Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: _Breath    06/06/2010    3 recensioni
Un Harry malinconico e dodicenne alla prese con le sue paure e tormenti.
[...]Cara mamma, caro papà; mi sento tremendamente solo e sento tanta tristezza sopra le mie spalle. Da quando ho saputo la vostra morte come è successa, perché è accaduta e quando sento un nuovo macigno sulle mie spalle. Da quando Hagrid mi ha detto la verità su chi sono io, veramente, non riesco più a vivere come vivevo prima[...]
Genere: Triste, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un ragazzo sedeva ad una consumata scrivania scura di una stanza vecchia e consumata.
Una stanza che stanza non può essere definita considerando il suo passato da vecchio scantinato e ripostiglio per scarpe.
Dentro quella stanza, dentro quel buco un ragazzo sedeva composto su quella piccola scrivania regalatagli per svolgere i compiti della scuola Babbana.
“Non farci vergognare dei tuoi voti scolastici, almeno quello!” aveva detto lo zio Vernon quando portando quel vecchio tavolo nello ‘scantinato’gli aveva imposto il massimo impegno nello studio.
Harry, allora solo ottenne, si era limitato ad annuire a sorridere felice per quel dono mentre subito dopo, con un nuovo sorriso, si recava a sedersi al cospetto di quel nuovo regalo per iniziare ad usufruirne.
Ora, quello stesso ragazzo solo più grande, sedeva nuovamente a quella scomoda scrivania mentre la sedia di legno battuto e arrugginita ai chiodi gli procurava un tremendo dolore alle gambe.
Ma Harry ormai era abituato, non sentiva nemmeno più dolore …
Con un foglio di pergamena che avrebbe dovuto essere usato per scopo scolastici, Harry prese la sua piuma d’oca intingendola nell’inchiostro poi, con molta eleganza per un bambino di soli dodici anni, si bagnò le labbra pensieroso.
Era la prima volta che si cimentava in questa attività in quanto non si era mai lasciato andare ai suoi dolori, sentimenti e anche sensazioni.
Dopo anni passati a reprimerle, queste, si erano fossilizzate in lui come se facessero parte dello strato del suo corpo.
Alcune volte, nei momenti di delusione totale, Harry era arrivato anche a pensare che forse soffrire facesse parte di lui e che i suoi geni riportavano il dolore.
Aveva trovato un po’ di felicità l’anno passato quando andando alla scuola di Hogwarts aveva conosciuto nuovi amici, fatto nuove avventure ed anche visto l’agognata morte in viso.
Se Harry avrebbe dovuto dare un volto alla morte vi avrebbe associato un mantello nero e un volto bianco, con una voce strascicata e possente.
Una voce da serpente tanto tagliente quanto viscida: la voce di Voldemort!
Era colpa di quel essere se aveva perso la felicità e se mai l’aveva conosciuto.
Era colpa di Voldemort se ora non aveva un abbraccio paterno, un bacio materno.
Come sempre quei pensieri fecero scendere tanta malinconia sul bambino moro che, ancora composto e seduto alla scrivania, continuava a torturarsi i due petali di rosa di labbra stringendoli tra le labbra.
Non stava piangendo, Harry, ma dentro soffriva; soffriva e gemeva.
Intingendo nuovamente la penna d’oca nel inchiostro per rinfrescare l’inchiostro che con il tempo era andato seccandosi, il bambino, poggiò delicato la piuma sulla pergamena iniziando a scrivere.
Lento e vivace, come se il tempo fosse solo per lui, una volta sola nella vita, si tolse il guscio e la maschera di Harry Potter ( il bambino sopravvissuto) e rimase nudo.
Harry, solo Harry!
 
