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Autore: Botan    08/05/2010    3 recensioni
Uno strano sogno farà capolino nella vita di Kouji Minamoto, un tempo guerriero della luce. Cosa si nasconde dietro tutto ciò? Il destino dovrà compiersi nuovamente? I ragazzi si ritroveranno a riprendere una partita conclusa cinque anni fa in un mondo a loro caro. Ora tocca a te inserire una moneta. Che abbia inizio il gioco!
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takuya Kanbara | Coppie: Izumi Orimoto/Zoe, Junpei Shibayama/JP, Kouichi Kimura/Koichi, Kouji Minamoto/Koji, Tomoki Himi/Tommy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mancava poco, ormai

                                        Capitolo 24
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Mancava poco, ormai.

Tomoki aveva iniziato a sbattere i piedi in terra, con fare nervoso. Junpei guardava ogni 2 secondi l’orologio da polso, e per quanto riguarda i due fratelli, ognuno dei due si alternava di continuo per guardare l’orizzonte, nella speranza di riuscire ad intravedere gli ultimi due Digiprescelti che mancavano all’appello.

E proprio quest’ultimi, correvano a perdifiato, senza perdere di vista il punto d’arrivo.

Dovevano arrivare a destinazione, ma dovevano farlo nel più breve tempo possibile.

 

- Junpei…- disse Tomoki, l’amico si girò verso di lui- Se mai dovessi morire, ricorda che sei stato un ottimo compagno d’avventura. – fine la frase con un’espressione seria, tanto da farlo sembrare molto più grande della sua età.

 

Il padrone del tuono gli posò due mani sulle spalle: - Vedrai che quello scapestrato di Takuya arriverà in tempo, portando con sé ovviamente la dolce Izumi!

 

Tomoki sospirò, di seguito i suoi occhi caddero sul plotone di Metalridermon d’innanzi a loro. Avevano iniziato a sguainare le armi.

Era solo questione di minuti.

 

Kouji nello stesso momento si era fermato ad osservare il sud.

Il fratello, senza poi tanti complimenti, aveva già intuito il perché di quel gesto.

- Lei può digievolvere, ricordi? Sono sicuro che saprà cavarsela. – gli disse, riferito chiaramente alla giovane Miya.

 

Poi il padrone della luce si sporse verso Ovest. Junpei e Tomoki erano nei guai molto più di loro due. Fece un passo in avanti con l’intento di raggiungerli, ma fu in quell’attimo che Kouichi lo bloccò: - Eccoli! – esclamò a gran voce, mentre osservava Takuya ed Izumi mettersi sotto le torri dell’Est e prendere posizione.

 

- Heeey! – vociò Takuya, sventolando in aria una mano, per farsi sentire.

 

- Era ora! – rispose Kouji, anch’egli parlando ad alta voce.

 

Junpei si portò le mani ai lati della bocca: - Takuyaaa! Che tu sia maledettooo!!! – strepitò furibondo, ma infondo fu felice almeno per una volta di vederlo insieme ad Izumi.

Il Digiprescelto del fuoco portò il pollice all’insù, e quello fu l’ok definitivo che servi all’intero gruppo per far comprendere una cosa soltanto: dare il via alla battaglia.

 

Alzarono in aria i D-scan, e tutti insieme, in un unico coro, dissero a gran voce:

- DIGIEVOLUZIONE ANCIENT!!!   

 

Una cascata di scintille scaturì dai Digivice dei ragazzi. Una miriade di luci colorate dal bagliore inimmaginabile, avvolse uno per uno ognuno di loro.

Bagnati da una spirale digitale di puro splendore, i loro corpi iniziarono mutare e, quando la luce di quella mirabolante trasformazione finì, comparvero loro, gli Ancient.

 

- ANCIENTGREYMON!!!

 

- ANCIENTGARURUMON!!!

 

- ANCIENTIRISMON!!!

 

- ANCIENTMEGATHERIUMON!!!

 

- ANCIENTBEETMON!!!

 

- ANCIENTSPHINXMON!!!

 

Le sei leggendarie creature Ancient, imponenti come non mai, si apprestarono a sguainare le armi.

La battaglia era appena iniziata.

 

AncientGreymon sbaragliò con un colpo solo una fila intera di Metalridermon, con uno dei suoi attacchi: il Gaia Tornado.

 

AncientBeetmon non fu da meno, e per proteggere la propria torre, sbaraglio il nemico con un sussultante Terra Blaster.

 

AncientIrismon aprì le danze con una magnifica e a dir poco sfavillante Rainbow Symphony, mentre il possente AncientMegatheriumon scaraventò sui nemici un Great Snowplow da paura.

 

Attaccarono all’unisono AncientGarurumon ed AncientSphinxmon con, rispettivamente, Sharpness Claymore e Dark Blast.

 

Fu uno spettacolo unico vederli lottare. Ogni loro attacco lo era.

Vortici infuocati, fendenti di luce, fasci arcobaleno, ed ancora terremoti possenti, tempeste di neve e colpi di fasci oscuri… Questo e molto altro ancora furono in grado di mostrare.

 

E per il nemico, naturalmente non ci fu scampo. Caddero a terra uno dopo l’altro, ogni Metalridermon venne sconfitto, e così da oltre 1000 creature, il numerò calò a 100, poi a 10, e l’ultimo di loro finì per essere annientato da AncientGarurumon che, riponendo lo spadone, pose fine al combattimento.

La landa era deserta, ogni nemico era stato annientato, ma qualcosa a Takuya non quadrava.

Si guardò attorno con fare circoscritto, dopodichè gli altri antichi guerrieri lo raggiunsero.

Riacquistarono uno ad uno le proprie sembianze.

 

Tomoki si guardò le mani, incredulo. – La forma Ancient è… è

 

- E’ una forza! – continuò Junpei, con lo sguardo brillante.

 

- Avete visto i miei attacchi? – commentò Izumi, con una voce estasiata, sognante.

