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Autore: Lanaea    08/05/2010    6 recensioni
Traduzione da parte di Romennim.
K/S che si evolve lentamente, ambientato nell'universo di Star Trek XI.
Un incidente riporta l'Enterprise vicino alla Terra per un po' e questo dà la possibilità a Kirk e Spock di conoscersi meglio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non posseggo nessun diritto su Star Trek, Kirk, Spock o il lavoro di Lanaea (http://www.fanfiction.net/u/189171/Lanaea).. solo la mia modesta traduzione.
Se volete in qualche modo usare la storia o la traduzione, per favore chiedete prima il permesso all'autore o a me.



Jim era stato così sollevato quando erano fuggiti dalla calca di riconoscimento e attenzione al ristorante che non aveva considerato l'idea di essere riconosciuto sullo shuttle. Quando lui e Spock erano saltati su e giù dai trasporti per raggiungere Riverside non avevano ricevuto molta attenzione. Ma ancora quelli erano stati tratti brevi, con passeggeri che andavano e venivano alle diverse fermate per tutto il tempo e c'erano molte distrazioni che evitavano che chiunque desse troppa attenzione ai suoi compagni pendolari. Gli shuttle veloci che correvano fino a luoghi come i confini canadesi o messicani, o fino all'Alaska, erano creature completamente differenti. La loro corsa era di un paio d'ore, e con un design di posti spazioso e non-militare che era fatto apposta per far sentire i passeggeri a proprio agio, c'era abbondanza di opportunità per guardarsi attorno e assorbire tutto.

Si irrigidì un poco quando il mormorio cominciò, notando che alcune persone gli lanciavano occhiate furtive e sussurravano tra di loro.

James Kirk? Oh, QUEL ragazzo? No, beh, non sono io. Mi è stato detto che gli assomiglio, però. Dicono sia la bocca, pensò dentro di sé in modo quasi disperato. Era così concentrato verso il suo mondo interiore che perse cosa Spock avesse detto la prima volta.

"Hmm?" chiese. Spock sembrava completamente imperturbato, e se Jim non avesse saputo delle sue capacità d'osservazione, avrebbe pensato che l'uomo non avesse idea di quello che stava succedendo attorno a loro.

"Ho detto, hai una qualche conoscenza riguardo alle specifiche dei motori usati in questi 'shuttle veloci'? Ho meno familiarità con i vascelli terrestri che con le costruzioni per viaggi spaziali" ripeté Spock pazientemente.

"Oh" disse Jim, e poi pensò per un momento. Gli piaceva armeggiare. Non era assolutamente il livello-Scotty di ossessione meccanica, ma sapeva il fatto suo in una simulazione d'ingegneria. Prima che si unisse alla Flotta Stellare, smontare veicoli (in modi meno drammatici di altri) era stato uno dei suoi hobby più legittimi. Quindi in verità, aveva effettivamente una certa conoscenza di 'vascelli terrestri'. "Motori, huh? Beh, in un modello come questo direi..."

Spock ascoltò attentamente e fece domande in tutti gli intervalli appropriati mentre Jim descriveva prima i motori del loro shuttle, poi i suoi probabili sistemi di funzionamento, e poi passava agli altri veicoli che conosceva. Andò in gran dettaglio sulla moto a cui aveva rinunciato quando si era unito alla Flotta Stellare - il suo piccolo progetto per quasi due anni prima di quello. Era una cosa complicata racimolare alcune informazioni dal suo cervello, dato da quanto tempo non lo usava. La tecnologia per il trasporto spaziale era, per necessità, molto differente da quella per il trasporto terrestre. A parte tutte le complicazioni presentate dallo spazio stesso, una nave stellare poteva andare molto, molto più veloce di quanto fosse consigliabile per un veicolo che vedeva regolare uso planetario. Lo spazio era come un grande campo aperto - una persona da sola poteva correre veloce e forte dall'altra parte del pavimento perché c'era davvero poco contro cui sfracellarsi, e se qualcosa stava arrivando, si sarebbe certamente visto. Se il campo diventava ingombro allora era un inferno per la nave stellare. Ma i veicoli terrestri richiedevano molta meno velocità e molta più manovrabilità, perché un pianeta era pieno di ostacoli. Edifici, montagne, altre persone, altri veicoli... poi c'erano le emissioni da considerare. Su un pianeta un motore doveva andare nel modo più pulito possibile, ma nello spazio c'era più margine per le radiazioni e altri spiacevoli reazioni negative. Molto presto la conversazione progredì in una dissertazione sulle differenze tra la tecnologia della Flotta Stellare contro la tecnologia della Terra, con Spock che offriva la sua prospettiva unicamente vulcaniana in toni piani e quieti. La conversazione era quasi ipnotica.

Jim era così preso nei suoi pensieri che non notò se qualcun altro stava ascoltando, o guardandoli. Non aveva idea di star sorprendendo una marea Spock, che non si era aspettato che la conoscenza del suo capitano sui veicoli terrestri fosse né così approfondita né così perspicace di comequanto fosse veramente.

