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Autore: StillAnotherBrokenDream    18/04/2010    4 recensioni
Selene e Michael ce l'hanno fatta: Marcus è morto e loro sono insieme, alla luce del sole. Ma è davvero finita? Chi è interessato al sangue di Marcus, e perchè? Non è affatto finita.. per nessuno. (seguito di Underworld Evolution: se vi va... recensite!!!) (STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA. Adoro questa storia e non voglio rovinarla, per cui preferisco sospendere piuttosto che scrivere solo per poter andare avanti. Scusatemi.)
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I'm not Marcus













Ma Nadine non fu l'unica nuova creatura a vedere la luce in quegli anni. Qualche tempo prima, dieci anni per la precisione, i terribili esperimenti che si eseguivano nella piccola isola di Tihany portarono gli scienziati a risultati concreti.

Così, una mattina di Novembre del 2014, vennero alla luce due gemelli, maschi e in perfetta salute.

O quasi.

Uguali nell’aspetto, un po’ meno geneticamente. Ma era un problema che avrebbero affrontato con calma, quando se ne sarebbe presentata la necessità. Per ora sia gli scienziati che il promotore di tali esperimenti, poteva ritenersi soddisfatti e gioire del buon esito dei loro intenti.

I due neonati vennero chiamati Felix e Aleksander. Corvinus, ovviamente.

Perché i due piccoli ignari bambini, erano i cloni di Marcus Corvinus, il capostipite di tutti i vampiri d’Ungheria.

Usando il sangue del suddetto patriarca, erano stati creati in laboratorio e impiantati nel ventre di un’umana, visto che tutte le donne della specie più idonea abortivano nel giro di poche settimane.

Ma probabilmente proprio a causa di questa variante, Felix e Aleksander nacquero con due precise differenze. Il primo, era semplicemente… umano. Non mostrava cioè alla nascita nulla che dichiarasse la sua origine quanto meno abominevole. Un neonato normale, che necessitava di latte come ogni creatura nata da un mammifero.

Aleksander invece, pur essendo normale all’apparenza, era già un mostro. Rifiutava il latte prediligendo… sangue. Era nato vampiro e allo stesso tempo aveva in sé una parte Lycan. Era un ibrido: non era mai successo, nemmeno con Selene e Michael.

Era ufficialmente nata una nuova razza e l’ideatore di questo scellerato piano non poteva che essersene orgoglioso. Dopo anni di lotte, era riuscito a ricreare la fonte, due gemelli speciali come lo erano stati Marcus e William. Anche se solo il tempo, avrebbe dimostrato fino a che punto sarebbero stati degni dei loro potenti e terribili antenati.

Sicuramente, l’ibrido prometteva molto bene…

 

/-----/

 

Tihany – Ungheria -  2025.

 

Io non ti capisco..” ammise, disgustato nel vedere il fratello trangugiare con piacere orribile pasto.

Cosa non capisci?”

Felix si strinse nelle spalle. “Ma non ti fa schifo bere sangue? È.. ferroso, viscido… mi viene da vomitare al solo pensiero!”

Aleksander rise pulendosi la bocca con una mano. “Tu sei strano fratellino. Qui tutti bevono sangue, tutti quelli della nostra razza voglio dire. Solo tu fai il prezioso!”

L’altro strinse i pugni e lo guardò accigliato. “Io non faccio il prezioso” obiettò indignato “io stavo per morire l’ultima volta che hanno provato a farmelo bere! Tu fai cose strane, tutti fate cose strane! A me piace il cibo normale, non queste cose…. da vampiro!”

Ma noi lo siamo!”

No! Tu lo sei, io no!” e corse via, ferito dall'ennesima affermazione circa la sua identità che lui rifiutata con tutto sé stesso.

Suo fratello era fiero di essere.. quella cosa, Felix no. Non aveva neanche undici anni eppure aveva letto moltissimo su quelli della sua razza, e non gli piacevano affatto.

Erano cattivi, violenti, sanguinari e perversi. E Aleksander era sulla buona strada.

Era strano vedere come due gemelli, identici fisicamente, fossero tanto diversi in tutti gli altri ambiti della vita.

Entrambi con capelli rossi e occhi azzurri, stessa statura e costituzione fisica. Ma uno pasteggiava allegramente a sangue e derivati, se necessario. L'altro adorava hamburger e patatine. E se solo sentiva l'odore del sangue, veniva colto da nausea.

Avevano provato ad iniziarlo al consueto pasto a base di sangue, ma per poco non morì e decisero di lasciar perdere, almeno per il momento. Doveva essere un difetto genetico, povero caro, a renderlo intollerante al sangue!

Questo era l'unico neo sullo splendido esemplare di clonazione umana. Anche se era un neo da non sottovalutare. E soprattutto, si doveva combattere contro la sua voglia di umanità, di normalità. Perché Felix, pur nutrendosi come un comune bambino, non era davvero umano.

Lui lo sapeva ma non lo accettava, dovevano farglielo accettare.

Così una mattina, Felix si svegliò e non trovò suo fratello che dormiva accanto a lui.

Alek?” lo chiamò alzandosi “dove sei? Se è uno dei stupidi scherzi, questa volta le prendi sul serio!” minacciò agitando un pugno in aria.

Ma suo fratello non era lì, e non era nemmeno nell'attigua stanza che loro usavano per giocare. Aveva una terribile sensazione, Aleksander non si allontanava mai senza di lui, se si svegliava prima lo aspettava seduto sul letto, non lo lasciava da solo.

Corse da Jan, l'unico di quei vampiri un po' meno vampiro, anche se beveva sangue come gli altri, ma neanche lui sapeva dove fosse suo fratello.