 

- Sono uno spettacolo! – affermò Kouchi, trovandosi anch’egli d’accordo.

 

Mentre il chiacchiericcio dei quattro si faceva sempre più incalzante, Kouji notò che in Takuya c’era qualcosa di strano. Se ne stava in silenzio, sembrava quasi attendere l’arrivo di qualcosa.

 

- Che hai?

 

- Non te ne sei accorto?

 

Kouji si guardò intorno. – Non vedo nulla di strano.

 

- Appunto. Non c’è nulla di strano, non c’è… - fece una pausa, poi finì secco- nulla.

 

A quel punto l’amico afferrò il concetto.

- Troppo facile, dico bene?

 

- Già… se ripenso allo scontro con Lucemon, questo qui mi fa un baffo. – Il padrone del fuoco storse il naso – Credo che sia meglio non abbassare la guardia.

 

Kouji si trovò d’accordo.

 

- Hey, ma Miya? – disse ad un tratto Izumi, mentre si guardava attorno con fare confuso. – Perché non è qui?

 

- Non c’è più nessun Digimon nei paraggi. Perché continua a restarsene a sud? – commentò Junpei, come suo solito un po’ acido.

 

Guardarono verso il fondo, verso sud. Videro la torre, ma non la ragazza che, con molta probabilità, si trovava alle spalle del pinnacolo.

 

- Andiamo a controllare. – propose Kouji, e fu il primo ad incamminarsi.   

 

 

Giunti sul posto, si accorsero da subito che qualcosa non andava.

Il luogo era deserto. Della bruna dagli occhi di ghiaccio nemmeno l’ombra.

 

- Ma dov’è?! – esclamò Takuya, preso alla sprovvista.

 

- Miya! Miya! – la chiamò Izumi, mettendosi le mani ai lati della bocca per fare eco.

 

Junpei non poté fare a meno di borbottare.

- Lo sapevo io che non c’era da fidarsi di lei!

 

Poi ad un tratto fu Kouichi a fare la scoperta.

- Guardate! – esclamò, puntando in alto il dito. Gli altri lo seguirono con lo sguardo e… fu sgomento.

 

Si scorsero due puntini in alto nel cielo. Uno nero, l’altro bianco.

Poi, quello nero calò improvvisamente giù, stava precipitando.

Quando fu più vicino alla terra, tutti si resero conto che in realtà quella che stava precipitando verso il suolo era il corpo esamine di Ladydevimon.

 

- Ma che sta succedendo?! – strepitò Tomoki in preda all’agitazione. - Dobbiamo fare qualcosa, oppure si schianterà!

 

Izumi afferrò di corsa il Digivice. – Ci penso io! – affermò in tutta fretta, ed infine urlando la fatidica frase, si trasformò nella maestosa AncientIrismon. La creatura spiccò un salto verso il cielo con uno sprint eccezionale. Dopotutto, era pur sempre la padrona dei cieli, e nessuno poteva volare più in alto e più veloce di lei.

Infatti, afferrò Ladydevimon che, in quello stesso istante riprese le sembianze di Miya, e la riportò a terra sana e salva.

 

Gli altri non ebbero neppure il tempo di avvicinarsi a lei. Una pioggia di ghiaccio li investì in pieno, e dal cielo venne giù qualcuno che Takuya conosceva molto bene.

 

- Tu?! – tuonò il ragazzo, mentre si copriva il capo con le mani.

 

Icedevimon, proprio lui.

Ancora lui.

Quando la pioggia cessò, il glaciale essere non perse tempo: scagliò uno dei suoi fasci congelanti in direzione di Kouichi. Kouji lo intercettò in tempo, e per proteggere il fratello, cercò di fargli scudo col proprio corpo. Ci riuscì, ma…

Accadde ciò che nessuno mai si sarebbe aspettato.

Il ragazzo fu spinto per metri, e finì diritto nell’Abisso delle anime perdute.

 

Takuya e gli altri restarono a bocca aperta.

Kouichi scosse il capo, poi improvvisamente cominciò a correre, sempre di più, sempre più forte in direzione del precipizio. Junpei lo seguì a ruota, e non appena il giovane Kimura fu così abbastanza vicino dall’orlo del baratro, lo prese per il braccio.

 

- Fermo! Sei impazzito?! – disse il padrone del tuono, strattonandolo via da lì.

 

- Lasciami andare! Io devo…- riuscì solamente a dire. La rabbia gli bloccò le parole in gola.

 

In quello stesso attimo, AncientIrismon svanì, ed Izumi riprese le sue sembianze.

Se anche uno di loro mancava all’appello, la Digievoluzione non era possibile.

 

Takuya dapprima rimase ad osservare Kouichi che si dimenava disperato, urlando il nome del fratello a singhiozzi, poi, con la rabbia che gli accecava lo sguardo, diresse i suoi occhi in direzione di Icedevimon.

 

- Io…- disse, le mani gli tremavano, era sul punto di urlare, e lo fece- Io ti distruggerò!!! – dichiarò con quanto più fiato avesse in gola.

 

Dalla parte opposta, il bianco Digimon scoppiò a ridere.

- E come pensi di riuscirci? Ora sei solo un misero umano…! Tutti voi lo siete! – spalancò le braccia, in segno di gloria, ed il suo corpo cominciò ad assorbire potere da ognuna delle Sette Torri.

Da bianco, il corpo di Icedevimon si tinse di nero. E poi, ad un tratto il suo corpo iniziò a mutare.

Un turbinio lo avvolse per intero, i Digiprescelti arretrarono per evitare di essere travolti.

Il vortice si moltiplicò, triplicò, divenne enorme. Il cielo si squarciò in due, la terra tremò violentemente, ma quando essa cessò di farlo, quando il forte vento oscuro e quei fasci neri come la pece svanirono, fece la sua entrata in scena il vero nemico di tutto lo scontro.

