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Autore: LaMicheCoria    13/05/2010    8 recensioni
La vita di Spock, un'infanzia combattuta tra l'Umano e il Vulcaniano e un regalo, una fiammella insignificante nella luce del giorno, ma indispensabile nel buio della notte
Raccolta in ordine cronologico di momenti della vita di Spock, prima, durante e dopo la TOS, vista "attraverso" lo sguardo cieco di due occhi color miele. Un primo tentativo di Long Fiction, se tale si può definire
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Spock
Note: Raccolta, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un'Infanzia a Metà'
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Autore: Nemeryal
Titolo: Memoria di un Ricordo
Fandom: Star Trek The Original Series e film ad essa correlati + possibile Reboot
Genere: Variabile ad ogni Shot-capitolo
Tipologia: Raccolta – Long Fic
Personaggi: Spock, Altri
Musica: Variabile ad ogni Shot-capitolo oppure assente
Note: Okay, primo tentativo di Long Fic..anche se non è propriamente una Long Fic, più una Raccolta ecco.
Cioè..è una Long Fic perché segue comunque un filo cronologico preciso, ma è una Raccolta perché comunque è un’insieme di One Shot, Flash Fic, Drabble (?) unite fra loro unicamente dal filo conduttore che è il regalo di Amanda alla fine del primo capitolo.
A proposito di questo..l’idea mi è venuta perché, comunque, credo che sia un oggetto che ogni bambino ha avuto nella propria infanzia e, parlando almeno per me, ci sono ancora molto affezionata. Da piccoli, credo che sia una cosa che aiuti davvero molto a superare dei momenti tristi o le nostre paura, o anche perché quando si è insicuri è bello poter stringerlo fra le braccia e lasciarsi cullare da qualcosa che in realtà sei tu a cullare..ehm. Okay, quattro ore e mezza in treno per tornare da Roma mi hanno fatto male..
Spero vivamente di non andare OOC con Spock, soprattutto nei prossimi capitoli..quanto all’arco di tempo, coprirà gran parte della vita del nostro piccolo Vulcaniano, soprattutto –ovviamente- della sua infanzia sul pianeta Natale, e non escludo qualche capitolo extra magari dedicato al Reboot di JJ Abrams..chissà.
Vediamo, qualche altra piccola noticina in particolare..hn..Ah!
Questa NON è la Long Fic di cui avevo parlato nella Drabble “Idea”..quella è un filino, come dire, ad un punto morto..vedrò di sistemarla al più presto!

Dedica: A Silentsky e Pimplemi_chan, le mie filosofe preferite, attrici e fumettiste!
Ringraziamenti: A Pimplemi_chan per aver recensito “Idea” e a tutti i lettori e le lettrici del Fandom di Star Trek che mi hanno seguito e sostenuto e spero di poter condurre per mano in questa nuova follia, senza disgustarle troppo!

 

Capitolo: 1
Personaggi: Spock, Amanda, Sybok, altri
Genere: Malinconico, SliceofLife

Note: Andando a leggiucchiare qualche recensione di Star Trek: V L’ultima frontiera, ho scoperto che questo film ha orripilato talmente tanto i fan da essere stato escluso dal canon. Di contro, invece, a me è piaciuto^^
La trama nasconde, a mio parere, ben più di quello sembra e non credo sia poi così infantile.
Per quel che riguarda il Trio, poi, Shatner ha fatto davvero un ottimo lavoro, limando i dettagli del loro rapporto e curando anche i legami degli altri componenti della Enterprise.
E poi c’è Sybok.
Kamisama, quanto mi piace come personaggio..

 

 

 

Capitolo numero 1

 
Vulcano: Anno 2233

Age: Three
Buon Natale, Spock 

 

[Una parte di lei le sussurrava che forse, in qualche modo, sarebbe stata una fiammella insignificante nella luce del giorno, ma indispensabile nel buio della notte]

 

