Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: forevergiulia    02/09/2005    18 recensioni
...E se la storia proseguisse da dove era terminata?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era ancora incerto sulla direzione da prendere, da un lato sapeva che sarebbe dovuto tornare a casa Tendo, almeno per tranquillizzare Soun e sua madre, ma dall’altro non aveva nessuna voglia di dover dare spiegazioni o giustificazioni a quello che era appena successo. Era già abbastanza doloroso doverne “parlare” a sé stesso, figuriamoci cosa sarebbe accaduto se gli altri fossero venuti a saperlo!
Akane era stata molto chiara. Non sarebbe tornata a casa fin quando lui non avrebbe raccolto tutte le sue cose e non se ne sarebbe andato, pertanto non gli rimaneva altra scelta. Doveva tornare e affrontare la situazione, anche se poteva già prevedere il cataclisma che ne sarebbe stato generato.

D’improvviso si fermò. Gli era parso si sentire la sua voce che chiamava il suo nome, ma pensò subito che si dovesse trattare di un’illusione, di una proiezione ingannevole dei suoi stessi desideri. Akane lo aveva appena lasciato ed in malo modo, come poteva quindi pensare che lei lo stesse richiamando a sé?
“Tsk, inutile farsi illusioni, stavolta lei non tornerà indietro…” si disse sconsolato. Proseguì per qualche metro.

“RANMA!”

Si bloccò nuovamente. L’aveva sentita di nuovo e questa volta più chiaramente. Se anche fosse stato solo un sogno tutto gli sembrava così dannatamente reale! D’istinto si girò, tornò sulla strada dalla quale aveva appena svoltato e fu lì che la vide.
Potè scorgere solo un puntino bianco, una fioca luce debolmente illuminata dalla luna, ma tanto gli bastò per capire.
Il suo cuore riprese a battere solo in quell’istante, mentre il corpo veniva scosso da una scarica elettrica.
Akane lo stava realmente chiamando.
Era sul ciglio della lunga scalinata che portava direttamente all’ingresso del parco, fece un gradino, poi due, tre, sempre più veloce finchè non si ritrovò a correre. Il cuore gli era salito direttamente in gola.

Akane era ancora per terra, dolorante, ma non era per quello che soffriva. Ben altri erano i motivi della sua disperazione. Si stava infatti chiedendo che cosa sarebbe successo se solo fosse tornata a casa e non lo avesse più trovato lì. Se avesse trovato la sua stanza vuota e spoglia di tutte le sue cose cosa avrebbe fatto? In realtà non riusciva ad immaginarselo perché fino a quel giorno non aveva mai pensato alla sua vita senza di lui. La sua presenza era ormai talmente radicata in lei che pensare di non averlo più vicino sarebbe stato come pensare di non avere più un braccio o una gamba.
Lui era parte di lei, inscindibile ed insostituibile. Anche se avesse vissuto altre cento vite era sicura che Ranma le avrebbe tutte vissute con lei. Oramai non aveva più dubbi.

Fu in quell’attimo che scorse in lontananza una figura sbiadita correrle incontro. Non lo vedeva perfettamente a causa dell’oscurità che la circondava, ma il suo cuore cominciò comunque a battere vorticosamente fino a farle sentire una sensazione di stordimento.
Fu così che si ritrovarono l’uno di fronte all’altra, nuovamente.
Lui ora era lì, ad una decina di metri di distanza che la stava guardando negli occhi con aria interrogativa come a volerle scrutare l’anima.

I suoi occhi…

I suoi occhi erano così lucidi tanto da sembrare che tutte le stelle del firmamento vi si stessero rispecchiando.
Erano così cristallini che Ranma vi si sentiva affogarci dentro.
Soffiava il vento ed i petali dei fiori di ciliegio danzavano intorno ai loro corpi, avvolgendoli in una nube profumata.
Akane non era mai stata così bella…la sua pelle candida era risaltata dalla luna ed i suoi capelli ondeggiavano dolcemente sulle sue spalle…sembrava un angelo sceso dal cielo. Se d’improvviso si fosse alzata e avesse cominciato a volare lui non se ne sarebbe stupito.

Si fissarono per un tempo che sembrò ad entrambi interminabile. Avevano troppe cose da dirsi, ma nessuno dei due aveva il coraggio di rompere quell’attimo. Riuscivano a parlarsi anche senza parole. Non avevano bisogno di grandi discorsi e di frasi fatte. Lui sapeva che lei lo voleva ancora vicino a sé, lei sapeva che lui era tornato per restare. Questo bastava.

