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Autore: ginnyx    03/05/2010    6 recensioni
Prendete me, Billie Joe Armstrong.
Prendete Rodeo in pieno agosto.

Prendete una serata passata al Gilman.

Prendete atto del caldo terrificante
Gli ingredienti sono pochi: le quattro di notte, un balcone e un pacchetto di sigarette.
Perchè alla fine non è altro che un'altra notte in bianco, non è vero Mike?
(Con l'allegra partecipazione di Al Sombrante!)
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'All World In Your Hands'
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Un'altra Notte in Bianco

Un’altra Notte in Bianco

 

Mi rigiro nella brandina e mi asciugo la fronte.

È agosto a Rodeo ed io sono qui a casa di Al in un bagno di sudore.

Sono le quattro di notte, ma l’afa si sente lo stesso.

Mi giro su un lato e faccio per alzarmi, quando la brandina scricchiola.

Subito mi volto a controllare, ma niente si muove.

Al russa ancora, mentre Mike sembra mummificato.

Lentamente mi siedo e faccio leva con le mani sul materasso.

Ora sono in piedi, un po’ ondeggiante, ma riesco a non cadere.

Non ho bisogno neanche di accendere la luce, perché ci si vede bene anche senza.

Un passo alla volta, mi dirigo verso la cucina con la bocca ancora impastata dal sonno.

Apro il frigo e un'ondata gelida mi fa rabbrividire.

Il mio stomaco si stringe in una morsa d’acciaio, mentre l’acqua fredda mi scende giù per la gola.

Sono così avido che, come i bambini, mi faccio scappare una goccia sul mento.

Con la mano umida mi pulisco e rimetto tutto a posto.

Chiuso il frigo, la stanza torna buia ed io rimango lì davanti imbambolato.

E adesso?

Non ho voglia di tornare a letto, tanto non riuscirei a dormire.

Avevamo passato la serata al Gilman a suonare, che adrenalina ragazzi.

Il palco, il pubblico, le urla, la musica…

C’era l’atmosfera perfetta.

Lì potevo tirare fuori tutto me stesso e non provare vergogna.

Mi sentivo veramente a casa, ho capito che è quello il mio posto.

Il solo e unico.

Sì, non posso cambiare quello che sono e ciò che provo.

Sospiro e guardo fuori dalla finestra.

La casa di Al è al sesto piano di un enorme edificio vicino al parco di Rodeo.

Ho voglia di fumarmi una paglia, meglio che vada in balcone.

Dal tavolo prendo il pacchetto di sigarette più l’accendino e apro la portafinestra.

Un leggero venticello s’insinua tra i miei capelli ormai senza gel.

È una bella sensazione.

Chiudo dietro di me e poi apro il pacchetto, ma invece di fumare, lo butto per terra.

Osservo quella scatoletta di cartone e sospiro.

Cos’ho sta sera?

Non lo so neanche io.

Mi siedo sul pavimento e appoggio la schiena contro il muro.

Il vento smette di soffiare e tutto sembra fermarsi, anche il tempo.

É da un po’ che mi sento così.

Sembra tutto così strano. Tutto uguale, ma allo stesso tempo tutto diverso.

Ironico, no? Sono su un balcone alle quattro di notte a friggermi in cervello su cose che neanche io conosco o voglio sapere.

Penso che la parola che mi descrive meglio in questo momento è "coglione".

Sorrido come un fesso ai miei auto insulti e sollevo lo sguardo al cielo.

Sbuffo divertito.

Adesso, se fossimo in un film, il cielo sarebbe profondamente blu e le stelle illuminerebbero il viso tormentato dall’amore del protagonista.

Ma, ehi, qui siamo a Rodeo, la città dei dannati.

Qui il cielo è marrone, se ti va grossa.

Inquinamento luminoso del cazzo.

Il vento riprende a soffiare e quello che dovrebbe essere un pipistrello passa indisturbato.

Non ho voglia di dormire, non ho voglia di alzarmi, non ho voglia di fumare.

Non ho voglia di fare niente.

La vita procede, passa e va.

Ed io rimango fermo in questa fottuta città.