 Fino a quel momento, non aveva mai avuto un chiaro ricordo, un’immagine nitida del piccolo albero che lo stava osservando dal tavolo basso, posto davanti alla grande finestra della Sala.
Sporse un poco il viso oltre l’uscio della stanza, facendo ben attenzione a non farsi vedere dalle due persone che la occupavano, stringendo appena le palpebre e umettandosi le labbra con la punta della lingua.
L’alberello non doveva superare i cinquanta centimetri, aveva rami corti coperti di aghi di un verde talmente scuro da sembrare nero, e un tronco marrone chiaro, punteggiato di screziature più scure; era addobbato con un sottile nastro tra l’oro e l’argento e vi erano appese delle palline colorate, con figure rosse e bianche che si rincorrevano lungo la superficie liscia, assumendo la forma di fiocchi o di persone o di bastoni dalla punta ricurva.
Piegò la testa di lato, posando lo sguardo sulla donna comodamente seduta sul divano accanto al basso arbusto: i capelli biondi, striati di grigio, erano trattenuti da una retina nera, cosparsa di perle candide; il viso era triangolare, attraversato da alcune rughe abbastanza profonde, che si raccoglievano attorno agli occhi grigi e agli angoli delle labbra sottili fino a intessere una ragnatela dalla trama scura e irregolare. Il collo era lungo, circondato da un nastro blu cupo, cui era appesa una goccia di cristallo lucente, che, ad ogni respiro, andava ad accarezzare il bordo dorato del bustino.
Ritrasse la testa, piegando le labbra in una piccola smorfia, subito cancellata,come imponeva la rigida cultura Vulcaniana.
Non che Lady Elysa non gli piacesse, era pur sempre la madre di sua madre –e la famiglia era uno dei principi fondanti della società Vulcaniana-, ma di lei ricordava con un freddo brivido di disagio gli abbracci stretti, la consistenza molle del rossetto contro le proprie guance e le unghie lunghe che andavano a stringere gli zigomi in un buffetto doloroso .
Lui doveva imparare a dimenticare queste manifestazioni di affetto, sia date, sia ricevute.
Solo sua madre poteva abbracciarlo e lui, ovviamente, la lasciava fare perché era una cosa che le procurava gioia e appagava il suo umano bisogno di contatti ed emotività..non certo perché trovava rilassante e gradevole sentire le braccia calde di Amanda circondarlo prima di andare a letto, oppure perché le sue labbra, così fresche e soffici, gli solleticavano piacevolmente le guance quando lei gli dava un tenero bacio materno.
Scosse la testa e strinse forte le mani a pugno, imponendo a se stesso di cancellare quei ricordi, quelle sensazioni e quei bagliori di sentimento che sentiva nascere nel petto, costringendoli verso un angolo oscuro della propria mente, perché la sua parte umana se ne nutrisse a sazietà.
Si avvicinò un poco allo stipite della porta, sentendo chiamare il proprio nome.
-Non è comunque giusto che sia Spock a pagare- stava dicendo sua madre, scrollando i corti capelli ambrati1, circondati da un velo dorato che le ricadeva in morbide pieghe sul vestito scarlatto, nascondendo le lunghe dita aggraziate, intrecciate in grembo –Sono passati quattro anni, non capisco come Papà non lo abbia ancora accettato-
-Amanda, tesoro- sembrò rabbonirla Lady Elysa, poggiandole la mano rugosa sul ginocchio –E’ solo che tuo padre voleva una vita diversa per te..un marito diverso- strinse le labbra, come a raccogliere le parole –Un “uomo” che ti dimostri in qualche modo il suo affetto e non ti tratti come..-
-Ci sono molti modi per dimostrare il proprio amore alle persone care- rispose Amanda e Spock notò una rabbia crescente nello scintillio indignato delle iridi azzurre e nella linea marcata, secca, creata dalle sopracciglia aggrottate–Stucchevoli cene a lume di candela, serenate melense sotto al balcone e stomachevoli baci in pubblico che durano più di un viaggio da qui ad Alpha Centauri, non sono gli unici modi! Anzi, sono felice che Sarek mi dimostri il suo affetto in tutt’altra maniera!-
-Amanda..-
-E poi cosa c’entra mio figlio con tutto questo? Se Papà ha dei dissapori con mio marito, non deve certo essere mio figlio, suo nipote a pagarne le conseguenze-
-Ma è proprio per questo che tuo padre preferisce rimanere sulla Terra, ha paura che venendo qui e incontrandosi con l’Ambasciatore Sarek potrebbe rovinare..-
-Sarek queste due settimane è impegnato per una missione di Ambasceria. Ve lo avevo scritto nel messaggio- ripose sua madre con un sibilo irato e Spock sentì uno strano movimento nel petto, una sorta di ringhio vibrante nei confronti di quel parente che tanto odiava suo padre.
Sarek era un Vulcaniano e i Vulcaniani non mostrano i propri sentimenti a nessuno, nemmeno a loro stessi.
Le aspettative del marito di Lady Elysa erano del tutto illogiche, profondamente e irragionevolmente umane.
Suo padre era una figura importante, nota ad ogni Vulcaniano e la sua famiglia occupava un posto non indifferente nella società del Pianeta.
Meritava rispetto, non solo dai Vulcaniani, ma anche dagli esseri umani e soprattutto non bisognava paragonarlo ad un qualsiasi, emotivo terrestre e neppure bisognava aspettarsi da lui un comportamento diverso da quello di un figlio di Vulcano.
Se fosse stato umano si sarebbe sentito orgoglioso della figura di suo padre, ma era un Vulcaniano e quindi provava solo ammirazione e deferenza..non aveva bisogno di carezze o abbracci o altri gesti simili per sentirsi apprezzato da Sarek.

