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Autore: Ashbear    18/04/2010    6 recensioni
Rinoa e Squall. È la caduta che definisce il tuo cammino attraverso la vita. È come continui a vivere dopo la caduta che definisce chi sei. In un secondo, un proiettile ha cambiato tutto. Se le parole che hai confessato non dovevano essere sentite, non sarebbe abbastanza cancellare il passato?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart, Zell Dincht
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

Premessa: eccoci di nuovo qui... prima di tutto, voglio ringraziare Bob e Vick per il betareading e per gli anni di supporto. Inoltre, voglio ringraziare in maniera speciale Optical Goddess che ha scelto questa tra i miei volti lavori 'incompleti' perché io la portassi a termine. Infine, voglio ringraziare ognuno di voi per il vostro supporto: significa più di quanto possiate mai immaginare.

AFTER THE FALL
di Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly
~ Capitolo I: Fortune's Hostage ~

Quando ti svegli dopo il tramonto, cosa c'è dopo?

Quando il maestoso stallone bianco, quello su cui sei stata portata via, pascola tristemente nei campi? Quando finalmente ti rendi conto che il tuo Cavaliere dall'armatura dorata, che sembrava così spavaldo e solenne, è soltanto un uomo, sotto tutte le apparenze? Quando qualcosa che credevi perfetto si rivela perfetto solo nella tua mente? Quando arrivi a quel momento crudele in cui la realtà ti piomba addosso con tutte le sue forze, ti svegli dal sogno e poi ti accorgi che era solo quello - un sogno?

È la caduta che definisce il tuo cammino attraverso la vita, perché è come continui a vivere dopo la caduta che definisce chi sei.

Alcuni giorni sono più difficili di altri, e alcune notti sono una crociata infinita. È tutto un oceano, un mare infinito di rimorso, e tu sei presa nel mezzo delle sue correnti, da sola. Come i marinai che sentivano il richiamo delle sirene, il rimpianto ti invita nell'oscurità che accompagna la notte.

Ci provi, Dio se ci provi, a comportarti come se la caduta non avesse mai fatto male.

Ma era successo. Fa ancora male...

Cerchi di non essere amareggiata, cerchi di capire, cerchi di tutto... ma tutto è sempre fuori dalla tua portata, e mentre i mesi passano, va meglio... ma mai 'bene'. La tua vita continua, e così la loro, ma indugi sempre sul cosa potrebbe essere stato se.

Forse alcune cose semplicemente non sono fatte per esistere, e devi accettare questo fatto. E come fai a sapere se sei sopravvissuta alla caduta? È quando il passato ti raggiunge, e tu sei capace di guardare lui negli occhi... e dire finalmente addio.

*~*~*~*~*

"Questo coso... è... così... scomodo," disse con voce stridula e irritata. "Come faccio a starci dentro tutto il giorno?"

"È un vestito da sposa, Selphie, non è pensato per essere comodo." Quistis guardò la giovane donna con occhi seri. "Ora siediti o non finirò mai di pettinarti."

L'insegnante mise una mano ferma sulla spalla della sposa, mentre con l'altra afferrò la forcina luccicante che aveva tenuto fino ad allora tra i denti. Prese una ciocca di capelli e la attorcigliò intorno al dito, prima di usare la forcina per assicurarle il velo.

"Quistis! Te l'eri appena messa in bocca!"

"Fattene una ragione, Selphie," replicò sarcastica Quistis. "Se i miei germi sono la cosa più importante con cui devi avere a che fare oggi, considerati fortunata."

"Che schifo... i germi di Quistis," disse seccamente una voce dal vano della porta. "Hai tutta la mia comprensione, Selphie."

Le donne si girarono a guardare la figura solitaria che entrava nella stanza, vestita di un lungo abito rosso. I capelli erano più scuri di quanto ricordassero, e grossi boccoli rimpiazzavano il loro solito look liscio. Le ciocche laterali erano pettinate all'indietro e fermate da un piccolo gruppo di fiori scarlatti. Un corpetto con le spalline sottili le abbracciava il busto, e dalla vita stretta scendeva un sopra-gonna di chiffon che ricadeva morbidamente a ogni passo. Selphie balzò dalla sedia, dimenticandosi di tutta la corretta etichetta matrimoniale. Le corse immediatamente incontro, gettando entusiasta le braccia intorno all'amica.

