And,
to the clear, northern Sky…
Reprimo un
brivido, un brivido intenso che scorre lungo la mia schiena, quando €la corona
d’oro sfiora i miei capelli.
…I
give you King Peter, the Magnificent.
Re Peter.
Re Peter, il Magnifico.
La pelle d’oca
si espande su tutto il mio corpo, sotto gli abiti sontuosi, quando ci alziamo
in piedi. Ed il silenzio, silenzio fatto di sguardi e di sorrisi, accoglie
l’incoronazione dei Re e delle Regine di Narnia esattamente un istante prima
dei giubili.
Stordito,
lascio che un sorriso si disegni appena sul mio volto. Lascio che gli applausi
dei presenti, che le grida festanti, lascio che tutto mi raggiunga e mi avvolga
in un ovattato bozzolo di surreale confusione.
Re Peter.
Com’è
possibile?
Ancora
fatico a crederci.
Ancora mi è
sconosciuto, il destino che ha portato me ed i miei fratelli qui, a Narnia,
dove la nostra strada era già stata scritta.
Aslan
sorride enigmatico, notando la mia tensione, notando il mio smarrimento. Quel
sorriso misterioso, antico di millenni, che si disegna in un modo inspiegabile
sul volto del leone che interpreta.
Non sono
più convinto che sia davvero un leone, Aslan è qualcosa di più; Aslan è quel
ruggito che ha echeggiato nel mio cuore, spingendomi a combattere Jadis. Aslan
è la forza che mi ha spinto ad uccidere quel lupo, per proteggere la mia
famiglia, le mie sorelle.
Aslan è
parte di me. Aslan, è parte di noi.
Sono
soltanto un ragazzo.
Ho
combattuto, ho stretto in pugno la spada alzandola verso i miei nemici; il mio
popolo – il mio popolo, suona così strano dirlo, pronunciarlo, sentirlo vero
nel mio petto – ricorderà le gesti della battaglia in odi, in ballate, in
racconti che verranno tramandati di padre in figlio, di adulto in bambino.
Ma io, sono
soltanto un ragazzo.
Com’è possibile?
Come posso essere pronto per tutto questo?
Come posso
guidare la mia gente, non posso definirli in altro modo che questo,
quando nemmeno io so che cosa fare?
Come posso
imparare, se ora già ci acclamano come loro Re e loro Regine?
Ho paura.
Ho paura di
non essere abbastanza, ho paura che il peso della corona che ora indosso
diventi troppo gravoso. Non so quanto io possa essere pronto, per regnare.
Io, un
ragazzino insolente della periferia di Londra.
Io, che ho
combattuto e ucciso per la mia gente.
Io, che in
Inghilterra non ho mai trovato nulla, che rendesse il mio cuore festante e
gioioso com’è adesso.
Io, che non
ho mai trovato la mia casa.
Sento il
petto trepidare, il battito pulsante travolgermi, inondarmi le orecchie; è
questo che si prova, a crescere? Questo indefinito senso di confusione, di
smarrimento, insieme ad una sicurezza che mai ho provato prima di adesso?
È questo, diventare
grandi?
Ho sempre
considerato crescere come un qualcosa che non mi riguardasse.
Arrogantemente, ho pensato di essere già adulto; io, il fratello
maggiore, con il compito inconscio di proteggere i miei fratelli, con
l’arroganza e la sicumera di essere sempre il migliore, di primeggiare.
Eppure
guardali, adesso, Peter Pevensie.
Siete
qui. Tutti e quattro.
L’emozione
di Edmund, il suo disagio; la colpa brucia ancora, nonostante abbia voluto
redimersi, nonostante il suo coraggio, nonostante abbia quasi perduto la vita
per dimostrare di essere uno di noi.
Sue. Susan
sorride, Susan sembra finalmente serena, felice, a posto con sé stessa; non ha
più paura di Narnia, non ha più timore di quello che ci aspetta. Lei, ed i suoi
dolci occhioni azzurri, hanno già conquistato i cuori del nostro popolo.
E Lucy.
Mi permetto
di osservare mia sorella un po’ più a lungo, sentendo un indefinito senso di
dolce tristezza pervadermi, scivolare sotto la mia pelle.
Lucy è
splendida.
Lucy è nata
per questo.
Lucy, è
tutto ciò che posso definire Narnia.
Tornano i
brividi, quando la guardo, quando vedo il suo sorriso gioioso – un sorriso che
l’età adulta non potrà mai intaccare, né rovinare. Narnia è il suo posto,
Narnia è la sua casa, non avrei mai visto mia sorella tanto splendida, in
Inghilterra.
Narnia è il
suo posto.
Ed è
anche il mio.
Sì…sì.
È anche
il mio.
Narnia è casa.
Narnia è dove ero destinato ad essere, dove il mio futuro attende soltanto di
essere scritto.
Sono
soltanto un ragazzo, è vero.
Ma sono un
ragazzo che crescerà. Non sono solo.
Sono un
ragazzo che imparerà a prendersi cura della sua gente, del suo popolo.
Sono un
ragazzo che imparerà a guidarli, a proteggerli.
Sono un
ragazzo, sono un ragazzo che imparerà ad essere un uomo, prima di essere un Re.
Noto una
bambina, fra le ninfe.
Le Naiadi
sono gioiose, vedo i loro corpi fatti di splendide e chiare acque cristalline risplendere
nella piena luce del Sole.
E vedo
quella bambina. Quella bambina che sorride, di un sorriso che riesce a
scaldarmi il cuore.
Esattamente
come il Sole splendente, vivido, che oggi saluta i nuovi regnanti di Narnia.
My Space:
ooooh, ma non ci credo: Peter è intelligente!!!!! xD
No, okay, faccio la persona seria. Ho provato a calarmi in questo personaggio che tanto mi rassomiglia, e che altrettanto non sopporto, in questo preciso momento del film (non ho mai letto i libri, non vogliatemene). È un momento che in particolare mi ha sempre dato i brividi, come mi ha dato i brividi scrivere questa breve one shot sui pensieri dell’Alto Re di Narnia; ho provato a vedere oltre il coraggio, oltre la maschera di guerriero, per trovare il ragazzo che si ritrova un po’ spaurito a governare un intero regno.
Si può anche interpretare come un “prequel” della mia long fiction, Narnia’s Rebirth: essì, proprio per la parte finale. Lascio a voi le conseguenze del caso O=D
Piccola noticina: questa è ufficialmente la QUARANTESIMA storia che pubblico su EFP. Non lo so, ma mi pare un traguardo simpatico (:
Questa one shot è stata scritta per un motivo preciso. Non sono l’unica persona che si emoziona con questo film, anzi; in particolare, la mia piccola Fla ha sempre adorato questa parte, questo preciso momento. È un piccolo folletto di Narnia, la Fla, non potrei immaginarla in nessun altro contesto fantasy ^__^
E oggi, 26 maggio duemiladieci, la mia pupattola compie diciotto anni.
Lo so, magari ti aspettavi qualcos’altro; magari ti aspettavi qualcosa di dolcioso, qualcosa di più intimo. Mi dispiace, per questo, ma davvero ho seri problemi a scrivere – e tu lo sai meglio di chiunque altro ^^’
Però ci ho messo il cuore, in questa. È una cosa piccina, magari stupida, ma è il mio modo di augurarti un buon compleanno, pupattola.
Ti voglio tanto bene. Tanto tanto tanto <3
Fra parentesi, ho fatto in modo che questa fosse la prima fic del 26 maggio; ma sarò brava? :P