Akane avrebbe potuto giurare di sentire il suono di un violino in lontananza. Erano accordi dolci e soavi ed ogni nota si spargeva intorno a loro come pulviscolo nell’aria.
Si sentiva la protagonista inconsapevole di uno di quei film americani, romantici e strappalacrime, che le sue amiche spesso la costringevano a vedere nei sabati pomeriggio passati al cinema. Anche se lei non era mai stata un tipo da romanticherie, in quel momento si sentiva perdere in quell’aria satura di tutta la dolcezza mai saputa esprimere prima dal suo cuore.
La sua stessa natura scontrosa ed introversa si sciolse nell’essenza di quell’atmosfera surreale.


Ranma, dal canto suo, aveva ancora qualche piccola riserva.
Pensava: “E se mi stessi sbagliando? Magari Akane mi ha chiamato per qualche altra ragione…però nei suoi occhi…non c’è più quel gelo e quel disprezzo…anzi c’è…c’è…”. non concluse la frase perché in realtà non riusciva a parole a definire bene quello che lei gli stava trasmettendo. Era un’onda di emozioni che lo stava travolgendo lasciandolo senza respiro.

“A..Akane?” disse poi tutto d’un fiato.
Lei lo guardò fisso per un minuto senza rispondere, poi corrugò la fronte e gli urlò: “Stupido!” mentre le lacrime ripresero improvvise la loro corsa.
“Eeehhh?!…Ma…” Ranma si diede immediatamente dell’idiota. Si era cullato nell’illusione che lei lo volesse ancora con sé ed adesso doveva suo malgrado ricredersi. Insomma, aveva fatto i conti senza l’oste ed ora ne avrebbe pagato le conseguenze.

“Ranma, sei uno stupido! Stupido! Stupidoooo!” continuò lei noncurante dello sguardo disperso nel vuoto di lui: “…Io non posso…non potrò mai perdonarti…!”.
“Ah…allora…è per questo che mi hai chiamato? Per dirmi questo?!” Ranma sentiva una sorta di rabbia mista a frustrazione, una sensazione insopportabile. Avrebbe voluto fuggire.
Lei lo guardò ancora più intensamente, nel suo viso ora vi era una dolcezza disarmante. Ranma faticava a reggerne lo sguardo, sentiva la terra franare sotto ai suoi piedi.
“Io non potrò mai perdonarti se tu ora te ne andrai dopo tutte le parole che mi hai detto! …e non potrò mai perdonare me stessa se ciò avverrà, perché avrei così perso l’unica persona che…che abbia mai amato veramente!”.

Ranma chiuse gli occhi per un attimo. Quelle parole attraversarono tutto il suo corpo come un brivido. Ne fu completamente investito come fa il mare in tempesta che infrange le proprie onde ribelli sugli scogli.
Pensò che in quel momento avrebbe potuto morire. L’emozione che stava sentendo pervadere il suo cuore ed ogni molecola del suo corpo non era cosa terrena, era come riuscire a toccare con un dito un pezzo di cielo.
Era in piedi davanti a lei, ma rischiò di perdere l’equilibrio più volte. Era ebbro di una felicità fino ad allora sconosciuta. Barcollava come fosse ubriaco di quelle parole che lei aveva appena pronunciato.

Lei amava lui, lui amava lei. Era così e sempre così sarebbe stato. Per sempre.

Riaprì i suoi occhi ancora stordito e la prima cosa che notò fu che Akane nel frattempo si era avvicinata a lui lasciando tra i loro corpi un ultimo mezzo metro di distanza.
Le sue gote erano arrossite e questo faceva del suo sguardo una trappola d’amore irresistibile. Ranma aveva completamente perso l’uso della parola, si sentiva un corpo svuotato dell’anima, la quale aveva fatto un enorme balzo ed era volata su, fin sulle stelle.
Non riusciva a fare nient’altro che guardarla. La guardava come se stesse assistendo ad un’apparizione sacra, come se quella che le stava davanti fosse la dea che sedeva al governo del suo destino.

