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Autore: ranyare    26/05/2010    14 recensioni
Un giovane, nulla più di un ragazzo.
Un ragazzo, incoronato Re.
Un semplice ragazzo come tanti, che si ritrova a portare sulle spalle il peso di un regno intero.
Cos'avrà pensato, in quel momento, quando la corona dorata ha sfiorato i suoi capelli?
Ho provato a dare una risposta a questa domanda. E ci ho messo l'anima, il cuore, lo spirito.
Buon Diciottesimo Compleanno, Fla.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Peter Pevensie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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maquantoseipuccio xD






And, to the clear, northern Sky…

 

Reprimo un brivido, un brivido intenso che scorre lungo la mia schiena, quando €la corona d’oro sfiora i miei capelli.

 

…I give you King Peter, the Magnificent.

 

Re Peter.

Re Peter, il Magnifico.

La pelle d’oca si espande su tutto il mio corpo, sotto gli abiti sontuosi, quando ci alziamo in piedi. Ed il silenzio, silenzio fatto di sguardi e di sorrisi, accoglie l’incoronazione dei Re e delle Regine di Narnia esattamente un istante prima dei giubili.

Stordito, lascio che un sorriso si disegni appena sul mio volto. Lascio che gli applausi dei presenti, che le grida festanti, lascio che tutto mi raggiunga e mi avvolga in un ovattato bozzolo di surreale confusione.

Re Peter.

Com’è possibile?

Ancora fatico a crederci.

Ancora mi è sconosciuto, il destino che ha portato me ed i miei fratelli qui, a Narnia, dove la nostra strada era già stata scritta.

Aslan sorride enigmatico, notando la mia tensione, notando il mio smarrimento. Quel sorriso misterioso, antico di millenni, che si disegna in un modo inspiegabile sul volto del leone che interpreta.

Non sono più convinto che sia davvero un leone, Aslan è qualcosa di più; Aslan è quel ruggito che ha echeggiato nel mio cuore, spingendomi a combattere Jadis. Aslan è la forza che mi ha spinto ad uccidere quel lupo, per proteggere la mia famiglia, le mie sorelle.

Aslan è parte di me. Aslan, è parte di noi.

Sono soltanto un ragazzo.

Ho combattuto, ho stretto in pugno la spada alzandola verso i miei nemici; il mio popolo – il mio popolo, suona così strano dirlo, pronunciarlo, sentirlo vero nel mio petto – ricorderà le gesti della battaglia in odi, in ballate, in racconti che verranno tramandati di padre in figlio, di adulto in bambino.

Ma io, sono soltanto un ragazzo.

Com’è possibile? Come posso essere pronto per tutto questo?

Come posso guidare la mia gente, non posso definirli in altro modo che questo, quando nemmeno io so che cosa fare?

Come posso imparare, se ora già ci acclamano come loro Re e loro Regine?

Ho paura.

Ho paura di non essere abbastanza, ho paura che il peso della corona che ora indosso diventi troppo gravoso. Non so quanto io possa essere pronto, per regnare.

Io, un ragazzino insolente della periferia di Londra.

Io, che ho combattuto e ucciso per la mia gente.

Io, che in Inghilterra non ho mai trovato nulla, che rendesse il mio cuore festante e gioioso com’è adesso.

Io, che non ho mai trovato la mia casa.

Sento il petto trepidare, il battito pulsante travolgermi, inondarmi le orecchie; è questo che si prova, a crescere? Questo indefinito senso di confusione, di smarrimento, insieme ad una sicurezza che mai ho provato prima di adesso?

È questo, diventare grandi?

Ho sempre considerato crescere come un qualcosa che non mi riguardasse. Arrogantemente, ho pensato di essere già adulto; io, il fratello maggiore, con il compito inconscio di proteggere i miei fratelli, con l’arroganza e la sicumera di essere sempre il migliore, di primeggiare.

Eppure guardali, adesso, Peter Pevensie.

Siete qui. Tutti e quattro.

