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Autore: Ransie88219    15/05/2010    4 recensioni
Estratto – Louren ( Studentessa) e Gabriel ( Professore): “Vecchiaccio…” mormoro tra me convulso. “Ma scusi, ma lei non ha già passato la quarantina?” mi parla con un espressione da angioletto. La fisso in procinto di un infarto. “Per tua informazione mocciosetta, il sottoscritto ha appena compiuto i 29 anni!” la fisso come la volessi sbranare. La sento ridere. “Allora è un giovane vecchio…” e riscoppia a ridere. Mi sta coglionando,e sono in procinto di compiere un omicidio. Sento il sangue che sta per darmi alla testa. Non ci posso fare nulla, ma son peggio di una donna in queste cose. Non sopporto chi mi da più anni di quel che ho! E’ più forte di me. Diavolo! Se non la smette di ridere gli ficco la cimosa in bocca. La vedo fissarmi furbescamente, e poggiare la mano con la penna, sotto il mento e farmi un cenno con la mano e proseguire. “Non lo sa che è bene ridere ogni tanto? – fa una pausa – Stira le rughe, non lo sapeva?” la fisso a bocca aperta.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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P.s. Volevo informare che  a breve pubblicherò una one-shot integrativa di questa fic, ma che sarà ( NATURALMENTE ) uno spoiler ( con i controfiocchi!).

In tanto vi annuncio il titolo: “Ultimo bagliore”

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13. Figuracce dai risvolti inaspettati

 

POV LOUREN

 

<< Tesoro, puoi passarmi il tuo costume? >>.

La voce della zia mi trapassa dolcemente, con la sua voce squillante ma allo stesso tempo leggermente impastata per l’ora mattiniera.

Prendo come un’automa il mio costume dai panni da stirare e glielo passo.

La fisso stirarlo, mentre un’ondata di brutti ricordi del giorno prima mi dilaniano la mente.

 

“Sabbia, paura, passione, rabbia e dolore”

 

<< Louren? Tutto bene? >> mi chiede apprensiva avvicinandosi.

Le faccio un segno di assenso, con gli occhi lucidi.

Nel guardarla negli occhi non ce la faccio e scoppio a piangere.

Subito lascia il ferro da stiro e mi abbraccia.

Mi lascia piangere così, tra le sue braccia come avrebbe fatto la mamma.

<< E’ successo qualcosa con Trevor? >> mi chiede gelandomi sul posto.

Smetto immediatamente di piangere e la guardo terrorizzata.

Non voglio che sappia cosa sia successo ieri.

Trevor non è cattivo, ma la zia potrebbe starci molto male interpretando male quello che è successo ieri.

Non lo deve sapere, è per il bene della famiglia.

La colpa è mia.

Se magari lo avessi ricambiato ora non starei così, e non saremmo a questo punto.

Ma perché…doveva succedere ciò?

Non posso mentirle totalmente però, certe cose si vedono, come l’evitarlo.

<< Ieri mio figlio si è dichiarato e tu l’hai rifiutato, giusto? >> mi chiede cauta.

Visto, lo immaginavo che avesse capito in parte.

<< Per me è un fratello >> esordisco non sapendo come possa reagire lei.

Mi sorride dolcemente.

<< Dovresti dirglielo, poi piano piano capirà! >> e riprende a stirare.

La fisso con lo sguardo perso chissà dove.

Ammetto che non ci sia stato dialogo tra me e lui, ma…

Perché non provare a chiarire?

E’ la cosa migliore, ma ho paura di come possa reagire.

Non mi pare che sia una semplice cotta.

Mi porto una mano al polso destro, dove nascosto dalla maglietta c’è un livido violaceo.

No, non lo è.

Questa cosa mi fa davvero paura.

<< Meglio fare una cosa oggi che rimandarla  domani. E poi provare non costa nulla >>.

E come se mi avesse letto nel pensiero mi spinge verso la giusta direzione.

Si ha ragione.

<< Ma è meglio se prima corri a scuola che è tardi! >> assentisco persa in un futuro incerto, pieno di paure e reazioni immaginarie.

Esco dalla stanza del bucato e mi dirigo in cucina, prendo lo zaino e corro alla fermata dell’autobus.

