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Autore: Recess95    10/05/2010    3 recensioni
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Recess

Salve a tutti. Questa è la mia prima FF, ho voluto scriverla perché adoro Ricreazione e soprattutto i personaggi che ho voluto far incontrare dopo sei anni, all'età di sedici anni. Spero che vi piaccia e vi chiedo di lasciare un commento, sia questo buono o cattivo, per farmi sapere cosa ne pensate, se dovrei scrivere meglio oppure addirittura non farlo mai più=) Mi affido ai vostri giudizi, nel frattempo, buona lettura.

UN PATTO DI...SALIVA!

-Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiing!!!-

Finalmente ricreazione. Gretchen Grundler raccolse i suoi libri e li infilò nello zaino sbuffando. Erano passate esattamente due ore, trenta minuti e ventisette secondi dall’inizio dell’anno scolastico. E non un anno scolastico qualsiasi, ma l’anno che avrebbe dato inizio alla sua noiosa permanenza al campus più moderno di tutta la California. C’era chi avrebbe dato i risparmi di una vita per poter studiare a Oxford e proprio lei che era riuscita a raggiungere un’egregia somma grazie a tutte le borse di studio che aveva vinto non ci poteva andare. Per i suoi era un no categorico.
-Hai solo sedici anni, Gretchen! Oxford è un’università e per di più in Inghilterra!-
Le rifilavano sempre la storia che era troppo giovane per partire per un altro continente e, soprattutto, per poter frequentare l’università. Avrebbe dato loro ragione, se i suoi voti non la implorassero di prenderli in considerazione e il suo Q.I. non la pregasse di trovargli qualcosa di stimolante da fare. Tanti le avevano suggerito di accettare le offerte che le scuole più prestigiose le avevano porto proprio perché sarebbe stata sprecata se non fosse passata a un livello superiore. Studiare per lei era inutile…i libri l’annoiavano dato che le sue conoscenze spaziavano dall’arte all’astrologia, toccando tutti i campi in maniera approfondita. All’inizio aveva rifiutato ogni offerta prevedendo la reazione dei suoi genitori, ma quando le era arrivata quella busta bianca con lo stemma di Oxford, non aveva potuto resistere. Almeno poteva dire di averci provato.
Adesso si ritrovava a vagabondare per i larghi corridoi della LBA, overro la Long Beach Accademy, scuola rinomata che ammetteva studenti dai sedici anni in su che avessero una media non inferiore al sei, il che la rendeva quella con più iscritti di tutto lo Stato della California. Non che fosse una scuola mediocre, anzi forniva una preparazione eccellente e la possibilità di accedere a molti sbocchi di studi, ma era comunque inferiore alle aspirazioni di Gretchen. Forse un giorno, dopo aver compiuto i diciott’anni, avrebbe potuto andarsene da lì e iscriversi a Oxford, così i suoi non avrebbero potuto impedirle di seguire i suoi sogni.
Aprì la mappa che le avevano consegnato durante la prima ora e consultò il foglio degli orari per gli studenti del primo anno. Una cosa che odiava delle accademie era che ogni lezione si teneva in un’aula diversa. Ma perché quella cartina era così difficile da capire? Ogni piano aveva un colore diverso, e questa era una buona cosa, ma il problema era che i suddetti colori sfumavano dall’arancio al giallo e il numero dei piani era sei. In più, ogni stanza era contrassegnata da un numerino minuscolo e la legenda si trovava sull’altra facciata del foglio. Che nervoso! Avrebbe anche potuto prenderla e…

Qualcosa la urtò e perse l’equilibrio cadendo all’indietro. Non era mai stata molto coordinata.
Quel qualcosa prese lentamente la forma di un essere umano. Più Gretchen strizzava gli occhi, più si convinceva che fosse un ragazzo. Ne ebbe la conferma quando questo, scusandosi, l’aiutò a rialzarsi e le porse gli occhiali. Appena riacquistò il senso della vista, però, sgranò gli occhi.

-Vince? Vince LaSalle???-

Il ragazzo inarcò un sopracciglio:-Ci conosciamo?-

-Sono Gretchen, Gretchen Grundler!-

-Gretchen??? Ma sei…-

-…cambiata, lo so.-

-Davvero, sei proprio tu?-

-In carne ed ossa.- sorrise la rossa.