“I…io no…non so davvero c…che dire ades…” disse lui cercando di riacquistare voce.
“Sssshht!” disse dolcemente lei posandogli un dito sulla bocca: “Non dire nulla…dì soltanto di sì.”
“Sì…a che..cosa?” chiese lui cercando di apparire meno stupido di quello che si sentiva nel porle quella domanda.
“A quello che ti ho chiesto stamattina quando…quando eravamo in camera mia…” abbassò lo sguardo, mentre il viso si dipingeva di un purpureo imbarazzo.

Ranma pensò solo un attimo, poi rivide in un istante lei che, splendida come non l’aveva mai vista, gli chiedeva: “Ranma…tu mi ami…non è vero?”

“…mi ami…”
“…non è vero?…”
“…non vuoi perderla…”
“…non è vero…?”

Sentì un moto di tenerezza assalirlo ed una piccola parola gli uscì dal profondo del suo cuore, fu un semplice sussurro: “Sì.”

Accadde subito dopo che anche quell’ultimo spazio tra loro fu cancellato, Akane affondò il suo bel viso nel petto di lui bagnandolo delle sue lacrime, che ora avevano il dolce sapore del miele, mentre Ranma la strinse, con non poco imbarazzo, cullandola teneramente tra le braccia .

E fu lì, proprio tra le braccia l’uno dell’altra, che entrambi trovarono finalmente la propria casa.


Stavano stretti così, coi loro cuori riscaldati dal calore del loro stesso amore che scorreva fluido e possente sotto la loro pelle. Si stringevano come se si stessero trovando in mezzo all’oceano senza alcuna fonte di salvataggio a cui aggrapparsi se non i loro stessi corpi. Era un abbraccio disperato, il loro. Era talmente forte che persero ben presto la cognizione dei loro confini, come se l’uno appartenesse ormai all’altro, senza alcuna distinzione e senza alcun pudore.
Era una sensazione indescrivibile e se anche avessero provato non sarebbero riusciti a trovare nessuna delle parole che avevano fino ad allora imparato per poter anche solo minimamente spiegare quell‘attimo.

Lui avrebbe voluto parlarle, dirle molte più cose di quante non gliene avesse mai dette, ma non sapeva come.
Fu lei a dargli lo spunto.
“Perché…perché fin’ora abbiamo sempre e solo negato?Per tutto questo tempo…perché siamo stati così stupidi? Ranma…”.

La sua coscienza fu come colpita da uno schiaffo. Lui sapeva intimamente qual era la risposta, sapeva perché non era mai stato in grado di dirle la verità ed adesso non poteva negarle quest’ultima confessione.

Pur se a malincuore, staccò dolcemente la presa lasciando scivolare le mani sulle spalle di lei. Aveva bisogno di tutto il suo coraggio per percorrere quell’ultimo passo, poi il miracolo sarebbe stato compiuto. Avrebbe finalmente dato sfogo a tutti i pensieri ed i sentimenti che nell’arco di quell’anno gli si erano affossati nel cuore, non avrebbe più dovuto mentire a sé stesso e a tutti gli altri, specialmente non avrebbe più dovuto fingere con lei.

“Akane, io…non sai quanto avrei voluto…sempre…in ogni circostanza, anche quando mi facevi disperare o arrabbiare…ma…non ne ho mai trovato il coraggio perché…sapevo che quello che potevo offrirti era solo…un 1/ 2.…una metà…una sola parte di me…quella che da sempre desiderava sfiorarti e guardarti negli occhi come… un vero…uomo.
Pensavo che non ti saresti mai potuta accontentare solo di questo, credevo che un giorno sarebbe arrivato qualcuno in grado davvero di amarti completamente con tutto sé stesso…sapevo che meritavi più di quello che io posso offrirti… ” strinse ancora più forte le mani appoggiate sulle spalle di lei mentre con lo sguardo avvilito seguiva i suoi occhi sgranati e colmi di stupore.

“ Akane, la mia strada è segnata da questa maledizione, Dio solo sa se un giorno riuscirò a tornare normale, ma…fino ad allora…se tu…volessi condividere con me questo mio travagliato destino…io non avrei più paura…non mi importerebbe più di quello che ne sarà di questa mia strana vita…”

Lei lo fissò come se lo stesse guardando per la prima volta. Ranma non aveva mai dimostrato insicurezza, anzi, era sempre stato un ragazzo molto spavaldo, temerario…un perfetto egocentrico…ed ora?
Lei scopriva d’un tratto la sua più intima fragilità.

