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Autore: SummerRestlessness    24/04/2010    5 recensioni
Un'intervista a quel "vampirucolo" di Robert Pattinson...
Niente di impegnativo :P Succederà qualcosa di strano tra Robert e la sua intervistatrice?!? Questo "qualcosa" ci metterà più o meno di 30 capitoli per succedere? ;)
Ho messo OOC perchè non so come sia Robert in realtà (ma vah?!?) e quindi qualcuno potrebbe rimanere deluso da come l'ho immaginato io...
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Professionale

1. Professionale


Lui,
capelli esageratamente scompigliati,
occhi che fissano persi qualcosa o forse niente fuori dalla finestra,
una sigaretta in mano da cui tira di tanto in tanto lunghe boccate traendone quello che sembra un piacere smisurato.
Chiude gli occhi per un attimo, sospira. Alza la mano lentamente, si porta la sigaretta alla bocca e quando questa tocca le sue labbra i suoi occhi si socchiudono fino a diventare due fessure ed è come se il suo corpo, prima un poco rigido, si lasciasse andare sciogliendosi, per un istante.
Chissà come sarebbe essere sfiorata da quelle labbra.

Il fatto che sia così immerso e così perfetto nel personaggio di bello e dannato già mi spiazza.
E poi succede il danno definitivo.

Si accorge che c’è qualcun altro nella stanza, io, e quindi si volta verso di me.
-    Hi. I’m coming in a minute.
I suoi occhi mi inquadrano.
Ce li ha azzurri, e non lo sapevo.
Ha una voce pazzesca, bassa, un po’ rauca. E un accento divino.
DIVINO.
E non sapevo fosse inglese.

Annuisco, senza riuscire a spiccicare parola, sperando di non risultare una completa idiota. Ma mi ci sento, idiota: che problema ho?
Ho già intervistato altri ragazzi, attori, artisti, cantanti carini, anche inglesi (cavolo, proprio non sapevo che fosse inglese) e non sono mai stata così... colta alla sprovvista. In imbarazzo. Idiota.
Mi scuoto un po’: ci facciamo mettere i piedi in testa da un vampirucolo spettinato attira-ragazzine qualunque? Eh no, direi proprio di no.
Un po’ di professionalità, diamine.

Mi siedo sulla poltroncina riservata agli intervistatori, di fronte a quella che tra poco occuperà lui, e mi sistemo la gonna. Poi, appoggio la mia cartellina con le domande sulle ginocchia e mi riavvio i capelli.
Professionalità, santo cielo.

La verità, caro il mio belloccio con voce pazzesca (pazzesca, cavolo), è che nessuno ci voleva venire, ad intervistarti. Così hanno mandato me, la più giovane del team, a fare il lavoro sporco. La più giovane, nonché quella che si becca sempre gli incarichi peggiori, o quelli che nessun altro vuole. Se fosse per me in questo momento sarei nel mio ufficio a lavorare su qualche cartella stampa di un qualche attore di teatro sconosciuto e talentuoso, piuttosto che stare qui ad intervistare te. Caro.

Alzo gli occhi e vedo che finalmente il signorino si è deciso a concedermi un po’ del suo prezioso tempo da succhiasangue super impegnato. Quando si accomoda nella sua poltroncina, con fare a dire il vero per niente sicuro di sè, anzi un po’ intimidito, cerco di sorridergli. Distaccatamente, ovvio: da professionista.
-    So... let’s begin, shall we? – gli chiedo e lui annuisce sorridendo a sua volta.
Poi, prima che io abbia individuato sulla mia cartellina la prima domanda da porgli, mi chiede (con quel fantastico accento inglese):
-    Allora sarei un attorucolo fortunato, eh?
Rimango immobile a bocca aperta per qualche secondo, mentre sul suo viso si dipinge un’espressione furba. Alza un sopracciglio.
Oh, cavolo. Allora mi ha sentita.

