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Autore: crissi    01/05/2010    12 recensioni
Sera del 14 luglio. Rosalie e Bernard. Cosa può restare di una giornata così orribile? Scritta ascoltando "My heart is like a river". Personaggi di Riyoko Ikeda, nessun scopo di lucro.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bernard Chatelet, Rosalie Lamorlière
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CERCAMI
CERCAMI

Il fumo delle candele saturava l’aria e la donna non avrebbe saputo spiegare cosa fosse peggio, se l’aria così irrespirabile in quel caldo luglio o il puzzo dei cadaveri e dei fiori che cominciavano ad appassire.
La chiesa era silenziosa, se non per l’incessante mormorare di un prete genuflesso all’altare.
Lei si passò il dorso della mano sulla fronte, per spazzar via le pesanti gocce di sudore.
Le piangevano gli occhi. Per il fumo, per l’incenso, per il sudore copioso che si insinuava tra le ciglia.
Il dolore? beh, quello… era lì come una pietra. Come negarlo.
L’ombra alle sue spalle sembrava un fantasma. Seduto su una panca, accanto al moschetto che sarebbe diventato nei mesi seguenti il suo migliore amico. Il suo unico amico.
Già perché il suo vero migliore amico, quel che ne rimaneva, era lì, nella bara a pochi passi da lui.  
L’odore di sudore che risaliva dall’uniforme del soldato si mescolava con quello della polvere da sparo e del sangue rappreso.
Il loro sangue. Insieme anche lì.
Le mani di Rosalie si immersero nella bacinella. Lentamente, strizzò il panno, quindi lo posò sulla pelle nuda.
La pelle più bianca che avesse mai visto. Ora ancor più bianca.  
Avrebbe voluto cambiarle almeno la camicia, ma non ne aveva. Non adatte a lei.
Spostò la sciarpa di pizzo, per evitare che il sangue sciolto dall’acqua, la sporcasse.
Il panno cominciò a tingersi di rosa, man mano che Rosalie puliva la ferita.  
Non sangue blu. No. Quella dea era stata umana come tutti.
Alzò la testa e strinse gli occhi per respingere le lacrime che ricominciavano a premere al recente ricordo di quel grido.
Non avrebbe mai scordato quell’urlo di dolore lanciato dalla sua adorata Oscar al capezzale di Andrè. La visione di lei che cadeva a terra, di quel NO! gridato al vento, dei singhiozzi scomposti, dei pugni chiusi tirati nell’aria. Così disperata, così fragile ...Così innamorata.
Ricordò i tempi felici, quando Oscar le sembrava un principe abbagliante, l’essere perfetto da amare, ai suoi occhi di adolescente confusa.
Pensò a quanto l’aveva fatta sentire sicura, protetta ogni volta che l’aveva abbracciata.
E ricordò lui: Andrè, la silenziosa ombra. Aveva perfino pensato a quell’uomo come ad un rivale, ma non c’era mai stata concorrenza. Lui era sempre stato l’unico. Luce ed ombra: due metà della stessa anima. Ed ora erano lì, insieme ancora. Per sempre.
Sciacquò il panno.  
Piano piano… Con due dita scostò il ciuffo appiccicoso di capelli, con delicatezza.  
Piano piano… Erano sporchi di sangue e di sudore, ma bellissimi comunque.  
Posò il panno sulla panca accanto alla bacinella e raccolse la spazzola.  
Ancora una volta, un' ultima volta …   
" Piano piano… Non tirare… Piano piano, Rosalie… Non devi strapparli!
Le dita sfiorarono una guancia. Non era ancora fredda. Le labbra dischiuse dall’ultimo respiro, il capo leggermente reclinato…  
" Sei un disastro, Rosalie…
Sì, Oscar, sono un disastro. Invece tu sembri bellissima anche ora.
Si volse a posare la spazzola.
Il fantasma era sempre lì.  
Il prete continuava a pregare.
Le dita tornarono su di lei, sui bordi della ricca camicia, sfiorando appena i seni nudi.  
Un bottone…   due bottoni …   piano piano… Ti sto dicendo addio, amica mia!
La sciarpa era morbida, preziosa…
Sollevò appena il collo per posizionarla ed annodarla ….
Si stava irrigidendo. Ciò le procurò un brivido naturale di repulsione.  
...   Scusa…
La sentì ridere nei suoi ricordi.
 " Non ti scusare! Questa è anche la tua casa, Rosalie…
Qualche volta la tua risata faceva male, lo sai, Oscar?
 " Rosalie … Rosalie … non mi sto prendendo gioco di te!
Sempre quel tuo dolce tono di rimprovero e poi …   poi addentavi una mela. Una di quelle che ti portava Andrè!…
Sorrise pensando a quel lato ingenuo e a lungo cieco di Oscar.
... davvero non ti rendevi conto di quanto lo sconvolgevi quando mordevi così quelle mele? Povero Andrè …
Non riuscì ad alzare lo sguardo sulla bara poco più in là.
Tirò un poco l’uniforme per poterla chiudere. Il cadavere ondeggiò piano e le palpebre si dischiusero appena mostrando un poco gli occhi opachi.
Rosalie allungò velocemente il palmo a richiuderli.
Non ce la faceva a guardarle gli occhi spenti. Era troppo.
 "Rosalie, non fare i capricci…
Non sono capricci …   Non potrei più guardare il cielo allo stesso modo …   Non posso, Oscar…
Aggiustò ancora una volta il ciuffo sulla fronte, con immensa tenerezza.
-Mi mancherai tanto, Oscar. – mormorò rimboccando il velo funebre fino alle spalle.
Prese dalla panca gli oggetti che aveva usato  e si avvicinò al soldato.
Lo conosceva da poco, neanche gli aveva mai parlato, ma i sintomi erano chiari.
Anche tu l’amavi, vero Alain? L’amavi ma ad Andrè non lo hai detto mai. 
Da vero amico, hai sofferto e taciuto. Magari hai sperato che, un giorno, ti sarebbe passata …   
No, Alain …   Certe cose non passano mai …