“Io lo so che non sarà facile, più di una volta ti ho esposta a grossi rischi a causa di questa mia “condanna”. Anche a Yusenkyo…” fece una pausa sentendo il dolore di quel ricordo risalire in superficie: “…Tu non avresti mai dovuto trovarti in quella situazione se non fosse stato per me…e per questa odiosa maledizione!”

Akane si accorse che le sue mani, che ancora le cingevano le spalle, tremavano. Provò una tenerezza infinita, sentì il desiderio sconfinato di proteggerlo da ogni dolore e da tutte le sofferenze e brutture del mondo.

Lo guardò sorridendogli amorevolmente, gli accarezzò il volto per catturare i suoi occhi e con voce lieve gli disse . “Questo è il tuo compito. Portare avventure nella mia vita. Io ringrazio Dio per averti portato da me, Ranma. Tu mi hai salvato la vita dieci, cento, mille volte…e non solo fisicamente…tu hai salvato la mia stessa anima! …Ho passato anni ad odiare me stessa e gli altri…mi accontentavo di sopravvivere per non dover soffrire, ma sbagliavo perché una vita senza amore non è vita. Nonostante tutte le sue difficoltà, le sue incomprensioni e le sofferenze che a volte porta con sé, il mio amore per te mi fa sentire viva…come non lo sono mai stata da quando…da quando mia madre…mi ha…lasciata.
Tu mi hai insegnato tutto questo…mi hai insegnato una cosa, la sola cosa che non devo mai dimenticare…e sai qual è? …E’ non arrendermi…non mollare mai…anche quando tutto ti si rivolta contro…mai. Non mi importa di quante avversità dovrò affrontare, o di quanti pericoli dovrò superare se …è per starti vicino. La mia vita è questa adesso ed il mio posto è qui con te…non c’è nessun altro luogo dove vorrei essere. Io voglio tutto e lo voglio insieme a te…ti prego Ranma…dimmi che possiamo ancora…tornare a vivere. Insieme.” Akane si era ritrovata ad urlare quasi supplichevole quelle parole. Se qualcuno il giorno prima le avesse raccontato che dalla sua bocca sarebbe uscito un tale discorso, lei gli avrebbe sicuramente dato del pazzo.

Ranma non aveva capito bene tutte le parole che Akane aveva appena pronunciato, la sua mente aveva smesso di connettere da un pezzo oramai. Si sentiva leggero come una piuma che fluttua nell’aria. Era l’effetto dell’amore, quello? L’amore era davvero una cosa così appagante e travolgente da riuscire a stordire un uomo fino a rendere nulla la propria volontà ed il proprio spirito sottomesso a quella delizia infinita ?

“Akane…mi stai per caso dicendo che vorresti diventare mia… mia… mo… mo… mo…glie?” chiese lui sentendosi sull’orlo si un infarto.
Lei lo guardò seria, poi il suo sguardo si illuminò di un sorriso dolcissimo: “Guarda che io lo volevo già stamattina…sei tu che come al solito ti svegli tardi!” e così dicendo si riappropriò del petto di quell’uomo che amava al di sopra di ogni altra cosa, cominciando a ridere, di più, sempre più forte, sempre più euforica, lasciando che il vento portasse via tutta l’angoscia che fino a poco prima aveva sentito schiacciarle l’anima. Si sentiva libera, libera di amare, finalmente, senza più congetture mentali e sprechi di orgoglio. Libera di amare Ranma.

Lui si sentì sopraffare dal desiderio di tenerla ancora stretta a sé.
Con una mano continuava ad accarezzarle i capelli che profumavano di muschio, foglie e vento, mentre con l’altra le cingeva la vita tenendola in modo da far aderire completamente i loro corpi. Il volto era appoggiato delicatamente sulla sua spalla ed il respiro affannato le giungeva fino al lobo dell’orecchio regalandole un brivido dopo l’altro. Lei non fu capace di resistere oltre e girò quindi il suo viso fino al suo appoggiando le labbra sugli occhi stupiti di lui, chiudendoli poi con un dolce bacio. Scese più giù, sulla punta del naso e sorrise vedendo che Ranma aveva ora la faccia attonita, che spesso assumeva quando si trovava in imbarazzo, tinta di un colore viola acceso che parlava per lui.

Si fermò e d’improvviso lo fissò con aria interrogativa.