Rivestito da una lucente quanto impenetrabile armatura tinta di nero con articolati decori dorati, aveva un lungo mantello dello stesso colore, e tra le mani stringeva una lancia dalla punta acuminata e tagliente.

 

Takuya, Junpei, Izumi, Tomoki e Kouichi lo guardarono dal basso verso l’alto.

Una creatura così, non l’avevano mai vista prima d’ora.

Cosa avrebbero potuto fare un gruppetto di comuni esseri umani, senza effettuare nessun tipo di Digievoluzione?

 

Fu in quell’istante che Takuya, nel ricordare un flash back, si rese conto con chi avevano a che fare.

- Quello… - disse dapprima, e stentava perfino lui a crederci per davvero- quello è Darukumon!

 

Gli altri annichilirono.

Poi uno ad uno ricordarono anche loro di averlo già visto nel castello di Ophanimon, in una delle pagine di un libro che l’angelica creatura aveva loro mostrato.

 

- Questo è un problema. – commentò Tomoki, ma in realtà non sapeva proprio cosa dire. Poi si corresse da solo- Questo è un gran bel problema.

 

Fu in quell’istante che Miya, nel riprendere i sensi si rese conto della situazione.

Pronunciò il nome della creatura per ben due volte: la prima a voce bassa, poi prendendo coscienza di ciò, quel nome finì per urlarlo.

 

- Calmati Miya! – le fece Izumi, per tranquillizzarla. C’era però ben poco da fare. La situazione sembrava essere più nera di una notte senza luna.

 

- E adesso? – disse il padrone del ghiaccio.

 

Takuya deglutì. Per la prima volta non sapeva come rispondere, cosa dire o fare.

Il destino di quei giovani umani sembrava oramai segnato.

Tuttavia, proprio davanti a loro, si materializzarono i tre Digimon angelici, pronti a dare un valido aiuto.

 

- Ophanimon, Cherubimon Seraphimon?! Cosa ci fate qui?! – chiese Izumi, sorpresa nel vederli.

 

- Siamo venuti per riportarvi indietro.

 

- Dobbiamo andarcene da qui.

 

- Useremo il teletrasporto! – dissero i tre. – Coraggio, non abbiamo molto tempo! – affermarono, tuttavia nessuno del gruppo si mostrò propenso ad andare con loro.

 

Fu Takuya a parlare per primo.

- Non possiamo. – fece, poi guardò Kouichi – Noi non possiamo abbandonare un amico. – dichiarò, riferendosi a Kouji, caduto nell’abisso qualche istante prima.

 

Izumi, Tomoki e Junpei si guardarono reciprocamente.

- Nessuno di noi se ne andrà senza di lui. – asserì la ragazza.

 

Ophanimon sembrò assumere un’espressione che aveva il sapore della comprensione.

- Vi capisco – disse dapprima – tuttavia, se si finisce nell’Abisso delle anime perdute non si può più uscire.

 

Kouichi, in preda all’esasperazione non riuscì a trattenersi.

- Non può essere così! Io… troverò il mondo di tirarlo fuori da lì!

 

Izumi gli posò una mano sulla spalla con estrema dolcezza.

- Ricordati che puoi contare su di noi.

 

- Già, vedrai che tutti insieme riusciremo a salvare Kouji! – asserì Takuya. Gli occhi gli brillavano intensamente, riuscì a stento a trattenere il pianto.

 

Distratti, il gruppetto non si accorse che Darukumon aveva completato la sua trasformazione, e stava per puntare dritto su di loro.

In quel preciso istante, Seraphimon fece appena in tempo ad avvisare gli altri del pericolo imminente.

Cherubimon e Ophanimon si unirono al terzo angelo, sollevarono le mani in aria, e facendo appello a tutta la loro forza riuscirono ad innalzare una potente barriera attorno a loro.

Darukumon picchiò quella sorta di cupola energetica con la punta della sua lancia, la terra sotto ai piedi dei Digiprescelti vibrò pesantemente, Seraphimon strinse i denti, Cherubimon aumentò il suo potere per evitare che la barriera cedesse.

 

- Non reggeremo a lungo. I nostri poteri messi insieme non potranno mai contrastare i suoi. – dichiarò Cherubimon, con l’espressione del viso contratta. Si vedeva chiaramente che non avrebbe retto per molto. Anche gli altri due alleati si sentivano quasi cedere da un momento all’altro.

 

- Ma perché…?! Cosa c’entra ora Darukumon? Io non ci capisco più niente! – Izumi in preda all’ansia scosse forte il capo.

 

- Un attimo prima Icedevimon, e poi… - Junepi proprio non se lo sapeva spiegare.  – Questo significa che quella specie di ghiacciolo ambulante era in realtà Darukumon?

 

Cherubimon annuì.

- Purtroppo – premise con una voce afflitta- lo abbiamo scoperto solo ora.

 

- E’ per questo che siamo corsi subito qui. Icedevimon ci ha forviati facendoci credere che in realtà voleva distruggere le Sette Torri per riversare l’abisso in tutta Digiworld, ma… - Seraphimon sospirò amaramente- le sue intenzioni erano ben altre.

 

- Avevamo affidato a Miya entrambe le chiavi gemelle, tuttavia Icedevimon deve averlo capito, e approfittando della confusione, l’ha attaccata per rubargliele.   

 

Dopo la rivelazione di Ophanimon, la ragazza dagli occhi di ghiaccio sbatté un pugno in terra. Con il capo rivolto verso terra, e le palpebre serrate, riuscì a stento a trattenere le lacrime.

- Io… ho fallito. – fece. – E’ colpa mia se ora ci troviamo in questa ridicola situazione.

 

- Non dire così, tu non potevi sapere che Icedevimon ti avrebbe attaccato. Non eri pronta per riceverlo. – cercò di confortarla Tomoki.

Poi Junpei si chinò verso la ragazza. Quest’ultima alzò lo sguardo.

- Adesso dirai che sono una strega, non è così? – disse, quasi con sarcasmo. Ma la risposta del giovane la spiazzò.

