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Autore: Liz    24/05/2010    9 recensioni
Per voi lui non ha tangibilità, è un’esistenza che si fa chiamare Maverick sui forum e nelle chat, e il cui detto è “Sono troppo vecchio per queste stronzate!”.
Vi siete conosciuti per caso, non ne conoscete né l’aspetto né il nome, ma ci parlate da mesi e solo con lui riuscite a sentirvi bene. Suvvia, quella sensazione di totale abbandono, di completa appartenenza e dipendenza… com’era la vita prima di Maverick? Neanche lo ricordate.

Reila odia Evan largamente ricambiata fin dal giorno in cui sono nati; le loro vite persistono così, in questo equilibrio stabile e bilanciato, ormai da anni.
Ma che fare quando si scopre che il proprio amante virtuale, alias “uomo dei sogni”, è proprio Evan?
Ci sono diverse scelte: buttarsi dal balcone, buttare lui già dal balcone, fare finta di nulla o cambiare radicalmente.
Evan sa cosa fare, ma per Reila ognuna di queste opzioni è sbagliata. Che sia il destino a scegliere ancora una volta, quel destino che li ha voluti anche vicini di casa…!
E forse, se ci si impegna, anche nel proprio nemico si può trovare un’occasione per crescere.
>>DAL CAPITOLO 19 [ULTIMO CAPITOLO] "Il cuore di Reila andò a fuoco nel sentire come l’aveva chiamata: “amore”. La bionda alzò il viso raggiante e gli diede un leggero bacio sulla bocca, alzandosi in punta di piedi quanto più poteva per raggiungerlo."
GRAZIE A TUTTI!!
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EDIT: data la scarsa lunghezza che avrebbe avuto il capitolo 19, ho deciso di unirlo col capitolo 20. Per tutti quelli che hanno già letto il 19, basta andare a metà, al terzo “~” xD. Spero che quest’ultimo capitolo vi piaccia.

Ne approfitto per ringraziare tutti coloro che mi hanno seguita… grazie, davvero. Vi voglio bene <3


I've found a reason for me
To change who I used to be
A reason to start over new

 

Capitolo 19- And the reason is you

 

I

o lo amo… lo amo davvero tanto!

Non sono mai stata brillante in nulla: per chi mi circondava ero una delusione continua, anche per i miei genitori. Quanto avrebbero voluto che diventassi medico! Invece si trovano con una figlia infermiera, come se non bastasse anche mediocre.

Ma quando vidi Evan…

«Un’ infermiera così giovane e carina! Quello che fai è davvero ammirevole!» mi disse così.

Non so se fu solo per far colpo su di me e portarmi a letto, ma in quel momento sentii che tutta la mia vita non era stata uno sbaglio perché mi aveva condotto lì, con lui e quella frase.

Evan è la mia anima gemella, ne sono sicura. Ma io… non sono la sua.

~

Reila entrò eccitata nel locale freddo e vuoto che aveva comprato qualche ora prima.

Era suo. Suo. Il suo sogno era finalmente suo.

Certo, doveva ancora pensare e sistemare un’ infinità di cose ed era certa che sarebbe impazzita in mezzo a tutta la burocrazia… però sentiva dentro di sé una felicità avvolgente e calda: dentro quel posto ancora grigio e disadorno Reila si sentiva a casa.

Per la prima volta la sua vita stava volgendo verso una direzione che sembrava quella giusta: ancora un piccolo sforzo e Reila avrebbe potuto definirsi realizzata. Aveva trovato la sua ciliegina sulla torta, e l’aveva trovata in Evan: una persona che l’amava davvero, la rispettava e la proteggeva, come aveva sempre desiderato; qualcuno con cui vivere, guardare la televisione e mangiare la pizza senza pensieri, solo essendoci; un qualcuno in grado di ascoltarla senza fare finta, e capace di parlare di sé senza mentire: una persona che senza di lei non sapeva immaginare la giornata. [*] Ma anche qualcuno senza cui lei non riusciva a pensare di vivere e respirare.

E anche se c’era ancora l’ombra di Emy tra di loro Reila si sentiva lo stesso calma: aveva capito che la felicità esiste perché esiste il dolore e che lei non poteva farci nulla. Non potevano essere tutti felici nello stesso istante: prima o poi la contentezza sarebbe arrivata per tutti.

