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Autore: Neko9    26/04/2010    1 recensioni
Sayuri Misaki
Un nome pieno di fiori.
E, guardandola bene, non lo poté trovare meno appropriato.
Lei non sembrava la primavera. Pareva più l'autunno.
Se doveva rimanere nel campo dei fiori, la poteva paragonare a un piccolo giglio bianco sbocciato a fine estate e quasi appassito, calpestato, distrutto, da qualcosa più grande di lui.
Sì.
A mente lucida questa cosa gli parve fin troppo evidente.
Genere: Romantico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi finalmente a casa!^^
Adesso sistemo i codici e inserisco una prefazione decenteXD (anche se so già che saranno in pochi a leggerla ;))
Questa è la mia prima storia qui su Efp =)
E lo reputo un debutto strano, il mio, in quanto di solito mi piace scrivere storie violente, cupe, tristi e ben poco romanticheXD Però sto provando a dedicarmi anche a queste ;)
I risultati fin'ora sono stati piuttosto particolari O.O Questa storia è diventata anche drammaticaXD Chiedo scusa ;)
Il secondo capitolo è già pronto, il terzo è nella mia testa...
Conto di non andare oltre i cinque capitoliXD
Va beh...vi lascio ;)
Buona lettura!^^

Aggiungo le traduzioni dei nomi(che sono giapponesi anche se la storia non è ambientata in nessun luogo particolareXD):
Hikaru: significa Luce
Sayuri: significa Piccolo Giglio
Misaki: significa Bellezza che Sboccia
Yoichi: (non ne sono sicuraXD ma credo si possa tradurre anche così...non lo so) significa La superiorità del Primo Figlio.

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Capitolo 1. - L'inizio di tutto




“Ehi! Yoichi! Come hai passato il fine settimana?” il tono della domanda era volutamente malizioso.
“Mmh...tutto ok....niente di straordinario...” così come il tono indifferente della risposta.
L'amico sollevò un sopracciglio, dubbioso “Niente di straordinario??? E rimorchiare una sventola come quella che ti girava attorno sabato sera sarebbe niente di straordinario???”
Yoichi fece finta di pensarci un po', ravvivandosi i capelli neri con una mano “Decisamente sì, caro Natsu, sai com'è...quando le belle ragazze ti assediano, alla fine diventano un bel niente di straordinario...ah già! Tu non hai un grande stuolo di ammiratrici...” disse, canzonandolo.
Natsuhiko s'imbronciò “Antipatico!” ribatté, facendo la linguaccia “Quantomeno io una fidanzata l'ho avuta!” fece notare.
Yoichi sbuffò “Ancora con questa storia? Che vuoi che me ne freghi? Le ragazze sono solo un piacevole passatempo...”
“Sì,sì...dicono tutti così...” commentò l'amico.
L'entrata in classe della professoressa mise fine al discorso. I ragazzi, controvoglia, cominciarono a prendere posto, pronti ad iniziare un nuovo giorno di scuola.
Natsuhiko gli fece la linguaccia andando a sedersi al suo posto, nella penultima fila. Yoichi, con un alzata di spalle e un mezzo sorriso, si sedette al proprio, mettendo lo zaino sul banco a fianco, vuoto.
La donna si schiarì la voce e si risistemò gli occhiali sul naso “Buongiorno, ragazzi! Ho un annuncio da farvi...” l'attenzione fu tutta per lei “Sebbene sia un po' tardi, visto che ci troviamo a metà anno, da oggi avrete una nuova compagna di classe...” un mormorio curioso si levò alle sue parole e si spense quando l'insegnate aggiunse “Prego, entra pure...”
I due amici si volsero (come tutta la classe d'altronde) verso la porta e nello stesso istante, nella stanza, fece la sua comparsa una ragazza.
Non era né bella né brutta.
Ma era e già questo la rendeva diversa da tutte le altre.
C'era qualcosa in lei. Qualcosa di diverso.
Forse nel portamento, nel camminare, nella sua figura....qualcosa che dava l'idea, a Yoichi, che fosse come un animale ferito. Un animale che però, data la sua natura solitaria o forzata tale, cercava di mantenere la propria integrità, rifuggendo un qualunque aiuto.
I capelli, neri come i suoi, scalati e lunghi fin poco sotto le spalle, le incorniciavano il volto pallido e dai tratti delicati.
Era una figura slanciata, la sua.
Slanciata e magra, quasi sciupata, perfettamente stretta dalla divisa scolastica bianca e nera.
Ma non era alta.
Non quanto lui, almeno.
La professoressa scrisse il suo nome sulla lavagna.

Sayuri Misaki

Un nome pieno di fiori.
Che ispirava la primavera, il sole, la gioia, la felicità e ondate di immagini, pensieri e parole di significato unicamente positivo.
Sayuri, piccolo giglio. Yoichi si trovò immediatamente d'accordo con quel nome.
Lei era come un piccolo giglio bianco. Un piccolo giglio bianco, bellissimo, che sboccia anzitempo, in primavera, e per ciò risulta di una rara bellezza tutta sua.
Era quello che lui non poteva essere se non a metà. Era la luce.
Una luce chiara e bellissima, ma delicata...
Quando si accorse del corso dei propri pensieri, rimase sorpreso.
Scosse il capo, cercando di disperdere quella nebbia che per un attimo aveva permeato la sua mente.