"Rinoa!"

"Sì, Selphie, sono qui. Sono qui," rispose la giovane donna, anche se era ovvio. Ricambiò gentilmente l'abbraccio, sicura che da un momento all'altro una costola le avrebbe bucato il polmone grazie alla forza brutale dell'eccitatissima sposa. Selphie finalmente allentò la sua stretta mortale, tenendo un braccio intorno alle spalle di Rinoa.

"Bel vestito," disse Quistis, puntando il vestito rosso della Strega.

"Anche il tuo," rispose Rinoa, imitando il gesto dell'insegnante. Finse disgusto, "che imbarazzo, la commessa mi ha detto che era un pezzo unico."

"Vieni qui." Quistis l'attirò in un abbraccio, ricordandosi di quando tempo era passato. L'insegnante si asciugò alcune lacrime dalle guance prima di fare un passo indietro. Rinoa sorrise, ben sapendo che si trattava di qualcosa che non aveva bisogno di essere detto ad alta voce. Erano diventate molto amiche negli anni, e ora che una di loro mancava, il gruppo non sembrava mai al completo.

Rinoa aveva giurato che non avrebbe pianto, quel giorno, ma a volte il destino fa di testa sua. Ci era voluta tutta la forza della giovane Strega anche solo per entrare nell'edificio, figurarsi pensare al passato. Ma anni prima, le tre ragazze avevano promesso di essere ognuna al matrimonio delle altre, non importava cosa fosse successo. Forse era solo un'illusione da adolescenti sul futuro, o forse era un segno che anche loro sapevano che prima o poi le cose sarebbero cambiate. Era solo che allora nessuna di loro aveva previsto che sarebbe stata Selphie la prima a sposarsi. Ma le cose cambiano. Le vite cambiano. Rinoa si trovò persa nei ricordi, e cercò velocemente di riportare questa riunione su toni più allegri.

"Dio... sei bellissima."

Facendo un passo indietro, guardò per bene Selphie, che non era mai stata così elegante prima. Il vestito color avorio accompagnava alla perfezione la sua carnagione, e i capelli pettinati in uno chignon morbido erano molto appropriati. Piccoli ricci le incorniciavano appena il viso, e sul suo velo si intrecciavano rametti di velo di sposa e fiocchi di seta. Il vestito le lasciava le spalle nude, e il ricamo di perline enfatizzava il suo corpo. Rinoa non era sicura se era perché non aveva mai visto prima un vestito più bello, o se era perché lo indossava una delle sue amiche più intime. Eppure, in qualche modo, al di sotto dell'eleganza, Selphie non era cambiata. La sua natura energica e ottimista toglieva luce a tutto il satin e il pizzo.

"Grazie, ma non dirlo a nessuno, potrebbe rovinarmi la reputazione. Sembra che la gente non voglia assumere 'bellissime' esperte di demolizioni."

"Ancora non riesco a credere che tu abbia convinto Cid ad aprire un intero programma di demolizione," commentò Rinoa, mentre le tre tornavano lentamente al tavolino del trucco.

"Secondo me anche lui ha una passione segreta per far esplodere le cose."

Puntando impaziente alla sedia, Quistis si schiarì la gola, per sottolineare la sua irritazione. Selphie sospirò pesantemente mentre tornava a sedersi piuttosto a disagio sulla 'sedia della maledizione'. Seriamente, secondo lei indossare un abito da sposa era una specie di forma di tortura primitiva, e si chiedeva ora il perché avesse scelto una cerimonia tradizionale. L'idea iniziale di Irvine di scappare a Deling sembrava proprio dannatamente perfetta.

Prima di sedersi, Rinoa aiutò a lisciare il vestito della sposa. Non riuscì a evitare di ridere forte quando notò che la sua amica doveva ancora indossare le calze e le scarpe adatte. La futura sposa girava con i calzini a stampa di chocobo. Era una cosa molto da Selphie, ed era felice che alcune cose non fossero mai cambiate.

