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Autore: EclipseOfHeart    09/06/2010    2 recensioni
Queste sono cinque fic che io ho scritto come regalo per la mia grande amica NicoRobin92.
La coppia trattata è sempre la rurobin essendone lei innamorata! Sono delle fic particolari comunque!
L'amore tra i due è il tema principale ma che si sviluppa anche in riflessioni su Robin e i Mugiwara.
Buona lettura! E Tantissimi Auguri Cara Amica! ;)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nico Robin
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Ragazze

 

Sera a tutti! Questa raccolta di 5 fic è dedicata alla mia amica NicoRobin92 per il suo compleanno, oggi lei fa 18 anni.

Te la dedico sperando che le mie storie ti piacciano, e ti facci un augurio grandissimo!

Queste fic sono ispirate a 5 delle sue immagini Rurobin preferite, questa è la prima che ho usato: Uploaded with ImageShack.us

 

 

 

 

 

 

 

Sì, lo so che è Giugno e sono passati 6 mesi dall’inizio dell’anno ma l’immagine diceva questo XD.

 

 

 

 

A new white year

 

 

 

- Ragazze! Ma ci pensate, sta per iniziare un nuovo anno! Un altro anno che trascorrerò in compagnia di voi dolci donzelle del mio cuore! -

- Sanji sì lo sappiamo ma ora togliti di mezzo e facci passare! – lo rimbrottò Nami tirando dai capelli il cuoco della Sunny.

- Nami-swuan sei sempre così determinata e forte! – esclamò lui in tono di venerazione. Lei sbuffò e uscì dalla cucina seguita da Robin che però si fermò sul ponte non seguendola verso il suo studio.

Guardò il mare limpido su cui la Sunny stava navigando e un brivido le passò per la schiena. Si strinse nel suo giubbotto, ovvio che faceva freddo, era il 31 Dicembre.

Robin pensò al suo anno trascorso con i suoi cari amici.

Sì ormai era da tanto che stava in loro compagnia, era tanto che aveva trovato una ragione di vivere.

E loro non avevano smesso di credere in lei ma all’inizio era stato difficile e se non fosse stato per lui chissà se l’avrebbero comunque amata e accettata.

Scosse la testa, ovvio che l’avrebbero fatto.

Però andava detto che il primo a crederle dall’inizio era stato solo Rufy, del resto solo un ragazzo totalmente imprudente e privo di buon senso avrebbe potuto credere nella sua buona fede dall’inizio.

Ed era stato soprattutto grazie a lui se era uscita viva da Enies Lobby, ovviamente era stato merito di tutti i suoi compagni ma la sua forza di volontà non ce l’aveva nessuno e nessuno avrebbe mai potuto eguagliarla.

Robin spesso immaginava il salvataggio di Rufy per Nami. La navigatrice gliel’aveva raccontato e aveva rivisto nei suoi occhi quella luce speciale che credeva di avere anche lei quando raccontava di come Rufy l’avesse aiutata.

Nami aveva tentato di spiegarle il totale senso di protezione che l’aveva avvolta quando Rufy aveva deciso di aiutarla ma alla fine le aveva detto che non riusciva ad esprimerlo totalmente.

Robin però lo capiva ugualmente, per lei era stato lo stesso.

Lei la invidiava Nami e sempre più spesso guardava con sofferta invidia il rapporto che vedeva tra lei e Rufy.

Si capiva quanto si volessero bene, litigavano ma davvero si notava palesemente tutto l’affetto tra i due, li univa un profondo legame e Robin si accorgeva in quel modo che mai lei e Rufy sarebbero stati tanto uniti.

- Robin! Fa freddo, che ci fai qui? -

La voce tuonante del cyborg la fece sussultare leggermente e si girò verso di lui.