Che palle, io voglio andarmene.

Io voglio partire, voglio viaggiare, voglio scappare da questo manicomio.

Berkeley sarebbe l’ideale.

Lì si che potrei fare qualcosa, c’è anche il Gilman.

Se abitassi lì, potrei suonare tutte le sere, potrei essere un cantante vero.

Certo, come no.

Se fossi in un film, se fossi il classico tenebroso con l’animo da bravo ragazzo, se non fossi me stesso allora potrebbe succedere, ma fino allora io continuerò a marcire qui.

È una serata strana questa, o dovrei dire mattina?

Faccio solo pensieri depressivi e scoraggianti.

Non mi fanno né caldo né freddo, sono abituato a cose peggiori.

Se penso che tra un mese ricomincia la scuola, dio non voglio tornare in quel carcere!

Tutto tranne la scuola. L’unica cosa positiva di quello schifo sono Mike e Al.

Ma io ne ho abbastanza di quel posto, non è quello il mio destino.

Che vada a farsi fottere la prof di letteratura!

Io diventerò un cantante, un musicista, un artista.

Sì, è questo il mio grande, unico, pazzo sogno.

È da un po’ che ci penso, ma credo che lo farò.

Lascerò la scuola, ma non come le persone normali.

Oh no, io devo fare qualcosa di sensazionale.

Ghigno un po’ pensando al caos che si verrà a creare.

Perché io, Billie Joe Armstrong, il sedici febbraio, esattamente un giorno prima del mio diciottesimo compleanno, lascerò per sempre la scuola.

Non mi è mai piaciuta, mai mi piacerà.

Ci ho provato, mi dispiaceva vedere mia mamma delusa ma non ci posso fare niente.

Sono così.

Sono solo il solito bastardo di Rodeo che se lo saluti per strada ti risponde, ma sono anche il cantante degli Sweet Children.

Questo è il mio futuro, la mia band.

Già, peccato che i dubbi rimangono.

No, non sono le solite cazzatine del genere “troverò l’amore della mia vita?” oppure “cosa dirà la mammina?”, non me ne frega di questo.

L’unica cosa sono loro, Al e Mike.

Perché gli Sweet Children non sono io, ma noi tre, uniti.

Mi chiedo cosa diranno della mia scelta, cosa faranno.

Mi seguiranno? Cercheranno di convincermi a rimanere? Molleranno tutto?

Non lo so.

Che nervoso, odio sapere tutto all’ultimo.

Perché se ti fanno aspettare puoi crogiolarti nelle tue illusioni, nelle tue speranze finché tutto non crolla lasciando solo un immenso vuoto.

La vita non è una telenovela.

La vita è la vita, punto.

Io però non sono disposto a perdere, non questa volta, non qualcosa di così importante.

Il problema è che non li voglio lasciare.

Sono la mia seconda famiglia dopotutto.

Io e Mike siamo più fratelli di quanto lo siano quelli di sangue.

Ed è proprio perché gli voglio bene che non voglio obbligarlo.

Al è semplicemente Al, il mio batterista, compagno di scuola e di divertimento.

Dio, quante risate ci facciamo noi tre.

Peccato che non siamo in classe assieme, saremmo il terrore della scuola.

Sospiro e mi lascio cullare dal suono delle sirene provenienti dalla strada.

Io lascerò questa città, quella scuola e la mia famiglia, fosse l’ultima cosa che faccio.

Però, perché c’è sempre un però in ogni vita incasinata di un adolescente che si rispetti.

Il mio è uno dei più duri, più friggi meningi che abbia mai avuto.

Però senza di loro come faccio?

Alla fine perché dovrebbero scegliere me?

Io sono solo un loro amico e Rodeo è piena di cazzoni pronti a fare una bevuta in compagnia spacciandosi per amici.

Non voglio obbligare nessuno, non voglio rovinare la vita di nessuno.

Cosa c’è di male nel cercare la felicità?

Non lo so, non lo so.

Il rumore delle sirene cessa ed io chiudo gli occhi.

Mi sento solo, pateticamente solo.

Normalmente non lo percepisco perché ho la testa piena di cavolate o di chissà quale sostanza.

