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Autore: Bloodred Ridin Hood    13/05/2010    2 recensioni
Non avrei mai voluto uccidere nessuno, perché immaginavo che dopo sarebbe stato struggente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Immobile, gelata, di marmo.

Sono sorpresa. Solo ora che ti vedo inerme, immobile sul pavimento per la vera prima volta riesco a vederla.

Allora esisteva davvero la bellezza di cui ti parlavano.

Il rubinetto della cucina continua a gocciolare, ma io non ne sento il rumore.

È stato un attimo, un flash. Non ricordo niente, se c’è stato dolore, se era umido e sapeva di sale. Non ricordo nient’altro che una piacevole e calma oscurità.

So solo che ad un tratto non ti sopportavo più e volevo solo che qualcuno mi portasse via da te.

Credo di sentire freddo, o per lo meno mi sembra che questa sensazione assomigli al freddo.

 

E lo ammetto, adesso ho un po’ di paura…

 

Non sorridi. La pelle candida appare rilassata sul tuo volto congelato.

Non c’è espressione di sofferenza. Questo mi dà un po’ di sollievo, alla fine ci sono riuscita. Per una volta sono stata gentile.

 

Il mio dolce omicidio.

 

Non avrei mai voluto uccidere nessuno, perché immaginavo che dopo sarebbe stato struggente.

Mi avvicino a te, sembra quasi di guardarti attraverso una fotografia.

Non volevo davvero ucciderti.

Non volevo arrivare a questo, davvero… ma è stato solo per salvarmi. Non potevo rischiare di morire di nuovo, sarebbe stato persino più doloroso di questo.

Io sono già morta tante volte, ora è toccato a te. Una volta per tutte.

Uccidere per non morire.

Ironico no?

Sì, sono stata la solita fottuta egoista.

Lo sono stata per tutta la mia vita.

Ma c’è un po’ di insana gentilezza in tutto questo.

Ti ho regalato una vendetta.

E questa sarà una stupida, paradossale, sofferta, insana, vendetta.

Vendetta per chi diceva di amarti, ma non hai mai visto il nero che c’era nel tuo cuore, non ha mai notato i solchi che nascondevi sotto la tua ombra. Non ha mai sentito quando piangevi in silenzio.

 

Ma ora vorrei piangere.

 

I nastri rossi della tua camicia sono in risalto sulla tua pelle bianchissima, ma non c’è sangue, non c’è alcuna traccia di morte su di te.

Il sangue è solo sulle mie mani, e anche se sfrego non accenna ad andare via.

Torno a guardarti. È strano, ma già mi manca il viso che ho tanto detestato, e che tante volte ho guardato devastato dalla vita.

Questo è quello che succede alle persone troppo fragili come te.

Questo è quello che succede quando gli angeli non imparano a volare e sono stanchi di continuare a precipitare.

Non c’è vita. Sento solo un insopportabile assordante silenzio… e freddo.

 

So che sto per andare via anche io.

 

E non riesco a distogliere lo sguardo da te.

Vorrei che aprissi gli occhi e che mi guardassi.

Come sono abituata a vederti al di là dello specchio.

Non posso credere che sia morta e non sopporto l’idea di essere io la tua assassina.

Credevo di conoscere il sapore della morte, ma da viva l’avevo solo appena assaggiata. Solo adesso mi accorgo che non assomiglia proprio a niente che abbia mai conosciuto. Ed è così orribilmente insopportabile.

Lo scopro adesso che sono accovacciata su questo freddo pavimento, mentre tremo e mi tengo la testa fra le mani grondanti di sangue.

Guardo il tuo corpo che non respira. Vorrei poterlo accarezzare un’ultima volta e sentirne il calore, ma questo non accadrà.

Il tuo viso riposa beato, è un bel viso, ora lo vedo per la prima volta.

Se fossi viva e avessi lacrime piangerei.

Se fossi viva e avessi fiato urlerei con tutta la mia anima.

Se fossi viva e avessi un cuore, ora sarebbe infranto.

Invece sto immobile, inconsistente, inesistente a guardare il mio corpo senza vita e a rimpiangere la persona che ero.

 

Però sento paura. Sono terrorizzata.

 

Lei dal mio fianco mi fissa severa e attende che sia pronta.

Ho scelto di morire perché mi odiavo, ma invece di sfuggire dall’odio sono andata ad accoccolarmi fra le sue braccia, sposandolo per sempre.

Mi alzo e mi volto timidamente verso di Lei.

Mi guarda con un ghigno spietato.

Ha un aspetto atroce e crudele la Morte, o la Vita che sia, alla fine non c’è differenza. Lei, la vera assassina che ora finalmente vedo in volto, mentre mi guarda soddisfatta.

Io l’ho lasciata vincere avendo paura di combattere. I codardi non durano a lungo contro di lei…

Alla fine la morte non è una liberazione come avevi pensato.

E morendo non impari neanche granché, al contrario di quello che potresti pensare… o per lo meno, non impari niente che ti avrebbe fatto piacere scoprire.

 

Il mio meschino suicidio.

 

 

 

Non volevo suicidarmi, perché sapevo che me ne sarei pentita, prima o poi…

… anche se non ho mai creduto nell’inferno.

 

 

E da oggi il mondo continua senza di te.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota: One shot senza pretese, da prendere così com'è, scritta in un momento di tremendo malumore.

 

  
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