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Autore: Ilune Willowleaf    01/09/2005    8 recensioni
c'è un'immagine in cui Amelia ha in braccio una bambola-Zel... e se Zel diventasse DAVVERO una bambola? Scritta in una sera di delirante voglia di coccole.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amelia, Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dolly Zel
Dolly Zel
Da un’idea di: Roweena
scritta ed elaborata da: Ilune Willowleaf
Questa storia l’ho scritta io, ma è un plot bunny (idea che ti viene in mente e che affidi ad altri da sviluppare) di Roweena, che è una Zel/Ame fan all’ultimo stadio!
Spero tanto di poter adottare altri tuoi plot bunny da sviluppare, Rowe-chan!
In una grotta, lassù, sull’alta collina con quella strana forma di… ahnem, di donna distesa e… si, bella discinta, ci sta uno scienziato che, se proprio pazzo non si può definire, non ha proprio tutti i venerdì… e neaanche i martedì, se è per questo.
Ma Zelgadiss aveva saputo che era un esperto di pozioni. Era lì in zona, e, tentare per tentare…
Così, la chimera si arrampicò per il sentiero che si inerpicava sul fianco della collina-donna, serpeggiava tra i propseri seni, si allungava sull’altopiano della pancia, e arrivava alla caverna posta…
La pelle pietrosa di Zel si imporporò per l’imbarazzo, quando si rese conto DOVE lo stravagante scienziato aveva scavato la grotta artificiale, su quelle colline che erano precise una donna ignuda straiata…
Un’ora dopo, un piccolo oggetto morbidoso solcò il cielo chiaro del mattino…
Bosco, qualche decina di km più a nord.
-Lina! Guarda qui!-
-Che c’è, Amelia?-
La principessa di Saillune raggiunse i compagni, Lina, Gourry e Silphiel, con un oggetto in mano.
-Guarda questa bambola, Lina. Non ti pare uguale spiccicata a Zel?- la ragazza mostrò una pacioccosa bambola di tessuto simile al jeans, azzurro, con scaglie più scure e capelli lanosi. I vestiti erano beige, e una spada morbidosa e imbottita pendeva da una cinturina in miniatura.
Era Zel spiccicato.
-Notevole. Ma chi si sarà dato la pena di fare un souvenir di Zel? Dove l’hai trovata, Amelia?- chiese Lina, rigirando la bambola.
-Laggiù, tra i cespugli dietro i quali ero andata a… annaffiare le margherite…-
-Mah. Forza, muoviamoci, o non arriveremo al prossimo villaggio per cena!- esclamò la rossa, lanciando la bambola ad Amelia, e riprendendo il passo di marcia.
Amelia sorrise, poi si infilò la bambola alla cintura, e seguì gli altri. Ogni tanto, la tirava fuori e la coccolava un po’.
Amelia e Silphiel mangiarono in fretta e in silenzio, troppo impegnate a salvaguardare le loro ordinazioni dalla fame vorace di Lina e di Gourry per chiacchierare molto.
Ma prima che si ritirassero a dormire, Silphiel chiese di esaminare la bambola.
-È strano… percepisco un campo magico attorno ad essa… ma non so il perché. - strinse le spalle -Oh, beh, potrebbe essere stata nella casa di qualcuno che pratica la magia. -
-Me la ridai, Silphiel?-
-Oh, si, certo, Amelia. Oh, come vorrei avere una bambola così di Gourry caro!- sospirò la sacerdotessa, immersa in teneri e zuccherosi sogni.
Amelia la lasciò alle sue cariogeniche visioni, e se ne andò a dormire, dopo aver augurato la buonanotte a tutti. Non era ancora calato il sole, ma si sentiva molto stanca.
Sorridendo e canticchiando, posò la bambola seduta sul cuscino, poi iniziò a spogliarsi, ripiegando gli abiti sulla sedia e gironzolando mezza nuda tra bagno, specchio e armadio. Infine, si mise il pigiama e si spazzolò i capelli, da cui il sole morente traeva riflessi bluastri.