C’era qualcosa che voleva assolutamente sapere, ancora una cosa che era da chiarire, prima che accadesse l’irreparabile.
Dalla sua bocca non uscirono parole ben articolate, la sua lingua era secca per l’emozione.
“Shan-pu….Ukyo…Kodachi?” riuscì solo a dire.

Ranma la guardò con nuovo stupore. Che strana ragazza! Come poteva pensare a questo adesso? O…forse…era proprio per questo che glielo stava chiedendo. Lei voleva essere sicura che non avrebbe più dovuto spartirlo con nessun' altra, lei voleva che lui le dicesse che era solo suo.
Ne fu quasi inorgoglito e con una dolcezza che nemmeno pensava di possedere si avvicinò e le appoggiò un bacio sulla fronte.


“Akane…io voglio solo…Akane.” bisbigliò quell’ultima frase prima di chiudere gli occhi lasciando scomparire il mondo intorno a lui mentre lentamente la sua bocca scendeva per cercare la sua. Anche Akane chiuse gli occhi ed una lacrima la colse. Era tutto così perfetto. Come aveva potuto pensare di perdere tutto questo? Ma…no, non era quello il momento di pensarci. Lasciò che la sua mente si perdesse nell’oblio che la stava avvolgendo. Chi era, dov’era? Non sapeva più nulla. Sentiva solo il sapore di labbra salate posarsi sulle sue.

“E..emmhh! Giovanotto, chi ti ha dato il permesso di baciare la sposa?” tuonò una voce a pochi metri di distanza.
“Aaaahhh!” fu la prima cosa che gridarono. Erano stati riportati bruscamente alla realtà.
Si voltarono di scatto e a quella voce seguì un volto noto.

Il Cerimoniere!

“Non abbiamo ancora concluso…insomma, un po’ di pazienza!” li rimbeccò.
Ranma e Akane erano completamente frastornati, i loro volti paonazzi.

“Dunque…avete espresso dinnanzi a Dio e a questi testimoni la vostra volontà di vivere uniti, per sempre, legati dal sacro vincolo del Matrimonio. Ebbene, quindi, Ranma Saotome e Akane Tendo, io, col potere conferitomi da Dio e da questa Santa Nazione, Vi dichiaro Marito e Moglie! Ecco! ORA puoi baciare la sposa!”

“Evviva! Evviva! Ce l‘abbiamo fatta!” gridarono in coro Soun Tendo e Genma Saotome saltando dai rami di un albero di ciliegio, appostato dietro la scena, facendo esplodere coriandoli e bottiglie di champagne.

“Uff, finalmente! Ce ne avete messo di tempo! Hey, Akane, Ranma fate cheeese!” urlò divertita Nabiki, munita della fedele macchina fotografica, sbucando dal grosso cespuglio dietro il quale era rimasta appollaiata insieme a Kasumi e Nodoka per tutto quel tempo.
“Nabiki, non prenderli in giro. Non vedi come sono imbarazzati, poverini? Guardali, fanno tenerezza! !” disse sorridente Kasumi raggiungendo la sorellina per congratularsi e per stringerla a sé, seguita a ruota da Nabiki e da Soun che riversava in una valle di lacrime, questa volta di felicità, però.

“Ragazzo mio, finalmente ce l’hai fatta, eh?” fece Genma dando una sonora pacca sulle spalle al figlio pietrificato: “ Eh eh, devi aver preso tutto da tuo padre! Sai, anch’io da giovane ero un autentico rubacuori, un vero dongiovanni e…”si interruppe, sbiancando in volto, quando sentì la katana di Nodoka puntata sulla schiena. “S…si…insomma…bravo figliolo…hai fatto la cosa giusta! Akane sarà una moglie perfetta!” (…e soprattutto è la chiave per ereditare la palestra Tendo…ah ah ah…vivrò una vita di rendita…ah ah ah) continuò nei suoi meri pensieri.

Nodoka fissò il figlio con un sorriso rassicurante. Lui la guardò come per volervi trovare una risposta a quel tornado che lo stava investendo, ma lei non parlò. Si limitò ad annuire lievemente col capo, con dolcezza.
Ranma non aveva bisogno di altre parole, ora sapeva che finalmente poteva sentire di essersi comportato da vero uomo e tutto grazie a lei ed alla sua comprensione. Sorrise a sua volta, riconoscente, poi si girò verso quella che era appena divenuta la sua sposa.