Poco prima di entrare, ero qui appena fuori dalla porta e parlavo al telefono con una mia amica di Londra che è... beh, dire fan sarebbe poco, ma diciamo così... fan del vampirucolo... di questo tizio. Insomma, gli muore dietro da prima che diventasse così famoso. E, tra le altre cose, devo aver anche detto qualcosa sul fatto che secondo me lui fosse... beh, un attorucolo. Fortunato. Probabilmente in quel momento lui era alla finestra e aveva sentito tutto. Poi, sentendo la mia voce, aveva riconosciuto quella dell’idiota che l’aveva insultato così.
Benissimo.

Sto iniziando a pensare che starmene qui a bocca spalancata non sia la tattica migliore, che forse sarebbe meglio fuggire, quando lui mi guarda e si apre in un sorriso malizioso. Poi si passa una mano tra i capelli (che evidentemente non erano già abbastanza scompigliati) e i suoi occhi brillano mentre osserva la mia espressione. Si diverte. Mi sta prendendo in giro.
Dannato attorucolo dai denti appuntiti. Ora ti faccio vedere io.
-    Beh... - dico fingendo nonchalance – Attorucolo o no, devi ammettere di essere stato fortunato.
Ecco fatto. Ecco come si fa a farsi sbattere fuori da una sala per le interviste con l’attore più cool del momento. Ecco come si fa a fare finire una carriera giornalistica quasi nemmeno iniziata.
-    Non lo nego. – dice però lui, tranquillamente – Là fuori ci saranno milioni di Edward migliori di me.
Riprendo a respirare, sorpresa dalla facilità con cui ha ceduto. Sorpresa di non essere ancora stata lanciata fuori dalla finestra da uno dei suoi bodyguard. O di non essere stata linciata dalla folla che, fuori, non ha smesso un secondo di sbraitare il suo nome e sembra capace di scalare questo palazzo, raggiungere quella finestra aperta per entrare nella stanza e... linciarmi, appunto.
-    Dici sul serio? – mi ritrovo a dire, confusa, perdendo tutta la mia sicurezza di poco prima.
-    Beh... - mi sorride enigmatico - Io tra le altre cose sono tutto il contrario di lui. Lui è gentile, perfetto, compassato, romantico...
-    E tu invece?
Ok, io non sono ancora stata buttata fuori dalla finestra, ma la mia professionalità di sicuro sì. IO l’ho presa di peso e l’ho scaraventata da qualche parte molto lontano là fuori, perché la mia curiosità non ha niente di giornalistico.
Lui scoppia a ridere: - Io sono tutto il contrario. – termina la frase e mi guarda sorridendo malizioso, con gli occhi ridotti a due fessure.
Ed io gli credo.
-    Com’eri da bambino? – gli chiedo mascherando stavolta la mia personalissima curiosità con un tono distaccato, come se stessi semplicemente seguendo una scaletta e quindi fossi costretta a passare senza continuità da un argomento all’altro.
-    Come? – mi chiede lui, spiazzato. Sorrido.
-    Ora sei un sex symbol – storce la bocca a quel termine – ma da bambino com’eri?
Sbuffa piano: - Bruttino. Oltretutto, piuttosto solitario. Avevo pochi amici, e vorrei poter dire “pochi ma buoni”, ma non sarebbe la verità.
Ora sono io ad essere spiazzata dalla sua risposta e non glielo nascondo: - Oh. L’esatto contrario di quello che sei adesso, insomma.
Diventa perplesso: - No... sono ancora così... Non si vede?
Sto per mettermi a ridere per la sua battuta, ma poi la sua espressione mi confonde: non capisco se il suo sia sarcasmo o se mi stia prendendo in giro. Eppure sembra sinceramente sorpreso dalla mia affermazione. Guardo i suoi occhi profondi, il suo fisico slanciato e le sue mani sicure appoggiate sui braccioli della poltroncina, come se fosse sempre in procinto di alzarsi ed andarsene.
-    No – dico sincera – Non si vede.
Scuote leggermente la testa e sorride: - Eppure è così. Dentro di me, sono ancora quel ragazzino un po’ sovrappeso con i capelli troppo arancioni che non parlava mai e spesso avrebbe voluto essere invisibile.
Lo guardo stranita, ma lui non sposta gli occhi dai miei di un centimetro.
Sembrano quasi chiedere scusa. Scusa se non sono quello che pensavi. Scusa se tutti ti hanno fatto pensare il contrario. Scusa se non sono quello che volevi – che volevate tutti.
Non credo in effetti di aver mai letto cose del genere su di lui, in un’intervista. Ma l’argomento, neanche a dirlo, non mi interessa solo per questo.
-    E vorresti mai essere invisibile, adesso?
Si muove sulla sedia, sorpreso dalla mia domanda, si divincola come se stesse combattendo; poi si ferma e mi regala un nuovo sorriso, un po’ più amaro degli altri:
- Sì.