Ma adesso, a mente lucida, su questo balcone, mi sembra che più che il cielo, di stare osservando la mia vita.

Mi sento solo, perché sono solo infondo.

Solo, poiché nessuno può veramente capirmi, nessuno può veramente comprendere i miei pensieri, le mie scelte, le mie canzoni.

Dopotutto sono solo il coglione di Rodeo con la testa vuota, che si droga, beve e fuma senza ritegno.

Il coglione di Rodeo che non pensa, fa quello che gli capita e adora far soffrire sua madre.

Il coglione di Rodeo che non pensa al futuro, no, pensa solo ai suoi capricci.

Io vorrei solo… solo…

È troppo chiedere di poter essere liberi?

Di poter lasciare scorrere i pensieri, le parole, la musica?

Io vorrei solo essere me stesso.

Senza costrizioni, senza confini.

Ma questo nessuno lo capisce e perché?

Esatto.

Perché sono solo il coglione di Rodeo.

 

Il vento passa e mi ruba un brivido.

Forse è meglio tornare dentro, domani sarò distrutto.

Alla fine il mio discorso non ha portato a niente.

Del resto discutere di niente porta irrimediabilmente a niente.

Sospiro e lentamente mi tiro su, facendo forza sulle ginocchia.

Raccolgo il pacchetto di sigarette intatto e rientro.

Il caldo mi avvolge protettivo ed io mi preparo a passare un'altra notte in bianco.

Mi avvio verso la camera, dove avevo lasciato i due begli addormentati.

Entro e vedo due paia di occhi fissarmi nel buio.

-Ehi Bill, dove sei stato?- mi chiede Al.

-A farmi una paglia in balcone.- Anche se gli dicessi la verità non capirebbe e poi in fondo l’intenzione iniziale era quella.

-Potevi chiamarmi.- rimango stupito di quella risposta, non è che…

-Avevo voglia di una bella canna.- appunto, solo una canna.

Io da bravo stupido ci casco ogni volta, maledette illusioni.

Mike non dice niente, semplicemente mi guarda con quei suoi occhi azzurri che potrebbero far invidia a uno scanner di ultima generazione.

Sentendomi un po’ violato da quello sguardo indagatore, mi sdraio e gli do la schiena.

-Ragazzi, vado a farmi la famosa canna, venite?- ci propone il nostro amico, ma rifiutiamo entrambi.

Non è di una canna ciò di cui ho bisogno sta sera.

Chiudo gli occhi e sento la porta chiudersi.

Il silenzio cade e non accenna a spezzarsi.

Sono nervoso, sento lo sguardo di Mike su di me.

D’un tratto si mette a tirarmi delicatamente le ciocche dei capelli, una a una.

Io lo lascio fare, pensando che prima o poi dovrò andare dal parrucchiere prima che mi venga un ciuffo emo davanti agli occhi.

Lui continua la sua opera ed io continuo a ignorarlo.

Cosa vuole fare?

I minuti passano ed io non ho mai avuto i capelli così pettinati.

-Bì…- mi chiama.

Ecco, un'altra stranezza di Mike è questo soprannome che ha deciso di affibbiarmi.

-Bì…- tenta di nuovo, ma io sto “dormendo”.

-So che sei sveglio, dai girati.- niente da fare, io sono irremovibile.

Ormai dovresti sapere che sono un testone.

Non ottenendo reazioni, incomincia a tirarmi le ciocche più forte e a chiamarmi.

-Bì, Bì, Bì, Bì…- e avanti così per tante, troppe volte.

Al decimo o al quindicesimo “Bì” mi volto di scatto e gli rispondo scazzato.

-Rompi coglioni che non sei altro, non sono una campana da suonare, lascia stare i miei capelli! Smettila di chiamarmi Bì e dimmi cosa cazzo vuoi!- gli urlo contro.

Lui tranquillo mi guarda, con ancora in mano una ciocca dei miei capelli.

-Ora ho capito perché hai rifiutato la canna, sei giù fumato, brutto scassa p…- ma non faccio in tempo a finire la frase che lui mi zittisce mettendomi una mano sulla bocca.