No, non è il caso di salire in macchina con lui.

E mentre aspetto il mezzo pubblico mi preparo sul come affrontare mio cugino.

 

***

 

Cammino a passo di tartaruga verso la palestra.

Gli altri in confronto a me sembrano dei treni in corsa, tanto vado lenta.

Non ho la ben che minima fretta di arrivare là.

Si perché c’è proprio una persona che vorrei evitare.

No scusate.

La mia testa mi dice di evitarlo, il mio cuore un altro.

Passo dopo passo sembra di andare sotto il patibolo.

Quando arrivo davanti alla porta esterna dell’edificio la apro con cautela e sgattaiolando con passo felpato da ladro mi dirigo negli spogliatoi femminili e mi cambio, tanto lentamente da far spazientire Amy.

Alzo gli occhi al cielo non appena si lamenta nuovamente e mi trascina fuori di lì.

In palestra mi nascondo tra il gruppo delle ragazze, cercando di non essere notata da Maxwell non appena entra pure lui.

Fisso costantemente a terra il parquet da palestra sportiva, evitando il suo volto.

Quando ci dice di iniziare a correre per il riscaldamento oso appena  alzarlo quanto basta per non andare addosso ad un compagno di corso.

<< Ma cos’hai? >>.

La voce affannosa di Amy richiama la mia attenzione e mi spingo ad alzare il volto e fissarla.

<< Nulla >> mormoro agitata.

Lei alza le spalle e continua a correre al mio fianco.

Un fischio riempe l’aria per un breve momento.

Mi giro sempre correndo per vedere da dove provenga.

Non faccio in tempo a realizzare che proveniva da Max, che vado a sbattere contro qualcuno cadendo rovinosamente a terra.

Alzo lo sguardo dispiaciuto, già scusandomi a parole.

Ciò che trovo è un ragazzo della capigliatura rosso fuoco sparata a riccio che mi porge una mano per rialzarmi.

Gli sorrido cortese, chiedendogli scusa ancora e prendendo la sua mano.

Con un unico gesto mi solleva rimettendomi in piedi.

Entrambi fissiamo l’insegnate che ha già preso a parlare.

Io mi guardo in torno sperando che nessuno mi abbia notato, ma pare vano sperarlo.

Amy e Charlotte, insieme a due ragazzi a tre piedi di distanza da me se la ridono sotto i baffi.

Quello accanto pare accorgersene del mio imbarazzo, come del rossore che colorano naturalmente le mie guance, e mi da un leggero cozzo alla spalla con il braccio, come a dire “fregatene”.

Assentisco leggermente, anche se poco convinta.

Quando sento il mio nome, sobbalzo imbarazzata.

Vedo che tutti mi guardano e guardo verso chi mi ha chiamata, capendo che ci stiamo spartendo la palestra per dividerci in uno sport.

A quanto pare oggi niente test.

Propongo la prima cosa che mi passa per la testa.

<< Basket >> ma me ne pento un attimo dopo.

Vedo Maxwell alzare comicamente un sopracciglio, mentre il resto della classe guardarmi scettici.

Che ho detto?

Maxwell non si sofferma un attimo di più, producendomi un colpo al cuore.

Ma come?

Un solo misero sguardo per il bacio che ci siamo dati?

Non mi merito qualcosa di più?

Un sorriso?

No, forse mi sono illusa troppo.

Complimenti Louren, hai vinto il mongolino d’oro.

Mi riprendo, scacciando in dietro le incipienti lacrime che stavano per scorrermi, non appena mi sento trascinare per un braccio dal rosso di prima.

Lo guardo perplessa finchè non mi porge in mano un pallone arancione e capisco.

<< Allora, facciamo tre contro due >> mi spiega mentre un altro ragazzo, questa volta castano e piuttosto spilungone si avvicina a noi.

A quanto pare hanno capito che la sottoscritta è una mezza calzetta in quel gioco.

Fantastico, anche se non hanno tutti i torti di questo mondo a pensarlo.

<< Io sono Tim – dice il rosso, poi indicando il castano – lui è Lucas e gli altri due ricordali solo come Idioti! >> e gli sorride contro strafottente.