In silenzio, gli posò una mano sulla spalla e la strinse.
L’uomo trasse un profondo respiro e nascose il volto tra le mani.
Il prete pregava ancora.
Sì, Padre, prega per noi, anime dannate in terra …
Fuori era già buio, ma l’aria non era diventata né più fresca, né più respirabile.
Si avvicinò al piccolo canale e ci rovesciò l’acqua insanguinata.  …
Ancora un po’ di lei che se ne andava …
Alzò lo sguardo e lo cercò.  
Era là, in fondo, appoggiato ad un tavolo intento a studiare delle mappe, circondato dagli improvvisati generali di quella che, ormai era chiaro, era una guerra.  
La luce del braciere danzava sul suo volto preoccupato, ma deciso.
Lui, il suo universo.
Bernard avvertì quello sguardo ed alzò gli occhi. Strinse le labbra, inclinando appena il capo.
Vai avanti … Arrivo tra poco.
Sapeva che sarebbe stato così: era un uomo di parola.  
Il suo uomo: ambizioso ed appassionato.
Gli avrebbe dovuto parlare dei funerali.   
Oscar ed Andrè erano stati la sua famiglia.  
Quel che era diventata, lo doveva a loro. Quel che aveva, lo doveva a loro.
Bernard, sei tutto quel che ho! …
Si avviò stancamente verso casa.
Voleva lavarsi via quella giornata orribile.  
Era così stanca … Così … Oddio!
Appena chiusa la porta, posati gli oggetti, scalciò via le scarpe e cominciò a slacciarsi il grembiule che non voleva collaborare.
Qualcosa di spaventoso e distruttivo le stava montando dentro. Una rabbia incontenibile, un dolore intollerabile …
Oddio, no … NO … NO!
Strappo l’indumento zuppo di sangue e lo gettò lontano; armeggiò con la chiusura del corsetto, della gonna, con le mani furiose, scoordinate …
No no no...
Le mancava l'aria.
Gli abiti pesanti caddero e lei, rimasta  con la leggera sottoveste di cotone, dovette tenersi al mobile per non cadere.  
Guardò il catino e la brocca che stavano lì posati. ..  
Decisamente differenti dalla principesca vasca da bagno di Oscar.
Versò con uno scatto rabbioso un poco d’acqua che la schizzò tutta.  
"  Rosalie,  guardati! Sei tutta bagnata …
Alzò lo sguardo alla severa specchiera, di fronte a lei.  
Come in un sogno, la vide lì, splendente come in quella giornata in cui aveva cercato d'insegnarle a tirar di scherma e lei, da vera imbranata, aveva concluso con un inaspettato bagno nella fontana.
Chiuse gli occhi un istante...  Sorrise.
Afferrò la grossa brocca e, richiudendo gli occhi, si versò l'intero contenuto addosso, sulla testa, sul viso, sul petto.
Respirò forte e scoppiò in una improvvisa, fragorosa risata, che si trasformò però quasi immediatamente in singhiozzi disperati, mentre scivolava lentamente, senza forze, sul pavimento.
Si strinse una mano sul cuore ...    
Quanto faceva male!
Si prova questo quando perdi il primo amore?
 "  Che dici, sciagurata!
Saresti stata un uomo perfetto, Oscar...
 
In quel mentre, si aprì la porta.
Lui la vide lì, sdraiata nella pozza, con lo sguardo fisso sulle sue dita che mimavano, sul pavimento, le note di una immaginaria melodia, su una immaginaria tastiera.
 "  Tempo, Rosalie! Cosa ti ho insegnato? Tieni il tempo!
Bernard, sospirando, si appoggiò al mobile e si lasciò scivolare accanto a lei.
In silenzio la fece alzare seduta e l'attirò in grembo, cullandola e baciandole i capelli.
So che stanotte non mi cercherai, Bernard, per rispetto al mio lutto.  
Ma ho bisogno di te. Ho bisogno di perdermi, di annebbiarmi per sospendere un po' questo dolore. Rischio di impazzire, Bernard  ...
Fallo, Bernard! Cercami!   
Anche se sei stanco, anche se stasera non sono la più desiderabile delle mogli.  
Anche perchè è un po' colpa tua se sono morti.  
Anche perchè domani, potremmo essere freddi come loro.
Fallo, Bernard! Fallo col desiderio della prima volta e con lentezza, come se fosse l'ultima.
Amami tutta la notte, affinchè in questa brutta giornata ci sia qualcosa di bello da ricordare.
Alzò gli occhi su di lui che le carezzava i capelli bagnati. Bernard si immerse in quello sguardo e capì.  
La baciò piano.
Piano piano, Rosalie ...
Col desiderio della prima volta, con l'amore di un'intera vita.
Piano piano, perchè potrebbe non esserci un domani,  
anche se sono stanco, anche se stasera sei un disastro.
Perchè è anche colpa mia.
Perchè sei il mio universo.
Perchè siamo luce ed ombra.

 
 
 
 
  

Rosalie e Bernard by ~crissi123 on deviantART
   
 
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