Film > The Phantom of the Opera
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Autore: MissSquinzia97    29/04/2010    2 recensioni
Questa è la stori pari pari di Love Never dies, il continuo del Fantasma dell'Opera. Ispirato al film del 2004. buona lettura!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si perse in quegli occhi verdi.
Le ricordavano qualcosa...o qualcuno.
Ma no, impossibile.

...

La verità è che stai mentendo a te stessa! pensò lei.
Una parte di lei sapeva perfettamente a chi assomigliava suo figlio. E...
Vergognati! Non è vero! Tu...non l'hai mai tradito!
Accidenti, ma che le stava succedendo? Si stava mettendo a litigare con se stessa? Quello sì che era il colmo. Il colmo dei colmi.
-Mamma?- esclamò il bimbo dagli occhi verdi. -Cos'hai? Sei strana.- osservò.
Lei accennò un sorriso, che poi però ritornò lineare.
Come un lampo, la sua mente si illuminò...

Ricordo il calore del mio corpo. Ero agitata, ma anche felice. Ero sudata. Facevo fatica a respirare...ma ero contenta. Finalmente, mi sentivo completa. E lui era lì, accanto a me...sul letto...

-AH!- urlò Christine.
-Mamma?- ripeté Gustave.
Ansimante e sudata, si ricompose e chiuse gli occhi.
-N.non è niente...- cercò di tranquillizare il figlio, -Ora passerà. Vai dal babbo, tesoro.-
Babbo?
Christine si morse il labbro e si mise la testa fra le mani, disperata. Il suo vero padre non era nell'altra stanza. E lei lo sapeva, ma non lo voleva ammettere. Suo padre...era morto.
Gemette di dolore e fiotti di lacrime le uscirono dagli occhi.
L'aveva lasciato, l'aveva ferito, l'aveva anche baciato...l'aveva abbandonato a se stesso. L'aveva abbandonto a se stesso! Dopo quello che gli era successo, dopo essere stato ferito per l'ennesima volta, lei aveva trovato il coraggio di abbandonarlo! E quindi, l'aveva ucciso...testimone il fatto che nessuno avva più sentito parlare del Fantasma dell?Opera, dopo la famosa catastrofe al teatro dell'Opera, a Parigi. Lei lo aveva ucciso. E gli aveva strappato via il bambino...gli aveva dato un nome che lui non conosceva.  L'aveva spacciato come il bambino di Raoul.
Raoul...l'uomo che dimostrava quanto un essere umano può cambiare in soli dieci anni. Si, era proprio cambiato...si faceva, beveva, spendeva soldi dappertutto...e amava il figlio e la moglie. Ma lei non lo amava più. Il suo cuore lo aveva lasciato nella Dimora del Lago, sotto il teatro dell'Opera. Sotto una mare di cenere e di fuoco...da solo. Ma non del tutto: lì lo aveva lasciato, ma lo aveva anche donato a colui che aveva fatto della dimora del Lago il suo regno. L'uomo di cui aveva avuto paura per anni, ma da cui era rimasta anche attratta. L'uomo...quell'uomo, Erik, aveva un figlio, e si chiamava Gustave. Il bimbo che in quel mmeno la chiamava a gran voce.
-Mamma! Guarda!- urlò Gustave.
-Christine, vieni qui, dai.- la voce ferma e assorta di Raoul la preoccupò assai.
Si alzò e di corsa s'avviò verso l'ampio salotto, asciugandosi le lacrime.
-Eccomi- sussurrò. Si sedette sul divano e Gustave le porse una lettera. Nera.
-Cosa..? Di chi è?-
Raoul alzò le spalle. -Non lo so. Aprila.-
L mani di Christine tremavano, il cuore martellava. Ricordava le numerose lettere del Fantasma dell'Opera mandate a lei e a Firmin e a André, i direttori nuovi del teatro.
Cominciò a leggerla. In silenzio. La sua espressione mutò, quando arrivò a metà lettera.
Raoul aspettava, impaziente.
Quando l'amata ebbe finito e ripose la lettera dentro la busta, le si avvicinò.
-Che dice? Di chi è?-
-Non c'è scritto di chi è. E mi invita a Coney Island, a New York. Devo fare uno show. Frncamente, ne sono molto attratta. È da un po' che non canto.-
Raoul tornò eretto e rigido.
-Ma, Christine! Noi abbiamo tutto qui! Non possiamo andare là...senza poi sapere chi l'ha scritta.-
-Non c'è il nome.- continuò lei indifferente. -Questo è vero, ma ne ho passate talmente tante che non mi stupisce più niente.-
-Secondo me è un fantasma!- esclamò Gustave, eccitato.
Christine si bloccò. Dimenticò di respirare. Raoul si girò verso il figlio e lo brontolò, dicendo cose che Christine non riusciva a sentire. Raoul non voleva sentir parlare mai più di nessun fantasma, anche perché c'era qualcosa che dentro la sua anima gli sussurrava che Christine, certamente, ne era ancora attratta. L'unica cosa che lo consolava era il fatto che ormai era cosa ovvia che il misterioso uomo fosse morto dopo l'incendio.
  
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