7 years and 50 days
La sua camminata era stanca, il peso del suo zaino invece era quasi nullo. Stava finendo le scorte di cibo, non che questo lo rendesse particolarmente nervoso, si era abituato alla mancanza di molte cose in quegli ultimi anni.
Ultimi anni che l’avevano fatto crescere, maturare,
diventare finalmente un uomo. Con fatica, parecchia.
Aveva dovuto affrontare parecchie sue colpe, confrontarsi
con diverse persone nonché con molteplici prospettive di vita.
Nella sua esistenza non aveva fatto che viaggiare, non
sapeva fare altro. Spostarsi da un posto all’altro senza una meta precisa e
nemmeno uno scopo. Ma ultimamente anche quello iniziava a pesargli. Certo, il
divertimento non gli mancava, sul suo cammino incontrava parecchi demoni con
cui divertirsi ma.. il gusto di viaggiare da solo non apparteneva al suo
palato.
Eppure era ciò che stava facendo. Proseguiva da solo.
Sanzo, dopo essersi dimostrato un contadino modello si era cimentato come padre
per ben due volte. Sicuramente il suo primo ometto sarebbe stato bello e forte
come lui, mentre la piccola femminuccia, di pochi mesi, sarebbe cresciuta
danzando con le farfalle e cantando insieme al vento. Con lui aveva chiarito
ormai da tempo… Da quando aveva deciso di mostrarsi a lui, insultarlo, cercare
di prenderlo a pugni tutto era cambiato. Avevano avuto ben più di una
discussione dove si era preso dello ‘stronzo’ e del ‘pezzo di merda’, epiteti
poco carini se ricevuti dal proprio mentore ma sempre meglio di non sentirli
proprio. La gioia che provava ogni giorno nel saperlo vivo era
indescrivibile. Yuumei avrebbe dato la sua stessa vita per salvarlo ma alla
fine erano bastate le sue conoscenze e l’intero patrimonio del padre. Sanzo non
faceva che sentirsi in colpa ogni volta che incontrava l’uomo, con cui aveva un
rapporto parecchio schivo ovviamente. Probabilmente si sentiva responsabile
della caduta della famiglia Taisho. Ma Yuumei certo non dava modo di farglielo
pesare, anzi.. sembrava la donna più appagata del pianeta. …
Anche con lei aveva avuto modo di spiegarsi, un confronto
aperto era stato l’unico modo per poterla nuovamente guardare negli occhi senza
vergognarsi. Ma lei l’aveva sempre perdonato e ogni volta gli donava sorrisi al
di là dell’immaginabile… ormai lei e il suo sole erano felici, nulla li avrebbe
schiodati dal loro villaggio. Nulla.
E da qui la sua continua scelta di non avere radici e
successivamente la nuova ‘perdita’.
Dopo la morte del padre Enie era cambiata. Sembrava
decisamente più rilassata e la voglia di conoscere il mondo sembrava essersi
volatilizzata. In compenso era apparsa la necessità di convivere con gente
normale, almeno per una volta.. la pensava una nuova esperienza.. lei, i cui
unici contatti erano assassini e mercenari… E trovò un Gojyo pronto ad accogliere
la sua bizzarra richiesta di radici. Insieme cercarono un villaggio abbastanza
grande da permettere a entrambi molte conoscenze e soprattutto un lavoro. Il
villaggio distava anche una decina di giorni da quello di Sanzo quindi la
scelta sembrò immediata. Stranamente si ambientarono subito, Gojyo non faticò a
trovare un impiego come taglialegna, cosa che lo divertiva parecchio, mentre
Enie si divertì a imparare a cucire scoprendo in lei doti nascoste.
Così il viaggio riprese con solo due elementi… finché
anche un altro tassello sembrò trovare il suo posto.
Erano proprio vicino ad una cascata quando li incontrarono. Lui era nudo,
ricoperto dai dolci raggi della luna, il suo corpo completamente asciutto.
Guardava i due compagni come fossero le prime persone che vede dopo secoli. Lei
era immersa nell’acqua, spuntavano solo gli occhi di un azzurrino delicato, i
capelli viola galleggiavano leggeri sulla superficie. Non ricordava nemmeno
come due attimi dopo anche Hakkai era in quell’acqua che tutto sembrava purificare.
