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Autore: Kei_Saiyu    06/05/2010    1 recensioni
[Seconda classificata al "Double Chance Contest" indetto da Solarial e Rinoa81]
Si può uccidere la morte? Un ragazzo c’era andato molto vicino, ma un altro era riuscito a fermarlo.
Terra non sorride più. Cielo è sempre cupo. Natura è quasi del tutto morta.
E Uomini? Loro sono…
{Spoiler caratteriale, riguardante la "maturità" di Naruto}
Genere: Malinconico, Suspence, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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‘Cause they are broken

 

Sasuke scappa, Naruto lo insegue.

È questa la normalità, è questo tutto ciò che deve essere. Gli altri, fungono solo da contorno.

La storia si svolge così: qualcuno corre verso un meta, qualcun altro trova la sua meta in colui che corre.

Gli altri non sono importanti, servono da cornice, da ostacoli, da amici vicini e lontani, da pretesto, ma non sono il fulcro.

C’era un giorno in cui erano tutti uguali, tutti della stessa importanza. Un unico insieme che è stato spezzato da chi, come Sasuke, ha visto il marcio.

Un marcio che divora le fondamenta poco a poco, senza che nessuno lo noti, perché se se ne accorgessero, aprirebbero gli occhi.

Solo lui l’ha visto e ha deciso di arrivare alla fonte per distruggerlo.

Non può farlo, o tutto crollerà, a partire da quel primo fragile pilastro, fino alla colonna portante.

Naruto lo deve fermare ad ogni costo, glielo dicono anche i suoi amici. Non è un gioco. Lui non deve assolutamente permettergli di arrivare fin lì, in quel luogo da cui tutto ha avuto inizio.

Corre con tutte le sue forze, pregando affinché le gambe reggano e la milza non dolga troppo. Corre con i polmoni che bruciano, con il cuore che batte furioso nella cassa toracica, ma Sasuke è sempre un passo avanti a lui.

Alle volte lo vede, ma non riesce a raggiungerlo. Svolta l’angolo e lui è sparito.

Si allenano per diventare più forti, per uccidere o per salvare. Per morire o per vivere.

Sasuke deve raggiungere la sua meta, Naruto lo deve fermare.

Qualcun altro prova ad inseguire Sasuke, ma viene depistato quasi subito. Perché?

Sasuke ha capito la verità e quindi corre. Sakura non la conosce, perciò inciampa e con lei, tutti gli altri. Naruto riesce ad inseguirlo e non inciampa, né si ferma.

Perché?

Kyuubi, la Volpe a Nove Code, lo aiuta. Gli dona il suo potere, gli regala la propria resistenza, lo cura se è ferito.

Perché?

Sasuke non ha nessun aiuto, eppure riesce a non farsi raggiungere, a rimanere sempre un passo davanti a lui.

Sasuke sa vedere il marcio che si cela dietro quella commedia, sa sentire i fili che tengono in piedi il suo corpo e riesce ad intuire il motivo per cui non vengono recisi, impedendogli così la fuga.

È una corsa contro il tempo e contro lo spazio.

Lo sanno entrambi, sia chi insegue che chi scappa.

Perché?

Naruto e Sasuke conoscono la verità, ecco perché.

Nella loro folle corsa, vedono gli eventi trascorsi scorrere a ritroso. Stralci di un passato malato e contorto che si ripropone sottoforma di ricordi.

È in quel momento che il sentiero che calpestano, il bosco che li circonda, i rumori che aleggiano nell’aria e gli odori che sentono… iniziano a svanire.

Tutto il loro mondo si rompe in frammenti di un unico grande specchio.

Il passato non ha più importanza, si è appena infranto.

Volti scheggiati che si ripetono all’infinito durante il loro cammino, fondendosi in un macabro collage mal riuscito.

Nomi abilmente spezzati, dai caratteri sanguinanti.

Un acuto dolore al petto li blocca di colpo, costringendoli a rimanere immobili, in piedi, con le mani che si chiudono convulsamente sulla stoffa che copre il petto.