Vince era a dir poco sorpreso. Gretchen Grundler…da quanto tempo non la vedeva? Dalle elementari, sì. E com’era diversa! Insomma, lui se la ricordava mingherlina, impacciata, con due enormi incisivi e gli occhiali giganteschi che le scendevano dal naso…ora era…bè, sicuramente meno piatta.

-Che cosa ci fai qui?-

-Mi sembra esplicito, Vince.- gli rispose lei, gentilmente.

-Conoscendoti, potresti anche insegnarci, in un posto come questo.-

-Tranquillo, per ora mi limito a stare di fronte a una cattedra.-

Il ragazzo sorrise:-Sai se…ci sono anche gli altri?-

-Gli altri?-

-Sì, T.J., Mikey, Gus, Spinelli…-

Gretchen si rabbuiò:-A dire il vero non ho più notizie di loro dalla quinta elementare…-

-Nemmeno io.- disse Vince.

 

Theodore Jasper Detweiler camminava bonariamente lungo il corridoio. Anche se la ricreazione era finita da cinque minuti, si era permesso di restarsene ancora un po’ a gironzolare per la sua nuova scuola. Sapeva che, una volta rientrato in classe, l’avrebbero richiamato, ma poteva comunque utilizzare la scusa di essersi perso…non era mica colpa sua, se avevano costruito un’accademia grande come una città! Che importava se lo avessero etichettato male dal primo giorno di scuola, tanto lui sarebbe riuscito a riscattarsi con la sua simpatia…d’altra parte, cacciarsi nei guai era il suo mestiere. Gli piaceva quel campus, aveva un che di familiare. C’erano aule grandi e attrezzate, corridoi spaziosi che davano sull’esterno e aree comuni dove, oltre a una mappa del campus, erano affissi alle bacheche centinaia di fogli contenenti avvisi, orari, tabelle, corsi, iscrizioni e notizie di ogni genere. Si era sorpreso nell’apprendere che, fuori dall’edificio scolastico, oltre ai dormitori e all’immenso giardino, si trovavano tre caffetterie, due palestre, due piazzette, un ristorante, un cinema-tearo, una biblioteca, una piscina, un campo da pallavolo, uno da tennis, una spiaggetta e,  addirittura, una chiesa. Forse si era meravigliato perché proveniva da un piccolo paesino in cui l’attrattiva principale della scuola più moderna era Betsy, un vecchio scivolo che viveva solo delle risa dei bambini.

T.J. inspirò profondamente l’aria di settembre. Chissà come si sarebbe trovato in questo posto, lontano dai genitori e da quella strega di sua sorella, libero e indipendente. Stava quasi per imboccare il corridoio che portava alla sua classe, quando sentì delle voci provenire da dietro l’angolo. Allora non era l’unico a favore della ricreazione prolungata…

Gli altri ritardatari erano due ragazzi che, non appena riconobbe, corse ad abbracciare.

-Mikey, Gus!-

-T.J.!- esclamò il più basso dei due.

-Anche tu alla L.B.A.?- chiese, invece, Mikey.

-Pare di sì…sapete, mi ci hanno portato e hanno ingaggiato due sentinelle che si assicurino che io non provi a evadere.-

Gus saltellò come un bimbo di sei anni:-Incredibile, siamo di nuovo insieme!-

-Voi due come vi siete incontrati?- domandò T.J.

-Noi siamo venuti insieme…siamo gli unici del gruppo che, dopo le elementari, si sono iscritti alla stessa scuola e, così, siamo rimasti in contatto. Tutti gli altri, però, si sono divisi…-spiegò Mikey.

-Hai ragione e non sai quanto mi è dispiaciuto doverlo fare. E’ una fortuna avervi incontrati! Ma, perché non siete ancora in classe?-

-Bè, noi…- Gus sembrava in imbarazzo.

-…ci siamo persi.- concluse Mikey.

T.J. frugò nelle ampie tasche dei suoi jeans:-Non vi preoccupate, dovrei avere la map…-

-T.J.!!!-

Il ragazzo si girò verso la voce che lo aveva chiamato. Vide il suo migliore amico delle elementari correre sorridente verso di lui, ma non fece in tempo a pronunciare il suo nome, che già l’aveva raggiunto, lasciandosi alla spalle una ragazza dai capelli ramati.

-Mikey, Gus!!!- esclamò Vince.

