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Autore: DeepBlueMirror    11/05/2010    3 recensioni
One shot ispirata alla poesia "Due rose fresche et colte in Paradiso": due rose donate da un "amante antiquo et saggio" a due giovani innamorati... Chi ricoprirà questi ruoli? (Ora l'immagine si vede...Sorry^^)
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Hohemheim Elric, Roy Mustang
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Due rose fresche et colte in Paradiso


Un giovane biondo giaceva in un immenso campo di grano, gli occhi color oro fissi al cielo infuocato dal tramonto, le braccia spalancate e le dita impegnate a giocherellare con le spighe che lo circondano.

Era splendido, simile a un dio incoronato di sole, la Natura lo stringeva al suo petto di terra bruna con dita dorate, il Vento lo accarezzava, tentando di carpire l'essenza di tale bellezza. Il petto si sollevava e si abbassava al ritmo del suo respiro regolare, le labbra si contrassero in una leggera smorfia quando la mano si ferì con un gambo e dal taglio stillò un'unica goccia di sangue che macchiò la distesa dorata, come un papavero sbocciato all'improvviso. Il ragazzo sbuffò, fissando la spiga macchiata di cremisi con aria assorta, poi chiuse gli occhi, lasciandosi accarezzare dal vento.


-Ed-.

Il ragazzo riaprì gli occhi stanchi, volgendo lo sguardo verso il luogo da cui era provenuta quella voce gentile e triste; un adolescente dai capelli color ocra torreggiava su di lui, tendendogli una mano: -Fratellone, ha chiesto di te-. Edward osservò quella mano affusolata: gli occhi, abbagliati dal sole di maggio, per un istante videro sovrapporsi ad essa l'immagine delle dita grandi e metalliche che per anni lo avevano confortato con fraterna dolcezza nei momenti più bui.

Un altro sospiro, poi il giovane biondo si sollevò da terra con eleganza, aggrappandosi a quella mano salvatrice: - E' proprio necessario, Alphonse?-, domandò con falso distacco, conoscendo la risposta dell'altro. Al tacque, annuendo lentamente, stringendo con delicatezza le dita fredde e argentee di Ed e guidandolo fuori da quel luogo di pace e luce, verso la casa di Pinako Rockbell.




-Ah, bentornati, ragazzi-, disse Pinako una volta aperta la porta di casa, acccogliendo i due "nipoti" con un sorriso tirato, -Winry, portali su, per favore...-.

La bella Winry fece un cenno agli amici, dirigendosi poi verso la scala che conduce alle stanze da letto. Giunsero di fronte alla stanza degli ospiti, occupata stabilmente ormai da mesi.

La ragazza schiuse piano la porta, lasciando entrare i due fratelli, poi si allontanò. La stanza era dipinta di chiaro,illuminata dagli ultimi raggi di sole che filtravano dalle tende, l'arredamento di legno chiaro rendeva l'ambiente accogliente e caldo; Edward abbracciò la camera con uno sguardo, poi volse gli occhi verso il letto di legno scuro posto al centro della stanza, affiancato da un tavolino occupato solo da un vaso di bellissime rose: le lenzuola candide avvolgevano un corpo ormai sciupato e indebolito dalla malattia.

Alphonse si avvicinò al malato, sedendo poi sul bordo del letto: - Papà, siamo qui-, sussurrò con gentilezza, accarezzando la fronte del malato. Il volto scavato dell'uomo si contrasse in un lieve sorriso, gli occhi dorati colmi di serenità: -Ah, siete venuti, grazie... Ho dei figli meravigliosi... Dopo tutto ciò che ho fatto...-.

-Papà, non sforzarti, pensa a riposare-, lo zittì Al stringendogli una mano. -Manca poco al momento in cui potrò riposare in eterno, figliolo... Ho cercato quest'istante per anni e ora ce l'ho fatta... Ora... -, un colpo di tosse interruppe quel discorso rivolto più a se stesso che al figlio minore,-... Ora potrò rivedere la mia Trisha-.

Edward, rimasto fino a quel momento sulla porta, si diresse verso l'unica grande finestra luminosa della stanza, desideroso di distrarsi dal pensiero di sua madre; scostò le delicate tende bianche e scorse il campo di grano dove era disteso fino a poco fa.