 

- Al contrario… Ti sei quasi fatta ammazzare pur di adempiere al tuo dovere. Sono felice di aver conosciuto una persona che tiene quanto noi a questo mondo!– il padrone del tuono gli porse una mano. Miya la squadrò, poi squadrò lui ben in viso, e finalmente si fece aiutare da lui affinché la tirasse su.

 

- Un momento… - Takuya attirò l’attenzione su di sé – Se lo spirit di Darukumon è rinchiuso nel Gate of the Spirit, allora come…- il Digiprescelto non riuscì a completare la frase. Cherubimon fugò ogni suo dubbio.

 

- Icedevimon è riuscito a liberarlo servendosi della tecnica dello scambio digitale. Ha sostituito lo spirit di Ninzokumon con quello di Darukumon, per compiere il passaggio.

 

- E questo è stato possibile per un semplice motivo: dietro tutto ciò, fin dall’inizio c’è sempre stata la mano di Darukumon stesso a condurre il gioco.

 

I Digiprescelti rimasero esterrefatti da quella rivelazione.

- Prima Lucemon, poi Icedevimon, e ora si scopre che in realtà era Darukomn stesso? Non ci posso credere! – asserì Takuya per primo, seguitò a ruota Izumi.

 

- Ma come è possibile tutto ciò? Come ha fatto lo spirit di Darukumon a manovrare il tutto dall’esterno?

 

- Si è servito di un umano.

 

- Un umano?! – vociarono in coro i ragazzi.

 

- Rinchiuso nel Gate, lo spirit di Darukumon è riuscito a sintonizzarsi con una delle tante anime che vivono nel vostro mondo. Proprio come successo a Kouichi, egli ha manovrato quella persona affinché si muovesse come un burattino al posto suo. 

 

Takuya deglutì a fatica. Ebbe quasi paura a formulare la domanda.

- Quindi… questo significa che lì dentro, in realtà si trova un essere umano?  

 

La risposta fu una soltanto: un seccò sì da parte dei guardiani.

 

- No, non ci posso credere… - Tomoki scosse il capo – Uno di noi… un umano, magari ha la nostra stessa età. E’ assurdo!

 

- Ascoltate- disse a malapena Seraphimon, spezzando quell’attimo – dovete mettervi in salvo! Dovete assolutamente abbandonare Digiworld! La cupola della barriera sta cedendo!

 

Si fermarono tutti ad osservare il tetto di quello scudo digitale. C’erano delle grosse fenditure che via via si andavano ampliando.  

 

- Noi non ci muoveremo da qui! – asserì Takuya tutto d’un tratto. E dopo un primo momento, di stallo, anche i suoi compagni annuirono.

 

- Non vi lasceremo da soli! – fece Izumi.

 

- Non abbandoneremo Digiworld! – proseguì Tomoki.

 

- Lo abbiamo promesso! – si accodò Junpei.

 

- Non dobbiamo fallire. – affermò flebile Miya, indebolita dallo scontro con Icedevimon.

 

- Non lascerò mai che mio fratello rimanga qui! – dichiarò Kouichi.

 

Ognuno di loro aveva espresso la sua volontà.

Salvare i Digimon, salvare Digiworld, salvare il loro compagno d’avventura.

Già, Kouji Minamoto, finito nell’abisso oscuro.

Ma dove si trovava lui di preciso?

 

Aprì gli occhi, dopo essere svenuto. Attorno a sé il buio soltanto. 

Cercò di usare le mani per toccare qualcosa, ma fu in quell’attimo che capì di trovarsi completamente sospeso a mezz’aria.

 

Provò ad urlare, ma invano. Nessuno avrebbe mai potuto sentire il suono della sua voce.

Da solo, isolato dal resto del mondo, si rannicchiò ed iniziò a quel punto a pensare ai suoi amici, ai suoi compagni di scuola, alla sua famiglia, suo padre, sua madre, suo fratello.

Attorniato dalle tenebre, pensò che non li avrebbe più rivisti, e anche il suo cuore si sentì quasi imprigionare dal buio.

Ma proprio in quell’attimo, dal nulla si manifestò una piccola sfera di luce davanti al suo viso.

 

Il ragazzo con il codino restò in silenzio a contemplarla. Quel bagliore così vivo e caldo si rifletteva nei suoi occhi e lo scaldava.

E poi, in quel silenzio si levò una voce.

- Kouji Minamoto – disse, e sembrava provenire proprio da quel piccolo puntino scintillante.

 

- Chi sei? – domandò il ragazzo, colto alla sprovvista perché quella cosa conosceva il suo nome.

 

- Un tempo vegliavo Digiworld insieme a mio fratello.

 

Kouji spalancò gli occhi. La fronte del viso si contrasse.

- Raitsumon?!

 

- Anche tu a quanto pare sai il mio nome. – disse serenamente la voce.

 

- Ma… tu… cosa ci fai qui?!

 

- Ho vagato a lungo per ritrovare mio fratello, finché pur di ricongiungermi a lui, sono stato confinato qui in basso dal potere di questo baratro. Ho atteso a lungo il giorno in cui qualcuno sarebbe disceso dall’alto per portarmi via. Una persona dal cuore puro come il tuo. E oggi quel giorno è arrivato.

 

- Non capisco… - fece il ragazzo, e scosse il capo.

 

- Apri le tue mani – gli chiese lo spirit di Raitsumon. Dopodichè si avvicinò all’umano, ed adagiandosi in un palmo, gli chiese poi di stringere forte. – Adesso è giunta l’ora di rimettere ogni cosa a suo posto. Chiudi gli occhi, si parte!  

 

 

La barriera innalzata dai tre Digimon angelici si era infranta.

Adesso sia loro che i ragazzi non avevano più protezione.

Darukumon si preparò a sferrare un nuovo e possente colpo. Pur di proteggere gli umani, Seraphimon, Opahnimon e Cherubimon si schierarono d’innanzi a loro per fare da scudo.