Ranma e Akane si fissarono per la prima volta da quando erano stati interrotti. Non ne avevano ancora avuto il coraggio.
Le loro mani tremavano le une strette ancora nelle altre, ma le loro bocche non riuscivano ad emettere suoni. I loro sguardi erano incatenati saldamente l’uno all’altro. Si fissavano sbigottiti ed attoniti.
Ai loro anulari erano state ben piazzate dai lesti genitori, due fedine sottili in oro bianco. All’interno vi erano stati incisi i loro nomi, semplicemente: Ranma e Akane.
Le fissarono ancora increduli.
Erano diventati davvero marito e moglie, in un parco, la prima notte di primavera.

“Allora, che aspettate! Non avete sentito quello che vi ha detto? Potete baciarvi adesso! Forza, che vi scatto una bella foto ricordo!”
“Nabiki! E smettila!” intervenne la sorella maggiore: “ Akane aspetta, mettiti questo, è il tuo velo. L’ho raccolto prima, quando è volato via. Ecco…così…aspetta che te lo sistemo meglio…sì, ora sì che sei una vera sposa! Sei davvero bellissima, sorellina!” disse asciugandosi una lacrima che le era sfuggita per l’emozione. Kasumi era sempre stata come una madre per la piccola Akane ed ora, guardarla andare in sposa al suo uomo era una gioia incontenibile.
“Kasumi…grazie.” riuscì solo a mormorare confusa.

“Allora, vi decidete a mettervi in posa? Papà, signor Genma, smettetela di ballare il tango e venite qui! Almeno una foto di gruppo dobbiamo farla! Ora premo questo tasto e tra dieci secondi partirà l’autoscatto, mi raccomando tutti in posa!” urlò Nabiki correndo ad appoggiare l’apparecchiatura su un sostegno stabile.

“Ecco, stringetevi, che non ci stiamo nell’obiettivo!Signor Genma, quand’è che è diventato un panda, è troppo ingombrante! Si faccia più in là”.
“Deve essersi bagnato con lo champagne ghiacciato!Quando andiamo a casa facciamo i conti!” lo pungolò la moglie.
“Akane, piccola mia…sniff, sob, sob…promettimi che mi regalerai presto la gioia di un nipotino!” disse Soun ai piedi della sua “bambina”.
“Ma papà, si sono appena sposati! Lasciali in pace!” rise divertita Kasumi.
“Guardate, sta spuntando il sole!”. Tutti voltarono lo sguardo all’insù.

Un meraviglioso cielo striato di venature rosa stava schiarendo sulla piccola città. Era l’inizio di un nuovo mattino a Nerima, ma niente era più tale a quelle che l‘avevano preceduta.
Un fiore appena spuntato timidamente si apriva alla fresca rugiada del mattino e tutt’intorno s’inondava di luce.Tutte le stelle si spensero una ad una come piccole fiammelle, solo una, la più luminosa rimase a far compagnia al nuovo sole. Akane rimase ferma a fissarla in silenzio. Le era sembrato un attimo prima di veder un bagliore accecante provenire da quell’astro. Una lacrima le solcò il viso. Capì che sua madre era lì con lei. Sorrise malinconica: “Grazie…mamma…ti voglio bene!”

Quella non era solo l’alba di un nuovo giorno, era l’inizio di una nuova vita, di un nuovo mondo, di un nuovo universo…per Ranma e Akane, per loro due soltanto.

“Ranma, Akane..che sono quelle facce? Sembrate due statue di cera, forza, dai che sta per scattare! Dite tutti in coro: cheeeese!”

“CHEEEEEESE!”

“CLICK!”

 

 

 

 

EPILOGO


6 anni dopo


“Ah ah ah, corri, corri cavallino! Più veloce, dai nonno!” la vocina squillante di una piccola bimba sui quattro anni incitava un vecchio panda esausto a gattonare più in fretta.
“Signorina Aiko Saotome! Quante volte ti devo dire che non devi salire in groppa al nonno? Lo sai che soffre di mal di schiena, non devi stancarlo!” la rimproverò la voce della sua mamma.
“Ma..mamma…io voglio giocare col pandaaa! Bhuuuu! Bhuuuu!” cominciò a frignare furbamente la bambina, che sapeva come ottenere quello che voleva.
“Uff…devo dire che non a caso sei figlia di tuo padre…frignate allo stesso identico modo! Dai, su vieni qui.” disse poi dolcemente alla sua piccola. “Cosa ne dici se dopo telefoniamo alla zia Nabiki, in America? E’ da Natale che non la sentiamo, da quando è tornata per presentarci il suo fidanzato petroliere!”
“Siiiiiiiii! Che bello, che bello!” urlò felice Aiko sbattendo le manine.
“Com’è facile far felice un bambino.” pensò sollevata.

