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Autore: Harira    21/04/2010    2 recensioni
In una pausa notturna tra amore, morte e destino, il nostro Sephiroth, che amiamo, riflette su qualcosa di tanto noto a noi quanto sconosciuto a lui: la Famiglia.
Oggi, lo ammetto, non avrei potuto scrivere di nessun altro tema.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cloud Strife, Sephiroth
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Famiglia. Una parola un po’ strana. Semplice, a suo modo, ma così vasta nel suo significato.
Sephiroth ignorava che cosa fosse una Famiglia. O meglio, sapeva perfettamente portare esempi noti a tutti di quello che si ritiene sia, o debba essere, una Famiglia.
Eppure, non aveva mai provato sulla sua pelle che cosa fosse. Non aveva mai sentito, non aveva mai toccato con mano quel concetto che, per lui, rimaneva astratto e immaginario, quasi falso.
Esistavano davvero delle Famiglie? Era possibile?
Una Madre, una vera Madre, non un organismo vegetante ma non senziente, per di più alieno, e nemmeno un organismo produttore. Sì, certo, anche lui era andato a scuola, anche lui sapeva che i bambini non nascono sugli alberi, o sotto i cavoli. A volte, in provetta sì, però quello non era stato il suo caso.
Lui era uscito da una donna, di sicuro. Eppure quella non era una Madre, non come lui la desiderava, almeno.
Lo sapeva, certo, era discorso più vecchio del mondo. La Madre non è quella che ti partorisce, ma quella che ti cresce.
Però lui non aveva avuto qualcuno che lo crescesse. Diciamo che si era cresciuto da sé, a prove ed errori. Insomma, una specie di roulette russa della vita. Faccio questa cosa, se non muoio mi insegna qualcosa.
Infondo, è quello che fanno tutti. Lui, come al solito, si era limitato a farlo un po’ di più.
Del suo rapporto con quello che avrebbe dovuto essere suo Padre, meglio non parlarne.

Si voltò a dare uno sguardo a Cloud, tranquillamente addormentato al suo fianco.
Ok, erano nemici, erano due uomini, erano nemici. Due volte? Beh, sì, anche mille forse.
Però, dopotutto, perché bisognava sempre etichettare tutto? Amico, nemico, amante. Non potevano quelle tre cose essere diversi aspetta della stessa?
Che Cloud fosse suo nemico, beh, il Mondo lo urlava senza mezzi termini. Che fosse suo amico, oh, sembrava così dolcemente possibile in quel momento, o almeno verosimile.
Che fosse il suo amante… mmm… che lo fosse lo provava il fatto che dormisse nudo vicino a lui.
Il modo in cui i capelli di Cloud, di una lunghezza indefinita, si mescolavano ai suoi lo faceva riflettere sul fatto che fossero un po’ una cosa sola.
Non tanto per il sesso, quello era secondario. Piuttosto, per un sentimento comune di necessaria vicinanza. Se non fosse stato per Zack, Cloud sarebbe rimasto per sempre un esserino qualsiasi che Sephiroth avrebbe schiacciato con un piede camminando verso il suo destino.
Eppure, dopo aver compiuto il fondamentale dovere di renderli parte dello stesso fato, Zack era sparito nel nulla lasciandoli a combattersi nel suo ricordo.

Sephiroth ripensò a Genesis ed Angeal. Loro due erano stati la sua Famiglia? Li aveva amati come tali? Loro lo avevano voluto come un fratello? Alla fine, era per non diventare come loro che stava aggrappandosi alla vita il più possibile.
Certo, a lui era toccato in sorte uno scenziato più accorto, però non poteva essere soltanto questa la differenza tra lui e loro.

Ancora una volta, il suo sguardo cadde su Cloud.
Che fosse quella la differenza?
Nel sonno, il biondino si voltò verso di lui e prese a sbavare innocentemente vicino alla sua gamba.
La città, fuori, correva gridando loro di odiarsi.
Sephiroth passò una mano in mezzo ai capelli del suo nemico e sorrise tra sé.
Ancora non si era abituato a quella parola, Famiglia, come ad un vestito nuovo non proprio della sua taglia. Eppure, da quella sera, sentiva un vago presentimento sulla pelle delle mani, come si averla, per un istante, sfiorata con la punta della dita.
  
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