Ormai aveva imparato a non subire più i sentimenti altrui, arrivando ad innamorarsi davvero.

Quant’ho lottato contro me stessa per averlo, per riuscire a sfiorare le sue labbra e poterlo prendere per mano?

Quanto sono riuscita a diventare meritevole di lui? Ancora non lo sono, ma il tempo passato a costruire castelli di sogni, di amore, di sesso di sguardi incrociati e di coccole mi ha migliorata.

Solo io so quanto l'ho desiderato.

Vederlo e solo sognare di averlo mio, mi faceva venir l'ansia, mi faceva venir il batticuore e mi faceva stare bene ma male.

Si rese conto di essere cresciuta in quei mesi, solo grazie ad Evan; sorrise divertita nel ripensare a quella fatidica sera in cui Maverick ed Apple si incontrarono sul tetto di un edificio e si baciarono, dando origine a una serie di eventi che a distanza di tempo le sembrarono assurdi.

Reila si appoggiò una mano sul cuore sorridendo, sentendolo battere più forte al solo pensiero di Evan.

Come riuscire a descrivere ciò che provava in quei momenti? Le parole non basterebbero per raccontare il calore e l’allegria che il pensiero di non essere sola le davano.

Era una profonda soddisfazione, una sensazione di orgoglio e piacere che la facevano volare.

Reila era davvero fortunata. Miliardi di persone passano la vita per cercare quella sensazione e provarla anche solo per un secondo, mentre lei la provava incessantemente da ormai due settimane.

~

Quando uscì dal locale trovò davanti a sé Evan appoggiato alla propria auto che la aspettava.

Reila sorrise sopresa verso il ragazzo che la salutò facendole cenno di andare ad abbracciarlo; senza farselo ripetere Reila trotterellò da lui contenta, arrossendo col batticuore mentre si stringeva morbidamente a lui.

«Ma cosa ci fai qui?»

«Ma come amore? Dobbiamo festeggiare la tua nuova pasticceria, no?» le rispose sorridendo.

Il cuore di Reila andò a fuoco nel sentire come l’aveva chiamata: “amore”. La bionda alzò il viso raggiante e gli diede un leggero bacio sulla bocca, alzandosi in punta di piedi quanto più poteva per raggiungerlo.

«Dai andiamo a casa!» suggerì lei, sfuggendo velocemente alla presa di Evan, che la guardò ridendo senza speranze.

 

Evan fermò l’auto sotto casa propria; ma sia i suoi pensieri che quelli di Reila erano stati totalmente deviati dai progetti che avevano fatto per quella serata: davanti al portone del suo condominio stava infatti Emy, che lo attendeva composta e immobile, lasciando trasparire dagli occhi una sensazione di profonda inadeguatezza.

«Evan…» mormorò Reila preoccupata, rivolgendosi al ragazzo.

«Vai in casa, Reila. Ci sentiamo dopo»

I due si guardarono a lungo, cercando uno negli occhi dell’altro una sorta di premonizione.

All’improvviso Evan sorrise, accarezzandole dolcemente una guancia col dorso della mano «Sto morendo dalla voglia di baciarti. È meglio che vai»

Reila arrossì ed annuì, scendendo dall’abitacolo; salutò Reila con un cenno di mano e si avviò verso casa sua.

Quando Evan fu davanti a lei, Emy gli gettò le braccia al collo cercando un contatto coi suoi occhi sfuggenti «Evan! Perché eri con lei?»

«Sono cose che non ti intiressano» rispose lui stizzito allontanandola per andare ad aprire il portone esitando con le chiavi, per riflettere su ciò che doveva fare.

Appena entrarono nell’appartamento di Evan, Emy gli si fece incontro e gli diede un bacio stringendo le mani attorno alla sua nuca; Evan tuttavia non rispose ai tentativi della mora di approfondire il bacio, rimanendo immobile e glaciale a quel contatto.

«Che bacio freddo…» sussurrò Emy leccandosi le labbra.

«Ma cosa ci fai ancora qui Emy?»

La voce secca e distante di Evan le spezzarono ulteriormente il cuore, già ferito da quegli ultimi due mesi in cui Evan le aveva più volte detto chiaramente di volerla lasciare.