-Edward... Potresti avvicinarti?-, sussurrò Hohenehim, osservando la schiena del figlio con un misto di dolcezza e di quel rimorso che lo aveva sempre accompagnato e sempre lo avrebbe fatto, il rimorso per aver caricato quella schiena, un tempo fragile e delicata, di un peso immenso. Edward si accostò al padre, prendendo il posto prontamente cedutogli da Alphonse, in silenzio, osservando il suo volto stanco e percorso da lampi di esitazione e pentimento; riusciva a comprendere i suoi pensieri: lui doveva aver avuto la stessa espressione ogni volta che aveva guardato quell'armatura metallica che era stato suo fratello, rimpiangendo il suo peccato. Così decise di lasciarsi sfuggire un lieve sorriso, quel sorriso che si era sempre rifiutato di regalargli, troppo impegnato ad alimentare il suo odio per lui per poter accettare il fatto che in fondo avevano due colpe molto simili...

Erano stati solo molto egoisti.

Van ricambiò il sorriso, rassicurato dalla mancanza di rancore negli occhi dorati del figlio, animati ora da qualcosa di simile alla comprensione. -Hohenheim, è arrivato!-, urlò Pinako da dietro la porta; l'uomo annuì a se stesso per poi sussurrare:- Fallo entrare pure...-.


L'ingresso dell'ospite sconvolse i pensieri di Edward, trasformò la sua espressione: confusione, timore e gioia si inseguivano sul suo volto, mentre l'uomo si avvicinava al padre per stringergli la mano:- Come sta, Hohenheim?-, chiese educatamente, scrutando il volto del vecchio alchimista con aria indecifrabile. -Non mi lamento, colonnello Mustang-, rispose con un sorriso, tentando poi di sollevarsi ; la mano di Edward giunse prontamente a sorreggerlo, permettendogli di mettersi a sedere. Van, ancora poco abituato alla gentilezza del figlio maggiore, gettò un' occhiata sorpresa al ragazzo, in sincronia perfetta con Roy, non ancora a conoscenza del cambiamento del loro rapporto. Edward scrollò le spalle, infastidito:- Beh, cosa sono quelle facce? Se non richiude la bocca se la ritroverà piena di mosche, colonnello-, ribattè seccamente, non riuscendo però a frenare il sorriso salitogli spontaneamente alle labbra mentre incontrava lo sguardo divertito di Mustang: era felice di vederlo e non riusciva a nasconderlo... Era da mesi che, essendo tornato a Resembool per prendersi cura del padre, non si vedevano.

Alphonse, rimasto in piedi accanto al fratello fino a quel momento, rise, poi posò una mano sulla sua spalla:- Vado a dare una mano alla zia, Ed-, disse, facendo per andarsene, ma Edward lo seguì fino in corridoio:- Aspetta, Al... -. Alphonse sospirò, si voltò verso di lui e lo abbracciò con delicatezza; Ed rimase immobile, sorpreso da quel contatto improvviso. Il minore posò la testa sulla sua spalla e sussurrò:- Vuole parlare con voi due... Io gli ho... già detto add... - gli tremò la voce per un istante, poi concluse: - ... L' ho già salutato stamattina-. Il cuore di Ed si strinse nell'udire quelle parole; ricambiò l'abbraccio del fratello per qualche istante, poi lo lasciò andare e, dopo aver scambiato un ultimo sguardo con lui, rientrò nella stanza del padre. Due sedie erano state spostate vicino al letto: Ed occupò quella rimasta vuota, accanto a Roy, in silenzio. -Di cosa vuole parlarci?-, chiese il militare, nascondendo il proprio nervosismo dietro la postura apparentemente rilassata e l'espressione neutra: Al se n'era andato per lasciarli soli... Forse Hohenheim... Forse aveva scoperto cosa legava lui e suo figlio da mesi.


L'interpellato sorrise, allungando una mano per afferrare il vasetto di rose posato sul comodino; Edward osservò la sua mano, soffermandosi sulla pelle segnata e macchiata, segno visibile della riuscita degli studi paterni, volti ad ottenere l'unica cosa che gli mancava e che desiderato sin da quando aveva visto Trisha per la prima volta: invecchiare e morire.

-Volevo ringraziarvi-, cominciò, sfiorando i petali dei fiori con delicatezza.

I due si scambiarono un' occhiata confusa, volgendo poi nuovamente lo sguardo verso il vecchio alchimista,il cui sguardo indugiava sulle rose colorate portate dalla Maestra il giorno precedente.

Ne scelse una bianca e una rossa, porgendole poi rispettivamente al figlio e al militare; questi le accettarono, stupiti.



