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Autore: Hi Ban    06/06/2010    3 recensioni
“Lucius, ti prego...” Invoca la donna che porta il nome di Narcissa Malfoy.
L’uomo non risponde e continua a leggere la Gazzetta Del Profeta, come se neanche la sentisse.
Non poteva fare una cosa del genere, non ne aveva il diritto.
“Lucius...”
“Non c’è nulla su cui discutere, Narcissa, ho deciso così e così sarà.” La precedette duro, con uno sguardo che le fece morire la voce in gola.
Voleva solo proteggere suo figlio, ma non c’era riuscita.
Di nuovo.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A silent shout in the night


“Lucius, ti prego...” Invoca la donna che porta il nome di Narcissa Malfoy.
L’uomo non risponde e continua a leggere la Gazzetta Del Profeta, come se neanche la sentisse.
Non poteva fare una cosa del genere, non ne aveva il diritto.
“Lucius...”
“Non c’è nulla su cui discutere, Narcissa, ho deciso così e così sarà.” La precedette duro, con uno sguardo che le fece morire la voce in gola.
Voleva solo proteggere suo figlio, ma non c’era riuscita.
Di nuovo.




Il respiro si fa affannoso, in quella stanza in cui sei stato spinto con l’inganno, da chi da te vuole sapere ciò che non devi – non puoi – ostentare. Ciò che hai paura di mostrare.
La luce è poca, le candele ormai giungono alla fine di un percorso cui hai assistito.
Quanto tempo è che sei in quella stanza, Draco?
Non hai il coraggio di voltarti, vedere cosa si nasconde dietro di te; ti sei rannicchiato in quell’angolo, dove ora giaci. Non vuoi, hai paura. Sai, però, che c’è qualcosa insieme a te in quella stanza, il motivo per cui ci sei entrato, per cui hai tremato appena al sorriso – finto – di tuo padre. Ingannevole.
Ti aveva solo chiesto ‘Sei fiero di essere un Malfoy, Draco?’, e tu avevi annuito, in un gesto di conferma. Sei fiero di essere un Malfoy anche all’età di cinque anni, quando non sai ancora come gira il mondo, non conosci il male, così come credi che tutto sia bene. Tutto ti è sembrato perfetto fino ad ora, niente d’imperfetto. Sei davvero fiero di essere un Malfoy.
“Un Malfoy non deve avere paura, mai.” Ti aveva detto allora, mentre ti osservava dalla poltrona su cui era comodamente adagiato.
Tua madre, in silenzio, obbediva agli ordini che le aveva imposto lo stesso uomo che poi si era alzato, e ti aveva spinto verso il corridoio, per poi farti entrare nella stanza.
Non avevi chiesto cosa, come o perché. Non potevi.
Avevi sentito solo tua madre, emettere un breve sussurro, che appariva più una supplica verso tuo padre. Un semplice ‘Lucius’ che non fu ascoltato, le preghiere che nascondeva vennero ignorate. Quella stanza, cui non avevi neanche fatto caso, ti accolse, tra quelle pareti bianche, che avevano perso la loro purezza, rubata dall’oscurità della notte.
Tuo padre aveva agitato la bacchetta prima di andarsene e, mentre lui chiudeva la porta, il rumore di un lucchetto che si apre ti aveva fatto trasalire, facendoti voltare spaventato.
Tuo padre aveva detto che un Malfoy non deve avere paura, ma tu non ce l’hai fatta. Non hai atteso di scorgere qualcosa in quell’oscurità – perché lo sapevi, che nella penombra di quell’immensa stanza si nascondeva qualcosa.
Ti sei nascosto in quell’angolo e sei ancora lì.
Riflesso incondizionato.
Ora stringi più forte le ginocchia al petto, sperando che presto tutto finisca, che tuo padre si ricordi che sei lì e che ti venga a prendere.
Aspetti e aspetti ancora, non sapendo che, in realtà, tuo padre è nel salotto che hai lasciato prima, ad ascoltare ogni singolo rumore, in attesa che tu ti abbandoni alla paura.
Perché un Malfoy non deve avere paura, non deve mostrare mai nulla.
Nulla.
Nessuna sensazione, emozione, niente.
Nonostante non hai sentito più nessun rumore, ma non riesci ad alzarti.
“Non mi deludere.” Gli aveva sussurrato prima di uscire Lucius; Draco non aveva capito a cosa si riferisse ma, qualsiasi cosa volesse intendere, si aggrappò a quello per alzarsi e muovere qualche passo titubante. Non voleva deluderlo, non voleva proprio.
Già, perché Lucius era diventato cattivo quando Draco non aveva rispettato ciò che gli aveva imposto.
Prima che il suo schiaffo si abbattesse su di lui, gli aveva detto che era stato un bambino cattivo, con lo stesso – ingannevole – sorriso con cui lo aveva accompagnato in quella camera.
Aveva fatto una cosa che gli era stata vietata, era stato cattivo.
Aveva abbracciato la sua mamma.
Niente, solo silenzio. Altri brevi e incerti passi.
Poi ti fermi, di colpo, quando la paura che ti ha attanagliato da quando hai messo piede in quella dannata stanza si concretizza; non eri solo.
Fai vagare lo sguardo tutto intorno, ma vedi solo il buio.
E ti ritrovi davanti te stesso.
Lo stupore s’impossessa di te, tanto che la paura che ti aveva animato poco prima scompare del tutto, sotto la completa incredulità.
Ma non è solo il Draco laggiù e qui lo stupore su mischia al terrore e ti guardi intorno fremente: devi essere solo in quella stanza, nessuno deve vedere cosa fa l’altro te stesso. Nessuno.
Lui non deve vedere, no...
Il piccolo Draco Lucius Malfoy davanti a te sta abbracciando Narcissa Malfoy, tua madre. Ciò che hai sempre voluto fare anche tu, sprofondare tra le sue braccia, dandoti quella strana sensazione che non ha potuto sperimentare se non per effimeri momenti, marchiati a fuoco nella tua mente.
Indelebili.
E tremi, tanta è la paura, il terrore. Le lacrime si liberano da sole, non t’importa di loro, perché tu hai paura, Draco.
Ti siedi di scatto a terra, quasi le gambe non ti reggano più e ti stringe le ginocchia al petto, quanto di più simile all’abbraccio di tua madre.
Hai paura, tanta.
Troppa.
Vorresti urlare, gridare, come se potesse placcare tutto, ma non puoi farlo.
Hai paura che Lucius ti veda, che si arrabbi.
Un solo sguardo verso quella copia di te stesso, che ti accorgi essere cambiata, a favore di un Draco piangente. Lacrime su lacrime, come quelle che stai versando ora.
E cambia ancora: un ragazzino biondo che gioisce.
E cambia, cambia e cambia ancora.
Mostra te, mostra ciò che ti spaventa, ciò di cui ha paura.
Perché, Draco, hai paura di mostrare ciò che provi, ciò che sei, ciò che ami.
Hai paura, perché Lucius non vuole. Non ti permette di abbracciare tua madre.
Di piangere.
Di essere felice.
E hai paura di farlo, perché se tuo padre ti vede, fa ciò che ha fatto quando ti ha visto singhiozzare per il taglio che ti sei procurato cadendo. O quando ti ha visto abbracciare tua madre.
E hai paura.
Paura di mostrare ciò che sei e ciò che provi.
La scena davanti a te cambia ancora, ma rannicchiato come sei non puoi vederla.
Non vuoi.