Ogni volta le scoppiava a piangere, scongiurandolo di non farlo perché senza di lui lei sarebbe morta. Gli aveva detto queste precise parole e, col senno di poi, la ragazza aveva provato una profonda vergogna di essersi ridotta in quello stato.

Ma non riusciva a farci nulla: amava troppo Evan e ammettere che fosse finita la distruggeva da dentro.

«Io non ti amo più Emy» disse Evan all’improvviso, rimuovendo con dolcezza le braccia di Emy strette attorno al suo collo. La guardò intensamente con gli occhi colmi di malinconia ed Emy si ritrasse spaventata con un movimento violento.

«N-no… Evan… non farlo!» balbettò scoppiando a piangere.

Doveva riuscirci anche questa volta, doveva tenerlo ancora stretto a sé. Ma vide Evan chinare il capo sconsolato, mentre si portava una mano sulla fronte e capì che ormai era tutto finito.

Tutto.

«Finiscila Emy. Non ne posso più delle tue lacrime. Io ti voglio ancora bene e, ti prego, non vorrei mai arrivare ad odiarti.»

Emy deglutì, cercando a stento di rimanere in piedi.

Sono una delusione continua. Un’esistenza che è d’impiccio a tutti.

«Tu… sei stato con Reila?»

Il ragazzo la fissò sbalordito, senza capire dove Emy volesse andare a parare. «No, se per “essere stato” intendi “esserci stato a letto”» disse alla fine, diffidente «… ma sul fatto che io la ami non ci sono dubbi»

Evan vide Emy stringere i pugni fino a che le mani non divennero rosse; tremava nello sforzo di non piangere e gli fece un’enorme pena. Ma doveva rompere con lei una volta per tutte. «Tu non meriti di essere presa in giro. Io non ti amo, non più almeno… e tu devi ancora incontrare la tua anima gemella»

Si avvicinò a lei titubante, studiandola attentamente «Baste Emy» ripetè abbracciandola «Separiamoci»

È arrivato il momento che tu trovi la vera felicità.

 

Emy uscì all’aria calda degli inizi di maggio respirandola profondamente, mentre una leggera brezza le scuoteva i capelli corti.

Cercò di rimettere assieme i pezzi del suo cuore mentre osservava l’espressione scossa di Reila in piedi davanti a lei, che molto probabilmente stava aspettando di salire da Evan per sapere come fosse andata.

Emy sorrise amaramente mentre si allontanava senza salutare dalla bionda, che aveva sussurrato il suo nome preoccupata. La mora di fermò pensierosa a pochi passi da lei «Non ce l’ho con te, Reila, per niente. È stata solo colpa mia che non sono stata capace di tenermelo stretto».

Reila sentì delle piccole lacrime scorrerle sulle guance mentre guardava l’immagine di Emy allontanarsi per sempre lungo la strada illuminata dal sole.

 

Reila si girò verso la porta da cui Emy era appena uscita e la osservò chiamarla ancora aperta.

Era arrivato il momento di scegliere: essere egoisti e andare da Evan a fare l’amore con lui fino a morire, o scappare dai sentimenti come aveva sempre fatto?

Era davvero così cresciuta come pensava? Non era forse una stupida convinzione, creata da lei stessa per credere di essere meritevole di Evan?

Chinò la testa tremando e corse via, dirigendosi verso l’unica persona che avrebbe saputo indicarle la strada.

~

Appena Selene aprì la porta di casa Reila la si gettò tra le braccia, piangendo.

La mora rimase meravigliata per qualche secondo, spaventandosi anche un po’, ma poi aveva accolto in casa l’amica con dolcezza e tranquillità, facendola sedere sul divano in salotto e portandole una tazza di tè per calmarla.

Nonostante fosse leggermente arrabbiata – per quanto si sforzasse di esserlo – con Reila ed Evan non riuscì a rifiutarla ridotta in quello stato; così ascoltò in silenzio le parole di Reila, rotte dai singhiozzi.

«Non so neanche io bene di cosa ho paura… forse ho solo timore di tutta questa felicità! Evan ora è mio, solo mio. Stiamo assieme e io sento di poter toccare il cielo con un dito, perché finalmente mi sono innamorata davvero… Ma…»

Selene la guardò seria «… Ma?» la incitò.

La bionda si girò verso di lei, completamente rossa in viso «… Ma ho paura che questa felicità un giorno possa finire!»