O forse per tuo padre non sei abbastanza Vulcaniano per essere lodato gli sussurrò all’orecchio una voce sottile, maligna, umana.
Scosse la testa con vigore, coprendosi le orecchie con le piccole mani e chiudendo gli occhi, serrando con forza le palpebre.
Non voleva pensare ad una cosa del genere.
Era troppo umano per un Vulcaniano..
-Spock, cosa stai facendo?- lo chiamò una voce accanto a lui –Sai che non si devono origliare i discorsi delle altre persone-
Aprì gli occhi lentamente, scivolando nello sguardo scuro e lucente di suo fratello Sybok, che lo fissava con un piccolo sorriso sornione, le gambe piegate e i gomiti poggiati sulle ginocchia.
-Non stavo origliando- puntualizzò il bambino, cercando di mantenere un tono di voce fermo e privo di qualsiasi inflessione emotiva, ma le parole, pronunciate in un soffio, suonarono come un sibilo indignato, piccato.
-Ma certo- gli rispose accondiscendente il fratello, posandogli una mano leggera sul capo e scompigliandogli i capelli.
Spock si irrigidì e come sempre quando si trovava in contatto con Sybok, si scoprì a temere e ad invidiare allo stesso tempo il carattere del fratello: Sybok era diverso da lui, da suo padre, da tutti i Vulcaniani. Aveva undici anni eppure la cultura del pianeta, i suoi rigidi schemi logici, sembravano averlo sfiorato appena, quel tanto da consentirgli di coltivare e migliorare un’intelligenza già di per sé brillante.
Il piccolo lo vedeva, qualche volta, quando parlava con alcuni compagni o anche con Sarek; il volto di Sybok, dapprima serio, rigido, cominciava a mutare, piano, ma in modo continuo, costante, fino a quando il sorriso accennato sulle labbra, o la piega infelice della bocca o lo scintillio rabbioso negli occhi scuri non sembravano una condizione naturale, logica del suo essere.
Sybok poteva ridere.
Sybok poteva piangere.
Sybok poteva e sapeva fare entrambe le cose.
E quando i Maestri o anche suo padre gli facevano notare che non era così che un Vulcaniano doveva comportarsi, allora assumeva un’espressione composta, una maschera di rigida freddezza che si infrangeva in un sorriso divertito e canzonatorio non appena i suoi interlocutori gli davano le spalle.
-Non preferiresti andare di là con Lady Amanda e Lady Elysa?- gli chiese il fratello, poggiandogli una mano dietro la schiena e spingendolo piano verso il centro della Sala.
Spock cercò di ribellarsi, alzando di scatto lo sguardo verso Sybok e fissandolo ad occhi sgranati, le labbra tremanti; l’altro gli sorrise, socchiudendo le iridi scure.
-Non ti preoccupare Spock, non avere paura-
Il bambino si morse il labbro inferiore, le gambe d’un tratto pesanti e il respiro ansante.
Cercò di controllarsi, ma la sua parte umana stava prendendo il controllo troppo velocemente perché riuscisse a mitigarne gli effetti.
-Pace e Lunga Vita, Lady Amanda- salutò Sybok, chinando il capo –Pace e Lunga Vita, Lady Elysa-
-Lunga Vita e Prosperità, Sybok-  Spock osservò sua madre rispondere al saluto del figliastro con una tenerezza genuina, priva di qualsiasi rancore potesse serbare nei confronti del figlio della prima moglie di Sarek.
Lady Elysa, invece, strinse le labbra e si limitò a fare un piccolo cenno del capo, intrecciando rigidamente le dita in grembo.
-Mamma, ricordi Sybok, il primo figlio di Sarek- spiegò Amanda, piegando la testa di lato –Sua madre era una principessa di Vulcano-
Spock si sentì a disagio: avvertiva la fredda ostilità di Lady Elysa irradiarsi verso il fratello che, dal canto suo, sembrava non essere toccato da un simile atteggiamento; Sybok si inchinò ancora una volta, sorridendo nella direzione della donna.
-Lady Amanda è stata come una madre per me- spiegò –Mi ha cresciuto come se fossi davvero figlio suo-
-Capisco-
Al piccolo Vulcaniano non piacque il tono usato dalla donna, così freddo e tagliente, come una lama. Voltò lo sguardo verso Amanda, che stava fissando sua madre con lo sguardo colmo di rabbia e di sdegno.
-Dimmi Sybok, cosa ti porta qui? Credevo che i tuoi studi su Sha-Ka-Ree ti avessero costretto a rimanere lontano da casa fino a sera- domandò allora, tornando a guardare il figliastro.
-Sono solo passato ad augurarvi buon Natale, Lady Amanda- rispose Sybok –So che questa festa è molto importante per voi esseri umani-
-E’ un modo per potersi ritrovare tutti insieme, al di là del significato religioso..che non mi tocca poi molto a dire il vero- Spock si agitò un poco, spostando il peso del corpo da un piede all’altro, mentre sua madre rivolgeva un’altra fredda occhiata a Lady Elysa –Anche se non sempre è possibile riunire tutti i propri cari come si vorrebbe-
-E’ un vero peccato, Lady Amanda. Lady Elysa, spero che l’anno prossimo si riesca a rimediare ad un simile dispiacere. Sarebbe un onore per me conoscere vostro marito-
-Credo che sarebbe lo stesso anche per lui. Vedrò cosa posso fare-
Di nuovo il tono era gelido, puramente formale e Spock capì che non avrebbe mai avuto modo di conoscere quello che doveva essere suo nonno. Ma in fondo, sentiva che la cosa non gli procurava alcuna sorta di malessere o tristezza.
-Ora, se volete scusarmi, devo ritirarmi per i miei studi. Ma non preoccupatevi- Sybok sorrise –Vi lascio comunque in buona compagnia-
Il piccolo si sentì spinto in avanti e barcollò appena, cercando di rimanere in piedi; quando alzò lo sguardo, si scontrò con gli occhi freddi di Elysa che, osservandolo, sembrarono sfiorati dalla tenue luce di una candela.
-Spock, piccolo mio, fatti guardare!- esclamò infatti, tendendo le braccia e invitandolo per farsi abbracciare –Come sei cresciuto! Oh, gli occhi sono sempre di più i tuoi, Amanda! E le labbra, oh, quelle sono di tuo padre-