L’ultimo bagliore rosso era oramai svanito oltre l’orizzonte, quando la principessa si alzò dal tavolino da toeletta, diretta al letto…
E quale non fu la sua sorpresa, quando la bambola si illuminò, si gonfiò, e divenne molto più pesante (almeno a giudicare dallo scricchiolio gemente delle assi del letto)… diventando una familiare chimera con l’aria di chi vorrebbe sprofondare sottoterra.
……
………
*scia di puntini in background di Amelia, con corvo starnazzante*
-C’è una spiegazione, Amelia…- iniziò subito un rossissimo Zel.
Ma Amelia non lo stava propriamente ad ascoltare…
Impegnata com’era nel rivivere ogni istante in cui aveva stretto al seno il pupazzetto-zel, in cui si era spogliata, aveva gironzolato in sottoveste…
*arross arross arross*
-Amelia?- Zel le passò una mano davanti agli occhi.
Statua di sale.
-Amelia, o mi rispondi, o ti rovescio questa in testa!- esclamò alla fine lo spadaccino, impugnando la brocca piena d’acqua.
Amelia aprì la bocca. Poi la richiuse. Poi la riaprì.
Zelgadiss perse quel poco di pazienza che gli era rimasta.
La prese per mano e uscirono dalla stanza.
Proprio lì sul corridoio, incontrarono Lina e Gourry che, dopo aver svuotato le cucine, se ne andavano a nanna. Li seguiva Silphiel (che volesse memorizzare la posizione della camera di Gourry per fargli una visitina notturna?)
-ZEL?!- esclamarono all’unisono tutti e tre, sorpresi. E in effetti, non a tutti torti, dato che lo credevano chissà dove… e vederlo sbucare dalla camera di Amelia, e con la ragazza in stato confusionale, non era certo ciò che si aspettavano.
-Oh, anche io sono molto felice di vedervi, ragazzi. - fece sarcastica la chimera.
Lina lo prese per il bavero.
-Senti un po’, tu. Philionel mi ha PROFUMATAMENTE pagata perché tenessi Amelia al sicuro da qualsivoglia pericoli mentre la accompagniamo in questo cacchio di missione diplomatica in incognito. E intendeva dire da qualsiasi pericolo, TE compreso. Quindi, CHE DIAMINE CI FAI IN CAMERA CON AMELIA?!-
-Eh? Pericolo? Io?- Zel guardò spaesato la rossa.
-Si, tu, e non fare tanto il santarellino. Che diamine le hai fatto? Perché Amelia è così? confessa, che le hai fatto?!-
Lina era davvero infuriata… che sotto la scorza di bravo ragazzo di Zel si nascondesse un maniaco? E se non era così, perché Amelia era così scossa?
-Lina, calmati. Non vedi che anche lui è scosso?- Gourry staccò la rossa dal collo di Zel.
-Scusala. È in quei suoi giorni, ed è irritabile come un gatto in un sacco. - sussurrò all’amico. Zel annuì, massaggiandosi il collo dove le mani di Lina gli avevano causato un principio di ipossia.
-È una lunga storia, amici miei. Possiamo parlarne… in un altro luogo?-
Zel si guardò attorno, infastidito dagli sguardi curiosi e indagatori degli altri avventori, che passavano.
Trasferitisi nella camera di Gourry, e procurato qualcosa di caldo da bere per la scossa Amelia, Zelgadiss si apprestò a raccontare cosa gli era successo…
-Ero arrivato al laboratorio di questo scienziato veramente, veramente pazzo… Allucinante cosa c’era dentro. Pareva una via di mezzo tra un museo degli orrori, la bottega di un meccanico, quella di un macellaio, e il laboratorio di chimica di una scuola di magia.
Gli parlo del mio problema, e lui inizia subito a chiedermi anno, mese, giorno, ora e luogo di nascita. Poi consulta le sue carte, guarda dei libri, osserva il cielo anche se erano ancora le dieci del mattino, e alla fine mi dice "Signor Greyword, lei è nato sotto una congiunzione astrale particolarmente sfavorevole. Vede, qui, saturno è allineato con urano in triangolazione con lo sciame di meteore delle vespe assassine e con la coda della cometa Di Mia Nonna. Per di più, il sole era affetto da macchie e da eritemi, molto insistenti perché neanche con la crema anti-acne li ha mandati via e gli son durati mesi, e per finire la luna era storta e in cablatura con…" a quel punto ho perso il filo del suo stravagante discorso. In sintesi, dice che ho l’oroscopo più sfortunato che gli sia mai capitato di vedere.