<< Ha parlato miss Decerebrato! >> gli risponde uno dei due Idioti.

<< Io sono James e lui è Albert >> parla quello moro, per poi indicare il ragazzo…che qualche settimana prima mi aveva dato noia a fine ora!

Quest’ultimo non fa una piega e porgo a tutti la mano presentandomi.

Dopo le presentazioni Tim e Lucas si mettono nella nostra parte di campo vicino al canestro e mi spiegano le regole apposite per giocare in appena poco meno di una ventina di metri quadrati di campo.

Appena finisce iniziamo e …è divertentissimo!

E’ fighissimo.

Il correre all’impazzata dietro uan palla, il cercare di palleggiare  e allo stesso tempo di tenere lontani gli avversari. Fare passaggi di palla calcolati ai compagni ma giusti per fare canestro! Pensavo fosse impossibile con la mia altezza e invece ne ho pure fatti due! Uno per passaggio di Lucas e un altro per merito di Tim!

E’ il più bello sport a cui abbia mai giocato!

 

Dopo neanche mezzora dall’inizio, al canestro di Lucas mi avvicino per dargli una pacca alla spalla come a elogiarlo assieme al rosso, guadagnandomi una spettinata di capelli come gesto di reciproco.

Poi torniamo ai nostri posti e tra uno smacco e l’altro recuperiamo palla.

Trovandomi in procinto del sotto canestro Tim mi passa la palla e faccio questa volta io canestro.

Non faccio in tempo a riprenderla per passarla agli avversari per la rimessa dalla loro, che mi sento sollevare e mi ritrovo a sedere sulle spalle di Lucas, con l’altro compagno a festeggiare animatamente.

<< E abbiamo vinto!!! Schiappe! >> urla Lucas contro gli altri due mentre saltella con me sulle sue spalle.

Io imbarazzata mi aggrappo al suo collo come posso.

<< Ma come vinto? Non abbiamo appena iniziato? >> chiedo perplessa e rossa ai miei compagni.

<< Capisco che tu ci abbia preso gusto, ma non potevamo mica arrivare a 100! La mini partita finiva a 50 punti! Ora passiamo al calcio! Sei dei nostri vero? >> mi spiega divertito il rosso.

Io assentisco imbambolata, chiedendo cortesemente di scendere.

<< Non prima dell’ultimo canestro! >> detto ciò Lucas ballonzola sotto il canestro e mi fa tirare, o meglio mettere la palla dentro al canestro, sotto gli occhi di tutta la classe.

Forse adesso capisco perché si festeggia tanto quando si fa punto o si vince in una partita.

Si è esaltati all’inverosimile perché la vittoria piace ed erigersi sugli altri ancora di più!

Tra le risa scendo, mentre Tim prendendomi per le spalle e abbassandosi alla mia altezza, mi trascina verso l’altra metà campo dove i ragazzi stanno facendo le squadre per giocare a calcio, mentre la nostra parte di campo viene occupata da tutte le ragazze del corso per giocare a pallavolo.

<< Steerly! >>.

Mi giro imbarazzata verso il mio professore preferito.

<< Vieni >> mi dice, accennandomi a seguirlo, mentre stacco pure Lucas, che invece si era appoggiato alla mia testa a mo di scoglio-salva-vita.

Non appena lo raggiungo nello stanzino del corridoio interno dove lo avevo visto scomparirci dentro un attimo prima, mi guardo attorno perplessa.

Ma dove…

Al rumore di della porta sbattuta alle mie spalle sobbalzo vistosamente sul posto, facendomi girare verso chi l’ha chiusa alle mie spalle.

Max mi fissa con le braccia incrociate al busto, appoggiato alla porta.

Sento l’atmosfera cambiare mano a mano che i secondi passano, l’uno nello sguardo dell’altro.

Il mio cuore sembra battere al ritmo delle ali di un colibrì.

Alla fine si stacca dalla porta, annunciando sul volto un mezzo sorrido e avvicinandosi lentamente, fino a fermarsi quando non c’è più spazio tra di noi.

Si abbassa alla mai altezza.

<< Come fai? >> mi soffia in volto.

Lo guardo perplessa non capendo.

<< A fare …cosa? >>.