Così sei molto più umano che Vulcaniano rise la vocetta maligna e questa volta Spock non seppe come ribattere; abbassò lo sguardo verso il tappeto scuro, intrecciando le mani dietro la schiena.
-Trovo invece- si intromise la voce di suo fratello sopra di lui –Credo Spock abbia molto di Sarek, come la forma del viso, le mani, le dita e..-
-E le orecchie- concluse Amanda, nascondendo le labbra dietro le dita.
Il bambino sentì i muscoli delle guance tendersi in un sorriso compiaciuto e si dominò a stento, tornando a fissare Lady Elysa, gli occhi sgranati e le braccia inerti, lasciate cadere lungo i fianchi.
La donna si ricompose quasi immediatamente, schiarendosi la gola con fare contrito e chinandosi a prendere un piccolo pacco, avvolto in carta dorata e abbellita con un grande fiocco rosso, che teneva accanto a sé.
-Nonostante su Vulcano il Natale non si festeggi- esordì alzandosi e avvicinandosi a Spock –Questo è un piccolo regalo per te, piccolo mio-
Spock alzò lo sguardo verso sua madre, che gli sorrise incoraggiante, accennando al pacco e invitandolo a prenderlo, e poi verso Sybok
-Suvvia Spock, non è buona educazione rifiutare un dono che ci viene fatto- gli disse il fratello, spingendolo ancora un po’ e pungolandolo con le dita.
Il piccolo piegò la testa di lato e prese il pacco, titubante, poi lo osservò per alcuni istanti, soffermandosi sulla luce che si rifletteva sulle piccole stelle bianche della carta lucida e sfiorando i larghi lobi del fiocco scarlatto che lo sovrastava.
Si voltò verso sua madre e le si accomodò accanto, i piedi che sfioravano a malapena il pavimento; cominciò a scartare il pacco lentamente, avvertendo su di sé lo sguardo curioso di Amanda, quello orgoglioso di Lady Elysa e quello divertito e soddisfatto Sybok che, nonostante tutto, non aveva ancora deciso di andarsene.
-E’ il modello della Enterprise del Capitano Archer- spiegò Lady Elysa mentre la Navetta, bianca e perfetta in ogni dettaglio, si librava in aria, davanti al viso stupefatto di Spock –Buon Natale, tesoro-