"Mi dispiace di essermi persa le prove, non sono riuscita a liberarmi," si scusò Rinoa.

"Non c'è problema. Cammini, stai in piedi, e poi torni indietro... sono sicura che riuscirai a cavartela con questo complicatissimo programma."

"Ci proverò," rise. "Hai detto che dovevo andare all'altare con Zell?"

"Sì, non preoccuparti, ti porterà lui dove devi andare." Selphie si mosse, saltando sulla sedia molte volte. Quistis grugnì irritata mentre il velo che cercava di fermare si spostava su un lato.

"Se ti muovi un'altra volta te lo incollo con la supercolla, capito tesoro?"

"Ok, ok Quistis... ma devo raccontare a Rin di ieri sera! È stato così divertente! Siccome voi non vi siete fatti vivi... abbiamo dovuto sostituirvi per le prove. Quindi, abbiamo sfidato Zell e Quistis ad andare all'altare con dei panini... e loro l'hanno fatto!"

"C-cosa?"

"Oh, era una scommessa!" spiegò Selphie, mentre Quistis la teneva giù con una mano. "Avevamo già mangiato, e Irvine ha ricordato a Zell della sua vecchia fissa per i panini... e ha detto qualcosa di stupido del tipo, 'pensavo che prima o poi ne avresti sposato uno'. Non chiedere cosa c'ha portato a quel punto... ho nominato il vino? Molto vino? Beh, comunque, una cosa ha tirato l'altra e quindi siamo finiti a portare due panini alle prove. Dovevi esserci."

"Uhm... certo. Non sono molto sicura di come mi sento a essere sostituta da un sottoprodotto della carne, ma ti credo sulla parola." Le tre ragazze risero della pura follia dell'intera faccenda. "E poi... hai detto vecchia fissa per i panini di Zell?"

Quistis rise, ricordando le innumerevoli ore che avevano trascorso a prendere in giro l'amico. "Sì, a dire il vero è diventato vegetariano quando ha iniziato a uscire con Alexandra. Quindi ha giurato di non toccarne più."

"Wow. Dev'essere amore."

"O pazzia," disse Selphie. "La giuria non ha ancora emesso un verdetto."

"Aspetta... aspetta, torniamo un attimo a ieri sera. Quistis, in nome di Hyne, come hanno fatto a convincere te ad andare all'altare con un panino?" Rinoa si accigliò, guardando l'insegnante con sospetto. Non era da lei seguirli nei loro giochi infantili. Al Garden era lei quella che manteneva la pace e faceva da arbitro imparziale.

"Sì, beh... ecco, quella cosa del 'vino' c'entra molto. Non lo so... mi sono sentita costretta a farlo."

"E poi abbiamo minacciato di raccontare al Trepe Fan Club delle sue scappatelle a Dollet quell'estate. Ho ancora le foto!" Selphie mise le braccia davanti a sé, come se avesse i polsi legati da manette.

"Selphie, ti ho detto che hanno lasciato cadere le accuse! È stato tutto un fraintendimento... quante volte dobbiamo parlarne ancora?"

"Fino a che ci credo," rispose Selphie facendo l'occhiolino a Rinoa. Era qualcosa che le tre ragazze avevano giurato di mantenere segreto, ma ogni tanto usavano quell' 'incidente' come minaccia l'una per l'altra. Anche se alla fine era stato un semplice scambio di persona, era molto più divertente il modo in cui i ragazzi avevano interpretato la cosa.

"Grandioso, quindi... almeno non mi sento la sola ad essere stata sostituita da un panino."

"Nah," rispose Selphie distrattamente, giocherellando con alcune perline che le ornavano il vestito. "Quistis va all'altare con Sq-" Non finì mai di pronunciare il nome, e chiuse la bocca guardando l'amica, dispiaciuta. "Scusa, Rin. Non pensavo a quel che dicevo."

"Va tutto bene, Selphie. So che ci sarà anche lui. Mi dispiace solo che non fosse alle prove ieri sera. Spero che non sia per via del nostro passato."