Crack.

Sasuke cade in ginocchio, come se la forza di gravità fosse aumentata all’improvviso.

Il volto è contorto in una smorfia di dolore, ma i suoi occhi rimangono puntati davanti a sé, cercando lo spiraglio nell’oscurità accecante.

Ignora i volti sfregiati, i sorrisi spezzati della madre che lo guarda.

Impallidisce nel vedere come il suo più bel ricordo sia stato ridotto a brandelli.

Fissa quel sorriso infranto che sanguina, mentre la mano che ancora stringe il petto si bagna di qualcosa di caldo.

Chiude gli occhi, facendo forza su se stesso per non urlare ed impazzire.

«È solo un’illusione. È solo un’illusione. È solo un’illusione. Io non sono -»

«NO!»

L’urlo di Naruto spezza le sue parole. Si volta a guardarlo febbricitante, con il sudore che cola dalla fronte bollente.

Lo trova riverso a terra, che si trascina lentamente verso di lui. Lo vede nelle sue stesse condizioni, ma con una luce disperata negli occhi.

Ansima pesantemente, mentre il volto è contorto in un’espressione sofferente. Rimane immobile a guardarlo trascinarsi sulla braccia per arrivare fino a lui.

Vorrebbe dargli dell’idiota, ma non ne ha la forza. Sta aspettando che quel dolore lancinante cessi per qualche istante, giusto il tempo per raccogliere le poche forze necessarie a continuare il suo cammino.

Non gli importa se questo comporterà altro dolore o altri ricordi irrimediabilmente spezzati. Non gli importa se sarà il fautore della più grave delle perdite. Lui deve andare avanti per sé, ma anche per chi, come lui, vuole solo un po’ di pace.

Sasuke prende fiato, mentre Naruto è finalmente giunto a lui.

«Non fermarmi.»

Naruto afferra con tutta la forza che può la caviglia di Sasuke. Alza il volto per guardarlo, supplicandolo solo con gli occhi di non dire nulla, di tornare indietro con lui e vivere felici come un tempo.

Sasuke intuisce i suoi pensieri, gli sembra quasi di sentirli scorrere nelle vene, ma non sono altro che veleno. Un veleno che intorpidisce prima i sensi, annienta la coscienza e poi, ti addormenta, facendoti ricadere in quella sorta di requiem che ti coglie nel sonno.

Sospira, affrontando quegli occhi all’apparenza limpidi.

«Naruto… Non ti senti mai stanco

Il ragazzo interpellato abbassa il capo. Riflette. I secondi passano lenti, inesorabili. Sospiro. Alza lo sguardo.

«Solo quando te ne vai.»

Sasuke lo guarda, indeciso sul da farsi. Basterebbe poco, veramente poco e tutto finirebbe per sempre.

Si siede nell’oscurità, dove le uniche cose visibili solo lui e Naruto, ma se guardasse più a fondo, in lontananza, vedrebbe Konoha, Oto e tutto il loro mondo chiuso in una grande cupola dal vetro opaco incrinato.

Afferra Naruto per le braccia, usando le poche forze restanti per tirarlo su e farlo sedere di fronte a lui.

La felpa arancione e nera di lui è sporca, così come la sua. Un piccolo foro all’altezza del cuore sgorga sangue ed una sostanza strana e bianca.

Sorriderebbe se ne avesse la forza e la voglia. Sono arrivati al capolinea, dopotutto.

 

See the devil on the doorstep now
My oh my
Telling everybody ,oh just how to live their lives
Sliding down the information highway
Buying in just like a bunch of fools
Time is ticking and we can't go back
My oh my

[We are – Ana Jhonson]

«Perché non lo accetti, Naruto?»

Il jinchuuriki scuote il capo con forza, aggrappandosi alla stoffa sporca che copre il petto di Sasuke. Poggia il capo sulla pelle calda dell’amico, tentando di ricacciare indietro le lacrime e di recuperare un minimo di dialettica, almeno quella necessaria a fargli cambiare idea.

