Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Idra_31    17/04/2010    7 recensioni
Bastano pochi giorni per capovolgere le certezze di Ginny e stravolgere la sua vita. Yuri. Post settimo libro.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Fleur Delacour, Ginny Weasley, Hermione Granger, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
j

III

Meraviglioso
ma come non ti accorgi
di quanto il mondo sia
meraviglioso
Meraviglioso
perfino il tuo dolore
potrà apparire poi
meraviglioso
Ma guarda intorno a te
che doni ti hanno fatto:
ti hanno inventato
il mare

(D.Modugno)

“Sarebbe meglio piantorlo con la magìa, secondo me”

Hermione stava impiegando tutte le sue energie a fissare l’ombrellone sulla sabbia.

“Non possiamo, Fleur, ci sono Babbani qua intorno”, si asciugò il sudore dalla fronte, “perché non mi aiuti piuttosto?”

Fleur si avvicinò di malavoglia all’altra ragazza.

“Se non avessi lasciato la bacchetta a casa adesso avremmo finito”, borbottò in francese.

Ginny era intenta a guardare il mare. Non si sarebbe mai abituata al mare. Si stupiva ogni volta di come potesse esistere. C’era così tanta acqua che era quasi ridicolo(*). Lei si sentiva piena e vuota, spezzata e completa, disperata e felice, davanti al mare. Le veniva da piangere e da urlare. Le veniva da nuotare.

Tutti apparteniamo al mare, pensò. Siamo nati mare e mare ritorneremo. E si ricordò della storia Babbana della Sirenetta che era diventata spuma di mare. Questo voglio diventare quando muoio.

“Ce l’hai fatta a convincere Luna a venire?” le chiese Hermione, stendendo il suo telo affianco a lei. L’ombrellone faceva loro finalmente ombra.

“Credo proprio di sì. Le ho mostrato le tette”, rispose, con un mezzo sorriso.

Hermione spalancò la bocca, sconcertata.

“Cioè?”, una nota vagamente isterica nella sua voce.

“Scherzo!”, Ginny le diede un buffetto sulla spalla, “le ho detto che non doveva vergognarsi, anche se crede di essere troppo magra, troppo bianca e senza tette. Le ho detto di pensare che anche io ho due brufoli al posto del seno”

“E?”

“E sta finendo di prepararsi”.

I suoi piedi magri uscivano dal telo. Se li sarebbe scottati, pensò. Si distese e chiuse gli occhi. Tese l’orecchio ad ascoltare il rumore del mare, cercando di isolare quel suono dal ronzio delle voci indistinte attorno a lei. Improvvisamente si sentì pungere da una pioggia di granelli di sabbia. Si alzò di scatto per imprecare contro quel maleducato che non era stato accorto nel camminare e vide Luna in piedi accanto a lei.

“Scusa”, disse, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Ginny sospirò.

“Posso stendermi vicino a te?”, domandò la bionda, stringendo il suo asciugamano tra le dita.

“L’ombrellone non riuscirà a farti ombra lì ”, le fece notare Hermione, sistemandosi gli occhiali da sole sul naso, “ti scotterai”.

Luna fece spallucce. “C’è un incantesimo per quello”, replicò.

“Sì, ma tu non hai la bacchetta”, osservò nuovamente Hermione, “tieni, questo ti proteggerà dai malefici raggi ultravioletti” e le lanciò una crema solare protezione 50.

Luna se la rigirò tra le mani. “I Babbani hanno sviluppato un sorprendente spirito di adattamento”, commentò, sedendosi sull’asciugamano che aveva appena steso sulla sabbia. Aprì il tubetto e cominciò a spalmarsi la crema sulle braccia e le gambe. Con un po’ di difficoltà arrivò a coprire anche la schiena.

“Non dimenticare il viso”, disse Hermione, guardandola con la coda dell’occhio.

Dopo un paio di minuti Ginny si sentì pizzicare sul braccio.

“Facciamo il bagno per favore?”.

Ginny annuì convinta, non aspettava altro che qualcuno glielo chiedesse.

“Ok, andiamo. Aspetta-“, allungò una mano verso il viso di Luna, che indietreggiò un poco, strabuzzando gli occhi. “Non aver paura”. La rossa le passò una mano sulla guancia.

Luna si toccò il punto dove le dita dell’altra erano appena passate.

“Avevi solo un po’ di crema”, si giustificò Ginny, temendo di averla turbata per chissà quale motivo.

“Ah”, Luna si rilassò, “grazie”, mormorò.

Ginny era già in piedi e camminava a passo spedito verso la riva. Quando l’acqua le toccò i piedi un brivido le attraversò la schiena, come se si stesse avvicinando un Dissennatore.

Cazzo, è troppo fredda, si disse. Ecco perché non c’è quasi nessuno in mare.

“Oh, al diavolo!” e si immerse fino alle spalle. Sentì che poteva congelare e mosse le braccia freneticamente.

Luna le sbucò accanto, serena e tranquilla come se l’acqua non fosse gelata. Mise la testa sott’acqua e quando ne uscì fuori le tra le sue sopracciglia erano imprigionate tante piccole goccioline e i suoi occhi erano quasi trasparenti.

“Non hai freddo?”, riuscì a dire Ginny, battendo i denti.

“No. Forza, nuotiamo!” e si tuffò.

“Cosa?!” non fece in tempo a dire la rossa che Luna era già fuori dalla sua portata.

“EHI, LUNA! IO NON SO NUOTARE!” urlò in direzione dell’amica, riemersa tra i flutti, lontano, dove non si toccava. “Non sono mai stata nell’acqua alta”, mormorò.