Neanche fossi un bambino!

-Stai calmo Bì.- ancora quel soprannome.

-Volevo solo dirti che sei pessimo a mentire.-dice, facendo il suo solito sorriso sghembo.

Mentire? Ma…

Spalanco gli occhi e lo fisso.

Lui… lui ha capito? Non è possibile.

Mi toglie la mano davanti alla bocca e porta le braccia dietro la testa stiracchiandosi.

-La prossima volta che hai voglia di delirare tra i tuoi pensieri invece che deprimerti chiamami, sai che mi piace ascoltarti mentre dici cose senza senso.-

Io lo guardo e non so cosa dire.

Io lo guardo e non so cosa pensare.

È impossibile che abbia capito, deve essere un sogno, un illusione eppure…

Eppure lui è qui.

Lo vedo, lo sento, posso toccarlo.

Tutti i miei dubbi, le mie domande, i miei però, annientati da un semplice discorso.

Ho un fastidiosissimo groppo in gola.

-Mike io… stavo pensando…-

-A lasciare la scuola, la città e la tua casa, lo so.-

Ok, non c’è il limite alla sorpresa.

Ma cosa succede questa notte?

Vedendo la mia faccia, sbuffa divertito.

-L’avevo intuito. L’ho sempre saputo, perché infondo è quello che voglio fare anch’io.-

E qui, proprio in questo momento, mi sento pesante, pieno, come non lo sono mai stato.

Ora so che se decidessi di andare in Alaska, Mike sarebbe lì con lo zaino in spalla a ricordarmi di prendere il capello di lana e a darmi dello scemo per aver dimenticato il passamontagna.

-Mi… mi…- incomincio a balbettare.

Non riesco più a dire niente, le parole fuggono dalle mie labbra.

L’unica cosa che esce è un singhiozzo strozzato subito seguito da delle lacrime.

Ora si che mi sento stupido.

Non so neanche perché piango.

Mi aggrappo alla sua maglietta e ci nascondo il viso dentro.

Mike riprende a lisciarmi le ciocche ribelli, ma con più calma.

Infondo non è male, è rilassante.

Piano, piano le lacrime diminuiscono e il respiro si regolarizza.

Alzo la testa e la scopro sorprendentemente leggera.

Mi sento libero, senza pesi. Né sul petto, né sul cuore.

Guardo Mike e gli sorrido stanco.

Lui mi mette un braccio intorno al collo e mi tira giù di fianco a lui.

Guardiamo il soffitto bianco mentre le prime luci dell’alba incominciano a fare capolino dalla finestra.

-Mikey…- dico.

Lui tiene lo sguardo fisso, ma so che mi sta ascoltando.

-Mi dispiace, mi sono dimenticato di togliermi il trucco e ti ho sporcato la maglietta.-

Questo è un po’ il mio modo di chiedergli scusa, non solo per l’eye-liner.

-Non ti preoccupare non è niente, me la laverai tu domani da brava casalinga, .- risponde facendo un sorriso ironico.

Mentre questo è il suo per non farmi preoccupare.

Avrei tante cose da dirgli, tante cose da raccontargli.

Lacrime nascoste, falsi silenzi, rabbie represse.

Ma è proprio quel che mi fa desistere.

Perché dentro quello stupido soprannome c’è tutto.

Quello che ero, quello che sono e quello che sarò.

Sarò il coglione di Berkeley, sarò il cantante degli Sweet Children.

Ma con Mike posso essere chi mi pare, perché sono veramente io.

 

 

Avrei tante cose da dirgli, tante cose da raccontargli.

Lacrime nascoste, falsi silenzi, rabbie represse.

Ma l’unica cosa che riesco a dire è semplicemente

-Stronzo...-

 

[Rimangono solo le risate di un’altra notte in bianco.]

 

 

 

 

 

***Angolino della squinternata***

Mamma mia, quanto l’ispirazione ti colpisce non hai più un attimo di pace! È da giorni che scrivo storie come una matta (sono a quota 3 contando questa). Il problema è che ti arrivano in continuazione idee nuove e le altre le lasci a metà.