"Affascinante" dichiarò Spock alla fine, quando si allontanarono dall'argomento degli shuttle per il trasporto spaziale e le inerenti complicazioni al loro design. "Non ero a conoscenza del fatto che tu fossi così ben versato in questo argomento."

Jim sorrise, e dovette veramente resistere al desiderio di pavoneggiarsi un po'. "Beh, ho veramente passato tutti i miei test attitudinali, sai" fece notare in modo quasi provocatorio, ben conscio che Spock stesso aveva esaminato quegli stessi test attitudinali prima dell'udienza della Kobayashi Maru. Il suo primo ufficiale lo aveva ammesso davanti a lui durante le prime, decisamente tese, settimane del loro comando assieme, mentre stavano ancora stabilendo le regole principali per il loro rapporto di lavoro.

La loro tranquilla conversazione arrivò alla fine, comunque, quando si sentì un tono basso e una voce computerizzata annunciò che dovevano sbarcare. In mezzo al rumore e al movimento che risultò dai passeggeri che si muovevano per fare ciò che la voce aveva detto, Jim notò, di nuovo, alcuni sguardi prolungati e speculativi. Ma si forzò di ignorarli, realizzando che non gli davano così tanto fastidio se poteva concentrarsi su qualcos'altro.

Fortunatamente, aveva un mezzo-Vulcaniano davvero interessante che lo aiutasseper aiutarlo in questo.

Salirono a bordo di alcuni shuttle più lenti sulla strada per Toronto, e la loro conversazione ancora leggera, ma affascinante, lo distrasse completamente. Jim si ritrovò a ridere un po' di volte, preso dal sottile senso dell'umorismo di Spock. Sarebbe potuto essere difficile ridere da soli. Ma non lo fu, perché gli occhi di Spock lo tradivano piuttosto maliziosamente quando era divertito, e così Jim sapeva che non era davvero il solo a divertirsi.

Per il momento in cui arrivarono in città era rilassato e allegro, le apprensioni momentaneamente abbandonate a Riverside, mentre il potenziale per l'esplorazione si apriva davanti a loro. L'obiettivo principale fu trovare degli alloggi in qualche complesso per viaggiatori. Dopo quello, però, raggiunsero come un' impasse.

Credo di sapere ora perché le persone tendono a organizzare veramente le loro vacanze, pensò Jim, mentre lui e Spock consideravano dove andare dopo. Toronto era una città interessante. Non era sicuro di come la vedesse il suo primo ufficiale, ma per Jim, era piuttosto affascinante vedere un luogo così vicino a casa, eppure anche distintamente unico. La Terra aveva molta varietà sul pianeta, semplicemente superando gli standard posti da altre culture senzienti. C'era un mescolato senso di unità e unicità a cui erano serviti secoli per costituirsi e mantenersi. Lo skyline che si estendeva e allargava da oltre le finestre dei loro alloggi era decorato con edifici in molte forme strane e affascinanti, a testimonianza del gusto della città per l'architettura creativa. Macchie di verde e marrone e fiori dai colori pallidi fiancheggiavano le strade dove giardini piccoli e ben tenuti aggiungevano al tratto urbano un senso della natura molto sentito, e le estese radici di alberi allineati con fiori contrastavano con il luccichio metallico degli edifici a più piani.

Brevemente, a Jim occorse che qualcuno come Spock si sarebbe potuto trovare davvero meglio se avesse dato precedenza al suo lato umano, invece che a quello vulcaniano. I Vulcaniani, per loro natura, erano tenuti a presentare un'immagine molto fissa. Avevano tutti un unico concetto ideale di comportamento, condotta, e maniere ai quali era supposto loro aspirassero. Ma gli umani cercavano (anche se non sempre lo ottenevano) di unire le loro qualità contrastanti e separate pur sempre preservandole. Per un essere con la naturale dualità di Spock, quello sarebbe potuto essere utile.

Guardò verso il mezzo-Vulcaniano che occupava i suoi pensieri, e notò che anche Spock stava esaminando la vista della città con interesse. Jim si chiese se stesse pensando a qualcosa di simile.

"Allora" disse, incrociando le braccia e appoggiandosi al materiale resistente della finestra. "Qualche idea su quello che dovremmo fare adesso?"

Spock ci pensò su un momento. "Devo confessare di non aver anticipato l'essere presentato con l'opportunità di esaminare il luogo di nascita di mia madre così improvvisamente. La mia familiarità con la città è davvero troppo limitata per darmi idee su come procedere."

Non poté evitare lo sbuffo che produsse in risposta. "O in altre parole, 'ehi, sai, venir trascinato in giro dal mio capitano non era davvero parte del mio itinerario originale'?"

In alto andò una di quelle sopracciglia peculiari, ma quella non poté mascherare completamente lo scintillio di divertimento nell'occhio sotto di essa. "Credo che il detto dica - 'l'hai detto tu, non io'" replicò Spock senza inflessioni. Jim sbuffò di nuovo, ma poi un sorriso largo quasi un miglio si fece strada sul suo viso, e dovette resistere al desiderio di afferrare semplicemente Spock e trascinarlo fuori a vagare in giro senza meta di fianco a lui. Aveva la sensazione che se avessero fatto quello allora avrebbero probabilmente incontrato qualcosa che valesse la pena prima o poi, ma non voleva monopolizzare il loro tempo lì. Spock era stato davvero sportivo nel sopportare sua madre. Ora era il suo turno.