Era inverno, un freddo pungente, ma il ragazzo di fronte a loro continuava a
fissarli per nulla intimidito.
“Sono un demone del fuoco, è normale non senta il freddo”,
si era poi giustificato con un sorrisetto particolarmente divertito mentre sgranava
gli occhi verdi lucenti.
Non ne capì mai il reale motivo ma presero a viaggiare con
quei due demoni per ritrovarsi nuovamente da Gojyo e Enie. E Hakkai lì disse le
fatidiche parole
“Goku, io voglio vivere qui. Ormai ho trent’anni, le mie
avventure possono anche terminare qui”, aveva sorriso, “E poi voglio vivere la
mia vita normalmente, con Tomo se possibile… sento che lei è quella giusta.. lo
so da quando sono quasi morto nel castello dei Krafenberg”
Non riuscì mai a dare un significato reale a quelle
parole. Forse non riuscì a comprenderla a fondo.
Solamente da quel giorno si ritrovò a viaggiare da solo,
insieme ai suoi ventotto anni suonati.
Aveva imparato a farsi la barba con qualsiasi cosa
appuntita. A cucinarsi il cibo da solo. A dormire quasi tranquillamente sotto
le stelle senza alcun timore di essere attaccato.
Era un tutt’uno con la natura, solo lei era sua amica, la
sua unica compagna di viaggio.
Eppure…. Mancava qualcosa
Il sole era pallido quel giorno, coperto da leggere nuvole
primaverili. Il freddo aveva lasciato posto a un clima tiepido e a piogge
sparse nell’arco della giornata.
Oramai non tentava nemmeno di trovare un riparo. Si
lasciava bagnare dalla pioggia, come se potesse purificarsi. Alle volte apriva
le braccia per accoglierla meglio, come aveva visto fare parecchie volte a
Yuumei.
Era passato ormai quasi un anno da quando l’aveva rivista
per l’ultima volta e con lei i suoi amici.
Un taglio netto, aveva deciso che era l’ora. Doveva
trovare il ‘posto nel mondo’ di cui tutti decantavano lodi, ma per ora l’unico
legame che aveva stretto era con l’aria, il cielo e l’acqua.. per non
dimenticare i frutti di bosco.
Da tempo pensava che forse quella era davvero la sua vita
ideale, la monotonia non faceva per lui, no di certo. O forse era solamente una
bugia che nascondeva i suoi continui fallimenti, nonché spostamenti. Aveva più
‘conoscenze’ lui nel Toghenkiò che gli Dei stessi probabilmente.. e di certo
non si faceva mancare la compagnia, di cui da poco aveva cominciato notevolmente
ad apprezzare la vicinanza.
Tutte cose superflue in confronto allo spettacolo diverso che ogni giorno la
natura gli offriva. Un iddilio di luci e colori inspiegabili, non necessaria
era ogni altra parola.
E fu proprio mentre seguiva estasiato con lo sguardo una
farfalla tinta di azzurro e arancio che lei sbucò tra i rami, tutta trafelata.
Istintivamente si alzò, pronto a combattere e lei fece lo stesso afferrando
velocemente i suoi pugnali.
Ma lo sguardo ostile di Goku sembrò scemare alla vista di
quell’incantevole creatura.
Stessa cosa non fece lei, che risaldò la presa.
Lui sbuffò e si ricacciò sull’erba indicandole un pezzo di prato e una scatola
di fagioli ancora intatta e riversa.
Lei tentennò per poi infilarsi nuovamente i coltelli sotto
il vestito cortissimo a fiori. Si avvicinò e scostò i fagioli- Ho già mangiato
Lui sorrise, istintivamente. Gli sembrò strano anche il
solo fatto di ridere… Quella ragazza aveva lo stesso tono strafottente di
Sanzo… nonché il suo stesso colore di capelli, lunghissimi fino alle anche, di
un dorato impressionante… i lineamenti del viso sottili ma induriti dalla
mascella serrata… e quegli occhi… occhi color ametista… identici a quelli del
suo sole…
-Ci conosciamo?