Pendo dalle sue labbra e da ogni parola che ne uscirà.

Pensavo che fosse il momento della resa dei conti, dei chiarimenti ma…

<< A farmi ingelosire… >> lo dice come se non ci credesse neppure lui.

Forse è così.

<< Non ci consociamo quasi nemmeno >> dico senza pensarci, troppo persa in altro.

<< Ti ho baciata >> riprova cocciuto.

<< Potevi baciare chiunque, anche uno sconosciuto >> ribadisco, più cocciuta di lui.

Fa una smorfietta davvero buffa, allontanadosi impercettibilmente dalle mie labbra protese.

<< Se permetti ribadisco : sconosciute >>.

Dopo aver difeso i suoi gusti mi posa una calda mano sul mento e con il pollice accarezza il contorno delle mie labbra.

Lentamente, come una lunga e seducente tortura che vorresti non finisse mai.

Socchiudo gli occhi estasiata.

Gli basta così poco per sottomettermi.

<< Mi attiri come una falena alla luce >> esordisce interrompendo il nuovo silenzio.

Apro gli occhi sorpresa con una vana speranza.

<< Ti piaccio >>.

Ma dove l’ho trovato tutto questo coraggio?

Ma cosa ho detto?!

Che qualcuno mi dia una palla e mi seppelliscano!

Cosa ho detto?

Signore, fa che sia solo un incubo…

<< Può essere…>> detto ciò unisce le nostre labbra.

E mi perdo.

Si, nelle sensazioni più nuove e impossibili che abbia mai provato.

Mi ha già baciata, ma cosa c’è di diverso?

Non capisco…

Le sue labbra toccano sicure le mia con movimenti lenti.

Calde e morbide.

Una tentazione insostenibile.

Porta una mano al mio volto, per poi procedere verso la mia coda e sciogliermi i capelli e giocarci.

Allo stesso tempo mi aggrappo a lui, stringendo in pieghe il tessuto della maglia del suo torace per non perdere l’equilibrio man mano che aumenta la forza.

E’ un bacio così passionale…

Poi all’improvviso come è iniziato, tutto finisce.

Le sue labbra sulle mie, la sua mano trai miei capelli, la sua mano sul mio fianco.

Lo guardo stralunata non capendo cosa succeda.

Sorridendomi fa scorrere la mano dai miei capelli, alla mia schiena spingendomi contro di lui.

<< Si, direi che è confermato >> mi sussurra all’orecchio, per poi farmi un buffetto sulla guancia e scaricarmi in mano una pila di tuniche in fibra colorate, con la scusa “per la scena”.

Come un’automa assentisco e torno in palestra.

Distribuisco le maglie e sotto l’attento sguardo del mio baciatore proibito mi accingo a giocare con i miei nuovi amici.

Chi l’avrebbe mai pensato che sarebbe stata una giornata così proficua e positiva?

 

***

<< Ehi, ci sei o ci fai?! >>.

<< Eh? >> chiedo tornando alla realtà, per poi fare un lungo e  lento sospirone da oscar.

“Mi ha baciato nello stanzino e ha confermato che gli interesso,e per di più è geloso di me!”.

Come faccio a non esserne felice?

Impossibile!

Sorrido estasiata dai fortuiti eventi, assai inaspettati.

<< Ti vuoi svegliare? >>.

Porto annoiata lo sguardo su chi mi sta a fianco.

Clauser.

Subito mi ricompongo, raddrizzandomi sulla sedia dalla posizioni semi sdraiata appoggiata al gomito, prestandogli massima attenzione.

<< Scusa…>> dico dispiaciuta.

In compenso mi guarda arcigno.

<< Ma stai bene? Tu che mi dici scusa è anomalo >> sta zitto un momento.

<< E’ il primo aprile? >>.

Alzo gli occhi al cielo.

<< Non è ancora arrivato. Ma  è così smanioso di ricevere il mio pesce d’aprile? >> sorrido maligna.

Ah…che lunga lista di cose che gli potrei fare.

Nemmeno a natale mi sarei potuta divertire così tanto in confronto alla lista che ho messo giù da realizzare!

Non so perché ma quest’uomo tira fuori il peggio di me.

Preoccupante la cosa.