"Beh..." considerò. "Hai detto che tua madre aveva solo dei parenti lontani qui. Pensi che sarebbero interessati a conoscerti comunque?" Specialmente ora che sei un importante eroe che ha aiutato a salvare l'intero pianeta? aggiunse mentalmente.

Spock fece l'equivalente di un aggrottare le sopracciglia, il più lieve piegamento all'ingiù delle labbra. "Non lo so" ammise. "La mia conoscenza di loro è, come ho detto, assai limitata."

Jim ci rifletté sopra, muovendo leggermente una scarpa contro le fibre della moquette sotto di lui mentre pensava. "Hai qualche informazione per contattarli?" chiese dopo un po', spostandosi in modo che la sua schiena poggiasse contro la finestra, ma la sua testa fosse ancora rivolta verso il suo primo ufficiale. "Potremmo solo scrivere loro due righe e far sapere che sei in città. Poi decideranno loro se vogliono incontrarti o altro."

Lentamente, Spock fece uno dei suoi piccoli ed economici cenni col capo. "Mio padre ha mandato loro una trasmissione per informarli del decesso di mia madre. Posso richiamare le informazioni da lì" disse, e poi si mosse verso la console del computer degli alloggi. Jim lo seguì, fermandosi dietro una spalla di Spock mentre le sue dita si muovevano con destrezza sul touch-pad, e poi - una pausa. L'indecisione regnò momentaneamente. Che cosa dire? Ma dopo alcuni secondi il momento umano passò, e vide Spock dettare un messaggio molto formale, breve e distaccato.

Dannazione, pensò Jim. Penseranno che sia un qualche tipo di androide o qualcosa del genere. Ma se lo tenne per se stesso, sentendo, mentre lo faceva, un tipo di autocoscienza nervosa nelle parole interamente non sentimentali. Un istante più tardi il messaggio fu mandato.

"Ok" disse Jim dopo un po', mentre Spock sembrava essersi ritratto un po' dentro se stesso. "Ci deve essere un centro informazioni per turisti qui da qualche parte..."

Come videro successivamente, c'era. La ragazza che era al banco informazioni e che scaricò parecchie destinazioni nel datapad di Jim aveva uno di quei sorrisi rosa da gomma da masticare, e continuava a fare gli occhi dolci a Spock, che era o ignaro dell'attenzione o stava facendo un lavoro davvero buono a fingere di esserlo. Jim non poté fare a meno di chiederselo - la stava ignorando perché era Vulcaniano, per qualcosa a che fare con Uhura, o perché senza mezzi termini non era il suo tipo?

Beh, qualunque fosse la ragione, l'incontro non sembrò terribilmente importante una volta che ebbero ottenuto le loro informazioni e furono usciti per, come Jim l'aveva chiamato, 'fare il turista'. Dopo aver ricevuto alcune occhiate di riconoscimento nella strada, trascinò Spock in un negozio di abbigliamento lì vicino, e andò con lo standard di travestimento delle vecchie celebrità di mettere un paio di occhiali da sole. Pensando che Spock fosse più riconoscibile di lui (onestamente, perché le persone stavano guardando lui, quando non era neppure quello alto con le orecchie a punta?) consigliò al suo primo ufficiale di travestirsi in modo simile.

Quasi morì quando vide Spock indossare un berretto di maglia bianco che copriva efficacemente le punte delle sue orecchie e l'andamento all'insù delle sue sopracciglia.

"C'è qualcosa di divertente, Jim?" chiese Spock mentre tentava di forzare il suo senso dell'umorismo a comportarsi bene.

"No, no, niente" negò. Spock gli diede un'occhiata che riuscì a convogliare come stesse avendo dei pensieri molto esasperati sulla specie umana in generale ora. Ma si tenne per sé quei pensieri mentre vagavano per la città, saltando su e giù dai trasporti ed esaminando pietre miliari da cui la madre di Spock poteva essere cresciuta circondata. Quando il suo primo ufficiale menzionò che sua madre era stata un'insegnante, riuscirono a scovare la scuola dove aveva lavorato prima che incontrasse Sarek. Spock menzionò solo una volta che una tale impresa era illogica, e la protesta sembrò più simbolica che altro. Jim decise di giocare la carta umana e essere ostinato al riguardo.

Sì, Spock. Io, illogico umano, voglio vedere la scuola dove tua madre ha lavorato, pensò tra di sé, divertito dai suoi stessi tentativi di essere 'manipolatore'. La scuola era solo un edificio normale, e non aveva nessun vero interesse per lui. Ma si stava divertendo tremendamente con Spock. Dovrei iniziare a portarlo in più missioni di ricognizione quando torniamo sulla nave, considerò. Prima aveva teso a lasciare indietro il suo primo ufficiale a comando dell'Enterprise. Lentamente, comunque, aveva cominciato a pensare che per quanto fosse ragionevole da una prospettiva di comando, da una prospettiva personale ci stava perdendo. Spock era uno scienziato di mestiere, ma un esploratore per natura. Faceva domande a cui Jim non avrebbe mai pensato, e notava dettagli che scappavano ai suoi occhi.