Goku- Scusa- Rispose frettolosamente- Non volevo fissarti
-No è che.. mi pare di averti già visto da qualche parte-
Si chinò appena. I capelli lisci le caddero dolcemente da un lato. Una visione
celestiale. Prese una bottiglietta dallo zaino e bevve assetata- Ne vuoi?
Scosse il capo- Grazie… Come mai giri da sola?
-E chi ti dice che io sia sola?
Goku- Il tuo zaino… oltre essere sgualcito, è
particolarmente pesante.. o hai quindi un cavaliere poco gentile, o viaggi da
sola.. e anche da parecchi giorni
-Teoria interessante
Le indicò il suo zaino- L’ho solo pensato perché per me è
la stessa cosa… - Si passò una mano sul viso trasandato- …. Il mondo è la mia
casa… non ne potrei trovare una migliore
Il viso le si illuminò- Anche per me è la stessa cosa!
Perché fissarsi in un posto quando si ha la possibilità di godersi ogni giorno
un panorama diverso?!
Goku- E provare cibi nuovi.. imparare da culture diverse,
persone diverse
-Si si-Annuì sorridendo
Goku- Da quanto viaggi da sola?
Rifletté- Da sempre direi… da quando ho dieci anni credo..
ho perso il conto oramai.. tu?
Si guardò le mani- Sette anni e cinquanta giorni
-Wow… come sei preciso… e hai legami da qualche parte?
Goku- Si… ho degli amici… un tempo viaggiavamo insieme…
conclusa la nostra missione ci siamo separati.. loro hanno trovato delle
compagne, un motivo per cui fermarsi…
-E tu non ancora?
Scosse le spalle- No… e forse non lo troverò mai…
-Ti manca il ‘tuo legame’, vero?… te lo chiedo perché ogni
tanto succede anche a me…… anni fa viaggiavo con un mio carissimo amico, e
amante- Aggiunse ridacchiando- ma anche per lui sembra arrivato il momento
della ‘fine del viaggio’… ma per me no… sento che questo mondo può ancora
rivelarmi un sacco di cose, un mucchio di sorprese- Si alzò- L’aria mi
abbraccia, l’acqua mi da forza, il cielo veglia su di me- Aprì le braccia- E
prima o poi troverò anche io la persona che saprà godere con me di queste
cose……. In fondo, la vita è pur sempre un viaggio.. e finché non hai trovato la
cosa giusta per te devi continuare a cercarla, non accontentarti, mai…. Non lo
pensi anche tu?- Chinò la testa per incontrare quei caldi occhi dorati.
In quel momento lei gli
sembrò la cosa più bella su cui avesse mai posato lo sguardo. Emanava un’aura
forte, saggia, libera. Una libertà che avrebbe voluto imprigionare, fare sua.
Le sue gote ora arrossate erano diverse da quelle di ogni altra donna al mondo,
avevano il colore della vita, della speranza. Speranza che fino a quel momento
non aveva mai visto in nessuno, non aveva mai incontrato.
E in quell’istante capì che con quella donna avrebbe condiviso ogni cosa, da quel momento in poi.
Occhi che mai da quel momento si sarebbero persi di vista
per un solo istante
Appena incontrati quegli occhi dorati si chiese come aveva
potuto non accorgersi prima di quella postura così sicura e dolce nello stesso tempo.
Si sarebbe lanciata tra quelle braccia, lasciata trascinare ovunque. Mari,
monti, fiumi in tempesta, nulla le avrebbe più fatto paura se a guidarla
c’erano quelle mani sicure. Come aveva potuto passare tutto quel tempo senza
capire cosa fosse la vera attrazione? L’attrazione verso l’unica cosa che nel
mondo vale la pena di essere vissuta. In quel momento capì che tutta la sua
vita aveva avuto un senso.. il senso di condurla in quel luogo, quel giorno..
con le esperienze sulle spalle, con la maturità di quel momento. Perché non
solo ci vuole la persona giusta accanto, ma anche il momento dev’essere quello
giusto.. solo quando le cose combaciano allora. . . .
