The Kingdom of Caspian: She and He – For Love
Mi voltai di soprassalto. Fu quello il
mio errore. Diana si rimpadronì con avidità
della sua arma, per poi sparire sotto i miei occhi come aveva sempre fatto.
“Non lasciarlo combattere solo all’ultima
battaglia…morirà!Ricordalo…” un ultimo sibilo di terrore mi pervase l’udito.
Quelle parole, le avevo dimenticate. Caspian era in pericolo e per colpa mia.
L’intera Narnia sembrava esserlo ed io ne ero consapevole solo ora.
“Susan, non dovresti essere qui…” la sua
regalità aveva perso splendore. Quella chioma meno folta e lucente trapelava
l’indebolimento delle sue forze.
“Aslan…” ancora a terra, lo guardai,
cominciando ad essere conscia della sua reticente accoglienza nei miei
confronti. “ Dimmi… è vero ciò che ha detto Diana? E’ la verità? Sono
io la causa di tutto questo?” una flebile lacrima mi solcò il viso prima che me ne rendessi conto. Aslan annuì con il suo fare solenne e risoluto.
“Ora capisci perché gli abitanti di
Narnia non ti vogliono qui…”
“MA IO VOGLIO RIMEDIARE AL MIO
ERRORE,ALLA MIA SFIDUCIA, IO VOGLIO SCONFIGGERLA!” sbattei i pugni a terra. Il
suolo ne lasciò il segno.
“Perché?Perchè ora ti senti in colpa, per
espiare i mali di te stessa?Per Caspian che è stato attaccato a sorpresa al
castello dai soldati di quella donna?...O per Narnia?” rimasi attonita da
quelle parole. Forse, per la loro cruda verità, o forse per aver scoperto che
Caspian era veramente in pericolo, ed io non ero al suo fianco. Ero stata
capace solo di addossargli un rancore che appartiene solo a me. “Dal giorno in
cui hai dato quell’addio, tu hai dimenticato Narnia, il tuo ruolo, la tua regalità
ed hai cominciato ad odiare questo mondo, perché Caspian era la sola ragione
della tua permanenza qui. Ma ciò ha alimentato un nuovo nemico ed ora non
lo si può più sconfiggere, neppure io potrei…”Mi
alzai da terra con sguardo fiero e maturo.
“Non è possibile!Diana può essere sconfitta!”
“Dovrai fare una scelta,Susan, ed è per
questa decisione che non ti avrei mai più voluta qui…il tuo cuore dovrà pensare non solo a te stessa
la prossima volta”
“Che vuoi dire?” Aslan mi rispose, serio,
impassibile, come se quella fosse l’unica possibilità, l’unica terribile
verità, che ora mi resi conto di non voler sapere. Un fremito mi si inerpicò lungo tutte le spalle. Ora ogni cosa assumeva un significato. Perché
lei non mi attaccasse, perché a tratti mi avesse addirittura graziata o salvata
dal pericolo nonostante il suo
animo malvagio. Avevo paura. Non potevo nasconderlo
questa volta, non tanto di quello che avrei dovuto fare ma di quello che avevo
fatto. Non sopraggiunsi alcuna parola ad Aslan. Salì sopra il mio cavallo pronta per ripartire alla volta del castello.
Non potevo sopraggiungere tardi, le conseguenze sarebbero state insopportabili
per il mio cuore. Un piccolo tocco al torace del cavallo e lui tornò ad obbedirmi, fedele come sempre.
“Susan, prima che tu vada sappi che non
avrai la possibilità di indugiare quando sarai di fronte a lei…devi fare la tua
scelta prima e avrai una sola possibilità non potrai tornare indietro”
“Ho già scelto, addio”
Aizzai il mio destriero e corsi contro il
vento, contro il tempo senza indugio. In un lampo, le oscurità della foresta si
dileguarono. Il sole mi faceva strada tra i campi verdeggianti. Odiavo me
stessa ad ogni passo in avanti, ad ogni istanti in cui sentivo che forse avrei
potuto perderlo per sempre. Non dovevo abbandonarlo, non in quel modo. Non lo
merita. Mi inarco verso la sella del cavallo per favorire la velocità del
galoppo. Sto arrivando, non lasciarti morire proprio ora.