Stava iniziando a sembrare come se quella fosse la migliore vacanza che avesse mai fatto, e fino a quel momento non aveva compreso nessuna trovata pericolosa per sfidare la morte, belle ragazze scarsamente vestite, risse, o alcol. Solo parecchio andare in giro con Spock, e visitare sua madre. Non l'avrei mai immaginato, pensò, chiedendosi che cosa pensare della cosa.

Alla fine il loro girovagare li portò vicino alla riva del lago, dove la CN Tower nuovamente riparata si slanciava nel cielo - una caratteristica architettonica unica e antiquata accoccolata tra molte. Considerarono l'idea di salire, ma per qualche ragione la tranquillità dell'acqua e la natura rinfrescante dell'aria aperta li dissuase.

"Non posso fare a meno di chiedermi se abbia mai 'fatto il turista' qui" confessò Spock mentre Jim guardava qualche uccello fare pigramente dei cerchi sopra di loro. La sua voce era abbastanza quieta, le sue parole abbastanza esitanti, che era quasi come se non avesse nemmeno avuto intenzione di parlare.

Jim ci pensò su per un po'. "Era un'insegnante, giusto?" disse dopo un po'. facendo scivolare le mani nelle tasche. "Quindi scommetto di sì. Probabilmente ha dovuto portare i suoi studenti in qualche gita in giro per la città." Poteva ricordare le gite che aveva fatto lui stesso quando era stato alle elementari, apprendendo la cultura e la storia della Terra. Sebbene lo negasse con veemenza quando chiesto, gli erano piaciute - parte di lui era ancora quietamente intrigato dal passato dell'umanità. La Flotta Stellare era sempre stato un punto teso di discordia in casa sua. La fonte di orgoglio e sofferenza. Quindi, l'idea di un tempo in cui l'esplorazione e l'avventura poteva essere vissuta anche senza mai dover lasciare la Terra era una fantasia irresistibile.

Era anche una fantasia estremamente intellettuale e da secchione, e aveva imparato duramente che permettere alle persone di sapere di quelle sue qualità era un invito alla derisione e alle critiche. Così fu un po' sorpreso da quanto si sentì spinto ad ammettere a Spock il suo interesse.

"Mi sono piaciuti sempre molto quei tipi di gite quando ero a scuola" si lasciò sfuggire nel silenzio contemplativo che si era creato tra di loro. Oh, porca miseria! Era come se Spock emettesse qualche strana frequenza che inceppava il connettore tra il suo cervello e la sua bocca. Abbassò la testa per il momentaneo imbarazzo, ma tutto ciò che il suo primo ufficiale fece fu guardare verso di lui e dire in tono uniforme, "Davvero?"

Jim si schiarì la gola. "Uh, già" confermò. "Beh, intendo dire che era interessante, sai? Uscire dalla classe e...er..." La sua voce si spense mentre si sforzava di trovare un modo per elaborare senza rendersi un idiota.

"E ottenere informazioni di prima mano su varie materie?" suggerì Spock.

Schioccò le dita. "È un buon modo di metterla. Sì, davvero buono" convenne.

Occhi scuri guardarono, valutando, nella sua direzione. "Anche io mi trovavo più adatto alle rare occasioni nelle quali mi era permesso esplorare al di là del regno di apprendimento computerizzato."

La rivelazione sorprese Jim. "Davvero?" chiese. "Ma tu sei bravo coi computer." Lo sapeva. La Kobayashi Maru non era stato un sistema facile in cui entrare.

Spock inclinò la testa. "Vero. La mia competenza è eccezionale. Comunque, è solo una delle tante abilità che posseggo."

Jim sbuffò, e poi rise apertamente a quella dichiarazione. "E sei anche modesto, huh?" notò.

"Dato che l'umiltà è tecnicamente definita come consapevolezza delle proprie limitazioni, debolezze, e una posizione sociale libera da orgoglio o esagerazione, e i Vulcaniani non esagerano, la tua intuizione sarebbe accurata."

Jim sorrise a Spock, incredibilmente divertito dal suo gioco d'arroganza, e dal sottile cambiamento in finta ignoranza e innocenza che la sua espressione aveva adottato. Per un istante, allora, le nuvole si spostarono sopra di loro, liberando il sole che ancora indugiava nel cielo della loro ombra. Il cambiamento di luce portò momentaneamente in un acuto contrasto i lineamenti del mezzo-Vulcaniano - la linea del suo orecchio che scendeva giù lungo la curva della sua testa, l'angolo del suo naso e la fronte elegante erano evidenziate mentre i suoi occhi scintillavano di divertimento sommesso.

Per un momento, tutta l'aria scomparve dai suoi polmoni, e la sua bocca si inaridì. La forma di Spock lo derubò di tutti i pensieri coscienti.