Gli dico che non me ne frega nulla dell’oroscopo, se ha piuttosto qualcosa per aiutarmi a recuperare il mio aspetto umano.
Mi dice di si, sparisce in uno sgabuzzino e torna con una quantità impressionante di bocce e boccette. Mi impataccò la faccia con una roba che, a detta sua, avrebbe eliminato le piastre di pietra; poi, dato che non funzionava, mi ha fatto bere un’intruglio… E mi sono trasformato in bambola.
Tanta è stata la sua sorpresa, evidentemente deve aver sbagliato boccetta, che ha toccato per sbaglio qualcosa… e io sono volato fuori della finestra, finendo nel bosco, dove Amelia mi ha trovato. Il resto lo sapete: Amelia mi ha portato per tutto il giorno, e poi il filtro ha perso efficacia, e io sono tornato normale (si fa per dire).- terminò lo shamano.
-E quindi adesso?- chiese Amelia, un po’ più calma.
-E quindi adesso vorrei riposare, e poi domattina torno da quello lì e glie ne dico quattro!!!- esclamò, caso davvero raro, arrabbiato, Zel.
*sigh*-Speriamo che abbiano ancora una stanza libera, qui alla locanda. - sospirò Lina.
Per fortuna c’era, così Zel poté dormire comodo comodo.
Mattino.
Il sole splendeva e gli uccellini cinguettavano.
Era una magnifica giornata, e gli slayers erano già riuniti per colazione.
-Lina, dov’è Zel?- chiese Amelia, imburrandosi una fetta di pane tostato.
-O o icho…- *GLOM* -Non l’ho visto.- rispose Lina, dopo aver inghiottito in due bocconi una brioche.
Amelia fissò pensierosa la tazza di the. Strano, però: Zel era sempre così mattiniero!
Da escludere che fosse già partito: l’oste aveva confermato che non era ancora uscito.
Mentre i suoi amici mangiavano, e Silphiel si consumava le braccia a forza di imburrare il pane per "Gourry caro", Amelia tornò di sopra.
-Zel? Zel, sei sveglio?- chiamò da fuori della porta.
Niente.
-Zel? Zelgadiss? Non volevi partire presto?- chiamò più forte, bussando con insistenza.
Nulla.
Si preoccupò: e se si fosse sentito male? Cosa poco probabile, ma non impossibile.
-Zelgadiss, al tre apro. Uno, due… tre!-
Amelia spalancò la porta.
Niente, la camera era vuota.
Le coltri del letto erano disfatte, quindi Zel vi aveva effettivamente dormito.
Notò una minuscola spada di stoffa sulla sedia, assieme a un mantello beige formato bambola e a delle scarpine mignon.
Si avvicinò al letto…
Trovando tra le coperte un ADORABILE dolly-Zel.
Arrossendo, Amelia lo prese tra le mani, ringraziando il cielo che il ragazzo non si fosse messo il pigiama…
-Acidenti, Zel, è più serio di quel che pensassimo…- constatò.
-Beh, non possiamo certo lasciarti in giro così, come bambola! Ti porterò io da quello scienziato, a chiedere un antidoto!- esclamò. Le parve che le guance di stoffa di dolly-Zel di imporporassero.
Con delicatezza, gli infilò il mantello, le scarpine, la cintura con la spada, i guantini. Gli sistemò i capelli con le dita, sorridendo tutta contenta, poi, stringendolo al petto (*ARROSS* di dolly-zel), lasciò la camera e raggiunse gli amici.
-Ragazzi, è più grave di quel che pensassimo: è una maledizione a tempo. - annunciò, mostrando dolly-Zel.
Lina, Gourry e Silphiel alzarono perplessi lo sguardo, due dei tre (indovinate chi) con la bocca strapiena.