Sarebbero di certo stati annientati se, in quel preciso istante, un aiuto inaspettato non fosse intervenuto.

Un raggio di luce colpì al costato Darukumon. Il gruppetto di Digiprescelti si voltò, e fu subito ovazione.

Kouji era lì, tra le mani stringeva una sfera luminosa. Seraphimon fu il primo a riconoscere lo spirit di Raitsumon. Kouichi non perse tempo: corse incontro al fratello, ed i due, proprio come amici che non si vedono da anni, finirono con l’abbracciarsi.

Dopodichè i gemelli si riunirono al resto della banda.

Approfittando della situazione, mentre Darukumon se ne stava a terra stordito dal colpo infertogli poc’anzi, Raitsumon si levò in volo.

 

- Non abbiamo un minuto da perdere! – esclamò – Dobbiamo intervenire subito!

 

Takuya non aveva dubbi: - Dicci cosa dobbiamo fare per salvare Digiworld!

 

- Siamo nelle tue, sommo Raitsumon! – asserì con estrema devozione Seraphimon.

 

- Prendetevi per mano, e formate un cerchio intorno a me. – ordinò lo spirito del potente Digimon. Uno ad uno, i sette Digiprescelti si strinsero per mano formando così un solido recinto. – Chiudete gli occhi, ed aprite i vostri cuori. Lasciate che la luce entri dentro ognuno di voi. – Raitsumon iniziò a volteggiare intorno agli umani. Prima piano, e poi sempre più veloce. Si creò un turbinio scintillante che spinse i tre Digimon angelici ad indietreggiare. Il vortice accrebbe, duplicò, si triplicò. Proprio come successo poc’anzi ad Icedevimon, nel momento in cui la luce fu più intensa, i ragazzi ne vennero avvolti, ma continuarono a tenere gli occhi chiusi, a mantenere la concentrazione.

Quando il turbinio fu cessato, ecco apparire dal nulla una creatura celestiale, simile in tutto e per tutto a Darukumon, solo con l’armatura di colori diversi, bianca e lucente. Tra le mani anch’egli stringeva una lancia dalla punta affilata.

 

E fu così, che dopo secoli, i due gemelli poterono trovarsi l’uno d’innanzi allo sguardo all’altro.

 

Ripresosi dal colpo incassato in precedenza, la prima cosa che fece Darukumon fu quella di passare rapidamente al contrattacco. Si gettò a capofitto verso il gemello, aveva uno sguardo perso, e questo suo fratello lo notò subito. Parò il colpo, lo respinse, ma dopo quello ne seguì un altro, e poi un altro ancora. Fu un susseguirsi di attacchi e schivate a suon di pugni e colpi di lancia. Durante questa lotta Raitsumon fu scaraventato a terra più volte. La potenza del gemello divenuto malvagio era sconfinata. Il portatore di luce si sentì afferrare per il collo: gemette e si dimenò.

Trovò la forza per parlare: - Darukumon – disse a stento, con la voce strozzata – devi riprendere il controllo di te stesso, o finirai per annientare ciò che per anni abbiamo sempre cercato di proteggere… Tu non puoi volere che Digiworld venga distrutta! – dichiarò con tenacia. Però, Raitsumon sapeva che il gemello non lo avrebbe ascoltato. E conosceva anche il perché. Riuscì miracolosamente a colpirlo nel ventre con un fascio di luce scaturito dalla mano.

Darukumon odiava dannatamente la luce, perciò rimase stordito per un po’, quasi accecato da quel bagliore.

 

- Ascoltatemi Digiprescelti – proferì il gemello della luce, parlando a quei sette ragazzi che risiedevano ora nel suo corpo – Mio fratello agisce in base a ciò che quel virus contratto decenni fa gli ordina di fare. Devo prima di tutto debellarlo, altrimenti non riuscirà mai a tornare in sé. Per farlo, ho bisogno del vostro aiuto!

 

- Noi siamo con te!

 

- Con pure sul nostro aiuto! – fecero in coro Takuya e Kouji.

 

Ma in quel preciso istante, Darukumon si scagliò ancora una volta all’attacco.

Raitsumon fece appena in tempo ad evitare che una delle sette torri venisse rasa al suolo dalla furia del gemello. Fermò la lancia con la sola forza delle mani, e la respinse all’indietro.

Fu una sorta di braccio di ferro: Darukumon da un lato cercava di buttare giù sia l’enorme pinnacolo sia il fastidioso fratello. Raitsumon di fronte a lui faceva appello a tutte le proprie forze per respingerlo. La fatica si faceva sentire, ma lui non poteva mollare.

Poi si rivolse ancora ai ragazzi.

- Sono sufficientemente vicino a Darukumon. E’ giunto il momento, Digiprescelti! Vi trasferirò nel suo corpo, da lì dovrete cercare il virus ed annientarlo. Cercherò di resistere più che posso, ma fate presto! – Raitsumon strinse i denti, e fu in quel preciso momento che facendo ricorso al suo immenso potere, scaraventò i sette ragazzi all’interno di Darukumon.

 

Una volta dentro, il gruppetto si guardò intorno con aria spaesata. Era buio, non si vedeva assolutamente, tuttavia una luce nelle loro mani cominciò a brillare. Scaturiva dai D-scan.

 

- I nostri Digispirit ci stanno invitando a Digievolvere! – dichiarò il padrone del fuoco.

 

Kouji si fece avanti:

- E allora che cosa stiamo aspettando? Coraggio! – sollevarono in alto le mani, e diedero il via alla trasformazione Ancient, eccetto Miya, che si trasformò in Ladydevimon.

 

AncientGarurumon rischiarò l’ambiente con la forza del suo potere illuminante.

In questo modo i Digimon poterono guadarsi intorno ed individuare il vero nemico da sconfiggere: il virus.

AncientGreymon fu il primo ad avvicinarsi, tuttavia AncientBeetmon lo trattenne. – C’è una barriera difensiva potentissima! Se la tocchi per te sarà la fine!