Questa mi è nata nella testa l’altro ieri sera (o dovrei dire mattina?). Ero a casa da una mia amica a dormire, ma non ci riuscivo per il caldo così alle quattro di mattina sono andata in balcone a pensare a Bì che pensa a pensieri depressivi XDXD. Bello, no? Se per curiosità vi va di sapere che alla fine mi sono addormentata alle 5 e mi hanno svegliato alle dieci eccovi servite (che informazione inutile… ndrBì)

Bando alle ciance, vi è piaciuta? Io personalmente adoro fare Billie Joe isterico XD, troppo divertente (brava ridi delle disgrazie altrui!ndBì). Mike, quel sant’ uomo, non si può non amare e compatire, deve tranquillizzare ogni volta quello spostato di Bì (ehi!ndBì)

Naturalmente avete libera interpretazione sul pairing, se volete può essere una pre-slash oppure una semplice friendship (come la vedo io).

Al è il vecchio batterista dei Green Day, che al tempo si chiamavano ancora Sweet Children.

Volevo chiedervi se vi piace che utilizzi la prima persona per narrare, perché non ne sono molto convinta… io sono una fan della terza persona, di solito uso sempre quella. Ditemi voi quale trovate migliore, se è scritta da cani tornerò alla mia vecchia cara terza.

Bene, direi di aver detto tutto (alleluia!ndBì) passiamo alle risposte dei commenti della mia precedente ff “Kairos -[Momento Propizio]-“ + quello per ladywho

 

MarsFreiheit: grazie, grazie, grazie **. Sono contenta che ti sia piaciuto il rapporto tra quei due, è difficile trattarli, vogliono sempre fare di testa loro XD. Io personalmente nelle mie ff tendo più a vederli come amici però non disdegno le Bike, sia mai XD. Basta che non me li dividete se no mi cadono in depressione. Non avendo conosciuto Andy e non sapendo niente su di lui possiamo solo fare supposizioni e usare l’immaginazione, ma spero che sia come hai detto tu. Qualsiasi sia la cosa che li lega è più forte dell’amicizia e dell’amore, secondo il mio parere. Penso che non ci sia un nome specifico per definirla, forse magia? Ti ringrazio tantissimo per la tua opinione. Ciao!

 

Mariens: i tuoi immancabili commenti mi fanno sempre sorridere. Mi sono superata? Grazie cara! Anch’io amo molto questa ff, nonostante l’abbiano commentata in pochi =^^=. Padre-figlio è il marchio di fabbrica, bollo di garanzia… come lo vuoi chiamare insomma XD. Anch’io penso che slash in questa situazione sia un po’ esagerato però lascio libera interpretazione. Garganella è stato un lampo di genio XDXD Trè è Trè lo adoro troppo, cerco sempre di infilarlo ovunque e fargli fare una figura degna di lui (vedi dolci donzelle XD), anche se qui ho dovuto escluderlo e mi è dispiaciuto. Tu mi fai troppi complimenti, seriamente ^///^. Mike è ha quel tipo di carattere che mi fa impazzire, starei ore e ore ad analizzarlo (gli è partito il cervello… ndBì). Il pianto è una cosa delicata e terribilmente privata, sono felice che ti sia piaciuta e mi dispiace per il tuo periodo. Brava Lauren, così la vogliamo XD. Sì, ho saputo del Gilman e mi è dispiaciuto terribilmente, se fossi andata in America ci avrei fatto volentieri un salto. Ormai quel posto è storia, spero che riescano a salvarlo, super Lauren aiutaci tuuuu! XD.  Hai ragione il termine è greco ma l’avevo incontrato tanto tempo fa quando ero in terza media, me lo sono ricordato mentre scrivevo la storia e zac che l’ho messo! Sei una buona Sherlock!in verità non c’è un solo momento propizio ma ce ne sono tanti che s’innescano a vicenda. Il primo è quello di cui parla Andy ciò “l’età giusta” per comprendere il significato della lettera, il secondo è quello quando Bi la trova, il terzo è quando Mike smette di leggere nonostante sia il momento giusto per farlo e il quarto è quello quando Andy si affaccia alla finestra per chiamare suo figlio, quindi il momento propizio per scriverla. Tirando le somme: il momento propizio per  scriverla, comprenderla, trovarla e leggerla. Ti mando un bacione e spero di sentirti presto, ciao A!