“VIENI!” Luna gesticolava nella sua direzione. Ginny fece segno di no con la testa. L’altra nuotò verso di lei, fendendo dolcemente l’acqua con le mani.

“Non ci riesci?”, chiese stupita.

“No, ho paura ti prego no”, esalò Ginny tutto d’un fiato, cercando di sfuggire alle mani della sua amica che cercavano di trascinarla verso il mare senza fondo.

“Adesso imparerai”, affermo Luna piccata.

“No no, sto qui che si tocca”, la pregò Ginny.

Luna le sorrise, scuotendo la testa come se si stesse rivolgendo a un bambino.

“Ti insegno io”. Le afferrò le mani e incatenò i loro sguardi. “Proviamo nell’acqua bassa, vuoi?”

Ginny smise di opporre resistenza e annuì incerta e terrorizzata.

“Prima di tutto calmati. Respira normalmente”, le suggerì. Strinse più forte le sue mani, per darle coraggio. “Ci sei?”

Ginny inspirò ed espirò. “Cr-credo di sì”.

“Ora stenditi sulla schiena. Fai il morto a galla”. Le disse l’altra, lasciandole le mani.

“Cosa?”, quasi urlò Ginny.

“Dai, lasciati andare. Galleggerai, ti sentirai leggera leggera” Abbassò il tono della voce gradualmente, come se volesse ipnotizzarla.

Ginny staccò i piedi dal fondo e provò a stendersi. “No, non ce la faccio”, disse tornando nella posizione di prima.

“Ok, sono vicino a te”.

Luna poggiò una mano sulla sua schiena e la guidò delicatamente fino a farla stendere sulla superficie dell’acqua. Mantenne la mano sulla schiena di Ginny per darle l’illusione di tenerla a galla.

“Ora non agitarti. Non fare movimenti bruschi”.

Ginny era pietrificata. Temeva ogni secondo di affondare o che l’acqua le entrasse nelle orecchie o in bocca e che la soffocasse.

“Adesso prova a muovere le braccia. Come se facessi l’angelo sulla neve. Hai mai fatto l’angelo sulla neve, Ginny?”

“S-sì”, sussurrò Ginny e prese a muovere le braccia.

“Come va?”, domandò Luna, staccandosi da lei.

“Bene. Credo”, continuò a sfiorare l’acqua con le braccia e si rilassò.

“Perfetto. Ora torna in piedi.”

Ginny fece come le era stato detto.

“Ok, hai scoperto che galleggi come qualsiasi altro umano in acqua. Ora staccati da terra e prova a mantenerti a galla col movimento delle gambe e della braccia. Piano, non come se fossi tarantolata”, spiegò Luna, seria. 

Ginny ci provò e ci riuscì. Era come stare sospesi nel vuoto. Però l’acqua la reggeva e lei non sarebbe andata giù. Scoprì che Luna si era allontanata ed ebbe un istante di panico.

“Prova a venire verso di me”, la invitò l’altra, qualche metro più avanti.

“No. Si tocca?”, chiese la rossa, agitata e meno sicura di prima.

“Non proprio”, Luna sorrise e Ginny pensò che non c’era proprio niente da sorridere. Annegherò, morirò, non vedrò più la mamma. Né Harry.

“Non fare la stupida. Tu sei coraggiosa. Sei una Grifondoro”. Le disse Luna incoraggiante.

“La scuola è finita, Loony”, protestò debolmente Ginny.

“Tu sei Ginny”, continuò l’altra.

“Come faccio a venire lì?”

“Spingiti in avanti e muovi le braccia come se fossi un cagnolino”.

“I cagnolini non hanno le braccia!”

Si spinse in avanti e mosse le mani agitando l’acqua. Capì che era arrivata nell’acqua alta. Niente panico, niente panico, non pensarci, rivedrai la mamma, sposerai Harry. NO NO!

In pochi istanti fu affianco a Luna, che le tese la mano.

“Ce l’hai fatta!”, si slanciò ad abbracciarla.

“Oddio, annego!”

“No non anneghi, batti forte i piedi come una rana.”

Ci furono degli istanti di silenzio in cui Ginny potè assaporare una calma che non aveva mai provato prima. La riva era lontana e lei si sentiva sospesa in un’altra dimensione. Le veniva da piangere.

“Vorrei  toccare l’orizzonte”, disse Luna, rompendo il silenzio.

“L’orizzonte è una linea immaginaria”, le fece notare Ginny, pentendosene un attimo dopo, per essere stata così rude.

“Infatti io immagino di toccare l’orizzonte”.

 Però non stava guardando l’orizzonte. Guardava lei. Uno di quegli sguardi spogli di parole ma gonfi di significati. Uno di quegli sguardi che erano una muta domanda o una tacita richiesta. Ginny si voltò dall’altra parte, perché stava tremando. E non era il freddo.

Non avrebbe fatto domande. Mai. Mai.

“Torniamo a riva?”

*

 

 

(*)Il mare: una tale quantità d'acqua rasenta il ridicolo.

Henry Monnier

 

Mi scuso per tutto il tempo che ho lasciato passare prima di pubblicare questo capitolo. Non ho giustificanti…potrei dire che è stato a causa delle vacanze pasquali ma quelle sono finite da un pezzo xD

Spero che apprezziate questo capitolo e rinnovo i miei ringraziamenti a chi è così carino da recensire la mia storia, a chi la segue e a chi semplicemente la legge. 

Alla prossima!

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Idra_31