- Franky! Mi hai colto di sorpresa. -

- Oh, non credevo fosse possibile. –

- Sono una normalissima umana anche io, in fondo. –

- A giudicare dalle tue duemila mani e dal tuo temperamento non l’avrei mai detto. –

- Quello fatto di latta qui sei tu, non io. –

- Nonostante ciò sembro più umano di te perché mi emoziono più di te. O perlomeno questo si percepisce. –

- Che vuoi dire? – chiese lei incerta su cosa ribattere.

- Io credo che le tue vere emozioni siano più forti delle mie, più rare ma molto più intense delle mie. –

- Non riesco a capirti Franky. Prima mi critichi dicendo che non sono umana e poi ritratti dicendo che le mie emozioni sono intense. –

- Ma tu non sei completamente umana, ma le tue emozioni sì. Era un discorso per farti capire che non c’è niente di male ogni tanto a esprimere anche piccole emozioni. Ora guardavi il mare ed eri triste, non disperata come a Enies Lobby, ma semplicemente triste.

Sono sicuro che se ti avessi chiesto se stavi bene mi avresti risposto di sì, pur non essendolo. –

Robin rimase in silenzio di fronte al discorso del cyborg, le sembrava un po’ illogico e sconclusionato, cosa le voleva dire Franky?

Non riusciva davvero a capirlo.

- Non capisco Franky, cosa stai cercando di dirmi? -

- Sto tentando di dirti che mostrare le tue emozioni non è segno di debolezza e che non dovresti farlo solo quando arrivi al limite. –

Franky se ne andò lasciandola lì sola nel ponte esattamente come prima che lui arrivasse, l’animo di Robin però si era agitato. Lei sapeva di non essere una persona che si apre subito e che mai lascia intravedere i suoi stati d’animo però non aveva mai pensato a questo suo atteggiamento come un fatto che la mostrasse non umana.

Era quello che pensavano di lei? Che non era umana, che era così fredda da non potere essere umana?

Quando loro ridevano e lei appena faceva un sorriso escludendosi dalla risata generale, il loro pensiero era quello?

Scosse la testa, era impossibile. Franky faceva parte della ciurma da meno tempo e forse ancora non aveva capito che la sua resistenza a mostrare emozioni era dettata solo dal suo carattere, non da un mero desiderio di non mostrarsi debole!
L’aveva detta la sciocchezza quello stupido di un cyborg!

Robin decise di andare nella biblioteca, determinata a dare un taglio a quei pensieri.

 

 

L’archeologa trascorse tutto il pomeriggio chiusa tra i suoi adorati libri. Nessun oggetto le dava emozioni tanto quanto un buon libro, le storie la immergevano in mondi fantastici e lontani, i protagonisti si spogliavano dei loro sentimenti e desideri e potevi capire tutta la complessità di ognuno di loro. In ogni libro che leggeva lei tendeva ad identificarsi immaginando posti, volti, amori e lacrime. E quando chiudeva un libro una strana malinconia le saliva, gioia per un buon lieto fine ma tristezza per aver dovuto dire addio a quelle persone che, alla fine te ne rendi veramente conto, non esistono e che mai esisteranno.

Robin si sentì decisamente più rilassata dopo la sua lettura e i dubbi che le erano venuti sembravano essere svaniti sotto la consapevolezza che mai i Mugiwara avrebbero avuto quei pensieri su di lei.

Ne era certa.

Uscì dalla biblioteca e, chiudendo la porta, incrociò il suo sorriso.

- Robin finalmente ti ho trovata! Sono le 8, il mega-cenone di Sanji ci attende! Non dobbiamo fare tardi! -

Persa nei suoi pensieri si era scordata del cenone di fine anno.

- Rufy la cena non scappa, ci attende paziente. Un po’ di ritardo non le farà dispiacere. -

- A lei no ma a me sì! –

Robin rise non riuscendo in alcun modo a trattenersi a causa della faccia di Rufy. Era così buffo anche non volendolo essere, lui era serio ma i suoi sguardi lo tradivano sempre.

E ovviamente Rufy era troppo buono per pensare che lei ridesse di lui e, quindi, cominciò a ridere anche lui benché ne ignorasse il motivo.

Forse perché trovava la sua risata bella e voleva continuasse.