Fu breve, così momentaneo che un istante dopo era passato, e la normalità ritornò con un tale rapido compimento che fu come se nulla fosse successo. Jim continuò a sorridere. La loro conversazione andò oltre. Ma l'impressione rimase, un'immagine prolungata di luce e ombra che racchiudevano tutte le stesse misteriose promesse dello spazio. Non era certo di cosa farne proprio in quel momento, e quindi, invece, la mise da parte, al sicuro in un angolo quieto della sua mente.

Quando l'ultima parte del giorno si spense nell'oscurità, concordarono alla fine di cercare un ristorante e mangiare, prima di tornare ai loro alloggi per vedere se c'era qualche messaggio dalla famiglia allargata di Spock. Poteva essere la sua immaginazione, ma Jim pensò che sembrasse quasi come se il suo amico stesse procrastinando, cercando di rimandare il loro ritorno. Naturalmente, lo conosceva abbastanza da aspettarsi che chiedere avrebbe prodotto solo una risposta dal tono 'i Vulcaniani non diventano nervosi'.

Chiese comunque.

"Il nervosismo è una qualità umana" replicò Spock, e Jim sbatté le palpebre. Leggendo tra le righe, era come un'ammissione. E io sono mezzo-umano, era la parte importante, di nuovo lasciata in silenzio come un segreto tra di loro.

"Certo che lo è" acconsentì sottovoce. Poi, più forte, chiese: "Quindi cosa sai di loro? La tua famiglia, intendo." Non voleva dare l'impressione di ficcare il naso nella vita personale del ragazzo, ma date le circostanze, la domanda probabilmente non era inappropriata. Inoltre, a un certo punto tra quel giorno e quello prima, il suo primo ufficiale aveva probabilmente imparato di più sulla famiglia stessa di Jim rispetto a chiunque altro sulla nave.

Spock rispose all'inizio con solo una scrollata di spalle, un gesto che sorprese Jim nella sua informalità. Sembrò essere un movimento inconscio. "La mia conoscenza di loro è solo basilare. So che i miei nonni morirono durante un incidente di shuttle molto prima della mia nascita. La sorella di mia nonna ebbe due figli, uno dei quali si è trasferito in una colonia. Sono incerto delle specifiche riguardanti la sua ubicazione corrente o i suoi motivi per lasciare la Terra. L'altro rimase qui, ed è la sua famiglia che ho contattato."

"Capito" replicò Jim con cenno del capo.

La temperatura era calata piuttosto significativamente nel tempo in cui ritornarono al complesso per i viaggiatori. Jim dovette ammettere che, dopo aver passato un certo tempo nello spazio, aveva ottenuto familiarità con le strutture di molti mondi progettati per ospitare visitatori con permesso di scendere a terra o visitatori del posto, e quelle di Toronto erano fatte piuttosto bene. L'edificio era alto, con uno stile curvo, drammatico nella sua struttura, e aveva, come già sapevano, una buona vista della città. Gli ricordarono vagamente gli alloggi della Flotta Stellare per i cadetti, semplicemente per la diversità di facce aliene che si potevano trovare a muoversi lì attorno.

Quando si diressero verso gli alloggi loro assegnati, Jim diede un'occhiata a Spock, e notò un'aria di disagio attorno a lui. Mentre il suo amico si muoveva verso la console del computer, lui si diresse verso i sistemi di controllo ambientale, e alzò la temperatura della stanza. Non aveva davvero freddo, ed era piuttosto sicuro che il disagio di Spock era più interno che esterno, ma non poteva fare male. Poi gettò i suoi occhiali da sole - che erano stati messi nella sua tasca non appena il sole era scomparso - sulla superficie disponibile più vicina, e si lasciò cadere in una delle scialbe sedie grigie nella stanza. Lui e Spock sembravano camminare parecchio.

"Allora?" chiese, tenendo il suo tono leggero mentre guardava con curiosità Spock, chiedendosi quale fosse il verdetto sull'intera questione della 'famiglia estesa'.

Il suo primo ufficiale rimase in silenzio per un momento.

"Non c'è risposta" disse alla fine, e poi spense il computer e si mosse rapidamente lontano da esso. Il suo passo lungo e leggero lo portò con decisione alla finestra, che ora mostrava le luci scintillanti della città di notte. Jim aggrottò le sopracciglia.

"Magari sono in viaggio?" suggerì.

"È irrilevante" disse Spock bruscamente. "La loro connessione con me è distante. Perseguire un contatto con loro era illogico."

A Jim non piacque il tono nella voce di Spock. In qualche modo riuscì a essere... più vuoto di quanto fosse di solito. Il tono più atono, l'assenza di inflessione o emozione quasi eccessivamente pronunciata. Era una strana osservazione. Un po' come asserire che ci poteva essere un'oscurità che fosse 'più profonda del nero'. Ma sapeva che non se lo stava immaginando. C'era qualcosa.