 

ShopaHolic: ma naturalmente ci sei tu! Che gioia leggere i tuoi commenti, veramente. Per questa storia ti ho fatto aspettare un po’, ma ne ho altre due in cantiere XD. Davvero? Grazie ma tu sei troppo gentile, la più triste? Così fai scendere la lacrimuccia a me! per fortuna che Billie Joe non era triste o pucci pucci perché mi sarebbe dispiaciuto tantissimo. In questa storia è solo isterico e altamente pessimista XD. Bì in versione tenera servirebbe ad ogni ragazza sul letto da stringere prima di addormentarsi XD (mi hai scambiato per un peluches?!ndBì). Lui e Mike hanno un legame, strano, a cui non so dare un nome preciso. Boo, sono confusa @_@. Andy è stato un po’ complicato anche perché io non so quale sia stato il suo carattere quindi ho inventato tutto di sana pianta cercando d’immaginare. I tuoi complimenti mi fanno sempre arrossire, me ne fai troppi ^//^. La metafora dei buchi nelle scarpe mi è sempre stata d’aiuto nelle mie guerre quotidiane. … cioè… tu… tu hai detto che… che… adori il Trè delle mie storie?!?! *sviene dalla contentezza e non rinviene, troppo felice*

 

 Walking down the boulevard: grazie infinite del tuo supporto! Se tu ritieni che Bì sia frignoso al punto giusto allora sto tranquilla XDXD. Non si può non adorare Mike, io ormai ho una venerazione per lui **. Sono felicissima che ti abbia intrigato la parte con Andy, la mia fatica non è stata sprecata! Thank you so much!!!

 

+

ladywho: XDXD tranquilla, non c’è bisogno di recensire immediatamente. Recensire deve essere un piacere o un volere, non un obbligo se no perde valore, giusto? Sai che io adoro i tuoi commenti? E sai che non mi potevi fare commento più grande? Non sai quanto io sia al settimo cielo in questo momento, sapere che il “mio” Billie Joe rispetta i tuoi “schemini” mi fa sentire orgogliosa. Io tengo tantissimo alla caratterizzazione dei personaggi, sono super esigente su questo punto, e avere il tuo ok, tu dea dello slash e delle pare mentali Billieane, mi manda in visibilio. Devo ammettere che ce lo vedo un sacco Bì a gridare una cosa del genere XDXD. Grazie, grazie e grazie all’infinito, la tua opinione è molto importante per me, visto che stimo molto il tuo modo di scrivere e il “tuoi” Green Day. Io lo dico che TU sei una grande XD. Grazie per il chiarimento sul “fucking idiot” . ora tutto mi è più chiaro. Sto incominciando seriamente ad adorare Brian Molko XDXD sentiti in colpa perché sei stata tu a farmelo scoprire. Comunque per me l’inciuccio tra Matt e lui può esserci U.U… XDXD ciao e grazie ancora!

P.S. mi sono accorta che mi hai aggiunto tra gli autori preferiti e… bhe… grazie, non so cosa dirti ^^.

 

 

Naturalmente ringrazio tantissimo anche chi legge, chi segue e chi preferisce.

*piccolo inchino con sorrisone*

Tanto per dare informazioni altamente inutili per voi, vi avviso che ho una Bike in cantiere, una (o forse due) senza pairing specifici.

Per Mental la cosa è diversa. Adesso ho solo scritto quattro pagine, avevo in mente di fare un mega capitolone se ci riesco. Volevo chiedervi se ne preferite uno bello peso oppure due più leggeri.

(basta lasciali andare poveretti, è già tanto che sono arrivati fin qui!ndBì)

Tu sparisci e vai a comprare il regalo per Mike, visto che non l’hai ancora fatto e sai che giorno è domani… (oh porca… ndBì_che corre via) XDXD

Ciao a tutti e alla prossima!

 

   
 
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