“Come... come hai potuto?” Chiese in flebile sussurro Narcissa Malfoy.
Era entrata nella stanza, troppo in ansia anche per dare retta agli ordini di Lucius che le dicevano di stare ferma, o se ne sarebbe pentita. Ma non lo aveva ascoltato, aveva aspettato anche troppo per aprire quella maledetta porta.
Lo aveva trovato svenuto e una rabbia quasi incontenibile si era presa possesso di lei.
“Come hai potuto tu...”
Ma Lucius non le diede di nuovo il tempo di finire.
“Era solo un molliccio, niente che lo avrebbe ucciso.”
“Non importa! Lui è ancora piccolo...”
“Deve affrontare le sue paure e prenderne atto. Le sue non sono paure ma solo debolezze.” Disse, per poi aggiungere: “Debolezze che vanno eliminate.” Voltò poi le spalle alla moglie e andò nel suo studio.
Lui sapeva quali erano le paure di Draco, ovvio che sapeva quali erano.
Si erano sviluppate grazie a lui, come si fa a non essere consapevoli delle proprio azioni?





Ahm.
Salve!^^’ (iniziare salutando serve per addolcire l’animo dell’inferocito lettore!x’D) Allora, come catalogare... questa?
Io proporrei ‘obbrobrio’, ma meglio non commentare questo punto. Vi do qualche informazione sulla storia, così quando mi farete causa agli addetti della quiete pubblica avrete più elementi su cui basarvi! Allora... partiamo dal presupposto che Lucius mi sta simpatico come un pitone nelle mutande (e qui si spiega la stronzaggine del carissimo), ho scritto questa storia su un Draco che ha cinque anni, su per giù, perciò un po’ ingenuo. Nella stanza con Draco c’è un molliccio, messo lì da quello stinco di Santo che è il padre. Nel libro non mi pare (ditemi che non sto sparando idiozie, vi prego!<_<”) si parli di ciò che lo spaventa e di ciò che diventa il molliccio, in caso vi sia un faccia a faccia tra i due, perciò io ho ipotizzato ciò. Ha paura di mostrare ciò che prova, i suoi sentimenti. Draco, per me, è un ragazzo che pensa a se stesso, se si deve schierare lo fa a favore di sé, ma che ha paura di esternare se stesso. Perché, secondo me non era tanto stronzo da bambino. Cioè, va bene che è una caratteristica di ogni Serpeverde che si rispetti, ma da bambino era diverso a mio parere. Ecco spiegato il ‘what if?’.
Il titolo... boh!:) Non che abbia un grande senso, ma mi è venuto in mente subito, perciò ho deciso di tenere quello.
Non so, in questo periodo mi viene in mente un’idea, con una trama tutta sua e finisco per svilupparla in maniera completamente diversa. Per rassicurarvi, no, non avevo in mente una storia con un Draco che balla la lap dance al Paiolo Magico (anche se sarebbe interessante!xD).
Beh, ora che non ho reso nessun onore al personaggio di Draco e l’ho maltrattato come faccio con tutti i personaggi che mi capitano tra le mani, mi tolgo dai piedi.
Ne approfitto per ringraziare Stregatta della luna, Akiko, blackmoral, _BlackRose_, erigre, malandrina4ever, babyme, jaily e kokylinda2 per aver recensito la mia drabble su HP!*___* Grazie mille, non mi aspettavo tutti questi bei commenti! Grazie di cuore!^^
  
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