Robin rideva così poco in quel modo, per una volta che lo faceva non voleva lasciarla sola.

- Oddio, solo tu sei capace di farmi ridere tanto per un’espressione del viso! - e non era l’unica cosa in cui solo lui riusciva.

- Davvero? Solo io? Forte! Ora però andiamo a cena! –

Rufy la tirò per una mano e la trascinò verso la cucina, mentre Robin silenziosamente si godeva il calore delle loro mani intrecciate.

 

Se esisteva un solo pirata che dovesse scoprire l’All blue quello doveva essere per forza Sanji Gamba nera.

La lunga tavola era imbandita di ogni pietanza immaginabile ed ognuna aveva un aspetto magnifico. Erano talmente belle che soltanto il sapere che erano addirittura più buone che belle, ti dava la forza di mangiarle.

Tutti i Mugiwara erano riuniti al tavolo mentre Sanji guardava soddisfatto il suo lungo lavoro.

- In quanto lotta fai pena, cuoco. Ma per cucinare bisogna ammettere che non hai rivali. – disse sogghignando Zoro.

- Grazie Marimo, almeno io in qualcosa io riesco bene a differenza tua che fai pena in tutto. – ribatté immediatamente Sanji.

Zoro stava per replicare quando Nami interruppe la loro litigata dando un pugno in testa ad entrambi.

- Ma vi sembra il caso di litigare pure il 31 Dicembre? Siete impossibili e peggio di due bambini! -

Sanji si prodigò immediatamente in mille scuse mentre Zoro si limitò a sbuffare.

Rufy stava già per buttarsi a capofitto nel cibo non appena era entrato nel salone e l’avrebbe fatto se non l’avessero trattenuto Usopp e Chopper.

- Rufy oggi bisogna aspettare! E’ un cenone particolare! – esclamò Chopper.

- E che avrebbe di particolare? – chiese Rufy.

Chopper e Usopp lo guardarono esasperati per poi rivolgersi, esigenti di aiuto, a Robin.

- Ti prego, tu così buona, calma, mite e paziente spiegheresti a questo tonto che giorno è oggi? – la pregò Usopp.

Robin sorrise dolcemente a Rufy per poi spiegargli la particolarità di quel giorno.

- Rufy oggi è il 31 Dicembre. E’ l’ultimo giorno dell’anno, si festeggia per celebrare l’anno vecchio e anche per propiziare l’anno nuovo. Domani anche ci sarà un mega-pranzo, perché domani sarà l’1 Gennaio, il primo giorno dell’anno nuovo. -

- Quindi oggi finisce l’anno? Oh! – disse Rufy spalancando la bocca per la sorpresa.

- Sì, per questo mangiamo tutti insieme e festeggiamo. –

Rufy stette in silenzio qualche minuto mentre tutti i Mugiwara osservavano la sua silente riflessione.

- Sì beh, però io ho fame! -

Inutile dire che tutti scoppiarono a ridere e Sanji, saggiamente, decise di dare il via alle danze.

Tutti si sedettero e iniziarono a gustare il delizioso banchetto.

Sanji aveva preparato così tanta roba che, nonostante la presenza di Rufy, erano avanzate alcune cose.

- Bene vedo che la cena è stata di vostro gusto, del resto come poteva non esserlo! – si vantò Sanji ficcandosi in bocca l’ennesima sigaretta.

- Ora non ci resta che attendere la mezzanotte! – esclamò trionfante Brook.

- La mezzanotte? E che l’aspettiamo a fare?! – ovviamente la solita domanda di Rufy non poteva mancare.

Tutti si girarono verso Robin, eh sì il compito di spiegare a Rufy toccava sempre e solo a lei.

- Per favore portatelo nel ponte a spiegarli tutto! Dobbiamo sparecchiare il tavolo e con Rufy il rischio di rompere qualsiasi cosa è alto! – pregò Nami.