Non sembrava che avrebbe avuto la possibilità di scoprire cosa ci fosse, comunque, perché durante la mezz'ora successiva, Spock pose fine a qualunque tentativo lui fece per ottenere informazioni da lui, anche con delle lusinghe. Era completamente freddo e anche un po' aspro - ombre del primo Spock, che Jim non vedeva da un bel po' di tempo.

"Necessito solitudine" disse alla fine in tono secco il mezzo-Vulcaniano dopo un tentativo fallito da parte del suo capitano di fare una battuta, e poi scivolò nella piccola sezione separata degli alloggi che conteneva due letti stretti. Prima ancora che Jim potesse rispondere la porta si era chiusa con uno 'whoosh' dietro al suo amico, e la serratura si era attivata.

Per un minuto intero Jim rimase semplicemente seduto, chiedendosi perché si sentiva come se qualcuno lo avesse appena accoltellato con un rompighiaccio, e perché l'amichevole, estremamente affascinante Spock di poco tempo prima era scappato urlando.

Diede alla console del computer un'occhiata sospettosa. Poi guardò di nuovo la porta chiusa, in qualche modo incriminante nella sua superficie liscia e priva di segni.

Al diavolo, imprecò mentalmente prima di marciare fino al terminale ed accedervi. Come si aspettava, tutti i messaggi erano stati cancellati. Ma gli servì solo un minuto per recuperare i file. Se Spock si fosse preso il tempo per eliminarli completamente, non avrebbe avuto alcuna possibilità, ma apparentemente il suo primo ufficiale non si era reso conto dell'abilità di Jim di vedere oltre le sue stronzate. O semplicemente non si era trovato nello stato adatto per rendersi conto di qualunque cosa.

'I Vulcaniani non mentono' era, nell'opinione di chiunque avesse un po' di familiarità con loro, una frase molto appropriata, perché era esattamente il tipo di bugia che i Vulcaniani erano inclini a dire. Proprio come 'i Vulcaniani non hanno emozioni'. Spock non stava dicendo la verità quando aveva detto che non c'era risposta dai suoi parenti - anche se quella era probabilmente la realtà che avrebbe preferito.

Jim sentì la sua collera aumentare di parecchio mentre leggeva il contenuto maligno, offensivo e assolutamente odioso della risposta del lontano cugino. Parole come 'mostro' e 'innaturale' erano usate con scioccante frequenza, un'attitudine spiacevolmente obsoleta di xenofobia e odio che grondava da ogni parola. La risposta non era chiaramente un invito a fermarsi per fare una visita e magari raccontarsi qualche storia. Era una critica non provocata e non necessaria di Spock, sua madre e dei Vulcaniani in generale. Dopo tutto quello che era successo, dopo la morte di un intero pianeta pieno di persone, che qualcuno con questo tipo di attitudine potesse... potesse...

Con forza eccessiva, Jim diede un colpo al comando per cancellare il messaggio di nuovo, e poi balzò dalla sedia del terminale. Scaricò l'indirizzo della famiglia nel suo datapad e si mise la giacca sulle spalle, i suoi movimenti secchi ed energici. Con un breve colpo secco alla porta chiusa disse a Spock in un tono inconsciamente teso che stava uscendo per fare una passeggiata.

Stava ancora vedendo rosso quando salì su uno shuttle di trasporto per una parte della città che non avevano ancora visitato. Un po' della sua rabbia doveva essere palese, perché le persone stavano alla larga, ma lui non le notò nemmeno. La sua mano destra rimase stretta al suo fianco e le sue nocche bianche.

Prima che si unisse alla Flotta Stellare Jim non aveva mai visto un Vulcaniano in persona. L'unico che aveva mai conosciuto personalmente era Spock, che era anche mezzo-umano. Ma tutte quelle morti, e tutta quella distruzione che avevano sofferto frequentavano ancora i suoi incubi di tanto in tanto. Poteva ricordare la sonda, e la vista del dispositivo che cadeva oltre lui e Sulu - diretto nel cuore del pianeta. Miliardi di persone erano morte perché non era stato in grado di fermarlo. Qualche volta pensava che se gli avesse sparato col suo phaser, o se in qualche modo lo avesse visto arrivare prima... sapeva che era inutile. Lo sapeva. Era solo il tipo di senso di colpa oppressivo e impotente che tutti i consulenti della Flotta Stellare li avevano avvertiti avrebbero affrontato. Nella scia di un disastro terribile, era esclusivamente umano ripensare a tutto quello che uno avrebbe potuto fare per prevenirlo, e chiedersi se fosse in qualche modo colpa propria.

Non portava in giro il peso della morte di Vulcano nel modo in cui lo faceva Spock, perché non era stata casa sua. Così se il contenuto di quel messaggio avevano toccato un nervo scoperto in lui, poteva solo immaginare come fosse per il suo primo ufficiale. Specialmente dato che queste persone erano veramente, fisicamente imparentate con lui. E si supponeva fossero una famiglia per lui.

Voleva dare un pugno a qualcosa. Voleva distruggere qualcosa. Le parole 'come osavano' continuavano a girare nella sua testa, un rifiuto e un'accusa assieme - e il più debole dei commenti che i suoi pensieri stavano producendo.

