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Autore: PrincesMonica    10/06/2010    4 recensioni
Non possiamo far altro che staccarci. Lo guardo per un’ultima volta e lo lascio a lei. Ed io alla mia tristezza.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Efestione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: My Eternal Sun
Rating: Verde
Disclaimer: non possiedo i diritti sui personaggi. Sono miei solo la storia e i pensieri espressi.

Questa storia ha vinto come Best Narrator alla seconda sfida di Dream Writers



La battaglia è finita. La polvere si adagia lentamente sui cadaveri pian piano mentre il sole scende dietro i pochi arbusti e alberi rimasti ancora in piedi dopo l’orda di stamane. È un momento particolare questo, sempre. Si contano i morti, i feriti e i sopravvissuti. Che non sempre sono i più fortunati.
È anche il momento per chi vive di fare i conti con la propria coscienza.
La mia uscirà questa notte, quando sarò solo nella mia tenda.
Ma ora vedo lui… sta piangendo, urlando, sporco di terra e sangue, di quella disperazione che nasce quando ti rendi conto che hai perso compagni ed amici, che non li sentirai più cantare, ridere e scherzare. Oppure raccontare le storie dei miti per tenersi compagnia davanti al fuoco.
Vorrei andare da lui, ma non posso.
Da quando lo conosco, cioè da sempre, so che in questi momenti Alessandro vuole stare da solo. E io esaudirò il suo desiderio.
Eppure il mio cuore sanguina, perché l’unica cosa che vorrei fare ora è stringerlo a me e fargli capire che non è solo, perché lui avrà sempre me al suo fianco.
“Efestione, aiutaci ti prego.” Alcuni soldati stanno trasportando alcuni corpi verso quella che diventerà la loro pira funeraria: è un lavoro mastodontico perché i cadaveri sono tanti, troppi. Non è un lavoro che mi compete, io sono talmente in alto nella scala gerarchica, che queste cose non le faccio da tempi immemori, ma ho bisogno di fare qualcosa per non pensare e per metabolizzare il dolore sordo che pian piano sta crescendo. Faticare, sudare, sporcarsi, mi aiuta nella mia personale catarsi.
Abbiamo vinto, è vero, ma Dario ha spezzato molti scudi stamane e questo è uno dei lavoro più immani e penosi da dover fare.
Solo quando la notte è fonda e le stelle brillano fredde ed altere sopra di noi, che il fuoco viene acceso: brucerà per tutta la notte, accompagnando le anime dei defunti verso la dimora del dio Ade o verso i Campi Elisi, dove banchetteranno e faranno festa per l’eternità, mentre noi continueremo a soffrire qui nel mondo terreno.
Lo vedo Alessandro, il mio Alessandro, all’altro lato della pira, che guarda le fiamme salire e pregare gli dei perché tutto questo non si compia nuovamente. Speranze vane, perché la sua sete di conquista e sete di immortalità è tale che noi, insieme a lui, andremo fino ai confini del mondo. Io lo so, lo conosco meglio di chiunque altro.
Non ho paura, perché sono con lui e lui con me. Niente potrà mai dividerci, solo la morte.

Indossi solo una vestaglia di stoffa leggera che a malapena copre il tuo corpo perfetto, abbronzato e pieno di cicatrici delle mille battaglie che abbiamo affrontato assieme, fianco a fianco. Ti sei preparato perfettamente per questa notte che dovrà essere perfetta.
Una notte che non passerai con me.
La passerai con lei.
Roxane.
Tua moglie.
Lo so che devi, lo so che un re come te, deve avere una regina, ma questo ti porta più lontano da me. E stanotte starai con lei, mentre io sarò solo a pensarti.
Mi amerai anche mentre sei con lei?
Lo sentirai l’anello del sole al tuo dito, mentre la bacerai e la violerai la prima volta?
Quell’anello l’ho custodito per anni, dopo aver lasciato l’Egitto, solo per darlo a te nel momento migliore. Chi è il sole, Alessandro?
Tu sei il sole, Alessandro, il mio sole.
Vedo la tua espressione triste, forse commossa. Eppure la tua pelle è cosparsa di piccoli brividi di attesa ed eccitazione. Aspetti questa notte e non solo perché questa ti potrebbe portare un figlio, ma proprio perché aspetti lei, questa figlia di barbari, questa principessa che ti ha stregato con i suoi enormi occhi e queste curve promettenti fertilità di donna. Un qualcosa contro cui non posso competere, nonostante io ti potrei dare molto di più.
Tutto l’amore del mondo.
Tutto me stesso, fino alla fine dei tempi.
Il tuo abbraccio è forte, sembra quasi che tu non voglia lasciarmi andare e per me vale lo stesso. Vorrei tenerti a me per tutto il tempo che mi rimane, invece veniamo interrotti troppo presto, proprio da colei che ti porterà in un nuovo mondo, nel quale io non potrò entrare.
È nervosa e decisamente infastidita di trovarmi li, lo capisco da come mi fulmina con gli occhi, da come si muove, da come allontana i servi, umiliata da me che abbraccio suo marito. Del resto la posso capire fino in fondo, visto che provo gli stessi sentimenti di invidia e di gelosia nei suoi confronti.
Non possiamo far altro che staccarci. Lo guardo per un’ultima volta e lo lascio a lei.
Ed io alla mia tristezza.

Sto morendo.
Nonostante quello che dice il medico, le sue rassicurazioni, io so che non supererò la notte. E non serve che tu entri nella mia camera come una furia, triste e sconvolto, con le lacrime, sapendo che io sto male.
Questa volta il tuo sole non potrà scaldarmi.
Ho così tanto freddo, Alessandro.
E non è per il tifo che mi consuma fin troppo velocemente, ma perché mi sto rendendo conto che non ti vedrò più. Non sentirò più la tua voce parlarmi di casa, della Grecia. Di te e me assieme, mentre i nostri figli giocano assieme. Delle tue labbra che mi accarezzano durante le fredde notti lontane.
Non avrò più il mio Alessandro.
E le lacrime premono per uscire, perché non voglio morire se questo mi porta lontano da te che sei il mio unico amore.
Vorrei baciarti un’ultima volta, vorrei sfiorarti con le dita, per avere un ultimo ricordo da portare con me nell’Aldilà, ma tu sei lontano da me, parli sperando che le cose cambino, che io, per miracolo, mi alzi e ti abbracci. Non succederà, perché me ne sto andando.
Sento l’ultimo alito di vita abbandonarmi, sento che ho ancora un’ultima cosa che posso fare, prima di andare a salutare Ade e Proserpina: ti guardo e tu risplendi.
Addio Alessandro.
Addio, mio Sole Eterno.
   
 
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