"Rin, non sappiamo perché non è venuto. Ma ci sarà, oggi," rispose sinceramente Quistis. Mise il pettine sul tavolino, e guardò la giovane donna. Sapeva che quel giorno sarebbe stato difficile per lei, e apprezzò nuovamente il coraggio che aveva avuto Rinoa anche solo a presentarsi. Si chiese se lei sarebbe mai riuscita a essere così forte.

Rinoa sorrise. "Questo giorno non riguarda me... o lui. Riguarda Irvine e Selphie, ed è tutto quello che conta."

*~*~*~*~*

I piccoli germogli dei fiori di ciliegio stavano appena iniziando a spuntare dopo l'inverno. I boccioli rosa e scarlatti contrastavano con le tonalità più chiare, quasi grigie del tronco. Non aveva mai guardato gli alberi, o anche solo pensato alle piante in fiore, ma ora questa aveva una sorta di fascino.

Non aveva avuto intenzione di vederla... almeno non così presto. Non aveva potuto fare a meno di guardare mentre scendeva dalla macchina, e poi non aveva potuto fare a meno di guardare mentre lei restava immobile, più bella di quanto ricordasse. Il vestito rosso da damigella era uguale a quello di Quistis, ma in qualche modo stava meglio a Rinoa - forse per il colore più scuro dei capelli, o forse solo perché era lei. Indossava una giacca leggera sulle spalle, e portava un pacchetto sotto al braccio. La brezza primaverile le scompigliava i boccoli sul viso, e lei tentava invano di tenerli indietro.

E lui stava in piedi contro il muro, come se fosse tornato ad essere un adolescente debole e senza parole. L'unica differenza era che ora aveva passato i vent'anni, e stavolta lei non gli avrebbe chiesto di ballare.

Quindi, tutto quello che poteva fare era guardarla. La conosceva anche troppo bene. Dentro di sé, era incerta sul partecipare, e combatteva un migliaio di emozioni. Ma Selphie e Irvine erano suoi amici, e per lei quel legame valeva più di qualsiasi sentimento negativo potesse ancora avere per lui. Per un giorno, avrebbe messo da parte il passato, vivendo il presente in onore dei suoi amici.

Era come essere in trance, mentre riviveva di nuovo il dolore. La sera prima non era nemmeno riuscito a farsi vedere... era amaramente ironico che anche lei non fosse andata alle prove. Squall si chiese se lei, almeno, avesse inventato una scusa più plausibile della sua. Lui non ne aveva nemmeno pensata una, scegliendo di lasciare un semplice messaggio che diceva solo che era 'occupato'. Hyne, si faceva schifo per la sua debolezza, ma la sera prima non era pronto... e non era pronto nemmeno quel giorno.

Per un secondo, il cuore gli si fermò a metà di un battito. Rinoa guardò verso la finestra, fissando qualcosa che aveva catturato la sua attenzione. Merda. Non poteva vederlo, giusto? Poteva percepirlo? Era una specie di ex connessione Strega-Cavaliere che i libri non menzionavano? Sarebbe fuggito se le gambe avessero trovato la forza di farlo, ma tutto quello che riuscì a fare fu fissarla come un prigioniero che vede avvicinarsi la libertà. Lei raggiunse il bordo del pavimento in cemento, e appoggiò il pacchetto per terra. I tacchi alti affondarono nell'erba; sembrava più angelica ad ogni passo. La bocca gli sembrò carta vetrata, e il cuore gli batteva in petto come un martello, mentre continuava ad essere incantato.

In quel momento lei si fermò a un albero di ciliegio lì vicino. Squall non era sicuro di cosa lei stesse facendo; le sue azioni lo avevano spesso lasciato sbalordito. Lei fece scorrere le dita tremanti sul tronco, alzandosi sulle punte. Sembrava che stesse cercando di aspirare la fragranza dei boccioli. Dal punto in cui si trovava, lui poté vedere la tranquillità della sua espressione, mentre assorbiva la natura circostante. C'era qualcosa che lui non vedeva?