-Questa è la giornata più strana della mia vita!- fece Gus:-Come stai, Vince? Come sei alto…-

-Io alto? E T.J., allora?  Io lo ricordavo un nanetto da giardino…-

-Che bello, rivederti, Vince.- disse sarcastico T.J.:-Hai già fatto conquiste, vedo…-

-Ti piacerebbe, T.J…- la ragazza prese la parola.

-Gre-Gretchen?- la riconobbe Gus.

-In carne ed ossa.-

 

I  cinque amici realizzarono che non avevano tempo per i convenevoli e rimandarono a dopo tutte le domande. Corsero verso la loro aula, grazie alle coordinate di Gretchen. Fortunatamente avevano la stessa lezione...si stavano avvicinando alla porta per bussare, ma si bloccarono sentendo gli schiamazzi provenire dall'interno.

-Signorina, non si permetta mai più insultare una sua compagna!-

-"Gallinella" le sembra un insulto? E poi è stata lei a provocarmi!-

-Forse non si rende conto che da oggi non è più all'asilo, signorina. Non usi comportamenti infantili, qui non sono ammessi.-

-Ne parli anche con la compagna che secondo lei ho insultato, allora!-

-Non si permetta di sfidarmi, lei è in una posizione inferiore alla mia, se non l'ha notato, glielo faccio notare adesso.-

-E solo perché è superiore può scegliere chi prendere di mira?-

-Singnorina, lei sta esagerando. Non mi faccia perdere la pasienza, altrimenti questo sarà il suo primo e ultimo giorno qui. E adesso esca dalla mia aula.-

-Con molto piacere!-

La porta si spalancò con violenza e ne uscì una ragazza piuttosto bassa dall'aria furiosa. Il professore, dall'interno, scrutò il quintetto immobile davanti alla classe e aggrottò le sopracciglia.

-E voialtri? Pensavate di trovarvi in un istituto per nullafacenti?-

-Professore, ci dispiace, è che...- tentò di scusarsi Gretchen, ma l'uomo la bloccò.

-Per vostra fortuna non conosco i vostri nomi, altrimenti sareste già annotati in rosso sul registro e vi assicuro che non è una buona partenza. Ora farete compagnia alla signorina...il suo nome prego?- fece rivolgendosi alla piccoletta.

-Spinelli.-

-...la signorina Spinelli. Fino alla fine dell'ora.- così dicendo chiuse la porta e lasciò i sei ragazzi in mezzo al corridoio a fissarsi come allocchi.

-Beh? Che avete da guardare?- chiese Spinelli, scocciata da quei quattordici occhi puntati su di lei. Ma al mutismo dei compagni, li osservò meglio e allora capì il perché di tanta meraviglia.

   

T.J. si sedette per primo al tavolo del "Phillis Café" e si tolse il berretto rosso passandosi una mano tra i capelli scompigliati. Lui e gli alri si erano dati appuntamento lì alle tre del pomeriggio, finite tutte le lezioni e sistemate le loro valige nei dormitori. Quel posto era abbastanza facile da raggiungere, così l'avevano scelto per poter stare insieme in tranquillità. Era davvero incredibile come si fossero ritrovati quella mattina dopo tanto tempo...per la precisione, dopo sei anni. Ognuno di loro era cambiato tantissimo, quasi da sembrare irriconoscibile a chi lo aveva visto l'utima volta con gli occhi di un bambino di dieci anni.
Tutti presero posto e si osservarono sorseggiando i caffè che avevano ordinato, tranne Gus e Gretchen che avevano preferito un succo di frutta. 

-Io non vi avevo nemmeno riconosciuti, ragazzi...- fece Spinelli.

-Nemmeno noi, se è per questo!- le disse T.J.

