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Autore: JOE_    26/04/2010    2 recensioni
Sappiamo tutti che tra Efestione e il giovane Re del Mondo c'era qualcosa. E se fosse lei, Antigone, figlia d'un generale di Filippo? Impossibile, sì, ma se fosse?
Genere: Romantico, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VATTENE, ANTIGONE.

“Vattene, Antigone.”

 Il mio nome è Antigone, figlia di Antigono. Sì, qui in Macedonia abbiamo molta fantasia riguardo i nomi. Ho diciassette anni e vivo a Pella. Nonostante io sia una ragazza, sono stata istruita. O meglio, ho origliato qualche lezione, quando Aristotele insegnava a mio fratello, Cassandro. Oh, no. Non l’ambizioso generale d’Alessandro. Un fratello demente ed esile, il mio, che disonorò mio padre e mio nonno, e chi venne prima di loro.

Conobbi fin da piccola l’arte della guerra. Appostata in un angolo del cortile, osservavo le lezioni di lotta mentre fingevo di tessere collane di fiori. Mio fratello, il piccolo e fragile Cassandro, cedette dopo poche settimane alle estenuanti fatiche degl’allenamenti. Chiesi poi a mio padre di poter prendere il suo posto, ma con uno schiaffo me lo negò. Allora non capii il perché. Me lo spiegò poco dopo mia madre: una donna greca deve stare in casa, svolgere le attività domestiche, al riparo dalla fatica, dal sole e dai terribili calli sulle dita.

Ma finchè non superai i quindici anni fui libera di girare per il palazzo, il cortile. Strinsi amicizia coi giovani nobili, i futuri generali dell’esercito di Macedonia: Nearco, il saggio Tolomeo, Filota, Leonnato, il bellissimo Cassandro – già allora c’era chi faceva la fila per aggiudicarselo come sposo -, Efestione e poi ovviamente lui, il principe di Macedonia, il biondissimo Alessandro.  Di amiche femmine non ne ho molte, preferiscono stare in casa a tessere stupide tele, a farsi belle e profumate, neanche volessero superare Afrodite.

Compiuti i sedici anni cominciai a fare la vera “donna di casa”, come desidera mio padre. Solo di mattina, in verità. Finiti i lavori uscivo di nuovo. Aria aria aria, avevo bisogno di tanta aria. Beh, più che di aria avevo un bisogno impellente e irreversibile di parlare e scherzare e guardare i miei amici, se così si potevano chiamare. Per gli dei, erano sempre più belli, le loro braccia col tempo di facevano più solide, i loro addominali più scolpiti, le loro gambe muscolose come quelle d’un atleta e poi...meglio non continuare. Nonostante tutto, non trovai mai un uomo con occhi come i suoi. Del color del mare e del cielo erano gli occhi d’Efestione, simile a un dio. Certo Alessandro, cogl’occhi nocciola d’un cerbiatto, era ugualmente attraente, e gl’occhi ebano di Cassandro, per Apollo, che spettacolo. Ma nessuno come lui, com’Efestione.

Inutile dire che alla minima attenzione caddi ai suoi piedi, come un frutto maturo al primo alito di vento. Il nostro rapporto divenne sempre più stretto, le sue visite più frequenti, le sue mani a cercare le mie, i suoi occhi nei miei. Timido Efestione, sempre coraggioso e fedele. Non tradì mai il suo più grande amico, la sua più grande ossessione, il piccolo principe di Macedonia. Di lui fui sempre un po’ gelosa. Un grande amico anche per me, certo. Ma Achille doveva mandare a morire proprio l’amato Patroclo? Un altro soldato, fra i tanti che giunsero sotto Ilio, lo ripugnava?

 

“Efestione, cosa..?”

Il giovane s’era avvicinato con una strana espressione in volto.

“Devo partire.”

“Lo so, Efestione, io…”

“Non dirò che mi mancherai, né che ti amo.”

“E’ sempre stato così.”

“Non dirò nemmeno che vorrei non andarci. Io voglio partire.”

“E’ la cosa giusta.” Assentii io.

Cosa che non m’aspettavo furono i suoi occhi, scuri come la notte, colmi di rabbia e frustrazione. Dovevo forse piangere abbracciandogli le ginocchia, pregandolo di non partire per la guerra? Antigone sono, non Andromaca, e lui è Efestione: Patroclo, non certo Ettore.

 Vattene Antigone.”

 


Non so come sia venuta fuori questa storia. Sarà che progettavo una storia su Telemaco -la scriverò comunque, penso-, sarà che oggi ho visto LordOfWar, con Nicholas Cage e Jay Leto -che come tutti sapranno ha interpretato anche il dolce Phai-, sarà che arrivata a casa mi son vista pure Alexander. Sarà che mi son chiesta che cosa unì così tanto Ale e Phai. Certo, un grande amicizia, un grande amore. Ma poi? Non si sono mai davvero interessati a una ragazza? E se fosse proprio questo il motivo del loro rapporto così stretto e indissolubile? Non credo, ma da questo pensiero è venuta fuori la storia, spero l'apprezzerete.

Solo due piccole note:

1.quando dico che Achille manda a morire Patroclo..ovviamente so che è stato Patroclo a chiederlo e Achille non avrebbe mai voluto la morte del cugino barra amico barra amante. O forse sì? Zip, bocca cucita :ì 

2.il titolo apparentemente non c'entra una bega con la storia, ma come tutto, anche lui ha un suo perchè. A parte che mentre scrivevo ascoltavo KingsAndQueens. xD "Between heaven and hell": tra inferno e paradiso, tra Alessandro ed Efestione. Tra Alessandro ed Efestione lei, Antigone. Ok, forse non ha molto senso ma a me piaceva così.

Aspetto pareri, consigli, critiche e qualunque altra cosa vi possa passare per la capoccia.

Un bacio grande a tutti.

Joe.

   
 
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