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Autore: _thunderstorm_    16/05/2010    14 recensioni
"La smetta."
Espressione ingenuamente sorpresa, tonalità di voce educatamente stupita.
Sherlock Holmes si tolse la pipa dalla bocca, lasciandola pendere mollemente nella mano destra; spalancò gli occhi in un cipiglio interrogativo, sporgendosi in avanti verso il suo interlocutore.
Ora, domanda neutra e innocente.
"Di far cosa, Watson?"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia prima slash, la mia prima apparizione in questo fandom. Di sicuro 'sta cosa è già stata vista e rivista, ma desideravo scrivere anch'io un qualcosa del genere...perchè io non vedo slash da nessuna parte solitamente, ma, dio, qui la mia fantasia galoppava. Fantasia, poi, insomma...è alquanto palese, anche se non esplicitato il rapporto tra i due. o_o
Ordunque, ecco a voi una Sherlock/Watson, leggera leggera, appena accennata...
Mi allieterebbe oltremodo se qualcuno mi esplicitasse il suo parere riguardo a questa cosina. Per favore, abbiate pietà. ^^
Baci,
Cory ^^

**********

"La smetta."
Espressione ingenuamente sorpresa, tonalità di voce educatamente stupita.
Sherlock Holmes si tolse la pipa dalla bocca, lasciandola pendere mollemente nella mano destra; spalancò gli occhi in un cipiglio interrogativo, sporgendosi in avanti verso il suo interlocutore.
Ora, domanda neutra e innocente.
"Di far cosa, Watson?"
"Di fissarmi."
"Non l’ha mai innervosita."
"Perché non mi ha mai fissato, Holmes."
L’investigatore stava già per ribattere, ma, poi, decise di richiudere la bocca, non trovando opportuno ciò che gli era salito alle labbra, rischiando di uscire.
Certo che l’ho fissata, Watson. La fisso sempre.
Sorrise, cercando di adagiarsi meglio sulla panca, invano: la carrozza stava procedendo a scossoni su una strada secondaria, parecchio malmessa. Stavano uscendo da Londra.
Portò di nuovo la pipa alle labbra, il ghigno ancora stampato in volto.
"Abbiamo lavorato assieme per anni, l’avrò pur fissata una volta. Non si è mai lamentato."
L’amico lo guardò per un secondo, indeciso riguardo il registro che poteva permettersi di adottare in risposta.
‘Fanculo, Holmes.
Dopotutto, il dialogo stava vertendo su argomenti decisamente idioti.
Optò infine per uno sbuffo irritato, lasciando cadere la discussione in un silenzio teso.
Il veicolo correva, lasciandosi alle spalle il paesaggio grigio e urbano, lentamente sostituito da quello di campagna.
"E così, quattro settimane in una romantica villetta, uhm?"
Sherlock Holmes vide l’amico irrigidirsi, facendo guizzare la nervatura della mano sinistra stretta sul bastone, contraendo i muscoli degli arti sotto la camicia bianca, portando in fuori la mascella, nel banale tentativo di controllare la mimica facciale.
Disgusto all’idea.
Disappunto all’idea di provare disgusto.
Irritazione all’idea che io possa notare il suo disappunto o, peggio, il suo disgusto.  
…Non sapeva ancora esattamente il perché, ma giungere a certe conclusioni gli procurava immensa, assurda, totalizzante gioia.
Soffocò il riso, continuando nell’interrogatorio.
"Idea di lei?"
Watson mugugnò qualcosa di indefinibile, cercando di far morire nuovamente la discussione.
Distolse gli occhi dall’uomo, temendo che in essi leggesse qualcosa che nemmeno lui voleva ammettere.
"Come farà senza di me, Watson?"
Dio.
"Come farà lei senza di me, signor Holmes."
L’investigatore puntò di nuovo il suo sguardo su di lui, per un attimo si accese, poi, si velò della sua usuale ironia.
Sorrise di nuovo, Watson rimase a guardarlo in un malcelato moto di ammirazione, Holmes, così apparentemente strafottentemente invincibile.
Sbagliato.
"Watson, mi sta fissando. Potrei innervosirmi."
L’investigatore si trovò a studiare di nuovo la muscolatura dell’altro irrigidirsi alla sua constatazione, guizzando sotto la stoffa dei vestiti, e si convinse che era solo la sua ormai troppo radicata abitudine di prestare attenzione ai particolari, solo quella.
Sbagliato.
La carrozza si fermò, giunta a destinazione: una villa si profilava sopra un’altura, graziosa.
I due stettero un attimo immobili. Poi, alla fine, Sherlock Holmes si alzò.
"Beh, Watson, la aiuto a trasportare i bagagli."
Il medico si ridestò.
"Grazie." disse affettatamente, in un tono chiaramente forzato.
Silenzio teso, ancora.
Espressione neutra, fare noncurante. Gettare lì la proposta.
"…Si ricordi che se vuole un appuntamento alternativo, io avrò bisogno di un compare per il prossimo caso. Sarà interessante."
Watson sollevò un sopracciglio, serio.
"Appuntamento alternativo?"
"Già."
Sorrise all’investigatore, divertito.
Si strinsero la mano, una stretta veloce.
Mantenere le distanze e il rapporto puramente professionale.
Puramente. Professionale.

   
 
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