Lendemer. Northland. Lentamente le luci
del giorno si sostituivano ai primi barlumi del tramonto. Da ore correvo in
preda all’ansia e alla disperazione di arrivare tardi, ma ormai le porte del
castello non avrebbero tardato a
rilevarsi. Mi strinsi nelle spalle, sperando di trovare un conforto che
difficilmente quando si è soli si ottiene. L’odore dell’erba calpestata
arrivava fino al mio naso. Il respiro di quel sontuoso animale a cui mi
affidavo per la mia lotta contro il tempo stava sempre più aumentando. Qualche
altro avvallamento e poi il castello. Pochi attimi e mi ritrovai a varcare le
soglie di quei immensi portoni massicci. Alcuni soldati combattevano anche
fuori, ma ormai la fortezza era stata espugnata. La battaglia si covava in ogni
stanza, in ogni corridoio di quella lussuosa dimora profanata dall’odio. Non
perdo tempo ad uccidere molti nemici, immaginavo dove Caspian e Diana si
potessero trovare. In fondo, lo avevo già visto in sogno. Corsi senza
riprendere fiato.
Tum, tum,
tum, tum, tum. I miei battiti erano inarrestabili così come la mia falsa risolutezza. Spalanco le porte della sala grande.
Un tumulto di bestie inferocite e uomini armati si stavano distruggendo a
vicenda. Al centro Caspian e lei. Al rumore delle porte, entrambi si voltarono,
sopraffatti dalla sorpresa.
“Susan?” quelle sue parole mi sembravano
accorate e sincere. Era felice di vedermi ancora. Venni sopraffatta da una
lacrima di disgusto e disperazione. Morire tanto scioccamente. Perdere così tante vite umane per una guerra di cui in parte ne ero la causa. Ma
non potevo indugiare, la mia decisione era già stata presa da tempo. Combatterò per la vita.
Osservai per un istante il volto
dell’uomo che amavo. Era esausto, ma non intendeva cedere, glielo si leggeva
chiaramente nei suoi occhi così profondi e risoluti. L’avermi visto
sembrava avergli offerto una speranza in più contro quel nemico così apparentemente forte, ma fragile. Cominciai a tirare le mie frecce in
ogni direzione. Dovevo raggiungere Diana il prima possibile.
Un colpo metallico, mi distrae dai miei
colpi perfetti e sicuri. Guardai subito Caspian, temendo che fosse accaduto il
peggio. Con mia grande sorpresa Diana era a terra, la spada di Caspian le
graffiava la gola.
“UCCIDILA CASPIAN, UCCIDILA!Qualsiasi
cosa ti dica non ascoltarla, fallo e basta!” le spalle di Caspian erano tese,
immobili, pronte a sferrare quel colpo che sarebbe stato definitivo per tutti.
I suoi occhi per quanto buoni e amorevoli, erano iniettati di freddezza e
rabbia contro di lei.
“ Fallo, mio re, forza! Così Susan morirà con me!” non avrei mai voluto che gli pronunciasse
quelle parole, così maledettamente vere. La spada di Caspian
arretra con il suo corpo, terrorizzato e tremante.
“CHE COSA STAI BLATERANDO?NON FUNZIONERA’
CON ME!NON CADRO’ NEI TUOI SORTILEGI!” sapevo benissimo che aveva perso la
forza di farlo, al di là della sua falsa ostinazione.
“E così non te lo ha detto? Dovevo
immaginarlo! Sciocca umana…in fondo che cosa mi sarei dovuta aspettare…”
Caspian si voltò per un secondo verso di me cercando
spiegazione, io che ero inerme di fronte a tutto questo. Mi sentì congelare al pensiero di non poter più fare nulla.
“TU MENTI!”
“Questa è la vera Diana…” si sfilò la maschera lentamente dal viso, fin quando i suoi occhi non
apparvero allo scoperto. Caspian fece cadere la spada impaurito. Io stessa
rimasi attonita e terrorizzata, benché lo sapessi. Benchè sapessi ora, che IO
ero DIANA, e DIANA era me. Eravamo due gocce d’acqua, due facce di una stessa
medaglia: il bene e il male di Susan Pevensie, le sue luci e le sue ombre.
Diana scoppiò in una fragorosa risata.
“COLPISCIMI ORA, FORZA!NE HAI IL CORAGGIO?!
Sono stata generata dalla sua infedeltà nei confronti di Narnia. Sin dal primo
momento in cui ti ha detto addio sotto quell’albero, l’immagine di Narnia in
lei è sparita, scomparsa. Il rancore che lei provava per questo mondo, per
averti lasciato per sempre ha creato me…” Caspian si lascia cadere direttamente a terra.
Nei suoi occhi potevo leggere il terrore per Diana o forse per me. “ E come
Susan, anche io ti amo…” gli si avvicina strappandogli un bacio, che Caspian
rifiuta con mio grande sollievo.
“ SEI SOLTANTO UN MOSTRO!STAI LONTANO DA
ME! NON HAI NULLA A CHE FARE CON LA VERA SUSAN!”
“Sapevo che non avrei dovuto risparmiarti
tante volte in battaglia, per un
sentimento che solo in parte mi appartiene…ma rimedierò ora! Addio mio caro Caspian!” Diana si reinpossessa della sua spada pronta a trafiggerlo.