Calmati ragazzo mio, vedrai che sarà andato a fare un giro nei laboratori, lo fa sempre!” gli disse cercando di tranquillizzarlo.

Ma non senza di me! È successo qualcosa... lo so, lo sento!” affermò agitato.

Forse era il famigerato legame tra fratelli gemelli, ma Felix sentiva davvero che qualcosa non andava.

Corse dall'uomo che lui chiamava zio, ma del quale in realtà non sapeva nulla, neanche il nome.

Non trovo Alek, sai dirmi dov'è?” gli domandò timoroso. Quell'uomo, che aveva reso possibile la sua nascita e lui lo sapeva, lo spaventava.

Felix” iniziò sospirando “dobbiamo parlare.” e gli posò una mano sulla spalla.

Di cosa?” Un brivido di terrore percorse la sua schiena.

Questa notte Aleksander si è sentito male. Si è alzato e ha raggiunto la prima stanza occupata da qualcuno... poi è caduto a terra, e non si è più rialzato. Mi dispiace ragazzo mio.”

Felix lo guardò impietrito, doveva per forza aver capito male. “E' una bugia! Mi avrebbe chiamato se si fosse sentito male!”

L'uomo scosse il capo. “Non so che dirti figliolo. Forse non voleva spaventarti o la paura lo ha spinto a cercare aiuto esterno... so che è dura ma...”

Il ragazzino si liberò da quella mano che non sentiva amica e fece un passo indietro. “No tu non sai niente! Lui era mio fratello, lui mi amava! E anche se era un mostro che beveva sangue, io lo amavo! Tutti siete dei mostri, tutti quanti! E io vi odio, vi odio!”

Così dicendo, corse fuori, in quel giardino che aveva creato appositamente per loro. Raggiunse uno degli alberi e iniziò a prenderlo a pugni. Non beveva sangue, amava il cibo umano, ma aveva una forza a dir poco demoniaca.

La corteccia si sbriciolò ben presto e tutto l'albero tremò sotto la furia dei suoi colpi.

Pianse lacrime amare, sentendo come se una parte di lui fosse morta insieme a suo fratello.

Era vero, lo amava anche se ai suoi occhi umani faceva cose orribili, e non riusciva ad accettare la sua morte. Lui, l'unico essere vivente che poteva considerare come famiglia, era morto in silenzio senza dirgli una parola.

Le sue mani iniziarono a sanguinare ma non accennava a fermarsi, tanto che iniziò anche a prenderlo a calci, sfogando l'incontenibile rabbia che forse nasceva anche da tutto il resto e non solo dalla misteriosa e prematura dipartita di suo fratello.

Sapeva di essere stato creato per qualche scopo, non glielo avevano mai nascosto, sapeva di non avere genitori e di essere la copia di qualcun altro, e lui odiava profondamente tutto ciò.

E ora aveva perso l'unico legame che aveva con il mondo, ritrovandosi da solo in quella specie di prigione.

Basta!” urlò Jan raggiungendo il ragazzino.

Sparisci, non sono affari tuoi!”

Felix, smettila!” ripeté prendendolo per le braccia. Lui si divincolò e lo spinse lontano, facendolo cadere.

Ti ho detto di lasciarmi in pace!”

Jan non si arrese, si alzò e lo raggiunse afferrandolo di nuovo per le braccia. “E' quello che vogliono, smettila!” gli sussurrò con un filo di voce.

Felix lo guardò ansimando e corrugò la fronte. “Che diavolo vuol dire?”

Fidati. È quello che vogliono... smettila di fare questa dimostrazione di forza!

Dov'è Alek? È davvero morto?” domandò sussurrando a sua volta.

Non lo so, non credo. Ma non possiamo parlarne qui. Fidati ragazzo mio, quello che vogliono è toglierti la tua umanità. Smettila e torna dentro.”

Il ragazzino annuì alzando gli occhi verso le finestre dell'edificio. Qualcuno lo stava spiando e sapeva benissimo chi era.

Lo zio, ovviamente, compiaciuto di aver saputo scatenare la naturale violenza insita nel DNA di quella creatura. Tutto secondo i piani.

In un certo senso, era sempre stato suo fratello a mantenere viva la sua umanità, poiché quando gli vedeva fare ciò che lui considerava orribile, si rifugiava nel suo stupido sogno di normalità. Ora, senza quell'intralcio, Felix sarebbe cambiato. Ne era sicuro.

Lo guardò rientrare con un ghigno soddisfatto sulle labbra.

Eh sì caro ragazzo, da ora in poi le cose cambieranno...”

Il giovane Felix, addolorato e arrabbiato, si rinchiuse nella sua camera e lì restò per giorni, rifiutandosi di uscire. Parlò solo con Jan, che gli spiegò che qualunque cosa fosse successa a suo fratello, era stata fatta per lui, per modificarlo come non erano ancora riusciti a farlo.

Non ci riusciranno” affermò convinto “io non sono come loro, non sono un mostro.”

Si fermò e rifletté a lungo, poi alzò lo sguardo e lo puntò oltre la finestra. “Io non sono Marcus Corvinus. Io sono Felix.”

L'uomo di fronte a lui annuì sospirando.

Sarebbe stato difficile per quel ragazzo non perdersi nelle pieghe della malvagità.

Era nato per questo, e difficilmente si sarebbe sottratto al suo destino.

Ma lui lo avrebbe aiutato in ogni modo possibile.





a/n: grazie alle persone che leggono e che hanno messo questa storia nei preferiti/seguiti. Spero che continui a piacervi.


 


   
 
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