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Autore: Angorian    23/04/2010    13 recensioni
Sesshomaru si chiede quale destino sia riservato alla piccola umana che lo accompagna. Gli vengono mostrati cinque possibili futuri, con un'unica costante.."Fu con un’ultima lacrima che si spense la vita di Rin, mentre accasciata sul suolo aveva aspettato un aiuto che non era arrivato.
Sesshomaru ringhiò per la frustrazione. Era morta.
Rin in quel futuro moriva per colpa sua, per la sua incapacità di proteggerla."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attese che i vapori si diradassero, affinché la sua mente potesse tornare sgombra.
Le visioni, nel loro mutevole caos, avevano originato in lui una lucida comprensione; un’idea presente fin dall’inizio, ma che aveva avuto bisogno di tempo per mostrarsi come unica via.
Riaprì gli occhi d’ambra con studiata lentezza, per avere modo di prepararsi allo sguardo scarlatto e tagliente del demone.
Tuttavia, l’attenzione di quest’ultima era rivolta alla piccola ampolla che teneva in grembo, la dannata fiala con cui avrebbe potuto mantenere Rin in vita.
Con tenerezza, il demone la accarezzava pensierosa, mentre il vetro riluceva cangiante i bagliori rossastri del fuoco.
Senza alzare gli occhi, la donna ricominciò a parlare.
“Contrariamente a quanto pensi, non voglio in alcun modo ingannarti, Sesshomaru. In questo momento, la scelta più giusta per l’umana ti sembra quella di rifiutare; ma è così sbagliato cedere all’egoismo?Lei vorrà restare con te, e tu non vorrai lasciarla morire. C’è così tanta sofferenza nel futuro, per entrambi”.
Sesshomaru osservò le dita magre della donna rincorrere i bagliori sulla superficie lucente della fiala.
Risultava difficile distoglierne lo sguardo.
“Non ti concederò la sua anima”. Affermò Sesshomaru, secco.
Il demone continuò a non guardarlo, e questo lo irritò.
“Non è detto che debba accadere. Tenterei di impadronirmene, certo; ma non verrei meno al patto. Lei resterà tua finché lo vorrà. Un infinito futuro che dipano ai tuoi piedi, legato alla sua sola volontà umana”.
Sesshomaru si alzò in piedi con un movimento fluido, per torreggiare sulla minuta figura della donna; questa però non parve affatto intimidita, e continuò a non guardarlo.
“E’ il tuo interesse, che non mi spiego”. Replicò Sesshomaru.
Il demone finalmente alzò il capo. I suoi occhi brillavano di una luce ironica.
“Oh, certo che lo capisci”. La risposta della donna giunse con tono velato, carico di sottintesi.
Il fumo dei carboni ardenti tornò ad addensarsi, ricomponendo la figura nuda della Rin adulta.
Fluttuò accanto a lui seducente, le dita di fumo protese verso di lui, cercando un contatto.
“La mia attrazione per lei è equivalente alla tua”. Sorrise, indulgente al suo sguardo interrogativo.
Intanto, la creatura di fumo gli sfiorava i capelli.
“Le anime umane sono così calde”. Gli angoli della sua bocca si inclinarono nel sorriso goloso che ormai conosceva.
“Vitali, palpitanti. Noi demoni maggiori siamo esseri immobili, freddi. Quando non è il desiderio di violenza a muoverci, siamo portati naturalmente alla noia. E gli uomini, creature così piene di emozioni, ci attraggono irrimediabilmente”.
Mentre la donna parlava, la ragazza di fumo cominciò ad accarezzare le guance di Sesshomaru, con tocco lieve. Sembrava voler richiamare la sua attenzione.
“Sfugge alla nostra comprensione, come queste creature dotate di logica antepongano i loro istinti all’intelletto”. Continuò il demone.