"Due rose fresche, et colte in paradiso

l'altrier, nascendo il dí primo di maggio,

bel dono, et d'un amante antiquo et saggio,

tra duo minori egualmente diviso"



-Colonnello, grazie per essersi preso cura dei miei figli. Non avrei saputo fare di meglio... Le devo molto e temo di non poter saldare completamente il mio debito con lei. Spero che la mia gratitudine possa comunque essere accettata-.

Roy piegò il capo, accettando il ringraziamento:- Non è necessario, l'ho fatto con piacere... Io e i miei compagni abbiamo tratto giovamento dal rapporto con i suoi figli; Ed e Al sono due persone straordinarie-, rispose, evitando accuratamente lo sguardo dorato delgiovane seduto accanto a lui.

Hohenheim rise: -Questo lo so bene... Ma credo che ci sia qualcosa di più che un averne tratto giovamento... Difficile non notare la sua espressione quando parla di Edward-.

Roy sgranò gli occhi, stupefatto, mentre un imbarazzatissimo Edward tormentava la rosa bianca che aveva tra le mani.

-No, Ed-, lo fermò Van, posando una mano su quelle unite del figlio, -Non rovinare una cosa così bella per un' inutile vergogna... -.

Il giovane guardò di sottecchi il padre, comprendendo che non stava parlando solamente della rosa.



"Con sí dolce parlar et con un riso

da far innamorare un huom selvaggio,

di sfavillante et amoroso raggio

et l'un et l'altro fe' cangiare il viso."



-Devo ringraziare anche te, per essere riuscito a... Comprendermi, forse, e a capire il mio errore. Ti ringrazio, come ho già ringraziato Al, per essermi rimasto vicino in questi mesi e per aver accettato la mia volontà di morire... -.

L'uomo sollevò poi il volto del figlio:- Non ho saputo fare altro che abbandonarvi... Ma so che vi lascio in buone mani. Avete attorno persone splendide... E vi avete l'un l'altro-, aggiunse, posando una mano sulla spalla di Roy che era ammutolito e aveva ancora un'aria tesa.

-Ti ho osservato, Ed, ho visto il tuo volto riempirsi di dolcezza nel momento in cui il suo nome sfiorava le tue labbra... Anche per me era così, Trisha mi faceva lo stesso effetto... Sono certo che sarete felici-, concluse, lasciando andare il figlio e lasciando che egli stringesse la sua mano, mentre le dita argentee della destra andavano ad incatenarsi a quelle dell'amato:- Papà... Grazie... -, mormorò, sentendo un improvviso nodo in gola.




"-Non vede un simil par d'amanti il sole- dicea, ridendo et sospirando insieme; et stringendo ambedue, volgeasi a torno."




-Hohenheim-.

L'interpellato si volse, incontrando due occhi nerissimi e pieni di calore: -Le giuro che avrò cura dei suoi figli... -, promise con voce decisa, strappando un sorriso al vecchio alchimista.

-Non ne dubito, Roy, non ne dubito... -, rispose quest'ultimo, mentre chiudeva gli occhi e il suo capo si reclinava dolcemente all'indietro e una mano d'acciaio sfilava con delicatezza dalla mano ormai fredda un vasetto contenente ancora una rosa color aurora.




"Cosí partia le rose et le parole,

onde 'l cor lasso anchor s'allegra et teme:

o felice eloquentia, o lieto giorno"


...


Uno squillo interruppe il sonno agitato di Edward: si era nuovamente addormentato in ufficio... Di questo passo sarebbe diventato peggio di Roy.

-Ufficio del colonnello Elric-, rispose, passandosi la mano d'acciaio sul volto e rabbrividendo per il freddo del metallo.

-Ed, sono Pinako, scusa il disturbo-.

-Figurati, zia, è successo qualcosa?-, chiese Ed inquieto: aveva fatto uno strano sogno...

-Sì, dovresti venire a Resembool il prima possibile... Si tratta di tuo padre-.







Salve, ecco una one shot ispirata alla poesia di Petrarca "Due rose fresche et colte in Paradiso".

I colori delle rose non sono stati scelti casualmente: la rosa bianca simboleggia la purezza, l'innocenza, la rossa la passione, ma insieme simboleggiano unità e in alchimia costituiscono il simbolo del sistema dualistico, dei due principi originari, l'unione del Fisso e del Volatile... La rosa color "aurora"(ovvero rosa, ma per evitare ripetizione...)simboleggia la gratitudine e l'affetto.

Spero vi sia piaciuta... Aggiungo anche una piccola fanart sulla mia fic "Scissors":

che ho visto avete letto in tanti, ma nessuno ha mai commentato... Spero che questa vi piaccia di più, attendo suggerimenti e pareri!


Grazie,

Irene



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