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Autore: S u n n y    04/05/2010    1 recensioni
Era la prima nevicata, e il cielo non sembrava essere clemente. Tutto era talmente bianco da accecarlo, sembrava così...puro. Per Tom Kaulitz la purezza non era altro che una semplice illusione, una di quelle cose che ti dicono da piccolo al corso di catechismo, un po' come il coniglio che esce dal cilindro. Tutto alla fine si sporca, ogni cosa perde di valore, cessa di essere pura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Enjoy :)


I personaggi di questa storia, scritta senza scopo di lucro, non mi appartengono, eccetto quelli da me creati.




A winter night

A Jessy, la sola che

apprezza ogni mia parola.

Grazie.






La neve scendeva candida. Lentamente si posava sul prato davanti casa sua, leggiadra, immacolata.

Era la prima nevicata, e il cielo non sembrava essere clemente. Tutto era talmente bianco da accecarlo, sembrava così...puro.

Per Tom Kaulitz la purezza non era altro che una semplice illusione, una di quelle cose che ti dicono da piccolo al corso di catechismo, un po' come il coniglio che esce dal cilindro. Tutto alla fine si sporca, ogni cosa perde di valore, cessa di essere pura.

Affondò il naso nella tazza di the che stava cercando di ingoiare da più di un'ora. Bill l'aveva messo in infusione, ma poi l'aveva dimenticato sul tavolo quando, stanco, era andato a letto.

Era diventato freddo ormai, ma Tom poteva ancora sentirne il calore. Buttò un occhio all'orologio sbadigliando. Erano appena le nove, e lui ancora non riusciva a disfarsi degli orari del tour appena finito. Bill aveva orari impensabili, la mattina si svegliava tardi e la sera andava a letto presto, probabilmente a recuperare tutte le ore di sonno che avevano perso.

Ma lui ancora non ci riusciva, a dormire, sentiva l'adrenalina ancora in corpo; scrutava fuori dalla finestra, osservando la neve cadere copiosa dal cielo.

A malapena notò una figurina nera muoversi nella strada davanti casa, non era poi così insolito che qualcuno facesse una passeggiata alle nove di sera.

Guardava in alto, e il cappotto nero si riempiva di piccoli fiocchi. Forse era come Tom, assorta nei suoi pensieri, preoccupata per l'indomani, magari.

La notò solamente quando si voltò verso di lui, il volto nascosto dal cappuccio. Tom sorrise, anche se lei, o lui, non poteva vederlo da quella distanza.

Distolse lo sguardo, finalmente aveva finito quell'orribile the alla cannella che piaceva tanto a Bill. Andò in cucina a sciacquarla, ma non fece in tempo ad aprire l'acqua che il campanello suonò, rompendo la quiete della casa.

Tom non pensò neanche alla figurina incappucciata che aveva visto l'attimo prima, con quanta gente vedeva nel suo lavoro tutti erano diventati uguali.

Quando aprì la porta, invece se la trovò davanti, completamente coperta di neve, dalla testa ai piedi. Era una ragazza graziosa, di bassa statura, con una frangetta nera che le copriva dolcemente la fronte e grandi occhi castani. Tom guardandola non potè fare a meno di pensare che sembrasse pura, come la neve che aveva addosso. Gli occhi, che si guardavano attorno spauriti, sembravano la porta di un abisso, ed erano di un colore che Tom giudicò magnetico.

-Mi dispiace disturbarla a quest'ora, ma ho il cellulare scarico, e mi sono persa. Può gentilmente farmi chiamare un taxi per favore?-

La sua voce, che rimbombò nell'atrio, era morbida e tremava leggermente. Tutto di lei appariva fragile, fragile come la neve che continuava a coprire Amburgo quella sera.

-Certo, entra pure. Togliti il cappotto, è bagnato.- senza neanche pensarci Tom passò subito al tu. La sua voce baritonale risuonava nella casa vuota e sembrava così sicura rispetto a quella di lei.

La ragazza si tolse il cappotto, liberando dal cappuccio lunghi capelli mossi che le caddero leggeri sulle spalle. Tom attaccò il cappotto all'attaccapanni nell'ingresso e le fece strada verso il salotto. Lei lo seguiva incerta, i passi riecheggiavano lungo l'anticamera, e le sue scarpe da ginnastica, probabilmente troppo leggere per quel tempo, facevano uno strano rumore sul pavimento di cotto.

Le porse il cordless nero e lei fece rapida il numero.

-Buona sera, volevo un taxi a...- guardò interrogitiva Tom. Non sapeva dove si trovasse, era arrivata lì per caso, camminando per Amburgo.

-Hugo Straße 234- le sussurrò lui di rimando.

-...a Hugo Straße 234.-

Tom la osservava curioso. Era piccola, ma ben proporzionata, formosa, ma non grassa, né troppo magra. Era quella via di mezzo che a Tom piaceva, perché si sa, le donne vere hanno le curve. La vide sbarrare gli occhi mentre si portava la piccola manina, con unghie corte ma curate, alla bocca.

-Come sarebbe a dire il servizio è interrotto fino a questa mattina alle 5?- gli occhi divennero lucidi e Tom provò un moto di incomprensibile protezione nei suoi confronti.

Si vedeva, era terrorizzata da quella situazione, e non sapeva cosa fare.

-Va bene, la ringrazio.-

chiuse la chiamata e porse il cordless a Tom.

-Sono Tom, piacere.- disse lui porgendo la sua mano. Lei lo guardò interrogativa, e lui sorrise.

-Se devi restare qui fino alle cinque di mattina, sarà meglio cominciare da qualche parte, no?-



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