Un sorriso tenue comparve sul viso della mora, che avvolse Reila in un caldo abbraccio consolatorio

«Quanto sei sciocchina Reila? È comprensibile che tu sia spaventata ma è una cosa stupida non tentarci almeno per timore del futuro… se è destinata a durare sarà così. Altrimenti, potrete vivere senza rimpianti…»

Reila ricambiò la stretta, calmandosi un attimo tra le braccia dell’amica

«…Poco fa ho incontrato Emy; Evan l’aveva appena lasciata. Quando ho visto il suo viso mi sono sentita morire per come la sto facendo soffrire. Nonostante mi ripeta che senza dolore non esiste la felicità, non riesco a non ritenermi schifosamente egoista…»

È giusto calpestare i sentimenti degli altri pur di raggiungere la propria felicità? È davvero intrinseco nella natura umana pensare solo a realizzare sé stessi, inseguendo la mera illusione di avere trovato il proprio scopo, senza preoccuparsi minimamente del mondo che ci sta attorno?

Selene esitò un attimo su come rispondere. Di certo si era arrabbiata con Evan perché aveva coinvolto Reila in quel triangolo assurdo, mentre a Reila rimproverava il fatto di non aver resistito ed essersi lasciata trascinare; ma conosceva bene Reila e questa volta doveva essere davvero qualcosa di serio per farla scontrare con la propria morale.

«Io ho calpestato Emy senza curarmi minimamente di lei. Io volevo Evan con tutta me stessa e nient’altro…» continuò la bionda mentre si asciugava le lacrime, ormai quasi completamente calma dopo quell’improvvisa crisi di pianto.

«Ti sbagli anche in questo caso, Reila. Cercare la felicità, desiderare una persona, inseguire un sogno… non è egoista: è umano»

Le parole di Selene la stupirono, smuovendole qualcosa dentro. Reila arrossì profondamente, senza neanche saperne il perché.

«Tu ami Evan?»

«…Certo»

«E allora cosa ci fai ancora qui? Ha appena lasciato Emy per te! Corri tra le sue braccia e festeggiate! Al dopo ci penserete quando sarà il momento!» la spronò Selene con tono allegro, mentre la aiutava ad alzarsi e la accompagnava alla porta.

Reila le sorrise come a lei piaceva tanto e Selene sentì di aver fatto la cosa giusta; alla fine, la felicità di Reila era l’unica cosa che mai le era importata da quando erano amiche. Aveva anche provato il sogno di essere lei a renderla felice, per poter avere quel sorriso che tanto le scaldava il cuore solo per sé; col tempo però il desiderio di vederla felice sempre e comunque aveva annullato il desiderio di essere lei il motivo della sua felicità.

La salutò con un bacio e le augurò buona fortuna, guardandola allontanarsi sorridente.

~

La bionda si precipitò in camera da letto, aprì l’armadio immenso e ne tirò fuori il suo vestito preferito rosa pallido, che avrebbe poi coperto con un maglioncino bianco.

Oh, ma perché si stava agitando così tanto? Non era necessario vestirsi benissimo per andare a cena da Evan: ormai l’aveva vista anche nel suo pigiamone antistupro, cosa poteva esserci di peggio?

Ciononostante, senza rifletterci, infilò sopra i collant bianchi spessi le sue Dior nuove, rosa chiaro con un cinturino di strass sulla caviglia. Le avrebbero portato fortuna: erano belle, erano nuove, ed erano pure costate un capitale!

Si sentì ancora più stupida, ma ormai stava già correndo per strada nel suo vestito forse un po’ troppo elegante, verso una serata che sapeva sarebbe stata la più bella della sua vita.

 Suonò il citofono tremante ed Evan le aprì; senza smettere di correre salì le scale, stando però attenta alle scarpe, e alla fine si trovò davanti al ragazzo che la aspettava sulla soglia del suo appartamento.

Appena lo vide Reila rallentò la corsa, per godersi quel momento di sospensione, dove il cuore di entrambi poteva finalmente smettere di battere nell’ansia dell’attesa.

Reila notò con piacere che anche Evan era stato stupido come lei e si era vestito abbastanza bene: una camicia nera, jeans scuri e quella barba del giorno prima a cui lei proprio non sapeva resistere.

«Ehi» la salutò lui, leggermente impacciato, mentre anche la ragazza arrossiva imbarazzata.