Gli sorrido a mia volta e passo un momento così, persa nei suoi occhi. Azzurri. Nel suono vibrante di quel “Sì” sussurrato che è rimasto nell’aria. Nella sua voce bassa che è ancora più bella quando non fa lo spavaldo.
Mi accorgo che lui ha di nuovo cambiato espressione e mi sta guardando divertito. Indica la mia cartelletta: - Non hai altre domande?!?
Gli sorrido imbarazzata. Di nuovo, idiota.
Lui si abbassa un po’, appoggia i gomiti sulle ginocchia e avvicinandosi a me, mormora: - Hai cambiato un po’ idea sull’attorucolo?
Nel suo tono non c’è traccia di risentimento, è solo una domanda con un briciolo di ironia. Il suo sorriso si allarga, ancora vicino a me. Mi sta proprio prendendo in giro. Di nuovo. E mi sta anche provocando.
Si mette una mano tra i capelli e continua a scompigliarli. Adoro i capelli scompigliati.
Gli sorrido e continuo la mia recita da giornalista professionale:
-    Suoni anche, giusto? E canti.
-     Sì. – mi sorride. Sa che ho cambiato argomento appositamente e sa anche perché.
-    Quando me lo permettono. – continua modesto.
Continua a guardarmi da vicino, intensamente come se volesse scoprire cosa penso e non mi vengono più altre domande da fargli.
È bello, cavolo. E sa di esserlo e sfrutta la cosa a proprio favore, ma lo fa come se ne avesse scoperto da poco il potenziale e ne fosse affascinato, più che completamente conscio.
Mi fa perdere il filo del discorso. Non che me ne importi molto, comunque.
-    Nient’altro? – mi chiede fingendosi spazientito mentre sorride.
Io sto pensando se “Vuoi sposarmi?” sia una domanda adatta da fare in un contesto del genere. Credo di no.
-    Credo di no.
-    Allora adesso è il mio turno. – dice lui entusiasta tornando a sedersi composto e per poco non si mette a saltellare sulla sua poltroncina. Si mette in posizione e finge di avere in mano carta e penna; poi mi guarda da sotto in su, come se avesse indosso un paio di occhiali.
Sta giocando al giornalista professionale. Con me.
– Allora. Ho due domande.








N.D.Summer
La domanda che mi pongo è: la smetto di inventarmi nuove fic? Non ne ho già forse abbastanza in ballo?!?
Sì. Evidentemente no. XD
Spero che vi piaccia questo inizio di intervista con Rob (*_*) e che vi incuriosisca...quali saranno le domande che il diabolico Rob vuole fare alla sua intervistatrice?!? Prometto che la continuazione (che ho già in testa ma ancora non ho scritto) vi sorprenderà...
Se invece non vi piace...mi dite perchè? Davvero, sono sempre interessata a qualsiasi critica che mi permetta di migliorare o di correggere qualche errore...
Dai...La smetto di annoiarvi e...grazie in anticipo! :P
   
 
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