“Prima, però, prova a prendermi! Su, mamma Akane, prendimi!” e corse via verso la sala da pranzo.
“Come non detto!” sospirò Akane costretta a rincorrerla per evitare che si facesse male accidentalmente.
“Corri, corri…Ahahaha…prendimi, mamm…aaaaaaaaa!” urlò inciampando nella fessura di un tatami fissato male alle assi del pavimento ed andando a sbattere contro la credenza.
“Aiko! Piccola mia, ti sei fatta male?” accorse Akane allarmata: “Fammi vedere…ah, non è niente, è solo un graffietto, guarda, mamma ti da un bacino sulla bua così ti passa tutto…ecco, visto?”
“Si…ti voglio tanto bene, mammina!” disse la piccola stringendosi al collo della sua mamma: “ E anche a papà e ai nonni e alle zie! ”
“Anche noi te ne vogliamo tantissimo, Aiko. Sei la nostra gioia….se solo fossi un po’ meno vivace…ma…cos’è caduto dalla mensola, lì per terra?” disse vedendo qualcosa luccicare sul pavimento. Si avvicinò per raccoglierlo e quando lo ebbe tra le mani trasalì…era la foto del suo matrimonio! “Meno male che non si è rovinata” pensò sollevata mentre se la portava al petto per stringerla a sé.
“Che cos‘è, che cos‘è?” squittì la piccola.
“Ah, è la cornice con la foto della tua mamma e del tuo papà nel giorno in cui si sono sposati” disse sorridendo alla domanda della bimba.
“Voglio vedere! Vedere!” esclamò catapultandosi in grembo alla madre

“Mamma…ma perché tu e papà siete così strani in questa foto? Sembra che avete visto un fantasma e poi…avete tutti i vestiti rotti! Avevate fatto la lotta e avevate perso?”
“Umf…in un certo senso sì…” rispose ridendo Akane.

Lei sapeva che quella notte avevano rischiato sul serio di perdersi definitivamente. Il solo pensiero le metteva i brividi. La felicità che quell’unione le aveva e le stava donando le sembrava ora qualcosa di impossibile a cui rinunciare.
La sua piccola bimba la guardava curiosa con due occhioni blu cobalto come il cielo di quel mattino di 6 anni prima, gli stessi occhi del padre.
Lei e Ranma erano tutta la sua vita.

“..E perché?” le domandò scuotendola dai suoi ricordi.
Lei fissò il piccolo visino e accarezzandole i capelli le sussurrò dolcemente: “Nella vita non sempre si vince. Spesso ci può capitare di perdere, ma non conta chi sia il più forte…conta solo quello che si ha nel cuore. Solo così anche una sconfitta può diventare un’inaspettata vittoria.”

La bambina non capì granchè di quel discorso, d’altronde aveva solo pochi anni. Si alzò dimenticandosi subito della fotografia per correre dal papà che era appena tornato a casa con un grosso nikuman per la sua piccola bambina.
“Papà , fammi volare! disse urlando di gioia, mentre Ranma la prendeva e con una spinta sulle sue forti braccia la faceva librare in aria come una foglia nel vento.

Akane guardò la scena e sentì una sensazione di straordinaria completezza ed appagamento .
No, non avrebbe mai potuto vivere senza quelle due pesti. Li amava con tutto il suo cuore e con il passare degli anni sentiva questo sentimento crescere sempre più forte.Guardare Ranma e la loro bellissima bambina, sentire le loro risate mentre cercavano di vincere l’una sull’altro a colpi di solletico era tutto ciò di cui sentiva di aver bisogno.