Goku- Non mi hai ancora detto come ti chiami- Sussurrò
dolcemente
-Seiry- Rispose ancora incantata
Sorrise- Io sono Goku
Lei sembrò rinsavire- Goku?… aspetta… Noi ci siamo già
incontrati.. tu avevi perso una tua amica in una battaglia.. la stavate
cercando..
Goku- Yuu…. Si… e tu eri con un ragazzo che sembrava più
un modello
Seiry- Uryuu, si…..che cosa strana…- Sorrise
accucciandosi- Eppure quello non era ancora il momento giusto…
Goku- Come?
Si rialzò- Che ne dici se ti concedessi l’eccelso onore di
accompagnarmi fino al prossimo villaggio, scimmia?
Goku- Come???
Fece spallucce- Hai il naso da scimmiotta, mi è venuto
naturale chiamarti così.. beh? Che aspetti? Andiamo, forza
Goku sorrise, come non sorrideva da anni. Non solo quella
ragazza grintosa gli ricordava così tanto Sanzo ma per la prima volta dopo
tempo non era più solo.
E non lo sarebbe mai più stato.
…..
…
..
.
Ma nessuno dei due poteva minimamente immaginare come
sarebbe cambiata la loro vita da quel momento.
I due girovaghi erano destinati a incontrarsi.
Continuarono a viaggiare per qualche mese prima di
decidere di fare tappa dai loro vecchi amici.
Lì scoprirono alcuni particolari scioccanti.
La somiglianza con Sanzo era ovvia dato che Seiry si
sarebbe poi dimostrata sua sorella, Goku avrebbe scoperto solo in quel momento
la difficoltà del viaggio della ragazza, di tutte le peripezie che aveva dovuto
correre per ritrovare suo fratello nel Toghenkiò…
Senza contare che scoprirono anche che la migliore amica
di Seiry, Reiji, era ottima amica anche di Yuumei con la quale aveva messo su
un’attività tessile.
Insomma, tutte le loro conoscenze già vivevano vicine e
avevano creato una sorta di grande famiglia.
Di lì a pochi anni anche Goku e Seiry decisero il loro
posto nel mondo, costruendo dal nulla una casetta in cima a una montagna.
Lì avrebbe vissuto felicemente per pochi anni prima di allargarsi
e diventare genitori e aver necessariamente bisogno di un altro alloggio..
Tutto però sembrò combaciare, i tempi, i desideri, i
sogni, le speranze… tutti erano realizzati, avevano ciò che avevano sempre
sognato ma mai desiderato.
Un puzzle completo che avrebbe dato un giorno vita a nuove
creaturine che a loro volta avrebbero dovuto cercare faticosamente il loro
posto nel mondo, come tutti noi.
Ma questa è un’altra storia.
Ora sta a noi vivere la nostra di storia e trovare il
nostro unico e vero spazio, con fatica, ma alla fine con incommensurabile gioia
THE END
Ringrazio chiunque abbia letto questo piccolo extra che
faceva da epilogo ad una storia che forse mi è risultata più vicina di molte
altre.
Se avrete altre domande da pormi contattatemi tramite mail
oppure vi risponderò direttamente nelle recensioni.
In ogni caso grazie, di esserci stati fin qui.. di essere
arrivati faticosamente alla fine.
Questo è un vero The end, almeno per questa storia.
Altre stanno nascendo e altre nasceranno. La vita è una
storia continua.
So che per me d’ora in avanti sarà parecchio difficile
scrivere, come non mai forse. Il mio piccolo posto nel mondo è stato sgretolato
e questo mi ha fatto capire, dolorosamente, che forse non era quello giusto. ..
quindi sono alla ricerca del mio vero spazio e purtroppo scrivere non riesce
più a sollevarmi l’animo come un tempo… ma finché ci sarà qualcuno che crede in
me, anche solo una singola persona, io andrò avanti.. quindi ringrazio chi vorrà esserci per me e anche chi c’è
stato fin qui.
Spero di rincontrarvi presto in un’altra storia, con la
stessa passione e la stessa voglia di farmi crescere
Un saluto
Yama Maxwell
4 maggio 2010