Sospira angosciato, facendo uscire in un biascico le uniche parole che sovrastano i suoi pensieri:

«…Perché voglio vivere.»

Sasuke gli poggia la mano sulla testa, guardandolo tra il severo ed il comprensivo.

«Quando qualcuno ti ordina come vivere, riunendo tutti coloro che ha visto in un passato lontano in un unico punto e costruendo attorno a loro un’illusione, allora non è -»

«NON DIRLO!»

Sasuke scuote il capo. È stanco di correre, stanco di cercare una via di uscita, stanco di tutto, ma non così tanto da non riuscire a raggiungere la sua meta.

Naruto non vuole vedere la realtà, vuole continuare ad illudersi che vada bene così, che è tutto come prima.

Sasuke lo sente sull’orlo di un pianto, ma sa che resisterà. È forte, ma lo sarà abbastanza? Non lo sa.

«Naruto, non possiamo continuare così. Lo sai anche tu. Noi siamo - «NON È VERO!» -  morti e -«NON È STATA COLPA MIA!» - sei stato tu ad - «IO NON VOLEVO!» - ucciderci.»

«NO!»

Naruto urla di dolore, scostandosi improvvisamente da Sasuke come se bruciasse. Forse è veramente così, o forse è lui stesso a bruciare.

La sostanza bianca esce più copiosa del sangue da quel piccolo foro sul petto, mentre la schiena di Naruto si inarca all’inverosimile all’indietro, portandosi sul punto di rottura, ma non si spezza. A rompersi è l’oscurità questa volta.

Alte sbarre rosse li imprigionano nella dimensione attuale, mentre da lontano la cupola si infrange.

Il mondo attorno a loro ruota furiosamente in un vortice di specchi e ricordi. Solo loro rimangono fermi.

Da lontano, arriva una luce bianca accecante, ma ancora non lo può raggiungere.

In un piccolo angolo ancora buio, una bambina è rannicchiata su se stessa.

Sasuke si accorge che il dolore al petto è cessato e può muoversi liberamente. Il corpo di Naruto ha smesso di piegarsi, ma pare senza vita. La sua coscienza si è infranta per sempre o sta già ricomponendo i pezzi?

Non lo sa.

Si alza lentamente, sistemando Naruto in una posizione più umana, poi si dirige verso la bambina.

«Kyuubi, non è vero?»

La bambina si rannicchia ancora di più su se stessa, singhiozzando convulsamente.

Sasuke la guarda. È piccola, con nove code che le si avvolgono attorno per proteggerla.

«Quella storia1… come finisce?»

Domanda pur sapendo che la risposta l’ha già trovata, ma la vuole sentire. C’è differenza tra il sapere per induzione ed il sapere certo.

Sospira nel vedere la bambina rannicchiarsi ancor più su se stessa ed in un moto di – dolcezza? Comprensione? Tenerezza? – allunga una mano per sfiorarla, ma qualcuno gliela blocca.

«Perché hai fatto tutto questo, Naruto?»

Il ragazzo lo guarda afflitto, ma sicuro di sé.

«Perché eravamo soli.»

Sasuke abbozza un sorrisino.

«Degno di te, usuratonkachi.»

Naruto si alza, dirigendosi verso la bambina.

«Come hai fatto a capirlo, Teme?»

Sasuke lo guarda accarezzare i capelli di Kyuubi, sussurrandole parole di conforto all’orecchio.

«Che era tutta un’illusione? Mi sottovaluti, dobe. Tutta la mia vita è stata costruita sulle menzogne e se qualcosa non mi quadra, scopro la verità. Nella bella storia che avevi tessuto, non facevamo altro che ripercorrere la nostra vita con degli accorgimenti, ma troppa incoerenza porta a pensare. Ogni volta che mi fermavi, che tentavi di riportarmi indietro, notavo una crepa in più in qualche punto della “città”. Non ci è voluto molto a capire che nulla era reale.»

