Before
the storm
I know this isn't what I wanted
I never thought it'd come this far
Just thinking back to where we started
And how we lost all that we are
Non ce la faccio più. Sam
è da due settimane che non si fa vedere. Ho paura che si sia cacciato in
qualche guaio, che abbia fatto qualcosa di veramente brutto
“Non ha fatto niente,
calmati. È Sam, il tuo Sam” mi continuo
a ripetere. Ma continuo ad avere paura. So che non è quel tipo di persona, lui
è un bravo ragazzo. Siamo cresciuti insieme ed è quasi 3 anni ormai che stiamo
insieme.
Poi sento un abbraccio
molto caldo che mi avvolge le spalle e sento sussurro di una voce che potrei
riconoscere fra mille… - Lee Lee, sono di nuovo qui –
Non mi giro neanche,
faccio l’offesa e provo ad uscire da quella stretta, ma con scarsi risultati.
- Dove sei stato tutto
questo tempo? Io e tua madre abbiamo chiamato persino la polizia per cercarti,
ma non ti trovavano. Poi abbiamo saputo che avevano trovato i tuoi vestiti in
brandelli e che avevano intravisto un grosso orso nero tra la foresta e…. ho
pensato di averti perso. Non sai quando sono stata male. Almeno dimmi perché? -
Provo a nascondere le
lacrime e i singhiozzi, inutilmente. Mi accarezza la guancia con le dita e mi
strinse forte. Troppo forte. Mi stava facendo davvero male.
- Sam! Cazzo, hai
intenzione di uccidermi? – gli urlo, mentre cerco di girarmi nuovamente verso
di lui.
Lui molla subito la
presa. Mi guarda un non so quanti minuti negli occhi. I suoi son cambiati. Hai
una luce strana negli occhi, qualcosa di malvagio, direi. E anche il suo corpo
è cambiato, è più grosso di quanto non fosse già, e i suoi capelli lunghi ,che
tanto adoravo, hanno lasciato il posto a un taglio cortissimo. Cosa gli è
successo? Ho bisogno di sapere. Devo sapere.
I miei pensieri vengono
interrotti da un suo bacio. È diverso da tutti gli altri. E’ più forte,
passionale. Mi lascia senza fiato.
- Qualunque cosa tu abbia fatto in queste
settimane, ti conviene farlo più spesso, perché baci decisamente meglio! – lo
stuzzico, mordendomi un labbro.
Non mi risponde, ma
rivolge lo sguardo verso il bosco, nella direzione dove era stato avvistato il
l’orso, o quello che fosse. Questo suo sguardo, sembra essere un misto di
paura, preoccupazione non so che altro. Ha un non so che di animalesco, ecco.
Mi bacia nuovamente, ma
stavolta è più dolce e delicato, molto simile a uno dei nostri primi baci.
- Devo… devo parlare con
tuo padre… urgentemente… -
- Mio padre? Adesso cosa
centra mio padre…? -
- Non ti preoccupare, amore mio… ho solo
bisogno di parlargli. –
Lo prendo per mano e lo
trascino, anzi è lui che trascina me, verso la sua, anzi nostra, Harley
Davidson, per dirigerci verso la casa di Charlie Swan, dove papà passa ormai
tutti i pomeriggi.
Ad aprirci è papà. Appena
vede Sam, tira un sospiro, e inizia a fissarlo.
- Buongiorno Harry… -
accenna sorridente Sam. È stato sempre gentile con mio padre, ma non è mai
stato viceversa. Veramente mio padre non l’ho è mai stato con i ragazzi con cui
uscivo.
Appena si stringono la
mano, mio padre sobbalza.
- Sam? – sta quasi
gridando. Sembra preoccupato, molto preoccupato.
- Sì. – risponde,
semplicemente.
- Posso sapere? – chiedo,
sbuffando.
- No! – rispondo
all’unisono, fulminandomi con gli sguardi.
- Io vado da Charlie. È sicuramente più
simpatico e gentile di tutti e due. – Ma prima di
andarmene, do un bacio a
stampo a Sam, sotto lo sguardo irritato di mio padre. Charlie è al telefono.
- Reneè non so… Bella qui
a Forks? Lo sai quanto lei odi Tutto ciò che freddo e bagnato. –
Bella… ah sì, la figlia
di Charlie. L ho incontrata un’estate, quando eravamo piccole, e non mi
bastava granchè
simpatica. Appena mi vede, stacca al più presto la telefonata, per poi
abbracciarmi.
Siamo stati sempre molto
legati, è come uno zio molto scorbutico, ma anche tanto tanto dolce.
- Come sei cresciuta,
Lee! Quanto è che non ci vediamo? –
- Quasi due settimane, ma
praticamente nell’ultimo anno ogni volta che venivo ti trovavo incollato al
televisore, insieme a mio padre. – lo bacchetto, sdrammatizzando tirandogli un
pugno sulla spalla.
- Hey Charlie, stai
cercando di rubarmi la figlia? –
- Mica è colpa mia se
sono più simpatico di te! –
Lascio i due vecchi alle
loro chiacchere e raggiungo di corsa Sam, rischiando più volte di inciampare.
Mi sbatte letteralmente al muro, baciandomi e toccandomi molto molto
appassionatamente.
- Cos’è? Mio padre è
stato gentile? –
- Non è successo niente,
ma adesso dobbiamo andare a casa…. – mi fa l’occhiolino.
- Finalmente! Pensavo
avessi aspettato il matrimonio! –
Mi prende in braccio e mi
porta di corsa verso la macchina, mentre io urlo a papà che stiamo andando, e
spero con tutto il cuore che rimanga tutta la sera a casa Swan.
- Lo sai che tra un
mesetto dovrebbe venire mia cugina? Emily, ricordi? – gli chiedo, mentre
saliamo sulla moto.
- Lo so, me lo hai già
detto una o due… milioni di volte, direi. –
Arrivati a casa, passai
la serata più bella della mia vita. E dopo, il mese più bello della mia vita.
Ma era la quiete prima della tempesta. Quella tempesta che ancora oggi mi
perseguita.