Robin assentì e, seguita da Rufy, andò verso il ponte. Si era fermata e stava iniziando la sua spiegazione quando Rufy si lamentò: - Io qui ho freddo però. Non possiamo andare nella tua stanza? –

Fatta da qualunque ragazzo questa proposta poteva risultare ambigua, ma fatta da Rufy non v’era alcun dubbio che lui non avesse neanche idea del secondo fine della proposta.

Robin gli disse di sì e quindi insieme andarono verso la sua stanza. Fermati alla porta Robin sentì un brivido lungo la schiena.

Stava per fare entrare Rufy nella sua stanza e sarebbero stati solo loro due. Soli.

Si sentì fremere al pensiero, quasi fosse un suo segreto desiderio.

Lo fece entrare e lo vide dolcemente accomodarsi nel suo letto. Davvero Rufy non si rendeva conto delle azioni che faceva.

- Allora Rufy vuoi sapere perché si aspetta la mezzanotte, giusto? – chiese Robin.

- Che comodo questo letto! Altro che i nostri, Robin non posso dormire con te? – domandò ingenuamente Rufy.

Robin diventò rossa e negò subito.

- Dorme anche Nami in questa stanza e poi due amici non dormono nello stesso letto. -

- E perché no? Io e Usopp, a volte, dormiamo nello stesso letto perché io mi confondo e mi corico nel suo. –

- Ma tu e Usopp siete due maschi, è normale. Per un uomo e una donna non è una cosa comunissima. –

- Oh… Ma perché? Non capisco! Se due amici si vogliono bene che c’è di male? –

- Non c’è nessun male però solitamente sono un uomo e una donna innamorati che dormono insieme. –

- Ah ho capito! – disse Rufy trionfante.

Robin tirò un sospiro di sollievo, quella conversazione la imbarazzava molto.

- Quindi per dormire con te è sufficiente che io mi innamori di te! -

Robin sgranò gli occhi a quell’affermazione diventando di nuovo rossa vermiglia.

- Rufy! Ma cosa dici? Innamorarsi non è una cosa che puoi comandare, non lo può fare nessuno! -

Rufy si intristì e protestò come un bambino: - Io voglio dormire con te! Punto! –

Robin evitò di continuare la discussione tornando all’argomento che li aveva condotti in quella stanza.

- Rufy sai perché si aspetta la mezzanotte? -

- No. –

- Perché a mezzanotte inizia il nuovo anno ed è tradizione che lo si aspetti con i propri cari. Scoccata la mezzanotte si festeggia anche per tutta la notte per celebrare l’inizio del nuovo anno. –

- Ora ho capito, spieghi davvero bene Robin. –

Nella stanza calò il silenzio, Robin si avvicinò allo specchio e decise di cambiarsi d’abito. Indossava il solito vestitino nero e non le sembrava l’abito più adatto per iniziare l’anno nuovo. Il nero poteva rappresentare la parte oscura del suo passato ma ora c’era Rufy, c’erano i Mugiwara, c’era gioia e felicità. Ora la parte oscura era passata, l’anno vecchio stava finendo.

Andò nel suo armadio e prese un vestitino bianco.

Il bianco, la luce sarebbe stato quello il colore simbolo del suo futuro e quindi le toccava iniziare l’anno indossando un abito bianco.

- Rufy devo cambiarmi, vado un attimo in bagno. -

- Ok! –

Robin entrò nel bagno e velocemente si tolse l’abito nero per mettersi quello bianco.

Si sentì come la sua vecchia vita le fosse totalmente scivolata via dalla pelle e dalla mente.

Era tutto passato, era tutto finito.

Felice uscì dal bagno, sentendosi totalmente rinnovata e piena di gioia. Era quello lo spirito giusto con cui iniziare l’anno nuovo.

 

Sto tentando di dirti che mostrare le tue emozioni non è segno di debolezza e che non dovresti farlo solo quando arrivi al limite.

 

Si bloccò nel centro della stanza, quella frase di Franky le era tornata in mente con la forza di un colpo. I dubbi che era riuscita a fugare nel pomeriggio le tornarono a riempire la mente.