 

AncientSphinxmon elaborò alla svelta un piano: - Io appartengo all’oscurità, ed è questo il mio elemento. Se provassi ad oltrepassare quella barriera e a disattivarla una volta dentro, riuscireste ad entrare.

 

- Ma se ti sbagliassi? E’ troppo rischioso! – disse AncientGarurumon. Non se la sentiva affatto di mandare il fratello a rischiare la vita. – Elaboreremo un altro modo per disattivare lo scudo.

 

- E’ un rischio che dovrò correre. Non c’è tempo per trovare altri sistemi. Devo intervenire adesso, devo farlo subito! – la grossa sfinge nera si levò in volo grazie alle sue ali maestose, e puntò dritta contro la barriera. A nulla servirono le grida di Kouji. AncientSphinxmon trapassò lo scudo ritrovandosi così dall’altro lato. Lo disattivò colpendo una sorta di nucleo digitale fluttuante che teneva in attività la transenna, con un doppio di fasci di luce oscura.  

In questo modo, il resto del gruppo poté finalmente avere via libera. 

Uno di fianco all’altro, senza sprecare altro tempo prezioso, gli Ancient scaraventarono i loro colpi migliori su quella massa informe dal colore verde brillante, ovvero il virus.

Accadde un fattore inaspettato: tutti i colpi rimbalzarono all’indietro creando una sorta di effetto boomerang che ritornò dritto ai sette mittenti.

I Digimon furono investiti in pieno dai loro stessi poteri, e caddero a terra distrutti.

AncientIrismon si sentiva le ali paralizzate, AncientMegatheriumon si ritrovò stordito a scuotere più volte il testone peloso, mentre il resto guaiva come un gruppo di cuccioli appena nati.

 

- Ma che cosa è successo?! – brontolò il padrone della luce, mentre si rialzava, a fatica, dal suolo.

 

- Deve esserci qualcosa che blocca gli attacchi… una sorta di sistema difensivo che si innesta al momento di una particolare situazione. – rifletté il custode del tuono. – Se solo avessi più tempo a disposizione

 

AncientGreymon colpì il suolo con un pugno. – Maledizione! Perché non possiamo salvare questo mondo?! Perché?! – le urla riecheggiarono in tutto quello strano universo oscuro.

A Takuya gli si strinse il cuore. Lui e gli altri volevano salvare Digiworld, anche a costo di rischiare la vita. Lo volevano davvero quei ragazzi.

E fu proprio quel forte desiderio a far scattare il miracolo.

Dal nulla si materializzarono gli spirit dei restanti quattro Ancient:

AncientVolcamon, AncientMermaimon, AncientTroiamon ed AncientWisemon.

 

- Ma cosa…?! – parlottò confusamente il padrone del fuoco. Tutti non riuscivano a credere ai loro occhi.

 

- Per annientare il virus, occorre il potere di tutti i guerrieri Ancient messi insieme. – proferì AncientWisemon. Di seguito, i quattro si avvicinarono al resto del gruppo.

 

- Siete pronti? – chiese AncientTroiamon, il cavallo di Troia del mondo digitale. Tutti annuirono.

 

- Utilizzeremo i nostri attacchi più potenti che concentreremo al centro del nucleo. – spiegò la bellissima sirena AncientMermaimon.

 

L’irruente AncientVolcamon prese la parola.

- Al mio tre. – antepose. Ed iniziò il conteggio. – Uno… due…-fece una pausa, aspettò il momento adatto e poi finalmente pronunciò: - tre!!!

 

 - OMEGA BURST!!!

 

- ABSOLUTE ZERO!!!

 

- RAINBOW SYMPHONY!!!

 

- FREEZING BLIZZARD!!!

 

- CALAMITY THUNDER!!!

 

- NECRO ECLIPSE!!!

 

- SUPERNOVA!!!

 

- GREAT MAELSTROM!!!

 

- SURPRISE CANNON!!!

- LAPLACE’S DEMON!!!

 

- DARKNESS WAVE!!!

 

I dieci Ancient insieme all’aiuto di Ladydevimon, scagliarono i loro attacchi con quanto più potere avessero dentro. I colpi si fusero tra loro creando un turbine di luce e speranza, fin quando…  

 

Darukumon cadde al suolo. Sembrava ora una bambola senz’anima.

I ragazzi a quel punto si ritrovarono fuori. Erano completamenti esausti.

Ophanimon e gli altri due angeli li soccorsero all’stante.

Takuya trovò la forza necessaria per guardare i due gemelli.

Raitsumon, chino ai piedi di Darukumon gli sollevò il capo, chiamò il nome del gemello finché quest’ultimo, debole ma finalmente cosciente aprì gli occhi.

 

- Sei tu… fratello… - disse flebilmente.

 

- Adesso è tutto finito. – sorrise, Raitsumon, afferrò la mano di Darukumon con gentilezza. - Ora possiamo finalmente ricongiungerci. I nostri spirit continueranno a vegliare su questa terra, e stavolta lo faremo insieme, io e te, come un tempo. – la creatura della luce si voltò verso i ragazzi. – Grazie, Digiprescelti. Grazie di tutto! – disse, e poi, lui e il fratello divennero polvere scintillante che, nel cadere al suolo, assunse la forma predestinata: quella delle due chiavi gemelle.

 

Seraphimon le accolse dentro di sé per conservarle come aveva sempre fatto.

Ophanimon e Cherubimon aveva aiutato gli umani a rialzarsi da terra.

Senza dubbio ogni Digiprescelto aveva gli occhi lucidi come quelli di uno specchio d’acqua cristallino.

Finalmente erano riusciti a salvare Digiworld. Lo avevano fatto dopo mille peripezie, dopo tante avventure, battibecchi e riappacificate. Ma lo avevano soprattutto fatto con il cuore. E questo rendeva ognuno di loro un vero eroe.

Ma ad un certo punto, nel luogo dello scontro videro una figura riversa a terra.