 

***

-Vedo che il regalo della nonna ti piace molto- commentò Amanda sedendosi sul letto accanto a Spock, intento ad osservare con interesse il modello Enterprise, sulla cui superficie candida si rifletteva la luce intensa della lampada appesa alla parete.
-E’ una riproduzione molto fedele- rispose il piccolo, poggiando il mento sui pugni, i gomiti che affondavano nelle lenzuola azzurre –E’ stata curata in ogni dettaglio-
-Davvero- disse Amanda, resistendo all’impulso di stringere il bambino fra le braccia e poggiare il mento sui suoi capelli scuri –Chissà, potrebbe anche essere il tuo futuro..non ti piacerebbe essere Capitano di una Nave come l’Enterprise?-
-Non è il potere il mio sogn..il mio obiettivo- negò Spock, voltandosi appena verso la madre –E poi, sono sicuro che mio padre non sarebbe d’accordo su una simile scelta di vita-
-Ma sei tu a decidere del tuo futuro, non tuo padre-
-Ma il mio futuro è legato alla mia famiglia- fu l’ultima risposta del bambino, che si girò di nuovo verso la Nave e premette il pulsante che disattivava il congegno di levitazione; poi ripose il modellino nella propria scatola, con un rammarico talmente evidente da costringere Amanda a sospirare sconfitta, mentre il cuore le si stringeva nel petto.
La donna si alzò lentamente e uscì dalla stanza, per rientrarvi pochi istanti dopo, con in un mano un grande pacco, di forma irregolare e avvolto in una carta bianco-argento, spruzzata di fiocchi di neve blu scuro.
-Forse non sarà interessante come il regalo della nonna- ammise, con una scrollata di spalle –Ma è una cosa che ogni bambino deve possedere, o almeno secondo il mio punto di vista. È una sorta di..ancora di salvezza. Aiuta molto, in certi casi-
Ricordava con chiarezza i momenti più difficili della sua infanzia, di come stringere al cuore quel piccolo oggetto le avesse fatto sembrare tutto più leggero; quando le lacrime le rigavano le guance, era sicura che esse sarebbero state raccolte con una tenerezza muta, da una voce silenziosa e da uno sguardo cieco che non l’avrebbero mai giudicata.
La donna si morse le labbra, stringendo la presa attorno al pacco e rallentando il passo.
Forse aveva sbagliato a fare un simile regalo a suo figlio, forse non era adatto, forse invece di aiutarlo in futuro, non avrebbe fatto altro che rendere la sua vita di mezzo Vulcaniano ancora più difficile, la sua battaglia contro i sentimenti ancora più dolorosa.
Alzò lo sguardo verso Spock, che la osservava curioso, la testa piegata di lato e il sopracciglio destro appena inarcato sopra i lucenti occhi scuri.
Però.. una parte di lei le sussurrava che forse, in qualche modo, sarebbe stata una fiammella insignificante nella luce del giorno, ma indispensabile nel buio della notte.
-Anche mio padre ne ha avuto uno?- si informò Spock, mettendosi a sedere e fissando la madre con curiosità palese.
Amanda si morse le labbra e si accomodò accanto al figlio, tenendo il regalo fra le ginocchia.
-Non lo so- rispose, passando con delicatezza le dita sulla carta colorata –Però chissà, forse gli avrebbe fatto piacere-
Convinto dalle parole della madre, Spock prese il pacco fra le mani e cominciò a scartarlo velocemente, fino a quando non si ritrovò a fissare gli occhi color miele di un piccolo orsetto di pezza.
-Non capisco- fu l’unica cosa che disse, piegando la testa di lato e stringendo le dita attorno alla pancia pelosa del pupazzo, continuando ad analizzarlo con uno sguardo tra il curioso e lo stupito.
-Non ti piace?- domandò sua madre, la voce ridotta ad un fievole mormorio –Anche io ne avevo uno da bambina e pensavo che..-
-E’..morbido-
Amanda chiuse gli occhi, con un dolce sorriso sulle labbra.

 

(1)   (1)Allora..Nella Serie Animata Amanda ha i capelli castano chiaro, nel V film boccolosi e dorati, in quello di JJ Abrams scuri. Sinceramente, preferisco castano chiaro!

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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