<< Già stavo a fare il festino se avevi smesso di darmi del lei, e invece…>>.

Si porta la mano sotto il mento e mi fissa.

Mi giro completamente verso di lui per non storcere al testa.

<< Perché con tutti i professori adesso sei un agnellino a eccezione del sottoscritto? >> mi chiede curioso, ma serio.

<< Sarà perché mi ispira…>> chiudo il discorso così, prendendo il foglio sottomano e  riprendendo a scrivere.

<< O per inguaribile orgoglio >>.

Adesso mi volto io, non capendoci nulla.

<< Orgoglio? >> ripeto persa.

<< Sai, quel caratterino che ti ritrovi ti spinge a sfidare chiunque riesca a tenerti testa >> spiega adesso con l’espressione tranquilla, vivacizzata pian piano da un’adorabile smorfietta.

<< Hai trovato pane per i tuoi denti >> conclude a quanto pare, entusiasta di questa prospettiva.

<< Lei fa dei ragionamenti contorti, ma è normale scusata la sua età >> dopo quest’ultima frecciatina riprendo a scrivere.

<< Me le mangio a colazione le pestifere come te >> replica con un intonazione dalla parvenza divertita .

<< Stia attento a non ingrassare che poi non può andare a correre per colpa del ginocchio sbilenco >>.

Possibile che oggi non se la prenda?

Uffa, proprio oggi lo dovevo beccare loquace?

<< Faccio abbastanza sport da tenermi in forma, basta vedere con te. Faccio pure il bis! >> finisce regalandomi un sorriso da film.

Da quanto è grande il sorriso penso che potrebbe illuminare tuta la stanza.

Domani per precauzione porterò gli occhiali da sole…

Lo guardo attenta.

Mi fa senso vederlo così…

Si insomma così di buono umore, poi non si arrabbia neppure se lo offendo.

E poi i sorrisi…

Che qualcuno mi salvi!

Ci manca solo che si offra pure di farmi i compiti e siamo a posto.

<< Allora le consiglio di munirsi di uno stuzzicadenti >> detto ciò lascio perdere e continuo il mio lavoro, fino alla fine del pomeriggio.

Prima che esca di aula mi richiama, bloccandomi.

<< Come mai ieri sei stata assente? >> mi chiede mentre indossa la giacca.

Alzo le spalle insofferente.

<< Una gita in famiglia >> ribadisco il più freddamente possibile.

Non voglio che si allarghi con me.

Assentisce convinto di qualcosa, magari di un pensiero che trova divertente.

<< Le ho sempre adorate. Ti sei divertita? >> mi chiede avvicinandosi.

In un solo momento la maschera teatrale mi cade , al ricordo del giorno prima.

Un lungo brivido freddo blocca ogni mio muscolo, gelandomi il sangue nelle vene.

Quando mi riprendo esco dall’aula ignorandolo, concedendogli un “ Male” come risposta, per poi correre alla fermata degli autobus.

Ma proprio mentre aspetto il mezzo vedo uan macchina nera fermarsi davanti a me.

Un finestrino si abbassa e un volto si sporge in fuori.

<< Posso offrirle un passaggio sua Maestà Permalosia fatta a persona? >>. Il mio professore personale, quello più insopportabile di tutti mi usa una gentilezza?

Piuttosto che salire nella sua macchiane mi la faccio tutta la strada a piedi sotto un temporale.

Stizzita e offesa per il suo anomalo comportamento, seguito dalla sua ultima presa di giro, incrocio le braccia al corpo e giro la testa dalla parte opposta.

<< Neanche morta salirei mai sul…>> mi blocco immediatamente  alzandomi dalla panchina e salendo nella sua auto, tutto in una manciata di secondi.

Lasciandolo ancora allibito per la mia improvvisata, rimette in moto mentre io mi rinchiudo in un silenzio di tomba, troppo scioccata per quello appena visto…

 

Angolino autrice

 

zia_addy: Ciao! Mi dispiace di averti traumatizzata per Trevor…mi ci è scappato il dito XP! Affatto, mi fa piacere che tu mi corregga! Spero di aver limitato gli errori! Spero che almeno questo nuovo chappy ti piaccia! KISSES!!!!

 

  
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