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Autore: Elly Malfoy    25/04/2010    4 recensioni
la fine dell'anno, il treno, un frammento di pergamena, una promessa, l'estate davanti e tanti dubbi. Che cosa sarà? Quanto saranno lenti nel loro incedere? in fondo sono solo tre mesi, ma si può dire solo? perchè quando aspetti non sono mai solo sei tre mesi..
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Hermione Granger percepì il mettersi in moto del treno

Salve ragazzi! Dunque questa storia è iniziata durante una noiosa ora di lezione, poi a casa trascrivendola ha preso forma…Ora vi chiedo umilmente una cosa, volete il continuo o la lascio così? Si, perché la mia mente un po’ malata, devo ammetterlo, ha pensato anche ad un possibile seguito. Beh aspetto vostre opinioni. Buona lettura J

 

 

The summer

 

Personaggi e luoghi di esclusiva proprietà di J. K. Rowlng.

 

 

 

Hermione Granger percepì il mettersi in moto del treno. Vide allontanarsi la collina che nascondeva Hogwarts. Ecco il segno della fine del sesto anno. Nel di lei animo un pensiero costante che somigliava di più ad una preoccupazione.

Come quando sogni di cadere nel vuoto e ti svegli pensando che era solo un incubo. Già, ma la sensazione di non sapere cosa c’è dopo, cosa c’è nel vuoto rimane fino al momento in cui il sonno ricomincerà a cullarti. Così si sentiva H. J. Granger e il sonno non accennava certo a giungere. Fissava fuori dal vetro, vedendo il paesaggio ma non osservandolo. Semplicemente le passava davanti ma lei vedeva solo quei momenti, quelle lacrime di tempo che lo avevano visto partecipe, quella figura diafana che lei aveva permesso entrasse nel suo mondo.

 

Non lo aveva ancora visto da quando avevano lasciato il castello, non era nel vagone dei prefetti e sperava, in fondo, di incrociare almeno quel grigio nel prossimo giro per i corridoi.

Stava chiedendosi cosa sarebbe stato.

Tre mesi durante i quali si erano reciprocamente promessi di non sentirsi.

Ma la presenza di quel frammento di pergamena nella tasca destra che percepiva solo distendendo la mano, era quasi rassicurante. L’ultimo loro contatto.

 

Decise che muoversi le avrebbe fatto meglio che non stare ferma in quel vagone a riflettere, sfidando l’autolesionismo o l’autodistruzione.

Aprì la porta dello scomparto prefetti. Un vuoto desolante lo riempì alla sua uscita.

Passo dopo passo lo sguardo vagava di figura in figura cercando quegli occhi, quello sguardo, quella figura.

Quasi a metà del treno nel suo manto scuro, lui.

Gli si avvicinò senza ricevere da lui la minima considerazione, ma a questo era abituata in pubblico.

Tuttavia, bruciò la distanza fra di loro sperando secondo dopo secondo che egli volgesse il suo sguardo su di lei. Cominciò a sentire la voce dell’austero ragazzo solo quando questo stava salutando il suo interlocutore nel tono freddo che lei conosceva forse fin troppo bene.

Lo vide poi rivolgerle la sua attenzione e quelle labbra aprirsi per porgerle un ruvido “Granger”.

“Draco” le uscì spontaneo, senza riflettere, senza pensare all’impatto che quella parola avrebbe potuto avere una volta pronunciata. Un nome che per tutti gli altri sarebbe stato semplicemente un modo per identificare una persona, era per loro qualcosa di molto più pericoloso.

Lui la guardò con occhi inespressivi prima di voltarle le spalle, prima di entrare nello scomparto più vicino.
Hermione decise che tanto valeva continuare sulla strada intrapresa e cercare di essere almeno coerenti. Pose la mano fra le due porte prossime a chiudersi, si aprì un varco e le lasciò richiudere solo una volta che furono alle sue spalle.

Lei e lui soli in quello spazio. Certo sarebbe stato un buon momento per parlare, se non fossero stati lui, Draco Malfoy, e lei, Hermione Granger.

 

La Grifona cercò di nuovo gli occhi del giovane Serpeverde ma lui sembrava trovare il pavimento molto interessante.
Quando era sul punto di parlare, ecco che le sottile labbra del Principe delle Serpi si mossero.

“Chi ti ha dato il permesso di seguirmi?”

In realtà il permesso se l’era dato lei stessa, ma questa argomentazione non sarebbe di certo stata accettata dal Furetto. Per quanto poteva dire di non conoscerlo, questo era abbastanza prevedibile.

Cosa vuoi, Mezzosangue?” chiese alzando lo sguardo per puntarlo ai di lei occhi. Come se non sapesse quale effetto avesse su di lei quello sguardo, come se di lei non sapesse altro che la non purezza presunta del suo sangue. Il tono era pervaso di orgoglio, di freddezza come se per lui non fosse altro che quello che era sempre stata. Come se niente fosse stato e quindi il motivo per il quale lei era lì ora gli fosse del tutto oscuro.

Lo guardò con tutta la delusione che poteva trovare, con tutta l’amarezza che avesse potuto accumulare in quel momento.
“Niente, come sempre” sentenziò. Poi si dileguò, ma non abbastanza in fretta da evitare di veder affiorare il ghigno che lui amava tanto indossare.

 

E mentre si allontanava, mentre tentava di porre la maggiore distanza fra lei e Malferret, ebbe la consapevolezza che sarebbe stata l’estate più lunga della sua vita.

Sedette vicino al finestrino in uno scomparto vuoto, concentrandosi sui particolari delle ombre che crescevano a ritmo del tramonto, seguendo il volere del sole.

Senza ascoltare nient’altro che il silenzio, perché la sua mente lavorava troppo per poter ascoltare altro. Perché la sua voce pervadeva il silenzio nonostante non fosse possibile, perché il suo profumo era maledettamente ovunque, perché ogni cosa che potesse pensare era in qualche modo collegata a lui.

Sentì una lacrima farsi strada sulla sua guancia, percorrerle il profilo fino a quando si infranse sulle sue labbra. Chiuse gli occhi assaporando quel sapore che, anche se non era razionalmente possibile e lei ne era consapevole, assomigliava al suo.

Alzò gli occhi concentrandosi sul suo riflesso che si sovrapponeva alle ultime luci del giorno. Un barlume di orgoglio le brillò negli occhi dandole la forza per asciugare le sue guance con un gesto veloce.

Dopo pochi secondi entrarono Harry Potter e Ron Weasley. Le riportarono un affetto fraterno, la distrassero e le permisero di mantenere un qual certo contegno.

 

Sperava quel viaggio non sarebbe mai terminato, così che non fosse stata costretta ad affrontare l’estate. Ma vide avvicinarsi le luci di Londra e poi il tipico rumore di coloro che si preparavano a scendere.
Quando il treno si fermò non le restò che prendere un respiro e dirigersi verso la porta. Vide i genitori di Ron, lì saluto e dopo essere sopravvissuta ad un abbraccio della signora Weasley strappò a Ron e Harry la promessa di scriverle presto e frequentemente. Questo fu un buon pretesto per lasciarsi sfuggire una lacrima mentre varcava il confine tra mondo dei maghi e Londra babbana…

 

 

 

 

Eccoci alla fine, aspetto vostre notizie…

Grazie per aver letto, spero vi abbia tenuto compagnia per qualche minuto. Come solito il non happy ending.. mi scuso con chi l’avrebbe voluto…

Grazie…

Un abbraccio…

Always Yours                                                   

                                                                                                                                                                                                        Elly Malfoy

  
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