Naruto smette per un secondo di accarezzare la bambina e lo guarda con un mezzo sorriso.

«Capito.»

Si volta nuovamente verso Kyuubi e la prende in braccio, cullandola piano per farla rilassare.

«Era solo un cucciolo quando iniziarono le guerre, sai?»

Sasuke si poggia ad una delle sbarre, facendogli cenno col capo di continuare. La luce è ancora lontana.

«Gli uomini avevano distrutto tutto, compresi i suoi genitori e gli amici. Quando alcuni uomini la trovarono, stava mangiando i cadaveri dei suoi simili, così da poter diventare forte e raggiungere le nove code in pochi giorni, senza dover aspettare secoli. Lo ha fatto per difendersi da chi la voleva uccidere, ma la vista degli stessi uomini che le avevano trucidato la famiglia, ha fatto scatenare quel potere che non sapeva manovrare e poi… il resto lo sai credo.»

Si guardano. La storia potrebbe finire lì, ma non è così. Sasuke lo sa. Il marcio c’è ancora, non è stato tolto a sufficienza.

«Continua.»

Naruto si morde le labbra, non vorrebbe dire tutta la verità, ma parla.

«…Sono riusciti a batterla e mio padre l’ha sigillata dentro di me. Io ero odiato da tutti a Konoha e li odiavo anch’io, perché mi chiamavano “Mostro” e mi allontanavano. I bambini non giocavano con me e il più delle volte mi picchiavano o mi tiravano i sassi. Un giorno, però, vidi te e capii che eravamo uguali. Volevo esserti amico, volevo che anche tu mi guardassi e pensassi la stessa cosa, ma non era così. Io non ero alla tua altezza e così mi allenai, mi feci detestare, ma solo perché volevo essere al tuo livello e, proprio quando tu sembravi considerarmi, sei scappato. Ti ho odiato. Per un brevissimo istante, ma l’ho fatto. Ti ho inseguito come un pazzo, correndo ovunque e poi ci siamo incontrati. Eri cambiato. Non eri più tu. Hai tentato di uccidermi, c’eri quasi riuscito… come quella prima volta.»

Sasuke chiude gli occhi, ricordandosi come, al loro primo e vero scontro, era riuscito a perforargli un polmone, nonostante avesse puntato al cuore.

Gli torna alla mente anche il loro ultimo scontro, quello in cui, dopo aver tramortito Sakura e Kakashi, stava affrontando Naruto.

Erano lì, ancora Chidori contro Rasengan. Ricorda che Naruto gli aveva fatto un discorso simile anche in quell’occasione, ma lui aveva sputato sopra a tutto, coprendolo di veleno come meglio poteva, perché non riusciva a dirgli che anche lui lo considerava la persona più importante.

Quella volta, era stato un idiota.

Lo aveva offeso, lo aveva distrutto, sputando su quel “ti voglio bene” a mala pena sussurrato – e che racchiudeva forse vari significati un po’ troppo scomodi –, poco prima che la sua mano potesse affondare nelle sue carni.

«Io no.»

Aveva detto, quando la sua risposta sarebbe dovuta essere un semplice: “Anch’io”. Ma se gli Uchiha eccellono in un’arte – non oculare –, è proprio quella della menzogna, ricoprendo di fango i sentimenti che non porterebbero al loro obiettivo.

 Naruto lo guarda, con il ricordo di quelle parole ancora ben impresse nella mente.

«Sei stato veramente uno stronzo, lo sai? Tu, la persona per me più importante, quella per cui sono riuscito ad andare avanti riuscendo a mettere da parte l’odio, mi avevi distrutto. Tutto il rancore provato in anni e anni di odio nei miei confronti, improvvisamente si è liberato.»

Sospira, ma un sorriso triste gli si dipinge in volto.