Doveva trattarsi senza dubbio di quell’umano soggiogato dal potere di Darukumon.

Corsero in quel punto per soccorrerlo, ma quando Junpei e Takuya lo presero di corpo per girarlo verso l’alto, fu subito sgomento.

- Ma quello è…- fece Izumi, incespicando.

 

- Ivan!? – dissero in coro i rispettivi padroni del fuoco e del tuono.

 

- Non capisco…! – Izumi scosse il capo.

 

Ci pensò Junpei a far quadrare ogni cosa con una delle sue colorite risposte.

- Ecco perché era così odioso e prepotente!

 

La biondina trasalì.

- Quindi… lui era Icedevimon

 

- Si è sempre preso gioco di noi e… di te. – le disse Takuya. – Se penso a quello che ci ha fatto passare… - chiuse la mano a pugno. Per un attimo il pensiero di sferrargli un pugno gli accarezzò la mente. Tuttavia cercò di controllarsi.

 

- Adesso è svenuto. Quando si risveglierà non ricorderà più nulla. – affermò Cherubimon. E subito dopo Takuya aggiunse:

 

- Quindi lo dovremo anche riportare a casa…? Che bella fregatura!

 

Junpei sospirò. – Visto che qui il più grande e grosso sono io, mi sa che toccherà a me il lavoro sporco. – sospirò ancora, poi lo raccolse dal suolo e se lo caricò sulle spalle.

 

A quel punto, era giunto il momento dei saluti. I tre angeli teletrasportarono sia loro che il gruppetto davanti al castello di Ophanimon.

I fiori, in quel prato brillavano ora di una luce nuova. L’intera Digiworld, a partire dalle piante e dal cielo, sembrava sorridere.

Da quello stesso prato sbucarono dopo tanto anche Bokomon e Neemon. I due esserini corsero incontro ai loro amati amici e li abbracciarono tutti, uno per uno. Miya, ovviamente, rifiutò declinando l’offerta.

 

- Ci siete riusciti ragazzi miei! – commentò Bokomon, con le lacrime già agli occhi.

 

- Già… siete stati bravi. – seguitò Neemon, ma come suo solito aggiunse: - sì, ma a fare cosa?

 

Il compagno gli tirò uno scappellotto: - Hanno salvato Digiworld, Stupidmon!

 

Scoppiarono inevitabilmente tutti a ridere.

E poi, giunse l’ora dei saluti.

 

- Noi non sapremo mai come sdebitarci. La stessa Digiworld è in debito con voi. – disse Ophanimon, e mentre lo faceva la voce le tremava. Era emozionata, come lo erano anche i suoi compagni.

 

Poi Takuya e gli altri si guardarono. Fu il primo a parlare, a fare da portabandiera.

- Siamo noi ad essere in debito con Digiworld. Grazie a questa terra, siamo cresciuti dentro, abbiamo imparato ad amare e rispettare ogni creatura, e questo ci rende orgogliosi di averlo fatto grazie a tutti voi! – afferrò le mani di Ophanimon, le strinse forte, cercò di trattenere il pianto, ma una lacrima riuscì a scappargli.

 

I tre Digimon angelici aprirono un passaggio che li avrebbe riportati nel loro mondo.

I Digiprescelti abbracciarono ancora una volta i loro amici, dopodichè si prepararono a varcare la soglia del portale.

 

- Ci rivedremo un giorno? – chiese Takuya.

 

- Se i vostri cuori lo vorranno, allora sì! – rispose Ophanimon.

 

- Portate con voi il ricordo di Digiworld, sempre! – aggiunse Seraphimon.

 

Il coniglio gigante, Cherubimon, disse anche lui la sua: - Noi faremo altrettanto, ricordandoci di voi, del vostro coraggio e della vostra bontà!

 

Bokomon a quel punto scoppiò in lacrime. Neemon cercò di consolarlo come poteva, così il Digimon bianco si soffiò il naso agguantando un lembo dei suoi pantaloncini rossi.

 

Tra un saluto e l’altro, Kouji si accorse di una cosa.

Miya, anziché restare dalla loro parte, sostava al fianco di Ophanimon, e quel gesto in un certo senso sembrava quasi voler dire che sarebbe restata lì a Digiworld.

 

La ragazza si rese conto di essere osservata. Guardò dritto negli occhi Kouji, e quest’ultimo, nel momento di partire, le disse: - Non verrai con noi, vero?

 

Takuya e gli altri si girarono.

- Ma come? Resta qua? – disse con stupore il padrone del fuoco.

 

- La mia casa è a Digiworld. C’è molto da fare adesso, e questo posto ha bisogno del mio aiuto.

 

- Sei sicura? – le domandò Kouji, ma tanto la risposta di Miya lui la sapeva già.

 

- Lo sai che non cambio idea tanto facilmente. – disse semplicemente lei, ed il ragazzo rise a fior di labbra perché, per l’appunto, si aspettava un simile responso.

 

Tutti i ragazzi lanciarono ancora un ultimo sguardo alla loro Digiworld, prima di sparire definitivamente e far ritorno a casa.

 

 

 

                                           **********

 

 

 

La campanella era appena suonata annunciando la fine delle lezioni.

Gli studenti si apprestavano ad uscire dalle loro classi, i corridoi erano gremiti di persone. Un andirivieni generale. Davanti alle porte dell’istituto scolastico, un ragazzo alzò una mano in segno di saluto. Dal capo opposto una figura longilinea femminile rispose a quel cenno e lo raggiunse.

 

- Scusa per il ritardo… ho avuto un contrattempo in classe! – si giustificò lei.

 

- Per un attimo non sono io quello ad arrivare sempre in ritardo! – il giovane sorrise, dopodichè si caricò la cartella sulle spalle. – Allora? Vogliamo andare signorina Izumi?