Poteva capire che era ancora nervosa, ma sembrava ci fosse un'aura di pace ad avvolgerla. Forse aveva solo bisogno di qualcosa di calmante che la distogliesse da... beh, dal vederlo. Per un altro minuto, lei rimase in silenzio sotto all'albero con gli occhi chiusi, appoggiandosi al tronco per tenersi su, mentre la brezza le accarezzava il corpo e i raggi del sole le toccavano il viso con le loro dita invisibili.

Squall si chiese se lei potesse sapere quanto erano vicini. Cosa avrebbe pensato se avesse saputo che lui stava scrutando ogni minimo dettaglio? La serenità finì troppo presto; lei si ritrasse lentamente, prese il regalo e si diresse all'ingresso principale. Poi lui ricordò che, per la prima volta in due anni, sarebbero stati sotto lo stesso tetto.

E quindi rimase in piedi, immobile.

Contro un muro, da solo, a scoprire lo splendore dell'albero che lei si era appena presa il tempo di apprezzare. Questa era solo una delle loro svariate differenze; lei era tipo da fermarsi a godersi la maestà della natura, e lui era tipo da distruggerla.

"Hey amico, ti unisci a noi entro stasera?" La voce di Zell lo riportò al qui e ora, anche se parte di lui voleva restare 'là' e 'allora'. "Irvine sta per darmi settantacinque ragioni per cui il matrimonio è meglio del celibato, e io le controbatto tutte dicendo perché non lo è. Abbiamo scommesso cento guil su chi fa la lista migliore. Eddai amico, mi servi come rinforzo su questa qui."

Il Comandante scrollò le spalle. "Ok." Lui, di suo, avrebbe potuto trovare migliaia contro per non sposarsi, ma gli serviva un solo pro...

."Non riesco ancora a credere che sia riuscita a convincerti!" esclamò l'esperto di arti marziali, sedendosi su un piccolo divano al centro della stanza. "Pensavo che saresti stato l'ultimo a farlo davvero." Zell si appoggiò allo schienale, entrambe le mani dietro la nuca. "E poi dicevano che ero io il gallinaccio."

Irvine rise alla battuta dell'amico: così arrogante, così sicuro di sé... così sul punto di essere al posto suo. Il cecchino sapeva che avrebbero partecipato al matrimonio di Zell entro la fine dell'anno. Diamine, aveva rinunciato ai panini, e quella era una decisione che cambia la vita. Andare all'altare non doveva certo seguire da troppo lontano.

Il tono di Irvine era serio quanto mai prima. "Zell... so che non mi crederai, ma sono io che ho voluto sistemarmi. Penso che uno lo sappia, quando trova l'anima gemella."

Squall, chi diavolo trova la sua anima gemella a diciassette anni, eh?

Il Comandante poteva ancora sentire la voce del giorno in cui se n'era andata - così amara, così piena di risentimento... così ferita. E lui era rimasto lì, confuso, senza mai trovare le parole di risposta alla sua domanda. Cosa avrebbe potuto dire? Aveva rinunciato a tutti i diritti con i suoi errori.

Pioveva il giorno che se n'era andata, e nel suo cuore, da allora, aveva piovuto ogni giorno. Irvine e Selphie avevano trovato la convinzione che a loro era mancata. La cosa ironica era che Squall non avrebbe scommesso che quei due sarebbero stati insieme per più di sei mesi. Ecco perché il Comandante aveva imparato, molto tempo prima, a non scommettere mai. Non aveva mai la fortuna dalla sua parte, a prescindere dalle carte che aveva in mano.

"Dai Squall, aiutami."

"Zell." Il suo tono era sincero, data la leggerezza della conversazione. "Sei felice per loro quanto me. Che due persone sappiano superare le proprie differenze, che trovino un punto comune... dice tanto. E tu puoi anche inventare cento ragioni per cui non dovrebbe sposarsi, ma non importa... gliene serve solo una per farlo."

"Squall?" Anche se era grato del commento, Irvine sapeva che quello che il suo amico stava dicendo derivava dall'esperienza diretta, e non da una guida vuota. "Lei è venuta?"