«Volevo essere forte come te, ma non ci sono riuscito molto bene. Non so di preciso cosa sia successo dopo, so solo che ho sentito un forte calore propagarsi dal mio ventre fino al cervello e da lì, il buio. Quando mi sono risvegliato, eravamo rimasti solo io e Kyuubi.»

La bambina singhiozza più forte, strusciando il visino contro la maglia di Naruto.

«Urlai per quelle che mi parvero ore. Ero solo. Avevo distrutto in un attimo tutto ciò che mi circondava ed avevo ucciso tutte le persone a me care. Te, Sakura-chan, Iruka-sensei e tutti gli abitanti del mondo. Non avrei mai pensato che il potere pieno della Volpe a Nove Code arrivasse a tanto.»

Naruto ferma il proprio fiume di parole, aspettando ciò che Sasuke gli dirà. Accarezza dolcemente i capelli rossi di Kyuubi, mentre con la coda dell’occhio spia la luce bianca che si avvicina.

Ciò che esce dai loro petti assieme al sangue, lentamente diminuisce il suo flusso.

Sasuke chiude gli occhi, immagazzinando le informazioni ricevute e rielaborandole per assorbirle pienamente.

Non sa che cosa dire, né cosa fare. Può solo chiedere una conferma che ha sempre saputo.

« È per questo che ci hai riportati indietro?»

Naruto lo guarda. Nessuna insicurezza nello sguardo e nemmeno dolore mentre dice l’ultima verità.

«Sì. Non so come ce l’ho fatta, so che sono riuscito a recuperare gli spiriti di tutti quelli che conoscevo prima che la morte vi portasse via. Sasuke, non mi pento di quello che ho fatto, se potessi lo rifarei ancora cento e mille volte, se ciò significasse avervi ancora tutti qui con me.»

Per una volta, è Sasuke ad abbassare lo sguardo. Pare ancora riflettere, ma sta ridendo.

«E così hai dimostrato che anche tu sei umano. Non ho mai creduto ad una sola delle tue parole schifosamente buoniste. Sei egoista come ogni essere umano.»

Naruto gli tira un piccolo pugno testa, ma sorride.

«Teme, guarda che ci credevo veramente in quello che dicevo! È solo che non ho mai detto di non essere egoista, sai?»

Sasuke alza il pugno verso di lui, con un sorrisino sarcastico in volto.

«Tsk. Dobe.»

Naruto alza il pugno verso di lui, con un sorrisino sarcastico in volto.

«Teme!»

I pugni si incontrano.

La luce bianca li avvolge.

I mignoli si intrecciano.

 

 

«E Uomini? Loro sono…»

«…morti.»

 

 

 

 

Note:

 

1: Sasuke si riferisce alla parte del prologo.

 

Ecco il secondo ed ultimo capitolo di questa storia un po’ strana XD. Ringrazio chi ha commentato il prologo e spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e che mi lascerete un commento ù_ù. Per ogni spiegazione, o anche solo se volete contattarmi, potete farlo al mio indirizzo email: kei_saiyu@yahoo.it

XoRevXo: sì, effettivamente il prologo è un po’ strano, ma da qui si capisce il significato, no? XD spero ti sia piaciuto questo capitolo ù_ù.

Any Ikisy: Grazie per i complimenti e spero che la tua curiosità sia stata soddisfatta XD.

Nemesi06: purtroppo non è una long, anche se mi sarebbe piaciuto renderla tale, ma spezzettare ulteriormente il capitolo mi sarebbe sembrato assai inutile e deleterio, ma amen. Spero comunque che tutto sia stato chiarito e che ti sia piaciuta anche questa parte ^^.

Grazie a tutte per le recensioni, ma lasciate che mi faccia un po’ di pubblicità e vi rimandi ad una fan fiction – la mia prima long ù_ù/ - che adoro: Symbolum. Se volete qualcosa di angst e malinconico, consiglio allora How to save a life… . direi che ho finito lo spazio pubblicitario XD. Scusate, ma sono fan fiction a cui tengo particolarmente e mi piacerebbe avere l’opinione di tutti ù_ù.

   
 
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