Sayuri Misaki

Un nome pieno di fiori.
E, guardandola bene, non lo poté trovare meno appropriato.
Lei non sembrava la primavera. Pareva più l'autunno.
Se doveva rimanere nel campo dei fiori, la poteva paragonare a un piccolo giglio bianco sbocciato a fine estate e quasi appassito, calpestato, distrutto, da qualcosa più grande di lui.
Sì.
A mente lucida questa cosa gli parve fin troppo evidente.
E così triste.
Concentrato nei propri pensieri, si perse l'intera presentazione della giovane. Si risvegliò dal suo stato di semi-incoscienza solo quando udì la professoressa dire “Ok Misaki, Puoi prendere posto di fianco a Yoichi Hikaru, il ragazzo in ultima fila.”
Ed involontariamente sussultò.
Quasi fosse un automa, tolse la propria cartella dal banco affianco e la posò in terra, fra i due banchi.
Scrutandola mentre si avvicinava a lui con passo lento e incolore, notò alcuni particolari che, al suo primo e vago esame, gli erano sfuggiti.
Al collo portava una fascia alta di pelle morbida e nera, chiusa da una fibbia metallica e al polso sinistro ne portava un'altra, identica, ma nessuna attorno al polso destro.
Strano.
A meno che non nascondesse qualcosa.
I suoi occhi poi, avevano un che di sconvolgente.
Erano molto scuri, quasi neri, ma gli sembrava di poter scorgere dei riflessi rossastri che differenziavano l'iride dalla pupilla.
Un po' inquietante, forse, ma intrigante, di sicuro.
Sayuri scivolò sulla sedia affianco a lui, silenziosa come un fantasma, e non lo degnò di uno sguardo.
La vide tirare fuori dalla borsa i libri, il quaderno e l'astuccio e disporli con ordine sul banco.
Forse con troppo ordine.
Il quaderno dritto davanti a lei, sopra il libro e l'astuccio davanti. Tirò fuori tre penne e le sistemò ordinatamente a fianco del quaderno, a distanze regolari e il più possibile lontano da lui.
Era del tutto decentrata, quasi a prendere le distanze.
Quasi a proteggersi da Dio solo sapeva cosa.
Si schiarì la voce. Quantomeno doveva presentarsi in modo decente.
“Ehm...Sayuri? Piacere, Yoichi....”
Lei lo guardò. Il suo sguardo era così freddo e distaccato da risultare vuoto. Scrutò per qualche secondo la mano tesa verso di lei, come indecisa, prima di stringerla dolcemente con una delle sue e interrompere quasi subito il contatto.
“Sì, so che sei Yoichi. L'ha detto prima la prof. Piacere mio.”
Aveva le mani fredde, come la sua voce.
Voce che possedeva un timbro soffuso ed armonioso, molto piacevole, ma che, allo stesso tempo, nascondeva dentro di se un apatia tale da risultare spaventoso.
Era come ascoltare la voce di una bambola.
Di una bambola senz'anima e senza vita.
Dopo la breve presentazione tornò ad ignorarlo, concentrandosi totalmente sull'insegnate.
Lui invece continuò ad osservarla ancora per un po', cercando di comprendere qualcosa in più di lei, attratto da lei e dal suo mistero.

***

“Un po' inquietante la nuova arrivata, non trovi?” chiese Natsuhiko sorseggiando un po' di te dalla sua lattina.
“Mmh...” fu l'unico commento di Yoichi che, sdraiato, era intento a rimirare il cielo . Andavano sempre sulla terrazza durante la pausa pranzo.
Natsuhiko sbuffò “Voglio dire è piuttosto carina, ma si comporta come se fosse un robot comandato a distanza!” disse staccandosi dalla recinzione e avvicinandosi all'amico “Non trovi anche tu?”
“Mmh...trovo che nasconda qualcosa.”
“Eh?” Natsuhiko guardò l'amico un po' confuso. Yoichi si tirò a sedere.
“Dico, che credo stia nascondendo qualcosa, Sayuri.”
“Wow...” esclamò Natsu, sinceramente sorpreso “Ti ricordi già il suo nome? Cos'è? Ti interessa per caso?” chiese con tono malizioso.
L'altro scrollò le spalle “E se fosse? Sì, mi interessa. Voglio scoprire qualcosa in più su di lei...”
“Sai, non ti facevo molto detective...ti ho sempre visto come un cacciatore, diciamo pure un killer di cuori...cos'è questo improvviso attacco di sentimentalismo?” chiese Natsu fissando la propria lattina.
“Non è sentimentalismo, razza si scemo! Io la chiamerei curiosità. Innocua curiosità!”
“Mmh...” Natsuhiko assunse un'aria pensierosa “Innocua, dici? Io non credo. La troppa curiosità può uccidere il cucciolo inesperto...”
Yoichi lo guardò scettico “E questa da dove l'hai presa? Un'altra delle tue battute idiote? E comunque io non sono un cucciolo ne tanto meno sono un inesperto...”
“Mmh...sarà...comunque fa attenzione...se ti avvicini troppo al fuoco, ti scotti. Almeno lo sai questo? Non credo sia una buona idea cercare di capire quella ragazza. Se davvero nasconde qualcosa, vorrà dire che non vuole che si sappia.”
Yoichi sorrise “Ehi! Ti sei mai chiesto perché esistano i segreti? Proprio perché qualcuno li scopra...”
Natsu scrollò le spalle “Se lo dici tu...” buttò la lattina nel cestino, aprendo la porta per rientrare nella scuola “Andiamo? Ci aspettano le attività pomeridiane dei club...”
Con uno sbuffo Yoichi si alzò in piedi “Eccomi!” disse, raggiungendo l'amico.

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E siamo alla fine del primo capitolo!^^
Spero che vi sia piaciuto ;)
se volete lasciare un commentino mi fate molto felice!^^
Altrimenti grazie comunque, per avermi dedicato 5 minuti del vostro tempoXD
Grazie a tutti e alla prossima!^^

Neko9
   
 
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