ucciderlo stanco di
sottostargli. Quando salì al trono fece raddoppiare le fila dell’esercito già
imponente e minacciò guerra contro chiunque si sarebbe opposto alle sue leggi.
La notizia si spanse veloce come un vento gelido in una giornata di sole e
seminò timore e reverenza verso quel sovrano, Ireon, il cui nome arrivò flebile
anche a Esalea.Le sue leggi proibivano
culti, fedi e scienze diverse da quelle in cui egli stesso credeva o di cui
permetteva la pratica. Nelle sue leggi aveva scritto chiaro che le Stelle non
esistevano e che Luna e Sole erano i suoi antenati, alzandosi quindi al pari di
un Semidio.
Non era mai successo che qualcuno si opponesse così a Esalea, era una chiara
provocazione, sarebbe scoppiata la guerra poiché era certo che quel popolo non
si sarebbe mai piegato a quella legge così assurda.
Esalea si chiuse al mondo esterno, improvvisamente l’erba delle Stelle sparì dai
prati dell’Ovest, raccolta con cura senza lasciarne neanche i semi.
Pochi giorni dopo nelle terre dell’Ovest giunse l’enorme esercito dell’Impero
del Nord, marciò senza trovare impedimenti o avversari fino a raggiungere le
porte bianche di Esalea ove si affacciò un vecchio ricurvo dalla lunga barba
candida e setosa che si mescolava alla cascata di capelli. Si appoggiava ad un
bastone nodoso dove all’apice brillava una pietra bianca. Era pacato, rispondeva
tranquillo alle domande imperiose dello stesso Ireon, sceso in battaglia col suo
esercito. Con un sorriso gli disse che non si sarebbero piegati all’ignoranza e
alla crudeltà che ostentava con le sue leggi. Quelle poche parole furono le
ultime, poi la spada del sovrano del nord lo trafisse senza esitazione. Senza un
lamento il vecchio si accasciò davanti alle porte della sua amata Esalea, chi lo
conosceva lo avrebbe chiamato Re Bianco.
Nessuno a Esalea oppose resistenza, fu una strage che con dolore viene ricordata
in tutti gli annali. Tutto fu raso al suolo, l’ultima a cadere fu l’alta Torre
che seppellì la città alzando una polvere bianca e brillante.
Ireon se ne andò spavaldo, trionfante, ma la gente lo guardò con amarezza
celando disprezzo. Nessuno aveva mai condiviso quella strana credenza, ma
nessuno aveva mai ucciso un rappresentante di Esalea perché, nonostante i credi
opposti, essi non si erano mai rifiutati di portare aiuto con la loro magia,
quella magia che per qualche oscuro motivo non avevano voluto usare per
difendersi.
Passarono alcuni mesi, mesi in cui una grigia quiete aleggiò in tutti i reami
piegati all’Impero del Nord, la quiete necessaria alla sorpresa meditata. Esalea
era crollata nel giorno, nella notte si sarebbe consumata la resa dei conti.
Ben presto si scatenò il panico. La gente correva ovunque cercando di sfuggire a
quella morte, ma le ombre si allungavano e mietevano vittime senza mostrarsi.
Infine tutto l’Impero ne cadde vittima e l’ombra si allungò sul palazzo di Ireon.
Le guardie furono uccise, lentamente l’edificio divenne nero e senza contorni,
l’ultimo a perire fu il sovrano che vide in faccia il suo assassino. Un’esile e
bellissima figura nera dagli occhi di un viola profondo e cupo, una donna senza
vesti e labbra, un’ombra salvo per la luce tetra emanata dagli occhi grandi e
privi di iride e pupilla. Lo uccise senza muoversi. Dove cadde il suo sguardo fu
come se una spada lo avesse trafitto mozzandogli il respiro e poco dopo la vita
stessa.
Erano le Ninfe Nere del Mondo di Sotto.
In quelle ombre fu avvolto tutto l’Impero in poche ore, quella notte la luna
sembrò completamente spenta. Quando l’aurora spinse la luce nei cieli, ove
sorgeva l’impero non era rimasto nulla e i misteriosi abitanti di Aelase erano
spariti. Il mondo era tornato libero, ognuno con le proprie leggi e i propri
culti, nessuno si sarebbe mai più imposto. Ogni reame festeggiò quella
misteriosa scomparsa, nessuno seppe mai come l’Impero del Nord fu sconfitto,
l’opera fu attribuita a numerosi Dei dagli svariati nomi, ma la notte seguente
fu chiaro chi li aveva salvati.
Genti da ogni dove accorsero alle rovine di Esalea per porre omaggi a quel
popolo scomparso, ma quando arrivarono non v’erano rovine e cadaveri, c’era solo
la Torre crollata su se stessa che si alzava per una decina di metri, spenta,
ormai morta nel suo splendore. Intorno ad essa e su di essa cresceva dell’erba
azzurra che ondeggiava al vento. Molti lasciarono i loro doni e se ne andarono,
coloro che si trattennero la notte videro lo spettacolo.
Dall’erba centinaia di fiori luminosi sbocciarono, erano Stelle, Stelle che
illuminarono la Torre rendendola come un tempo, splendente e candida. La
sorpresa e l’emozione presto sfociò nella gioia che si spanse in ogni dove
rallegrando i cuori.
La Torre Bianca era immortale come si credeva, neanche quella guerra l’aveva
cancellata e così divenne il simbolo di quelle terre, il simbolo della Dea delle
Stelle, Esalea, e del Dio della Notte, Aelase.
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Nightblumonkey - Grazie mille ^^ mi fa piacere che ti sia piaciuta!