Forse, fra tutti, Spinelli era quella che aveva subito il maggior cambiamento. I corti codini neri si erano trasformati in morbide onde corvine che le ricadevano graziosamente sulle spalle, i duri lineamenti del suo viso da piccola guerriera si erano ammorbiditi e i vestiti larghi e sgualciti si erano fatti sostituire da altri più femminili che non riuscivano a nascondere il seno che, inevitabilmente, era cresciuto con lei. Anche la sua voce si era fatta più dolce, non aveva niente a che vedere con quella da maschiaccio delle elementari. L'unica cosa che non aveva subito grosse modifiche, era la sua statura, difatti superava a malapena il metro e cinquanta.
Chi, invece, aveva toccato livelli sorprendenti era prorio T.J. Tutti lo ricordavano bassino e grassoccio, ora, invece, era il più alto dopo Vince e aveva un fisico asciutto e forte. Aveva coservato il suo sorriso beffardo e un pò sbilenco e le sue simpatiche lentiggini sulle guance piene. Era un bel ragazzo, tutto sommato.
Poi c'era Vince, slanciato e atletico, non era cambiato di una virgola, se non per i muscoli accennati che lo rendevano davvero attraente. 
Mikey, invece, di atletico aveva ben poco, ma  il suo modo di parlare, di vedere il mondo, non era cambiato per niente. Aveva ancora un animo romantico e componeva poesie solo parlando. L'ultimo arrivato del gruppo, Gus Griswald, non era più il bambino di allora. I capelli biondissimi erano diventati più lunghi, il nasino minuscolo si era ingrandito e la sua voce si era trasformata, diventando possente come quella del padre. Al posto degli occhiali, ora, portava le lenti a contatto.
Per finire c'era Gretchen...i suoi capelli rossi erano cresciuti, lucenti, fino alla schiena, le spesse lenti avevano lasciato il posto a un paio di occhiali più leggeri, come gli incisivi da coniglio si erano ridimensionati  e ora le donavano un sorriso radioso. Aveva ancora una corporatura gracile e una postura poco aggraziata, ma anche su di lei i segni della femminilità naturale erano evidenti.
Eccoli qui, gli inseparabili sei che giusto sei anni prima avevano giurato che non si sarebbero mai divisi. Avevano fatto un patto solenne, ognuno di loro aveva sputato sul palmo della propria mano per poi unirle tutte e dare la propria parola. Il tempo, però, aveva prevalicato su quella promessa e ora si sentivano tutti un pò colpevoli per non averla rispettata.

-Spinelli, che cos'avevi combinato questa mattina, in classe?- chiese Mikey, tutt'un tratto.

-Ho chiamato una delle Ashley "gallinella"...- la ragazza arrossì per aver usato quel modo di dire.

-Ci sono anche le Ashley??- domandò T.J. preoccupato.

-Ah ah- annuì lei:-Tutte quattro.-

-Questa sì che è una bella notizia!- commentò Gus, sarcastico.

-E comunque lei mi ha provocata...- si giustificò Spinelli.

-Cosa ti ha fatto?- le chiese Gretchen.

La ragazza arrossì di nuovo:-Mi ha chiamata per nome, ecco.-

T.J. sorrise:-Spinelli, lo sai che non conosco nemmeno il tuo nome? Tu...non ce l'hai mai detto...-

Lei sospirò, ricordando i bei tempi in cui tutto ciò che decidevi di mantenere segreto rimaneva tale:-Mi chiamo Natalie...Natalie Ashley Funicello Spinelli.-

-Wow!- commentò T.J.:-L'hai capita la ragazza...-

-E perché non ce l'hai mai detto?- le domandò Vince.

-Bè, perché se l'avessi fatto sarei diventata Ashley S...-

-Non ti avrei proprio vista come Ashley!- la rassicurò Mikey.

-Grazie.- gli sorrise l'amica.

-Comunque...- fece Gus.:-Noi come ti dobbiamo chiamare? Voglio dire, Spinelli è da maschiaccio e poi saresti l'unica a essere chiamata per cognome...-

-Nat, chiamatemi Nat. Oppure Natalie, se preferisci...-

-Come vuoi, Ashley...-disse T.J.

-Ehi, Theodore, ti conviene troncarla qui, se non vuoi passare dei guai!- gli intimò lei.

-Bene, vedo che non hai perso il tuo senso della femminilità, Nat.-

I gruppo rise di gusto. In fondo, erano cambiati solo all'esterno, ma dentro erano ancora gli stessi che giocavano a calcioball in cortile, che facevano i dispetti alla Finster, che si intufolavano nel rifugio delle Ashley, che rispettavano le leggi di re Bob e che cercavano sempre di fregare la Grotke. Erano loro, i bambini, ormai ragazzi, della ricreazione.

Ed erano pronti per ricominciare insieme un anno di scuola.

Ecco qui, questo è quanto per il primo capitolo...fatemi sapere...KiSsOnI =P

 

  
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