 

- Cos’è tutta questa gentilezza, eh? – la biondina quasi storse il naso. – Di solito sei molto più scortese, Takuya. - Quest’ultimo quasi si sentì in imbarazzo. Poi inaspettatamente, fu Izumi stessa a salvare la situazione: - Beh, che stiamo aspettando? Andiamo! – sorridendo, si misero in strada.

 

 

 

A metà tragitto, Takuya richiamò Izumi con un “hey” sussurrato. Poi lui indicò qualcosa o, per meglio dire qualcuno.

Ivan camminava insieme a dei ragazzi della sua stessa scuola, ed anche se per poco, tra i due ci fu uno scambio di sguardi che durò forse un secondo. Poi Takuya lo urtò accidentalmente.

 

- Scusami. – disse soltanto, anche se controvoglia, ma con Izumi al fianco non poteva fare altrimenti.  

 

- Sta più attento ragazzino. – sbottò secco il russo, con fare arrogante e presuntuoso. Poi andò via.

 

- Sembra veramente aver perso ogni ricordo. – commentò Izumi, quando lui ormai era lontano. 

 

- Ma ha mantenuto quel suo caratteraccio... – la corresse Takuya, storcendo le labbra un po’ seccato.

 

Finalmente i due erano giunti a destinazione.

 

Una piccola aiuola racchiusa nel parco pubblico della città. Un luogo tutt’altro che affollato, privo di rumori e persone.

 

La biondina si chinò su quel pezzo di terra ricca di anemoni bianchi. Restò a contemplarli estasiata.

Poi ad un tratto senza voltarsi e continuando a mantenere lo sguardo fisso sui fiori, disse semplicemente una parola: - Grazie!

 

Takuya arrossì, si grattò la guancia e cercò di fare l’indifferente. – Non ho fatto proprio un bel niente.

 

- E invece sì. Soprattutto a Digiworld, hai sempre vegliato su di me, e te ne sono grata!

 

- Ma dai…! - replicò il ragazzo, sempre più in imbarazzo. Non sapeva cosa aggiungere, poi, senza riflettere disse una cosa soltanto che lo fece in seguito pentire amaramente: - Le donne si sa, sono deboli, quindi vanno sempre protette.

 

Izumi si alzò di scatto dal suolo. Sperò di aver capito male. – Puoi ripetere, scusa?

 

- Ho detto che voi donne siete deboli, non potete di certo competere con noi! – ecco, fu dopo queste parole, che arrivò il pentimento di Takuya. Proprio quando la giovane lo colpì in viso con il solito ceffone. – Hey! – sbottò, toccandosi subito la guancia. – Ma che ti prende?!

 

- Sei il solito maleducato!

 

- E tu un’isterica manesca!

 

Izumi stava per sferrargli un secondo schiaffo, si preparò, caricò la mano ma poco prima che arrivasse a sfiorare la guancia, Takuya la bloccò afferrandola per il polso.

E fu solo allora che, senza pensarci neppure una volta, la baciò.

 

Per entrambi il tempo sembrò fermarsi. E quel momento durò un’eternità.

 

Izumi sentì il bisogno di gettarsi tra le braccia di Takuya. Lui le posò una mano sopra il capo, poi sorridendo alzò gli occhi al cielo.

 

Solo più tardi, sopraggiunsero due figure.

Una alta e piuttosto corpulenta, l’altra media e snella.

Prima sventolarono una mano in segno di saluto, poi si unirono alla dolce coppietta.

 

- Jupei, Tomoki! – esclamò Izumi, accogliendoli con un sorriso.

 

- E gli altri due? – chiese Takuya poco dopo, perché il gruppo non era completo. Junpei non fece in tempo a rispondere. Arrivarono spediti, correndo come furie perché in tremendo ritardo, i due.

 

- Ce ne avete messo di tempo! – fece Takuya, così per scherzare.

 

- Colpa di Kouichi. – asserì convinto Kouji, mentre riprendeva fiato.

 

Il gemello si sentì chiamato in causa.

- Mia? Guarda che con Kumiko sei uscito tu, non io.

 

- Già, ma solo perché sei stato tu a dirle di portarmi a spasso per la città! – appuntò Kouji con indignazione. 

 

- Beh, ci siamo tutti, no? – premise Takuya, mettendosi le mani sui fianchi. Poi ne portò una in cielo – Siete pronti Digiprescelti? 

 

La risposta del gruppo fu corale: - Sì! – gridarono con entusiasmo.

 

Se i vostri cuori lo vorranno”

E proprio come dichiarato da Ophanimon, loro lo volevano con il cuore.    

 

 

- E allora… - disse Takuya, alzando gli occhi al cielo - Si parte!

 

E tutti in coro dichiararono a gran voce:

- Digiworld, stiamo arrivando!

 

 

 

 

                                                                                                                    Fine

 

 

 

 

 

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Bene ragazzi… siamo proprio giunti all’ora dei saluti…!

Premetto che ho un po’ le lacrime agli occhi… Questa è la prima fanfiction a capitoli che finisco, e a dire il vero quando ho cominciato non mi sarei mai aspettata di ricevere commenti favorevoli e conoscere persone speciali come molti di voi.

Ok, la pianto qui, perché sennò piango per davvero!

I miei ringraziamenti vanno a persone come
Kaho_Chan

Justice Gundam

Elinashine

Francesca Akira 89

Doremichan

Che hanno seguito con passione questa storia, ma ce ne sono tantissime altre. Grazie in particolare anche a tutti quelli che hanno inserito la fic tra i preferiti, e grazie a tutte quelle persone che con una pazienza immensa ed una gentilezza sconfinata, mi hanno fatto capire che per loro questa storia era davvero molto importante, e che dovevo continuarla.

E’ stato grazie a loro se ho deciso una volta per tutte di affrontare la situazione e portare a termine Insert Coin.

Beh, che altro posso dire?

 

Vi saluto affettuosamente, e spero che un giorno torniate a seguire con lo stesso entusiasmo le mie storie su Digimon!

 

Niko niko,

Botan

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

   
 
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