 
Cara mamma, caro papà;
mi sento tremendamente solo e sento tanta tristezza sopra le mie spalle.
Da quando ho saputo la vostra morte come è successa, perché è accaduta e quando  sento un nuovo macigno sulle mie spalle.
Da quando Hagrid mi ha detto la verità su chi sono io, veramente, non riesco più a vivere come vivevo prima.
Ora ho due amici, Ron ed Hermione.
Hermione è un vulcano di idee, sempre pronta a diventare sempre più intelligente ed a aiutarmi.
Ron è un vulcano, … un vulcano e basta!
Ho solo dodici anni ma mi sento più grande e anche più responsabile e ho come la sensazione di dover salvare il mondo.
Perché io, mamma? Perché non Draco, popà?
Perché non posso essere io quello con dei genitori ad abbracciarmi ed una famiglia numerosa come quella Weasley?
Perché non sono io il ragazzo che ‘Invidia Harry Potter’ come tutti a scuola?
Perché sono io Harry Potter?
Vorrei tanto essere diverso, per non sentire il peso di tante vite sulle mie spalle e per potervi vendicare come vorrei … come dovrei.
I Dursdley mi trattano male, come se fossi un povero vagabondo e non come se fossi loro parente, perché mi odiano tanto?
Perché sono Harry Potter, forse?
E’ una colpa essere me, mamma? E’ una vergogna portare il tuo cognome, papà?
Io vado orgoglioso di quello che sono, sono fiero di essere lo specchio tuo papà e di avere i tuoi occhi, mamma.
Sono convinto che un giorno di questi riuscirò a convincere tutti che Harry Potter è come tutti quanti.
Harry Potter si toglierà tutti questi perché dalla testa, mamma, e riuscirà a uccidere la morte(quella morte che vi ha portato via da me)  una volta per tutte
Harry Potter non vivrà più nell’ombra della sua stanzina.
Il bambino che vi è sopravvissuto.
Vostro figlio,
Harry.
Senza nemmeno rileggere quello che aveva scritto, Harry, chiamò la sua civetta bianca con un fischio e le lasciò una carezza lungo il collo.
“ Vai piccola," disse solo mettendole la lettera al becco “ fai quello che devi fare!”
Dopo un piccola fugace carezza,  il bambino lasciò la civetta andare via e la vide volare tra il cielo limpido e candido, sempre più in altro.
Non sapeva dove andava, non sapeva dove sarebbe arrivata la sua civetta.
Sapeva solo che la sua mamma e il suo papà avrebbero letto il suo messaggio e che sorridendo, sarebbero stati fieri di lui.
 
 
 
Quando circa sei anni dopo Harry andò al cimiterò di Godrics Hollow, sorrise davanti ad una tomba bianca e consumata.
La tomba della sua mamma e del suo papà.
Sorridendo  il ragazzo ora diciottenne si inchinò e sfiorò la lapide con le mani in un sorriso rinnovato di vera malinconia.
Sopra la lapide, sotterrata  da un paio di fior secchi, vi era un pezzo di pergamena consumata che Harry, confuso, si accinse a leggere.
Gli occhiali tondi gli si fecero appannati quando si rese conto che quella pergamena altri non era che la lettera che aveva scritto lui quando aveva dodici anni.
Alla fine Edvige era riuscita veramente a portarla ai suoi genitori, prima ancora che lui scoprisse quel posto.
La rilesse nuovamente due volte prima di poggiarla nuovamente sulla lapide e guardare quella lettera con tanto rammarico.
Una frase che stesso lui aveva scritto gli rimbombò in testa come un disco rotto :
 << Harry Potter si toglierà tutti questi perché dalla testa, mamma, e riuscirà a uccidere la morte(quella morte che vi ha portato via da me)  una volta per tutte >>
Sorrise nuovamente tra le lacrime gustando il sapore di un primo, vero sorriso:
Alla fine era riuscito a mantenere fede alla sua parola, Harry, in quanto solo due mesi prima- con la battaglia finale- aveva sconfitto crudelmente il suo acerrimo nemico in combattimento.
Harry Potter, la morte, l’aveva sconfitta realmente!

Piccola storia nata in un momento di malinconia.
Spero che possa piacere in caso contrario la cancellerò.
Qui ci ritroviamo un Harry più piccolo con i suoi problemi e con le sue ansie e paure.
Spero di non aver turbato nessuno e spero, sempre, in qualche recensione.=)
I personaggi citati non sono di mia proprietà ma della Rowling e il mio uso non è stato a fini di lucro.
I personaggi in foto, nello stesso modo, non sono usati a scopi di lucro
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _Breath