L’emozione di Edmund, il suo disagio; la colpa brucia ancora, nonostante abbia voluto redimersi, nonostante il suo coraggio, nonostante abbia quasi perduto la vita per dimostrare di essere uno di noi.

Sue. Susan sorride, Susan sembra finalmente serena, felice, a posto con sé stessa; non ha più paura di Narnia, non ha più timore di quello che ci aspetta. Lei, ed i suoi dolci occhioni azzurri, hanno già conquistato i cuori del nostro popolo.

E Lucy.

Mi permetto di osservare mia sorella un po’ più a lungo, sentendo un indefinito senso di dolce tristezza pervadermi, scivolare sotto la mia pelle.

Lucy è splendida.

Lucy è nata per questo.

Lucy, è tutto ciò che posso definire Narnia.

Tornano i brividi, quando la guardo, quando vedo il suo sorriso gioioso – un sorriso che l’età adulta non potrà mai intaccare, né rovinare. Narnia è il suo posto, Narnia è la sua casa, non avrei mai visto mia sorella tanto splendida, in Inghilterra.

Narnia è il suo posto.

Ed è anche il mio.

Sì…sì.

È anche il mio.

Narnia è casa. Narnia è dove ero destinato ad essere, dove il mio futuro attende soltanto di essere scritto.

Sono soltanto un ragazzo, è vero.

Ma sono un ragazzo che crescerà. Non sono solo.

Sono un ragazzo che imparerà a prendersi cura della sua gente, del suo popolo.

Sono un ragazzo che imparerà a guidarli, a proteggerli.

Sono un ragazzo, sono un ragazzo che imparerà ad essere un uomo, prima di essere un Re.

 

 

Noto una bambina, fra le ninfe.

Le Naiadi sono gioiose, vedo i loro corpi fatti di splendide e chiare acque cristalline risplendere nella piena luce del Sole.

E vedo quella bambina. Quella bambina che sorride, di un sorriso che riesce a scaldarmi il cuore.

Esattamente come il Sole splendente, vivido, che oggi saluta i nuovi regnanti di Narnia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

My Space:

ooooh, ma non ci credo: Peter è intelligente!!!!! xD

No, okay, faccio la persona seria. Ho provato a calarmi in questo personaggio che tanto mi rassomiglia, e che altrettanto non sopporto, in questo preciso momento del film (non ho mai letto i libri, non vogliatemene). È un momento che in particolare mi ha sempre dato i brividi, come mi ha dato i brividi scrivere questa breve one shot sui pensieri dell’Alto Re di Narnia; ho provato a vedere oltre il coraggio, oltre la maschera di guerriero, per trovare il ragazzo che si ritrova un po’ spaurito a governare un intero regno.

Si può anche interpretare come un “prequel” della mia long fiction, Narnia’s Rebirth: essì, proprio per la parte finale. Lascio a voi le conseguenze del caso O=D

Piccola noticina: questa è ufficialmente la QUARANTESIMA storia che pubblico su EFP. Non lo so, ma mi pare un traguardo simpatico (:

 

Questa one shot è stata scritta per un motivo preciso. Non sono l’unica persona che si emoziona con questo film, anzi; in particolare, la mia piccola Fla ha sempre adorato questa parte, questo preciso momento. È un piccolo folletto di Narnia, la Fla, non potrei immaginarla in nessun altro contesto fantasy ^__^

E oggi, 26 maggio duemiladieci, la mia pupattola compie diciotto anni.

Lo so, magari ti aspettavi qualcos’altro; magari ti aspettavi qualcosa di dolcioso, qualcosa di più intimo. Mi dispiace, per questo, ma davvero ho seri problemi a scrivere – e tu lo sai meglio di chiunque altro ^^’

Però ci ho messo il cuore, in questa. È una cosa piccina, magari stupida, ma è il mio modo di augurarti un buon compleanno, pupattola.

Ti voglio tanto bene. Tanto tanto tanto <3






Fra parentesi, ho fatto in modo che questa fosse la prima fic del 26 maggio; ma sarò brava? :P

   
 
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