-*GLOM* questo si che è un grosso, grosso problema. - constatò Lina.
Decisero quindi di allungare il percorso per arrivare dallo scienziato fuori di testa.
Alla vista della collina-donna-nuda, Lina e Amelia arrossirono violentemente, Gourry la guardò perplesso per qualche istante, poi abbassò lo sguardo, mentre Silphiel si coprì gli occhi.
Amelia si era procurata una piccola borsa di pelle da attaccare alla cintura, e ci aveva infilato dolly-Zel. Il quale, tra sé e sé, pensava che era decisamente meglio per la sua salute mentale, che starsene appeso alla cintura di Amelia, o tra le sue braccia, al petto.
Al pensiero di quella carne morbida come un cuscino che l’aveva accolto meno di ventiquattro ore prima, lo shamano sentì le guance farsi fuoco, anche se erano guance di stoffa.
La sera calò prima che il gruppetto raggiungesse la meta, e per la precisione mentre erano in un avvallamento tra due protuberanze sulla collina (le "tette" della donna-collina).
Prima che il sole sparisse, si affrettarono quindi a cercare legna (Silphiel e Gourry) e a pescare qualche pesce da un ruscelletto provvidenziale che scorreva di lì (Amelia e Lina).
Il sole stava calando, Gourry e Silphiel erano tornati carichi di legna (ommeglio, Sil aveva quattro legnetti, Gourry una catasta bastante per l’inverno), e i pesci arrostivano sulle braci calde, mentre il fuoco scoppiettante scaldava e arrossava i volti dei viaggiatori.
Amelia dispose dolly-Zel seduto su un tronco, e appena il sole sparì dietro l’orizzonte, la bambola tornò shamano.
Uno shamano molto taciturno, con lo sguardo fisso a terra. A terra, perché se lo avesse alzato, non avrebbe avuto il coraggio di guardare Amelia negli occhi, dato che, dalla borsa, aveva avuto per tutto il giorno la panoramica del seno ondeggiante di lei.
Non sono cose che un ragazzo ancora verginello dovrebbe vedere, se non può soddisfare certe fantasie…
Aggiungiamoci che non aveva ancora avuto modo di scusarsi per il fatto che, la sera prima, l’aveva letteralmente vista andare in giro mezza nuda (per non dire nuda a parte le mutandine), e che l’amico lì sotto gli stava ricordando la sua esistenza…
Mangiò in fretta e taciturno il pesce che Silphiel gli porse, poi mugugnò qualcosa sul bagno e sparì tra i cespugli.
Amelia lo seguì con lo sguardo.
Poi, notando come Lina e Gourry fossero concentrati sulla cena, e Silphiel su Gourry, si alzò e sgattaiolò via nel bosco, dietro a Zel.
Lo trovò pochi minuti dopo. Aveva lasciato i vestiti sulla riva del torrente, un po’ a monte di dove si erano accampati, ed era immerso in acqua, solo con la faccia di fuori.
Così, Amelia scoprì che biancheria indossava Zel… mutande bianche a boxer, notò, arrossendo.
Zel aveva gli occhi chiusi, le braccia distese lungo il corpo e la testa appoggiata tra due sassi, in mezzo ai quali si incuneava l’acqua, riversandosi sul collo e lungo tutto il corpo. L’acqua lì non era profonda, solo molto veloce, mentre scendeva in mulinelli e in piccole pozze tra i sassi.
-Bagnetto di mezzanotte, Zel? Non hai freddo?- chiese.
A Zel quasi prese un colpo: la ragazza era arrivata in silenzio, e si era posizionata alle sue spalle, e ora lo guardava con la testa rovesciata all’ingiù, e i capelli neri che le circondavano come una tenda il volto.
-Eh? Uh, si, no, cioè… non ho freddo… la mia pelle…-
Amelia si accucciò sull’estremità asciutta di un sasso.
-Perché sei scappato via così?- chiese.
-Perché di si.- fu la secca risposta dello shamano, mentre usciva dall’acqua, si asciugava passando brusco una mano sul corpo, e si rivestiva in fretta.