"Sapevi che l'avrebbe fatto," rispose onestamente. "Guarda... non importa. Oggi non riguarda il nostro passato, ma il vostro futuro."

Zell si tolse le mani da dietro la nuca, facendo schioccare le dita nel silenzio imbarazzato. Non era per maleducazione, ma per una semplice abitudine nervosa che aveva preso negli anni passati ad usarle come armi. Era felice per il suo amico quanto lo era il Comandante. Di fatto, nessuno poteva immaginare che questo non accadesse. Parte di lui voleva che l'atmosfera rimanesse gioviale, concentrata solo sul matrimonio.

"Hey ragazzi, vado a vedere le ragazze. A vedere cosa succede," disse Zell prima di alzarsi.

Mentre lasciava la stanza, Irvine si alzò e comincio a mettere la giacca del suo abito da sposo. Sia lui che Selphie avevano deciso di non basare il matrimonio sulle tradizioni del Garden. Entrambi avevano caro il ricordo del tempo passato lì, ma parte di loro voleva anche focalizzarsi sulla vita che andava oltre quella militare.

La coda di Irvine era ben pettinata e stretta alla base della nuca. Solo recentemente il cowboy si era separato dal suo cappello. Gli sembrava quasi che gli mancasse una parte di sé, perché quell'oggetto era parte di lui quanto il sorriso.

Quindi il giovane sposo si alzò con addosso la sua giacca a coda. Anche i due testimoni indossavano abiti tradizionali, anche se non con una giacca a code.

"Davvero stai bene, amico?" chiese Irvine aggiustandosi il colletto.

"È solo che rivederla..." Si fermò, rendendosi conto che non poteva farlo. Non quel giorno.

"Lo so. Lo so. Il tempo in qualche modo aggiusta le cose. Ci saranno ancora le cicatrici, ma forse non farà più così male."

Dannazione, non farà mai meno male. Abbassò lo sguardo sull'anello di platino che aveva intorno al dito. Il leone scolpito sembrava fissarlo con durezza, ricordandogli i suoi fallimenti. Ed era per quello che lo indossava, un promemoria costante del suo lavoro e di tutto ciò che gli era costato.

La scelta che aveva fatto, le incertezze che non aveva mai saputo superare... in un unico momento di paura, congelato tra due lavori, Comandante e Cavaliere, aveva scelto quello che non sarebbe mai stato pieno di incertezza, quello che non l'avrebbe mai abbandonato...

*****
Nota della traduttrice (10/03/2013): Come avrete notato, il titolo del capitolo è rimasto in inglese: questo perché Ashbear scrisse (anche se non ricordo dove!) che una parte dei titoli di capitolo di questa storia erano titoli di storie su FFVIII che lei aveva amato e che erano state pubblicate su fanfiction.net. Alcune delle storie a cui si riferisce sono state o saranno tradotte, per altre siamo in attesa del permesso dell'autore/autrice, per altre ancora non abbiamo chiesto il permesso. In ogni caso, cercherò di segnalarvi sempre sia la storia su ff.net, sia l'eventuale traduzione. Se Ashbear me ne darà il permesso, inserirò le traduzioni delle storie che danno il titolo ai capitoli di After the Fall tra i suoi preferiti su questo account^^
La storia che dà il titolo a questo capitolo è Fortune's Hostage di RobertDogwood; non è previsto per adesso che venga tradotta, e non lo sarà mai: in occasione della WiB challenge di agosto 2012, Ashbear ha lasciato un messaggio su questo autore, che lascia ad intendere come sia molto probabile che sia morto (Ashbear e altre persone avevano un suo contatto telefonico, ed erano a conoscenza di problemi di salute).
In occasione di questa revisione, ho corretto due-tre erroini sparsi che mi erano sfuggiti ai tempi.
Vi ricordo che è sempre attiva la newsletter aperta a suo tempo per Crimson Lies, e che verrà utilizzata da ora in poi per notificare gli aggiornamenti delle nuove storie. La trovate qui. Vi ricordo infine che ogni commento verrà tradotto & inoltrato ad Ashbear. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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