Dopo tutto gli ci volle quasi un'ora e mezza per raggiungere la sua destinazione, facendosi strada attraverso le strade meticolosamente organizzate, il suo datapad ficcato nella sua tasca e solo brevemente consultato per avere direzioni. Lo informò che erano appena le diciannove passate quando, dopo essersi fatto strada attraverso strati di alloggi residenziali, trovò il posto, adagiato ordinatamente e quietamente in una fila di semplici e innocue case. Un albero di ciliegio era in fiore nel giardino davanti. Ricontrollò l'indirizzo, lo confermò.

E poi si fermò. Perché non era sicuro di cosa fare ora.

La sua rabbia e il suo oltraggio lo avevano portato fino a lì. Ma ora la complessità della decisione davanti a lui lo fece esitare. L'impulso più forte era quello di semplicemente marciare sugli scalini davanti alla casa e battere forte sulla porta finché non potesse identificare la persona giusta da pestare a sangue. Poi sarebbe passato alla Fase 2 - pestarli veramente a sangue. Ma ricacciò indietro quell'impulso. Non era, e non lo era davvero mai stato, il tipo di persona a cui piaceva infliggere dolore. Oh, gli piaceva combattere, ma quello era leggermente differente, e aveva sempre lasciato che fossero i suoi opponenti a iniziare. Era un difensore, non un aggressore. Gli stessi istinti difensivi che gli avevano causato una rabbia puramente fisica, sufficiente da portarlo lì, gli stavano causando un conflitto ora.

Beh. Anche se non avesse veramente ceduto alla tentazione di commettere degli atti di violenza perfettamente giustificati, poteva ancora dare al bastardo una lavata verbale che gli avrebbe fatto girare la testa. E chi lo sapeva? Magari avrebbe tirato lui il primo pugno, e Jim avrebbe finito le ragioni per trattenersi.

Camminò sul piccolo e pulito sentiero di mattoni fino alla porta. Dentro alla casa, le luci erano accese.

Il suono di un bambino che rideva lo fece esitare di nuovo.

Ok, quindi c'erano dei bambini dentro. Un motivo in più per essere turbato - presumibilmente gli adulti della casa avrebbero passato le loro filosofie incredibilmente offensive a un'altra generazione adesso. Magari facevano giochi eccitanti di 'sediamoci e insultiamo la razza aliena che ha appena sofferto la perdita del loro mondo natale'.

Alzò la mano, preparato a bussare o suonare il campanello. Ma il movimento non si completò mai. Per un lungo e internamente teso momento rimase semplicemente lì, un confuso miscuglio di emozioni. Nessuna di loro buona.

Poi si voltò su se stesso e camminò via, mentre i suoi piedi lo portavano via dal bagliore disgustoso della casa, via dal movimento anche troppo 'casalingo' dei rumori prodotti dai suoi occupanti. Arrivò alla fine dell'isolato, dove un piccolo parco giochi era stato fatto, circondato nella maggior parte dei lati da un muro di pietra alto fino alla vita. Una semplice, piccola oasi per i bambini del vicinato. Appoggiò i gomiti su di esso e fece cadere la testa tra le mani, facendo alcuni respiri profondi e regolari. Poi portò il suo sguardo verso l'alto, verso i distanti puntini delle stelle che tremolavano sopra di lui.

Che diavolo stai facendo, Jim? chiese a se stesso, anche se da qualche parte lungo il corso degli ultimi anni la sua coscienza aveva iniziato a suonare molto come la voce di Bones. Una brezza fredda aveva iniziato a fluttuare intorno alla sua testa. La dura compattezza della pietra sotto le sue braccia filtrò attraverso la sua giacca, ma invece che tirarsi via, semplicemente si appoggiò di più su di essa. I muscoli nella sua mascella si contrassero e si rilassarono mentre riprendeva il controllo delle sue emozioni.

Le stelle aiutarono.

Dopo un po', cominciò a pensare di nuovo - a concentrarsi oltre il classificare semplicemente le sue emozioni e lasciare che il suo cervello facesse un po' di vero lavoro. Si chiese allo stesso tempo che cosa gli avesse provocato una reazione così forte, e che cosa lo aveva fermato dal seguire la sua impulsività. Non era da lui fare le cose a metà.

Si era arrabbiato. Il fanatismo lo aveva sempre fatto arrabbiare, quindi quello non era sorprendente. Si era infuriato particolarmente a causa di tutti i fattori che contribuivano - che il fanatismo fosse contro i Vulcaniani, che i commenti erano stati diretti al suo amico. Ed era piuttosto sicuro che Spock avesse la qualifica di 'amico' adesso, il che lo aveva precedentemente reso felice. Ma un piccolo incidente sembrava che avesse scaricato acqua ghiacciata sul tutto quel facile cameratismo. Così, era incazzato anche per quello.

Allora perché non poteva semplicemente battere contro la porta di quello stronzo e sfogare le sue frustrazioni?