Non poteva iniziare l’anno con quei dubbi. Guardò Rufy e, in un atto totalmente impulsivo, gli chiese: - Rufy tu mi consideri umana vero? –

Rufy che stava giocando con uno degli strumenti di Nami si bloccò per guardare stranito Robin.

- Certo che sei umana, perché? -

- Io non mostro le mie emozioni come te, sembro fredda e inumana ed ho paura che a volte voi pensiate che io sia così. – confessò Robin.

Rufy si avvicinò piano e le poggiò la sua mano sopra il seno sinistro. Robin sgranò gli occhi e gli diede un pugno che lo fece volare dall’altra parte della stanza.

- Ma sei impazzito? Cosa fai! – gridò lei.

- Ma che ho fatto di male? Non è lì il cuore? A sinistra, me lo hai detto tu! – si difese Rufy.

- Il cuore? – lei restò stordita da quell’affermazione.

- Certo, volevo dimostrarti che il tuo cuore batte come il mio, hai occhi che piangono come i miei e ridi come rido io. Il fatto che non lo fai spesso è vero, però non vuol dire che non sei umana. Certo, quando lo fai diventi più bella. –

Arrossì per l’ultima affermazione e per il bellissimo discorso di Rufy. Era stato semplice ma così spontaneo da sconvolgerla.

- Sei umana come me e come tutti. – e le sorrise.

Robin lo abbracciò non trovando parole per esprimergli la sua gratitudine. Guardò l’orologio e notò che erano le 23:30, erano nella stanza da una buona mezz’ora ed era quasi mezzanotte.

- Torniamo dagli altri, ormai manca poco. -

Prima di uscire Robin prese il suo cappello bianco e se lo mise in testa.

 

Entrarono nel salone che Brook stava suonando una canzone accompagnato dalle grida di Usopp, Franky e Chopper.

Appena entrati Rufy si lanciò verso i suoi compagni e iniziò a cantare con loro. Tra canti, note e grida passò anche l’ultima mezz’ora.

- Mancano 10 secondi! Mano ai calici, miei compagni! – disse Nami prendendo il suo bicchiere di spumante e alzandolo al tetto.

Tutti la imitarono, Rufy si avvicinò a Robin e alzò il suo calice vicino a quello di lei.

Dieci…

Nove…

Otto…

- Stiamo per brindare giusto? – le chiese.

Sette…

Sei…

Cinque…

- Esatto, al nuovo anno. Vuoi brindare a qualcos’altro? - gli rispose ridendo.

Quattro!

Tre!

Due!

- Al nostro essere umani! Ci stai? -

- Sì! –

Uno!

- AUGURI! -

Un grido d’auguri si levò nel salone della Sunny, i calici alzati tintinnarono tra di loro e insieme bevettero lo champagne brindando al nuovo anno.

- Auguri di buon anno Rufy. -

- Auguri a te Robin. Sarà un anno bellissimo già lo so! –

Lei rise, stavolta insieme a tutti. Il calore dell’amicizia, dell’affetto la pervase totalmente.

Decisamente un buon inizio anno.

 

 

 

 

… - Robin non posso dormire insieme a te vero? –

- No! – esclamò lei stufa anche se alla fine pensò che non le sarebbe per niente dispiaciuto.

 

 

 

 

 

Fine della I° fanfiction.

Le altre quattro non sono strettamente legate a queste, potete leggerle tutte e 5 come one-shot indipendenti.

Credo di essere riuscita a fare un Rufy un po’ più IC in questa fic *_* Che bello! Robin è un bel personaggio da analizzare, è una personaggio su cui puoi fare delle riflessioni senza temere ogni istante di cadere nell’OOC. xD

Bene, ancora auguri a Robin-chan e spero vi sia piaciuta e che mi lasciate qualche recensione.

Per favore, lasciatemene qualcuna *-*

Ci vediamo alla prossima fic !

 

 

 

 

 

Marty De Nobili.

 

   
 
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