“ Il calore delle loro anime, è così piacevole e invitante. Più forti sono le emozioni che li muovono, più calore emanano. E trovo la tua piccola Rin, con la sua cieca fedeltà, assolutamente deliziosa”.
Sesshomaru si impose di mantenere a freno la sua rabbia. Pochi demoni avevano quell’effetto su di lui.
“La vita dei demoni è lunga, Sesshomaru. E le cose rare incuriosiscono i vecchi demoni come me; il tuo legame con l’umana non è unico, ma è raro. Immagina, quale sensazione potrei provare nell’affondare le mani sulla sua bella anima. E il potere che potrei avere su di te”. Disse la donna.
Sembrava compiaciuta della sua assurda sincerità.
“Non riesci a vedere, come il piatto della bilancia penda a tuo favore? Ti sto assicurando un’eternità accanto a lei. Nessuno puo’ offrirti tanto. L’unico prezzo, è un momento che potrebbe persino non arrivare mai”.
Sesshomaru strinse gli occhi.
“Se quel momento dovesse arrivare, ti ucciderei”. Sibilò.
La Rin di fumo si fece più evanescente, fino a scomparire.
L’ultima cosa che vide, furono i suoi occhi vacui.
“Sì, indubbiamente proveresti a farlo. Ma c’è un’ultima ciotola da vedere”. Rispose la donna, abbassando lo sguardo sull’ultimo contenitore bianco.
“Mi mostrerà le conseguenze del patto?”. Chiese, sarcastico.
“E’ possibile”.
Sesshomaru sentì affiorare sulle sue labbra un sorriso.
“Possibilità. Tutto si risolve a questo”. Commentò.
Con uno scatto repentino Sesshomaru levò Tenseiga, e con un fendente distrusse l’ultima delle cinque ciotole.
I frammenti bianchi e gli schizzi del liquido si sparsero confusi sulla roccia del pavimento, in ogni direzione.
La donna lo osservò senza intervenire.
“Rin è libera”. Disse Sesshomaru. “Farà quello che vuole”.
Il demone rise a quelle parole.
“Rinunci alla fiala, per la sua libertà? E’ un prezzo che sarebbe disposta a pagare, lo sai”.
Sesshomaru ripose la spada nella fodera.
“Se ne pentirebbe”. Rispose, sicuro.
La donna lo guardò a lungo.
“Soffrirai, Principe dei Demoni”.
Il volto di Sesshomaru si illuminò in un ultimo, breve sorriso.
“La quinta ciotola non ha mostrato il suo contenuto. C’è una possibilità che non sia come dici”.
Il demone ricambiò il sorriso.
“Tipico di te, Sesshomaru”.
Sesshomaru non rispose.
Si voltò, e senza aggiungere altro, imboccò il corridoio che l’avrebbe riportato alla luce.
Dalle profondità della grotta, sentì la risata soffocata della donna.

*


Quando fu fuori dalla grotta, i tiepidi raggi del sole morente fecero brillare i suoi capelli d’argento di sfumature rosate.
Si era sentito sollevato nel lasciare l’antro, consapevole di avervi lasciato dubbi che lo inquietavano.
Avrebbe continuato a portare con se delle emozioni scomode, che per molto tempo non aveva voluto analizzare.
Non voleva più soffermarsi su quei pensieri.
Avrebbe lasciato Rin crescere, e avrebbe accettato la sua decisione.
Le sue interferenze, avrebbero procurato solo dolore e sangue.
Sapeva soltanto che avrebbe continuato a proteggerla, vicina o lontana.
Il suo olfatto fu solleticato da un odore familiare, un profumo lieve che gli avrebbe indicato dove dirigersi.
Lei era vicina, e lo stava aspettando.

*Fine*

NA:Perdonate l’atroce ritardo, ma una certa nube ha protratto la mia gita, e ho potuto aggiornare solo adesso.
Spero che quest’ultimo capitolo vi sia piaciuto, e che vorrete lasciare una traccia del vostro passaggio.
I ringraziamenti li faccio via mail, ma comunque grazie per il vostro entusiasmo e calore.
Un bacio, e arrivederci =)

   
 
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