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Autore: stomborn    06/06/2010    2 recensioni
Ma era la quiete prima della tempesta. Quella tempesta che ancora oggi mi perseguita.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leah Clearweater
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ce la faccio più

Before the storm

 

 

I know this isn't what I wanted
I never thought it'd come this far
Just thinking back to where we started
And how we lost all that we are

 

 

Non ce la faccio più. Sam è da due settimane che non si fa vedere. Ho paura che si sia cacciato in qualche guaio, che abbia fatto qualcosa di veramente brutto

“Non ha fatto niente, calmati. È Sam, il tuo Sam”  mi continuo a ripetere. Ma continuo ad avere paura. So che non è quel tipo di persona, lui è un bravo ragazzo. Siamo cresciuti insieme ed è quasi 3 anni ormai che stiamo insieme.

Poi sento un abbraccio molto caldo che mi avvolge le spalle e sento sussurro di una voce che potrei riconoscere fra mille… - Lee Lee, sono di nuovo qui –

Non mi giro neanche, faccio l’offesa e provo ad uscire da quella stretta, ma con scarsi risultati.

 

- Dove sei stato tutto questo tempo? Io e tua madre abbiamo chiamato persino la polizia per cercarti, ma non ti trovavano. Poi abbiamo saputo che avevano trovato i tuoi vestiti in brandelli e che avevano intravisto un grosso orso nero tra la foresta e…. ho pensato di averti perso. Non sai quando sono stata male. Almeno dimmi perché? -

 

Provo a nascondere le lacrime e i singhiozzi, inutilmente. Mi accarezza la guancia con le dita e mi strinse forte. Troppo forte. Mi stava facendo davvero male.

- Sam! Cazzo, hai intenzione di uccidermi? – gli urlo, mentre cerco di girarmi nuovamente verso di lui.

Lui molla subito la presa. Mi guarda un non so quanti minuti negli occhi. I suoi son cambiati. Hai una luce strana negli occhi, qualcosa di malvagio, direi. E anche il suo corpo è cambiato, è più grosso di quanto non fosse già, e i suoi capelli lunghi ,che tanto adoravo, hanno lasciato il posto a un taglio cortissimo. Cosa gli è successo? Ho bisogno di sapere. Devo sapere.

I miei pensieri vengono interrotti da un suo bacio. È diverso da tutti gli altri. E’ più forte, passionale. Mi lascia senza fiato.

- Qualunque cosa tu abbia fatto in queste settimane, ti conviene farlo più spesso, perché baci decisamente meglio! – lo stuzzico, mordendomi un labbro.

Non mi risponde, ma rivolge lo sguardo verso il bosco, nella direzione dove era stato avvistato il l’orso, o quello che fosse. Questo suo sguardo, sembra essere un misto di paura, preoccupazione non so che altro. Ha un non so che di animalesco, ecco.

Mi bacia nuovamente, ma stavolta è più dolce e delicato, molto simile a uno dei nostri primi baci.

- Devo… devo parlare con tuo padre… urgentemente… -

- Mio padre? Adesso cosa centra mio padre…?  -

-  Non ti preoccupare, amore mio… ho solo bisogno di parlargli. –

Lo prendo per mano e lo trascino, anzi è lui che trascina me, verso la sua, anzi nostra, Harley Davidson, per dirigerci verso la casa di Charlie Swan, dove papà passa ormai tutti i pomeriggi.

Ad aprirci è papà. Appena vede Sam, tira un sospiro, e inizia a fissarlo.

- Buongiorno Harry… - accenna sorridente Sam. È stato sempre gentile con mio padre, ma non è mai stato viceversa. Veramente mio padre non l’ho è mai stato con i ragazzi con cui uscivo.

Appena si stringono la mano, mio padre sobbalza.

- Sam? – sta quasi gridando. Sembra preoccupato, molto preoccupato.

- Sì. – risponde, semplicemente.

- Posso sapere? – chiedo, sbuffando.

- No! – rispondo all’unisono, fulminandomi con gli sguardi.

-  Io vado da Charlie. È sicuramente più simpatico e gentile di tutti e due. – Ma prima di

andarmene, do un bacio a stampo a Sam, sotto lo sguardo irritato di mio padre. Charlie è al telefono.

- Reneè non so… Bella qui a Forks? Lo sai quanto lei odi Tutto ciò che freddo e bagnato. –

Bella… ah sì, la figlia di Charlie. L ho incontrata un’estate, quando eravamo piccole, e non mi

bastava granchè simpatica. Appena mi vede, stacca al più presto la telefonata, per poi abbracciarmi.

Siamo stati sempre molto legati, è come uno zio molto scorbutico, ma anche tanto tanto dolce.

- Come sei cresciuta, Lee! Quanto è che non ci vediamo? –

- Quasi due settimane, ma praticamente nell’ultimo anno ogni volta che venivo ti trovavo incollato al televisore, insieme a mio padre. – lo bacchetto, sdrammatizzando tirandogli un pugno sulla spalla.

- Hey Charlie, stai cercando di rubarmi la figlia? –

- Mica è colpa mia se sono più simpatico di te! –

Lascio i due vecchi alle loro chiacchere e raggiungo di corsa Sam, rischiando più volte di inciampare. Mi sbatte letteralmente al muro, baciandomi e toccandomi molto molto appassionatamente.

- Cos’è? Mio padre è stato gentile? –

- Non è successo niente, ma adesso dobbiamo andare a casa…. – mi fa l’occhiolino.

- Finalmente! Pensavo avessi aspettato il matrimonio! –

Mi prende in braccio e mi porta di corsa verso la macchina, mentre io urlo a papà che stiamo andando, e spero con tutto il cuore che rimanga tutta la sera a casa Swan.

- Lo sai che tra un mesetto dovrebbe venire mia cugina? Emily, ricordi? – gli chiedo, mentre saliamo sulla moto.

- Lo so, me lo hai già detto una o due… milioni di volte, direi. –

Arrivati a casa, passai la serata più bella della mia vita. E dopo, il mese più bello della mia vita. Ma era la quiete prima della tempesta. Quella tempesta che ancora oggi mi perseguita.

 

  
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