“NO!!!!!!!” mi liberai fulmineamente dei
due soldati che avevo alle spalle. Per raggiungerlo, per salvarlo.
TUM,TUM…TUM,TUM…TUM,TUM. Non permetterò che io sia la causa della tua morte. Passò un istante, breve, intenso, decisivo e il mio corpo si era frapposto
in tempo tra Caspian e la lama di Diana.
“STUPIDA PERCHE’ LO HAI FATTO!” estrasse
immediatamente la spada dal mio corpo, ma oramai Diana era ferita a morte
quanto me. Rimasi sollevata dal corpo di Caspian per qualche istante per
assicurarmi che soltanto il mio ventre fosse trafitto da parte a parte, ma non
il suo. Mi guardò agghiacciato, incapace di proteggermi,
incapace di avermi fermato prima. Gli porsi un’ultima carezza prima di
accasciarmi tra le sue braccia.
“P-perdonami Caspian di averti
abbandonato…avrei dovuto dirtelo pri…” mi stringeva forte cercando di tamponare
con la mano la ferita, ma il sangue non sembrava fermarsi.
“Perché lo hai fatto?PERCHE’?” si voltò con ira verso Diana, l’altra me stessa , anche lei a terra gemente.
Gli occhi di Caspian erano rossi dalle lacrime, sentivo la sua tensione su di
me.
“Ancora non lo hai capito…” ad ogni
parola sentivo le mie vene privarsi di sangue “ IO SONO DIANA!Uccidermi
significava ucciderla, per sempre…”
“ TU SEI SOLTANTO SUSAN, TU SEI LA DONNA
CHE AMO E NESSUN ALTRO…” Piansi. Non avrei voluto farlo. Non mi ero pentita del
gesto che avevo compiuto. Finalmente avevo dimostrato di amare il mio regno, ma
soprattutto lui.
“Non voglio lasciarti ora…” parlavo con
un filo di voce, ma avevo ancora la forza di toccare il suo viso, ancora una
volta, forse l’ultima. Gli lasciai un alone di sangue, mentre le sue lacrime
pulivano il mio volto. La battaglia intorno a noi si era fermata, dissolta ora
che la sua condottiera era stata sconfitta. Un bagliore intenso fece scomparire
la sua sagoma sotto ai nostri occhi increduli. Se ne era andata per sempre. Gli
strappai un ultimo bacio, agoniato. Le nostre labbra sembravano non volersi
lasciare, lui mi stringeva con tutta la sua forza, premendo le sue dita sul mio
viso. Sentivo i suoi singhiozzi di pianto repressi, così gli regalai un ultimo sorriso .
Prima di chiudere gli occhi scorsi la
lucentezza della figura di Aslan. Venni invasa da un ultimo calore, prima della
gelida solitudine.
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Erano passati due anni da quello scontro,
incontro con l’altra me stessa. Quella era stata la prova che dovevo superare.
Se avessi dimostrato di credere in questo mondo sarei rimasta in vita. Tornavo
a pensarci di tanto in tanto sotto la luce della vetrata del castello, ma ormai
ero certa che ero solo io, la vera Susan, l’unica e sola regina di Narnia.
“A che pensi, Susan?” Caspian mi vede
assorta davanti a quel quadro che ritraeva me e i miei fratelli, tanti anni fa.
Scrollo la testa con un sorriso.
“Niente…niente”
“Non avrai ancora qualche dubbio, di
fronte a lei?”
“NESSUNO! Neanche il più incerto
barlume…Diana non esiste più, ora c’è soltanto lei tra noi…” mi porse in
braccio la piccola con un sorriso raggiante. Era così uguale a lui, tranne gli occhi che aveva sembrato
derubarmeli. Lo baciai, baciai la fonte del mio amore
e della mia forza. “…Nadia.”
Gli alberi erano tornati a danzare, i
petali a librare nel cielo, gli animali a parlare con gli uomini.
The Kingdom
of Caspian: She and He
Note dell’autrice
Ecco qui l’ultimo capitolo!scusate il
ritardo ma ho avuto veramente da fare in questo periodo!Questa volta ho
corretto tutto il testo con il controllo ortografia e grammatica di word!:)
quindi non dovrebbero esserci errori!!Vorrei ringraziare tutti voi,ancora una
volta! Inoltre, vorrei sottolineare la scelta del nome della figlia Nadia(come
negazione o inverso di Diana ad indicare la sua scomparsa ma al contempo
inevitabile presenza nella vita di Susan!). Spero di ricevere molti commenti
non vedo l’ora di sapere le vostre opinioni vi aspetto!!!Grazie ancora!!!