Ormai Evan aveva imparato a convivere con quell’innocenza che lo prendeva appena era solo con Reila: ancora non sapeva dargli un motivo; forse era solo dato dal fatto che con lei era sempre tutto completamente diverso? Anche la sua sola vista sembrava diversa da quella delle altre ragazze: Reila era più… più cosa?

Nel frattempo la la bionda gli si era avvicinata titubante, senza sapere cosa fare. Dov’era finita tutta la sicurezza che aveva avuto fino a poco prima? Era svanita completamente, mentre i dubbi ricominciavano a riaffiorare. Ma appena Evan la strinse morbidamente, Reila capì cosa intendeva Selene poco prima:

la loro storia finirà? Si lascieranno? Poco importa, perché mentre Evan la baciava Reila sentì di aver raggiunto quella sensazione, la ciliegina sulla torta che anelava da una vita; che tutti cercano nella vita.

E se anche un giorno questa finirà potrà dire di aver avuto il privilegio di assaporarla, di non avere quindi creato motivi di rimpianto. Potrà affermare di avere trovato il senso della vita… e Reila aveva trovato il suo tra le braccia di Evan.

Una scarica la percorse interamente quando la lingua di Evan sfiorò la sua, portandola istintivamente a stringere le mani attorno al suo collo. Il ragazzo si staccò ansimante, osservando serio gli occhi languidi di Reila.

La guardò intensamente, scrutandola fin nel profondo; Reila chiuse le palpebre e una piccola lacrima le percorse una guancia mentre si lanciava di nuovo su Evan.

Leggermente sopreso da un tale slancio di passione, il moro chiuse la porta di casa con un calcio, spingendo Reila verso il salotto senza smettere di baciarla; le sua mani la accarezzavano, la stringevano, la assaporavano in ogni parte: finalmente Evan poteva avere Reila senza più remore, poteva gustarla lentamente… ma ormai non riusciva neanche più a pensare, talmente era la foga con cui Reila lo baciava e si addossava a lui. Sorrise compiaciuto nel pensare che non avrebbe mai immaginato Reila così passionale.

Si staccarono con lentezza e Reila chinò subito il viso, rosso di vergogna, per non dover guardare Evan negli occhi: sapeva benissimo che il suo cuore non avrebbe retto.

Evan le accarezzò le guance col dorso della mano, scorrendo poi sulla pelle del collo e sotto il maglioncino bianco, cominciando a sbottonarlo con una lentezza disarmante e facendolo poi cadere a terra. Con la stessa mano tornò a lambire la spalla di Reila, spostandosi sul suo petto sotto il quale sentiva il suo cuore pulsare più velocemente del normale.

Spostò gli occhi assorti sul viso della bionda, talmente arrossato e arruffato che gli strappò un sorriso di tenerezza; le diede un bacio sulla fronte, mentre cominciava a scostare una spallina del suo vestito. La sentì trattenere il fiato mentre la sua mano scendeva lungo la cerniera dell’abito, sfiorandola lungo tutta la schiena, ma percepì anche la stretta della mani della ragazza sulla sua camicia acuirsi per poi spostarsi sui bottoni e slacciarli così con un leggero impaccio; Evan tremò per l’emozione, ma Reila non se ne accorse.

Ben presto si trovarono nudi addosso all’altro, sdraiati sul tappetto del salotto ai piedi del divano.

Le mani di Evan percorsero il corpo di Reila, indugiando sui suoi seni, mentre lei si tendeva sotto di lui tra imbarazzo e piacere. Arrivò a sfiorarle l’ombelico e poi più giù; trattennero entrambi il respiro e Reila inarcò la schiena, raggiungendo le labbra del ragazzo: le baciò, le mordicchiò dolcemente e le assaporò con attenzione, gemendo un po’ più forte quando arrivò al limite. Voleva Evan, lo desiderava con tutta sé stessa. Voleva sentirsi completa e piena di lui.

Evan intuì le intenzioni della ragazza e adagiandola dolcemente sotto di lui, la baciò senza fretta. Poi, piano piano scivolò dentro di lei, posizionandosi meglio sopra il suo corpo.

«Evan» mormorò Reila trattenendo il fiato mentre il ragazzo entrava completamente dentro di lei. Evan sentì il proprio cuore esplodere nel sentire la sua voce dolcemente eccitata e si chinò a baciarla di nuovo, mentre le mani vagavano sul suo seno.