-Ehi, aspetta!- lo chiamò Amelia, saltando giù dal masso e raggiungendolo (per grazia della scrittrice, senza cadere).
-Si può sapere che hai?- gli chiese lei piazzandoglisi davanti.
Lo sguardo di Zel cadde, autonomo e dotato di vita propria quasi, sulle forme di Amelia.
-Lascia perdere. - mugugnò brusco lui, tornando verso il campo.
Sentendo addosso a sé quello sguardo azzurro e penetrante, Amelia aveva rabbrividito… di piacere?
Poi si ricordò che lui l’aveva, in effetti, vista seminuda, la sera prima, quando lei pensava che dolly-Zel fosse, appunto, solo una bambola.
Il rossore imporporò le guance della principessa.
Zel, che si era allontanato solo di poche decine di metri, vide la ragazza arrossire fino alle orecchie.
-Capisci che cos’ho, insomma?- esclamò.
Amelia annuì. Poi sorrise -Beh, ma anche io ti ho visto seminudo, così ora siamo pari!- gli sorrise smagliante. Gli corse accanto e lo prese per mano.
-Cosa sarebbe accaduto se fossi andata a dormire prima della ri-trasformazione in umano, ieri sera?- chiese con aria furbetta la principessa, rivelando a uno sorpreso shamano un lato inedito di sé.
-Preferisco non pensarci. - tergiversò Zel, arrossendo e voltando la testa da un’altra parte.
Al mattino, Amelia si destò prima dell’alba. Zelgadiss aveva passato la notte in bianco, facendo lui la guardia.
Poco prima del sorgere del sole, toccò la spalla della ragazza, destandola.
Lina, Gourry e Silphiel dormivano ancora saporitamente.
-Amelia… volevo chiederti… per oggi, potresti no-
troppo tardi. Al primo raggio di sole che lo sfiorò, Zel s’azzittì, la pelle divenne stoffa, si rimpiccioì, e dove prima c’era una chimera, adesso c’era dolly-Zel.
-*sigh* me lo dirai stasera, Zel…- sospirò Amelia.
Si guardò a destra e a sinistra sospettosa.
Poi baciò dolly-Zel sulla guancia, stringendolo a sé.
"So che stasera sarà più scorbutico del solito, ma… quando mi ricapita un’occasione così?" pensava.
Dopo una colazione coi resti (pochi in verità) della sera prima, i quattro si rimisero in marcia. La caverna dello scienziato distava poco più di un paio di ore di cammino, constatarono.
Constatarono anche che la descrizione di Zel era fondamentalmente esatta.
Pile di barattoli in cui galleggiavano bestie in vari stati di putrefazione/vita/altro erano sparsi qui e là, tra stravaganti ammenicoli di legno, fogli coperti di schizzi e lavagne piene di calcoli e formule.
Su un lunghissimo bancone pieno di alambicchi, due o tre fornelletti fiammeggiavano sotto gorgoglianti barattoli di vetro, mentre densi liquidi di strani colori si muovevano, vischiosi, oleosi o rapidi, in serpentine dalle stravaganti forme.
Un ometto non più alto di un metro e mezzo, mezzo pelato e con occhiali spessi come fondi di bottiglia montanti a pince-nez sul naso a patatina, si stava caricando uno zaino in spalla.
-Non ricevo nessuno! Sto partendo e non so quando tornerò!!!- esclamò ai viaggiatori.
-Eh, no, caro. Tu non parti finché non hai dato a Zel l’antidoto!- ruggì Lina.
-Zel? Zelgadiss Greyword? L’avete trovato voi? Siano ringraziati gli dei!- lo scienziato scaricò a terra lo zaino (da cui provennero tintinnii di vetri inquietanti).
-L’ho scaraventato per sbaglio via con la mia macchina-mobile-lancia-concime, è solo un prototipo ma vedo che ha funzionato benissimo!- spiegò tutto contento ed eccitato -Povero ragazzo, non ho mai visto un oroscopo così sfortunato... si può dire che abbia la sfortuna congenita, con urano in quadratura con marte e la luna storta sul sole che entrava in-
-Si, si, lo sappiamo, Zel ci ha detto tutto. Il fatto è: l’antidoto, ora, subito!- tagliò corto Lina.
