Questa
raccolta di tre piccole one shot si è classificata seconda
al
contest
.About the Originality., indetto da Nana° e x Saretta
x sul Forum di
EFP.
E'
una cosina piuttosto nonsense che amo in modo particolare, anche se
non sono riuscita a terminarla come avrei voluto. Spero che vi
piaccia anche così. ^^
Ringrazio
di cuore le due giudici, rapidissime, gentilissime ed imparziali, le
altre partecipanti e la sempre geniale bannerista Shurei ( <3 ).
Vi
lascio alla lettura del primo capitolo!
Ah, le shot sono collegate fra loro, sebbene non si tratti di una long fiction ma di una raccolta.
Catena
numero 1: Deidara, monolocale in periferia, rosso sangue, morte,
“Non
diventerò vecchio. Io sono come una stella
cadente” [Jim Morrison]
La crudele Novella { l'Angelo, l'Artista e la Stella}
La Stella ~
La
pioggia battente disturba la quiete del monolocale di periferia,
mescolandosi alla polvere sul davanzale della finestra serrata.
All'interno
del piccolo appartamento si respira un'aria pesante, e il suo essere
quasi completamente vuoto lo rende addirittura inquietante.
Un'ombra
si erge accanto al letto, davanti a colui che steso su di esso
ammicca e sorride beffardo.
Occhi
color cremisi lo scrutano e divorano, ardenti, come a voler bruciare
ogni centimetro di candida pelle; le sue mani bramano di toccare,
esplorare, e la sua mente è succube di quello sguardo
sensuale.
Egli
non sa neanche perché si trova lì, sa solo che lo
vuole,
disperatamente. Desidera la sua bocca, la sua schiena sinuosa, il
corpo tutto. Il demone travestito da angelo, diabolico e sacro al
tempo stesso, lo ha irretito con eloquenti avances qualche giorno fa,
mentre se ne stavano entrambi seduti su una panchina del parco.
Da
tempo non assapora quell'estasi suprema, quell'arte che dura un
istante, quella che gli permette di vivere ogni giorno come se fosse
l'ultimo. Perciò lo ha condotto nella sua dimora, nonostante
egli
all'inizio tentasse di fare resistenza, fiero ed altezzoso, col volto
pallido incorniciato da capelli corvini. Dice di chiamarsi Itachi, o
qualcosa del genere. Dice d'essere un tipo pericoloso, e forse non
sta scherzando, ma non sa quanto il suo carnefice è eccitato
dal
rischio, dalla paura, dal timore di poter vivere solo poche ore
ancora. Sì, perché lui da predatore è
divenuto vittima.
E
chi è la creatura che ora ha di fronte, che lo sta
chiamando, che si
rotola sulle lenzuola color rosso sangue?
Non
lo sa, ma forse non gli importa davvero. Infatti non chiede nulla, si
limita a catturare le sue labbra in un famelico bacio; le morde,
avido, le assapora, affamato.
Colui
ch'è diabolico freme fra le sue braccia, si artiglia ad esse
con le
unghie, si stringe a lui fino a perdere il respiro.
Gli
piace. Gli piace sentirsi vivo in un abbraccio che già odora
di
Morte.
Perversione,
perdizione, piacere.
Tutto
esplode in un orgasmo ed un gemito, mentre anche le mani si colorano
di rosso; il rosso della linfa vitale dell'uomo che ormai morente si
dimena cercando di scappare, di sfuggire alla lama che silenziosa si
è conficcata nel suo petto.
L'aveva
nascosta sotto il cuscino, un classico. Il suo solito modus operandi,
null'altro.
Quanto
adora osservare liquido cremisi che sgorga da una ferita aperta,
specialmente quando a morire è uno come lui; uno che,
ignorando la
sua presenza, aveva affermato che prima o poi tutti diventano vecchi,
e periscono. Lo aveva detto ad un ragazzino che gli somigliava molto,
presumibilmente un parente, forse addirittura suo fratello;
probabilmente gli stava insegnando con parole povere cosa la vita
riserva all'essere umano prima o poi.
Ma
Deidara non ha quella mentalità, no. Anzi.
Mai
dire ad un bambino certe cose. Mai. A lui non le hanno dette. Forse
sono scomparsi prima di poterlo fare, ma lui è grato a tutti
e a
nessuno comunque.
Perché
se un uomo vive davvero, inseguendo la fugacità di un
istante di
pura e semplice arte – sia questo il sesso o la Morte stessa,
o
qualsiasi altra cosa –, non invecchierà mai
davvero.
Come
dire?
Come
una stella cadente.
Come
una miriade di stelle cadenti.
Alzate
gli occhi al cielo, ma non piangete colui che quest'oggi se
n'è
andato; anch'egli è divenuto una di esse.
Anche se il suo modo di pensare non era propriamente artistico.