Ci pensò su, e ci pensò su, e guardò le stelle mentre l'aria diventava fredda e pesante nella notte intorno a lui. Gli sopravvenne dopo un bel po' di tempo che i trasporti potevano non essere più funzionanti. Dovrò camminare per tornare indietro, pensò, e pensando così si tirò via dal muro del parco, recuperando il suo datapad per vedere che era stato fuori per parecchie ore davvero. E ancora era insicuro di se stesso.

Passò vicino a quella casa di nuovo, rallentando il passo, vedendo le luci abbassate e la quiete che si era posata su di essa. Non molto tempo prima avrebbe afferrato l'opportunità. Forse avrebbe potuto vandalizzare il piccolo veicolo parcheggiato fuori. Era ancora abbastanza arrabbiato per farlo.

Quindi cos'era cambiato? Perché pensava di fare qualcosa, ma si fermava ora? Era diventato una qualche specie di codardo?

Sorrise senza divertimento a se stesso. Neanche due settimane prima stava andando alla deriva nello spazio, con nulla tra se stesso e morte certa, se non una tuta ambientale; e non aveva sbattuto una palpebra. Diventare capitano non lo aveva trasformato improvvisamente in un qualche tipo di smidollato indeciso. Se altro, lo aveva reso ancora più deciso, forzandolo ad affidarsi alle sue idee e attenersi alle sue decisioni una volta che le aveva prese.

La consapevolezza lo colpì così bruscamente che si fermò totalmente sui suoi passi. Quello era il motivo per cui non poteva farlo.

Era un capitano della Flotta Stellare adesso. Era orgoglioso di se stesso, di quel risultato - e buttare giù la porta di casa di qualche civile solo perché lo avevano fatto incazzare (davvero, davvero incazzare) era un comportamento indecoroso per un capitano.

Non lo poteva fare, perché era meglio di così adesso. Era meglio di persone come loro adesso, e così Spock.

Risoluto e riempito di un tipo stranamente rinfrescante di forza interiore, Jim camminò via risolutamente dalla casa, non dandosi il disturbo di guardare indietro. Così avevano inveito contro il suo primo ufficiale. Avrebbe fatto veramente qualcosa per aiutare Spock - lo avrebbe distratto, lo avrebbe rallegrato (anche se quello avrebbe probabilmente richiesto un po' di prove ed errori, probabilmente) e sarebbe stato un buon amico. Avrebbe compensato per quella reazione deludente dei suoi viventi parenti umani facendogli dimenticare tutto al riguardo. O, beh, magri non 'dimenticare', con quella memoria quasi perfetta e tutto il resto, ma la cosa più vicina a quello che i Vulcaniani avessero.

Era un buon piano. Jim incontrò solo un ostacolo circa un'ora dopo che aveva iniziato a camminare, quando realizzò che c'era stato un passo falso cruciale da parte sua per quanto riguardava quell'idea. Non aveva praticamente familiarità con la città. Le direzioni nel suo datapad operavano sotto l'assunzione che il sistema di trasporto pubblico fosse funzionante - erano estremamente vaghe quando riguardavano i pedoni.

E ora era perso.

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Nota dell'autore: Un altro capitolo fatto! Yay! Sto praticamente postando appena li finisco, visto che so per esperienza personale che può essere frustrante aspettare gli update. Un sacco di domande sono venute fuori questa volta sulla storia - ma tutto quello che posso dire è che si stanno avvicinando l'una all'altra, e a prescindere da altri fattori, continueranno a farlo finché non si incontreranno. Oh, e non ho un beta. Correggo io stessa gli update prima di postarli, ma è tutto qui... il che probabilmente spiega qualunque errore di grammatica o di scrittura che incontrate. E ora ho una domanda per tutti voi, miei piacevoli e splendidi commentatori - nella serie originale, una delle grandi paure di Kirk è essere completamente solo. Non so assolutamente dire se questo è vero o meno per la sua controparte del film del 2009. Pensieri?

Ah sì, e prima che mi dimentichi (perché è venuto fuori più volte) - Kirk ha ancora la sua libido - Fino ad ora una combinazione di crescente maturità e responsabilità l'hanno tenuta a bada, comunque, e al momento è in un certo senso intrigato dal suo stesso senso di controllo (come abbiamo appena visto). Ma ho dei piani che ruotano attorno a questo, e verranno fuori più avanti.

Nota del traduttore: prima che mi dimentichi, ringrazio di cuore Maverick per aver controllato il capitolo. Se c'è ancora qualche errore, è completamente colpa mia che ho fatto qualche piccolo disastro con OpenOffice... Ogni tanto sono davvero un'inetta :)
Come avete notato, ho deciso di cambiare nome: i dettagli del motivo sono così imbarazzanti che la mia inettitudine tecnologica, al confronto, è nulla. Quindi, per favore, non chiedete...
Riguardo alla storia, cominciano a vedersi i primi segnali di dove la storia andrà e spero apprezzerete la crescente maturità di Jim, che si sta lentamente trasformando nel grande capitano che un giorno sarà, pur non smettendo di avere alcune caratteristiche che lo continueranno a distinguere da quello della serie originale.

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