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Autore: Tersy    17/05/2010    0 recensioni
Anno 2008. Sono trascorsi sette anni dall'attacco alle Torri gemelle. Ognuno ha ripreso la sua vita in modo più o meno normale, ma ne sono inevitabilmente rimasti segnati. Tre sconosciuti, tre esperienze differenti. Un solo destino.
Dedicata ai veri eroi
Disclaimer: il racconto è di pura fantasia e non è intenzione dell'autrice urtare la sensibilità dei lettori riguardo tematiche attuali e controverse (terrorismo, politica internazionale ecc).
Prima classificata al concorso "Fenomeni paranormali" indetto dal Writers Arena
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vincitrice del concorso "Fenomeni paranormali" indetto dal Writers Arena

Prologo
Troppa polvere

Alcune strade portano più ad un destino che a una destinazione.
- Jules Verne -



L’Autunno è la stagione più vicina all’uomo.
La sua caducità ci ricorda che non possiamo resistere troppo a lungo attaccati allo stesso ramo. Dobbiamo lasciarci andare, prima o poi.
Questo non significa necessariamente arrendersi, scivolare in un turbine di foglie secche, senza speranza di vita e di morte. La rassegnazione è una delle vie che portano alla serenità, la più facile, ma non l’unica e non la migliore. Non è importante abbandonare questa o quella sfida, l’importante è non abbandonare se stessi.

Per anni ho graffiato lo stesso tralcio, ho affondato le unghie nel legno, certo che fosse l’unico modo per non cadere.
Ma sbagliavo: le foglie devono piombare al suolo. Ero sopraffatto dal dolore e non mi accorgevo della mia vita che continuava il suo corso, senza sosta.
Credevo di essermi fermato, per riflettere o per commiserarmi o per qualunque altro motivo. Invece indugiavo a proseguire.

Il fatto è che ci sono sempre spiegazioni per ciò che accade; il vero problema è crederci ed accettarle in ogni caso.
Ero precipitato in un mondo senza stelle e c’era troppo polvere sul mio coraggio per ammettere che mio padre era morto e che niente avrebbe potuto farlo tornare in vita.

Avevo fin troppa sete di “perché”.
   
 
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