Rivolse lo sguardo nuovamente a quella fotografia.
“E già, eravamo proprio ridicoli con quegli stracci addosso, gli occhi gonfi e le facce sconcertate…eh eh eh” rise Akane ricordandosi che la prima settimana di nozze fu un autentico disastro, trascorsa ognuno nel proprio letto con la febbre alta ed un raffreddore da fieno!
Altro che “prima notte“!
Ripensò anche a quella volta in cui lui e lei si ritrovarono per la prima volta a dover dormire nello stesso letto.
Fu un trauma per entrambi.
Non ebbero il coraggio nemmeno di sfiorarsi lasciando passare settimane di notti insonni.
Poi tutto avvenne, così, naturale.
Lui una notte, anziché darle la schiena, come aveva fino ad allora fatto, si girò verso di lei, la fissò nella penombra mentre cercava poi di disegnare con un dito i lineamenti del suo naso,dei suoi occhi ed infine della sua bocca.
“Akane, voglio stare con te stanotte.” solo questo le aveva detto con voce roca, il resto lo lasciò fare al suo respiro, alle sue mani che l’accarezzavano percorrendo ogni curva sinuosa del suo corpo ed alla sua bocca che, cogliendola di sorpresa, la cercava insaziabile.
Arrossì a quel ricordo. Possibile che dopo tanti anni, lui aveva ancora il potere di metterla in imbarazzo?
Distolse la sua mente da quei pensieri, sfilò la fotografia dalla cornice dorata e la voltò per guardarne il retro. Ranma le aveva inciso una dedica qualche mese dopo il burrascoso matrimonio. Era scritta a penna con inchiostro di china nera. La rilesse e provò di nuovo quel tuffo al cuore che aveva sentito la prima volta che l’aveva letta.


“Ad Akane, la mia sposa, ora e per sempre ti amo:

A volte nella vita, quando si perde, si vince.”


E lei sapeva che nulla, per loro due, sarebbe mai stato più vero.



-
FINE -

***********************************************************************************

ANCORA DUE PAROLE

E' finita! Non me ne rendo ancora conto, ma la mia fanfiction è finita! E se ciò è stato possibile lo devo a tutti quelli che mi hanno dato il loro appoggio, amici, colleghi, ovviamente i lettori e soprattutto mio marito! Lui che non distingue un manga da un ravanello ha dovuto sopportare la mia assenza dal "letto coniugale" per queste settimane senza capire che cosa diavolo stessi scrivendo fino alle due-tre di notte! Lui, però sapeva che quello che stavo facendo era un impegno che avevo preso con me stessa e che avrei dovuto portarlo a termine il prima possibile, volente o nolente ed ha così sopportato pazientemente. In realtà erano anni che sognavo di mettere mano a questa storia, ma non avevo la più pallida idea di come fare, per cui è successo che col tempo e le circostanze questo mio piccolo desiderio si fosse fatto flebile fino a quasi scomparire...Poi un giorno capitai su questo sito ed il cerchio si completò. Sento di essere riuscita a dare una forma al mio sogno, che poi è quello di tutti noi fans di Ranma 1/2. Sentirsi soddisfatti per aver dato degnamente sfogo ai sentimenti di quei due impedit...emh, innamorati di Ranma e Akane! Ringrazio di cuore tutti, tutti coloro che hanno inviato i loro commenti, ma anche chi ha avuto la gentilezza di entrare in queste pagine e leggere ciò che è stato scritto. So che siete tantissimi, dal counter risultate quasi 800 persone! Vi ringrazio uno ad uno e naturalmente visto che siamo giunti al finale (questa volta per davvero) vi invito a lasciarmi qualche riga per trasmettermi le vostre impressioni o le vostre critiche tramite la sezione "Commenti" oppure, se non siete registrati, alla voce "Contatta", per mandarmi direttamente un'e-mail. Rispondo a tutti, assicurato! Un ringraziamento caloroso a BREED107 che mi ha dato l'input per iniziare questa avventura e ad Erika che dà la fantastica opportunità a tutti gli appassionati del genere di pubblicare qualcosa scritto di proprio pugno, cosa che sarebbe impossibile fare in altro modo. Piccolo quiz: un paio di frasi ad effetto sono tratte da un bellissimo film con Robin Williams, chi sa dire quale? Rispondete e vincerete un fantastico premio: una serata con VIAGGIO CINESE (Vedi volume 12 Romeo e Giulietta, ndForevergiulia) E' stata una bellissima avventura! Grazie ancora e...a presto! KISU. Giulia

  
Leggi le 18 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: forevergiulia