Cominciò a muoversi dolcemente, mentre i sospiri crescevano e i gemiti si diffondevano nell’aria scura e silenziosa dell’appartamento. Mentre Evan le teneva le cosce Reila si strinse alla sua schiena contratta nei movimenti, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo; sentirla respirare affannata sulla sua pelle aumentava l’eccitazione di Evan, che senza più controllo si mise seduto in ginocchio trascinadola con sé. Affondò nel petto di Reila il viso, mentre lei gli stringeva la testa e gli baciava i capelli con una dolcezza spiazzante.

Mentre veniva pochi secondi dopo Reila, Evan sentì il proprio animo calmarsi e rinvigorirsi; si sentì vivere e si chiese se l’avesse mai percepito davvero così chiaramente.

In nessun caso avrebbe pensato che quella ragazza che aveva odiato per vent’anni, coi suoi occhi spauriti e le sue preoccupazioni eccessive, sarebbe diventata il collante della sua anima, la causa che gli impediva di crollare sotto il peso della vita… ma intanto che si baciavano ancora ansimanti, tutti i pensieri di Evan svanirono per concentrarsi come calore nel suo cuore e lì depositarsi, per sempre.

Alla fine il sorriso di Reila, quella piccola fiamma debole da proteggere, era riuscito a penetrare così in profondità in lui che il suo ricordo non l’avrebbe più lasciato.

«Reila…» sussurrò lui, allontanandosi di pochi centimetri da lei.

Mentre Evan sfuggiva al suo tentativo di baciarlo ancora la ragazza mugulò «Eh?», confusa e un po’ imbronciata.

«… Finalmente posso dirtelo…» le bisbigliò sfiorandole il naso col suo.

Reila arrossì ed Evan le alzò il mento col pollice, baciandola delicatamente a stampo «Ti amo»

Il ragazzo non riuscì a decifrare l’espressione della bionda e probabilmente anche lei non sapeva bene come comportarsi. Ma, dopo aver esitato un attimo spostando gli occhi velocemente, fissò lo sguardo sul viso di Evan con una decisione un po’ troppo evidente e scandì con enfasi «Anche io…»

«Lo so» la provocò lui, fingendo rassegnazione.

«Eeeh?» borbottò lei, preoccupata.

Evan sorrise felice. «Ti prego, non smettere mai di dire “eh?”…»

 

 

 

 

 

 

[*] Dal capitolo 1 – “La ciliegina sulla torta”

 

 


 

Note per riempire lo spazio

 

Non per dire… ma ho praticamente finito il liceo (speriamo XD), è finito Lost e ora finisce pure Soundless.

È un momento di grandi cambiamenti!!

See… magari… mai i cambiamenti che vorrei comunque ç_ç

Comunque…

Voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno sostenuta in questa storia, commentandola, leggendola o anche solo guardandola di sfuggita.

È cominciata nel 2008 – così tanto tempo fa? O_O – e mi ha seguita a lungo, così a lungo che mi dispiace infinitamente doverla lasciare…

 

 

Vallinda: grazie per tutti i complimenti, sei troppo gentile <3 spero che il capitolo ti sia piaciuto!! Fammi sapere che ne pensi ;)

Valentina78: grazie!! Fammi sapere che pensi di questo capitolo <3

Black Lolita: ma ciau <3 hai ragione, in fondo Evan e Reila si amano già da molto tempo ed è quindi inevitabile che non riescano più a controllarsi… Comunque come vedi finalmente Evan ha tirato fuori le palle e ha lasciato Emy! Spero che ora sarai felice >-< essì, l’ispirazione sembra essermi tornata pensa che ho già in mente una bozza moooolto bozza di una nuova storia, però si dovrà aspettare un po’ prima di leggerla perché è ancora molto confusa e ora manca un mese alla maturità… quindi alla morte XD un bacio :*

 

 

Bene, ragassuole mie siamo giunti alla fine… L

Ho già in mente un abbozzo per la prossima storia, ma causa maturità non arriverà a breve, anche per il fatto che ancora è molto confusa ^^ Spero di ritrovare qualcuna di voi anche lì!

Un bacio enorme a tutti *_*

ALLA PROSSIMA!!

Liz

 

 

 

   
 
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