-Oh, si, l’antidoto. Vedete, purtroppo la pozione che ha bevuto è della serie "principe ranocchio". Solo il bacio di una principessa ancora illibata può, cioè, romperlo... ma quale principessa è reperibile in zona?- sospirò sconsolato il poveretto.
Tre paia di sguardi si posarono su Amelia.
-Amelia... non negarlo che ti piacerebbe...- commentò sarcastica Lina.
-Beh, tu sei una principessa... ma che è "illibata"- chiese Gourry, prendendosi per ciò una pestonata sul piede da Lina.
Mentre lo spadaccino saltellava dolorante per il laboratorio, lo scienziato si era avvicinato ad Amelia.
-Sei davvero una principessa? Magnifico! Magnifico!
Purtroppo il bacio scioglierà solo l’azione del filtro uomo-bambola, non il maleficio che lo rende ciò che questo sfortunatissimo ragazzo è... però è già qualcosa, no?-
-Forza, Amelia-san... Liberate il povero Zelgadis-san dall’incantesimo. - la incitò Silphiel.
Amelia si sentiva avvampare. Baciare Zel? L’avrebbe anche fatto, ma... lì, di fronte a tutti?
-Ehm... non che non voglia farlo...- avvampò -ma potrei farlo... ecco, un po’... appartata?-
Lina sorrise maliziosa -ma certo! Dai, esci, noi aspetteremo qui dentro.-
-E senza spiare?- chiese sospettosa la principessa.
-Senza spiare. -
-Promesso?-
-Giurin giurella. - Lina fece segno di promessa.
Amelia prese dolly-Zel, e uscì dalla caverna-laboratorio.
Nessuno guardava. Per sicurezza, Amelia corse lungo il sentiero, fino a una curva, al riparo da occhi indiscreti.
Arrossì un po’... cosa sarebbe successo se...
No, niente cattivi pensieri.
Portò dolly-Zel al volto, e lo baciò sulle labbra...
Labbra che, da stoffa, divennero pietra, ricambiando il bacio, mentre braccia di pietra le cingevano la vita.
-Wooohao... Zel, non che io abbia esperienza, ma tu baci divinamente bene!- esclamò Amelia, qualche minuto di pomiciata dopo.
Zelgadiss era rosso fino alla punta delle orecchie a punta.
-Beh... grazie. - si voltò, facendo per tornare verso il laboratorio. Ma Amelia fu più svelta, e lo afferrò per la manica, facendolo voltare.
-Zel, non ti mettere in testa strani pensieri... e cioè che io lo abbia fatto per pietà.
Tu mi piaci, mi piaci davvero, e io vorrei...-
-Qualsiasi cosa tu desideri da me, Amelia... temo dovrai attendere, finché non sarò tornato umano. Tu potrai anche apprezzarmi, ma... ma la gente del tuo regno no. Lascia perdere. -
E, senza dire altro, sparì nella boscaglia.
Pensando che fosse passato di lì per tagliare e fare prima a tornare al laboratorio, Amelia corse lungo il sentiero, decisa a raggiungerlo lì.
Ma Zel non c’era.
Se n’era andato.
-Che ingrato...- commentò Lina, quando Amelia raccontò tutto.
-No, Lina. Ha ragione, temo. -
-Vuoi che lo trovi e gli dia una lezione?- propose la rossa, tirandosi su la manica.
-No. Lascia perdere. Fa finta che questi giorni non siano mai esistiti. -
Amelia era giù, anche se si sforzava di non dimostrarlo.
Lina le fece *pat pat* sulla testa.
-Quello zuccone tornerà per te. Ne sono sicura. -
-Lo spero tanto, Lina...-
the end...?
Piaciuta? Continua nella prossima one-shot, che può essere letta anche senza aver letto questa.
Questa breve one-shot è stata scritta in una serata di voja-di-cooooccooooleeeeee...
SAMIEEEELLLL!!!! Cattivo, pikké non ci sei mai quando ho voglia di te? *sigh*
(cioè sempre n.d.Samiel)
Voja di coccole... ;__;
  
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